Diritti civili NO PENA MORTE

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I 25 ANNI DI DIRITTI CIVILI

I 40 ANNI DI CORBELLI

 

 

18 Dicembre 2007 - GIORNATA STORICA

L'ONU HA APPROVATO LA MORATORIA UNIVERSALE

 

  La battaglia non è comunque finita. Occorre continuare a lottare per arrivare alla cancellazione della pena di morte in tutto il mondo.

 

 

13 agosto 2000. LA INIZIATIVA DI DIRITTI CIVILI CONTRO LA PENA DI MORTE

IL DOMANI DELLA CALABRIA, 11 agosto 2000

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Diritti Civili da 20 anni lotta per abolizione nel mondo di pena di morte

  

“Gli appelli di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per l’abolizione in tutto il mondo della pena di morte sono una grande battaglia di civiltà che il Movimento Diritti Civili porta ininterrottamente avanti sin dalla sua nascita, dal 1995, con una pagina (e l’home) del suo sito www.diritticivili.it dedicata, da allora, da oltre 20 anni, proprio a “No pena di morte”. Quella contro la pena di morte deve essere la battaglia di ogni Paese civile e democratico del Mondo. La vita contro la morte. La civiltà contro la barbarie”. E’ quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco corbelli, che ricorda di “aver addirittura promosso, dalla piccola e lontana Calabria, 16 anni fa, domenica 13 agosto 2000, attraverso internet(come viene ricordato e documentato nel sito di Diritti Civili), una iniziativa planetaria contro la pena di morte, per protesta allora contro la feroce esecuzione in Texas di due condannati (uno addirittura era un minorato mentale!). In quell’occasione Diritti Civili invitava gli americani a non votare il Governatore del Texas, candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Bush jr. Eseguire in un carcere una condanna a morte, al di là delle colpe del condannato, è pari nella sua crudeltà alle orribili esecuzioni dei terroristi dell’Isis, continua Corbelli. Il mondo tutto deve ribellarsi a questa disumanità. Pena di morte, guerre, tragedie della immigrazione, miseria e malattie. Il mondo sarà più giusto e umano quando avrà debellato questi mali. Ogni Nazione deve fare la sua parte per aiutare a vincere queste sfide epocali  e fondamentali per la pace e per il futuro dell’umanità”.

24 febbraio 2016

 

 

Amnesty, drammatica impennata esecuzioni

 Nel 2015, 1.634 persone messe a morte, record negativo dal 1989!

  © ANSA

  (ANSA) - ROMA, 6 Aprile 2016- Una "drammatica" escalation delle persone messe a morte nel 2015: lo stima Amnesty, denunciando almeno 1.634 esecuzioni capitali, il numero più alto dal 1989, il doppio del 2014.     Circa il 90% dei casi si registrano in Iran, Pakistan e Arabia Saudita. Esclusa la Cina, che non fornisce dati a riguardo.   Amnesty sottolinea tuttavia che quattro Paesi, Fiji, Madagascar, Congo-Brazzaville e Suriname hanno abolito la pena di morte, e che ora, per la prima volta nella storia, la maggioranza delle Nazioni mondiali ha messo al bando le esecuzioni.

 

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Usa. Giustiziato dopo due ore di atroce agonia! Diritti Civili:

“L’Italia, Il Papa, il mondo facciano sentire la loro forte protesta

e indignazione contro questa barbarie e crudeltà inaudita”!

Arizona, due ore di agonia per il condannato a morte: polemica negli Usa 

Roma

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, definisce “crudele e disumana l’esecuzione della pena di morte, avvenuta (per il ritardato effetto dei farmaci letali) dopo due ore di atroce agonia, di un condannato(Joseph Wood, l'uomo nella foto) negli Usa” e rivolge un appello al Governo, al Parlamento italiano e a Papa Francesco perché “facciano sentire, agli Stati Uniti e al mondo intero, forte la voce di protesta e di sdegno contro questa barbarie e disumanità inenarrabili e inaccettabili”. “Il mondo intero deve reagire di fronte alla atrocità di quel condannato a morte , deceduto dopo due ore di agonia, per il ritardato  effetto dei farmaci letali. Quanto accaduto deve scuotere le coscienze di ogni Nazione  e di ogni persona civile. L’Italia, la Chiesa Cattolica, il Santo Padre, l’umanità intera non possono restare silenti e immobili di fronte a simili atrocità che non hanno eguali nel mondo anche là dove purtroppo si combatte e muore in guerra. E’ già una crudeltà inaudita la condanna a morte di un essere umano, che andrebbe  abolita in ogni parte del mondo (dove ancora esiste) e sostituita con il carcere a vita per i reati più gravi. Eseguirla poi sottoponendo il condannato a due ore di agonia atroce è qualcosa che fa rabbrividire e indignare. Quanto poi questo succede nel Paese più democratico del mondo, gli Usa, è qualcosa che lascia esterrefatti. Oggi si è superato ogni limite anche nella stessa crudeltà dell’esecuzione di una condanna a morte. Per questo occorre, è doveroso che il mondo civile, antiviolento, la Chiesa,  reagiscano, protestino, facciano sentire tutta la loro indignazione per questa atrocità.  Oggi doveva essere un giorno di festa per l’arrivo in Italia di Meriam, la giovane donna sudanese strappata, grazie ad una straordinaria mobilitazione  internazionale, alla condanna a morte.  Questa felicità è stata purtroppo offuscata, anzi cancellata dalla crudeltà di quel condannato a morte giustiziato, negli Usa, dopo due ore di atroce sofferenza!  Contro questa barbarie occorre reagire. Con la stessa determinazione e l’identico impegno con cui si è combattuto e vinto per Meriam, così come in passato, per tanti altri casi simili”.

 

24 luglio 2014

 

 

 (di seguito lasciamo l'appello alle Nazioni Unite)

APPELLO ALLE NAZIONI UNITE PER UNA MORATORIA DELLE ESECUZIONI

Al Segretario Generale delle Nazioni Unite

Noi, sottoscritti, pensiamo che l’umanità deve andare avanti, e l’abolizione della pena di morte non è solo una necessità dell’individuo, il rafforzamento ulteriore della sua sfera di inviolabilità, ma sempre più una necessità storica e universale, il punto di approdo della nostra epoca, il punto di incontro di civiltà diverse. “Nessuno tocchi Caino”, è scritto nel Libro, e questo antico imperativo per noi vuol dire che lo Stato non può disporre della vita dei suoi cittadini. Di fronte ad una criminalità che colpisce tutti in maniera intollerabile, sono molti a chiedere di mantenere o di reintrodurre la pena capitale, ma in questo modo il profondo senso di giustizia che li anima è mal riposto. L’abolizione della pena di morte è sempre più un punto di vista anche della comunità internazionale. La Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, il 20 aprile del 2005, per il nono anno consecutivo, ha stabilito che l’abolizione della pena di morte “contribuisce al rafforzamento della dignità umana e al progresso dei diritti dell’uomo”, ed ha chiesto agli Stati mantenitori di “stabilire una moratoria delle esecuzioni in vista della definitiva abolizione della pena di morte”. I Tribunali istituiti dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per giudicare il genocidio, lo stupro etnico, le fosse comuni ed altri gravi crimini commessi nella ex Jugoslavia e in Ruanda e lo stesso Statuto del Tribunale internazionale permanente per i crimini contro l’umanità, escludono tutti il ricorso alla pena capitale. Mentre essa è prevista, all’interno di alcuni Stati, per reati infinitamente meno gravi. Noi, sottoscritti, chiediamo alle Nazioni Unite di liberare la Comunità internazionale da questo anacronismo e di istituire una moratoria universale delle esecuzioni, in vista della completa abolizione della pena di morte. Dopo l’abolizione della schiavitù e l’interdizione della tortura, il diritto a non essere uccisi a seguito di una misura giudiziaria può essere un altro comune denominatore, una nuova e irriducibile dimensione dell’essere umano che fa di tutti noi un’unica comunità.

Premi Nobel

Oscar ARIAS SANCHEZ, Costa Rica - Peace Nobel Prize
His Holiness the DALAI LAMA, Tibet - Peace Nobel Prize
Mikhail GORBACEV, Russia - Peace Nobel Prize
Nadine GORDIMER, South Africa - Literature Nobel Prize
Dario FO, Italy - Literature Nobel Prize
Rita LEVI MONTALCINI, Italy - Medicine Nobel Prize
Mairead Corrigan MAGUIRE, Northern Ireland - Peace Nobel Prize
Rigoberta MENCHU´ TUM, Guatemala - Peace Nobel Prize
Adolfo PEREZ ESQUIVEL, Argentina - Peace Nobel Prize
Josè RAMOS-HORTA, East Timor - Peace Nobel Prize
Josè SARAMAGO, Portugal - Literature Nobel Prize
Archbishop Desmond TUTU, South Africa - Peace Nobel Prize
Elie WIESEL , United States - Peace Nobel Prize
Betty WILLIAMS, Northern Ireland - Peace Nobel Prize

Personalità importanti

Isabel ALLENDE, Chile - writer
Taïeb BACCOUCHE, Tunisia - Director, Arab Institute for Human Rights
M. Cherif BASSIOUNI, United States - President, Association Internationale de Droit Pénal
Hugo BEDAU, United States - Austin Fletcher Professor of Philosophy
Alioune Badara BEYE, Senegal - President, French-speaking Writers´ International Federation
Tahar BEN JELLOUN, Morocco - writer
Mario BENEDETTI, Uruguay - writer
Bernardo BERTOLUCCI, Italy - film director
Igor BEZRUKOV, Russian Federation - member of the Commission for Clemency
George BIZOS, South Africa - lawyer
Norberto BOBBIO Italy - philosopher
Hebe de BONAFINI, Argentina - President, Madres de Plaza de Mayo
Julian BOND , United States - President, National Association for the Advancement of Colored People
Emma BONINO, Italy - Former European Commissioner
Elena BONNER SACHAROVA, Russian Federation
Alex BORAINE, South Africa - Vice-President, Truth and Reconciliation Commission
Father Aleksandr BORISOV, Russian Federation - member of the Commission for Clemency
Jerome BRUNER, United States - pedagogist
Chico BUARQUE, Brazil - musician
Vladimir BUKOWSKI, Russian Federation - writer
Noam CHOMSKY, United States
Paulo COELHO, Brazil - writer
Daniel COHN-BENDIT, Germany - Member of the European Parliament
Giovanni CONSO Italy - Chairman, Plenipotentiary Conference for the establishment of an International Criminal Court
Mario CUOMO, United States - former Governor of the State of New York
Dennis DALY, Jamaica - Lawyer
Pilar DEL RIO, Spain
Yolande DIALLO, Switzerland - Centre for Human Rights
Norman DORSEN, United States - Professor of Law and Chairman, lobal Law School Program, New York University School of Law
Ronald DWORKIN, United States - Sommer Professor of Law and Philosophy at the New York University, Quain Professor of Jurisprudence at the University College London
Umberto ECO, Italy - writer
Mike FARRELL, United States - actor, writer, co-Chair - Human Rights Watch
Eduardo GALEANO, Uruguay - writer
Richard GERE, United States - actor
Danny GLOVER, United States - actor
Felipe GONZALEZ, Spain, former Prime Minister
David GROSSMAN, Israel - writer
Serhiy HOLOVATY, Ukraine - former Minister of JusticeBianca JAGGER, United StatesAsma JAHANGIR, Pakistan - Lawyer, leader of Human Rights Commission
WEI JINGSHENG, China - dissident
Kirill KOVAL´DZHI, Russian Federation - writer, member of the Commission for Clemency
Dominique LAPIERRE, France - writerHilarie SOBERS, Jamaica - Lawyer
Graça MACHEL, Mozambique - President, Fundacao para o Desenvolvimento da ComunitadeRenford O. MADDIX, Jamaica - Chaplain, Correctional Services of Jamaica
Lawrence MARSHALL, United States - Professor at Northwestern University School of Law
Desai MEGHNAD, United Kingdom - Director, London School of Economics
Robert MEEROPOL, United States - Rosenberg Fund for Children
Marie Claire MENDES-FRANCE, France
Anthony PANTIN, Trinidad & Tobago - Archbishop of Port of Spain
Sister Helen PREJEAN, United States - author of Dead Man Walking Anatolij PRISTAVKIN, Russian Federation - Chairman, Commission for Clemency
Michael L. RADELET, United States - Professor of Sociology
Mons. Gianfranco RAVASI, Italy - Prefect of Biblioteca Ambrosiana
Lev RAZGON, Russian Federation - writer, member of the Commission for Clemency
Tim ROBBINS, United States - director
Sergei ROMAZIN, Russian Federation - member of the Commission for Clemency
Edward SAID, U.S./Palestine - Professor, NY Columbia University
Susan SARANDON, United States - actress
Fernando SAVATER, Spain - writer
Luis SEPULVEDA, Chile - writer
Sam Reese SHEPPARD, United States
Cardinal Jaime SIN, Philippines - Archbishop of Manila
Antonio TABUCCHI, Italy - writer
Josè Maria TOJEIRA, El Salvador - Rector, UCA
Gore VIDAL, United States - writer
Sergei VITSIN, Russian Federation - member of the Commission for Clemency
Steve WISER , United States - spiritual advisor to Mumia Abu Jamal
Harry WU, China - Director, Laogai Research Foundation

LA SITUAZIONE NEL MONDO AD OGGI 

A cura di Nessuno tocchi Caino

Abolizionisti: 93

Albania, Andorra, Angola, Armenia, Australia, Austria, Azerbaigian, Belgio, Bermuda*, Bhutan, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Cambogia, Canada, Capo Verde, Cipro, Città del Vaticano*, Colombia, Costa d’Avorio, Costarica, Croazia, Danimarca, Ecuador, Estonia, Filippine,Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Gibuti, Grecia, Guinea Bissau, Haiti, Honduras, Irlanda, Islanda, Isole Marshall, Isole Salomone, Italia, Kirghizistan, Kiribati, Liberia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia (Ex Repubblica Iugoslava di), Malta, Mauritius, Messico, Micronesia (Stati Federati della), Moldova, Monaco, Montenegro, Mozambico, Namibia, Nepal, Nicaragua, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Palau, Panama, Paraguay, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Dominicana, Romania, Ruanda, Samoa, San Marino, São Tomé e Principe, Senegal, Serbia, Seychelles, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sudafrica, Svezia, Svizzera, Tagikistan, Timor Est, Turchia, Turkmenistan, Tuvalu, Ucraina, Ungheria, Uruguay, Vanuatu, Venezuela.

Abolizionisti per crimini ordinari: 9

Argentina, Brasile, Cile, El Salvador, Figi, Isole Cook*, Israele, Lettonia, Perù.

Abolizionisti di fatto (non eseguono sentenze capitali da almeno 10 anni): 39

Antigua e Barbuda (1991), Barbados (1984), Belize (1985), Benin (1993), Birmania (1988), Brunei Darussalam (1957), Burkina Faso (1988), Camerun (1988), Congo (1982), Dominica (1986), Eritrea (non risultano esecuzioni dall’indipendenza del paese nel 1993), Gabon (1985), Gambia (1981), Ghana (1993), Giamaica (1988), Grenada (1978), Guyana (1997),Kenia (1987), Laos (1989), Lesotho (1995), Madagascar (1958), Malawi (1992), Maldive (1952), Marocco (1993), Mauritania (1987), Nauru (nessuna sentenza eseguita dall’indipendenza, 1968), Niger (nessuna esecuzione o condanna a morte dal 1976), Papua Nuova Guinea (1957), Repubblica Centroafricana (1981), Santa Lucia (1995), Saint Vincent e Grenadine (1995), Sri Lanka (1976), Suriname (1982), Swaziland (1982), Tanzania (1994), Togo (1978), Tonga (1982), Tunisia (1991) e Zambia (1997).

Paesi membri del Consiglio d’Europa, che attuano una moratoria delle esecuzioni e si sono impegnati ad abolire la pena di morte: 1

Russia.

Paesi che attuano una moratoria delle esecuzioni: 4

Algeria, Guatemala, Kazakistan e Mali.

Mantenitori: 51

Afghanistan, Arabia Saudita, Autorità Nazionale Palestinese*, Bahamas, Bahrein, Bangladesh, Bielorussia, Botswana, Burundi, Ciad, Cina, Comore, Corea del Nord, Corea del Sud, Cuba, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Giappone, Giordania, Guinea, Guinea Equatoriale, India, Indonesia, Iran, Iraq, Kuwait, Libano, Libia, Malesia, Mongolia, Nigeria, Oman, Pakistan, Qatar, Repubblica Democratica del Congo, Saint Kitts e Nevis,Sierra Leone, Singapore, Siria, Somalia, Stati Uniti d’America, Sudan, Taiwan*, Thailandia, Trinidad e Tobago, Uganda, Uzbekistan, Vietnam, Yemen, Zimbabwe.

In grassetto, le democrazie liberali1 (11) che mantengono la pena di morte.

* Stati non membri dell’ONU

1- La classificazione “democrazia liberale” si basa sui criteri analitici usati in Libertà nel mondo 2007, il rapporto annuale di Freedom House sulla situazione dei diritti politici e delle libertà civili paese per paese (vedi www.freedomhouse.org).

Fonte: Nessuno tocchi Caino

Almeno 5.628 esecuzioni sono state effettuate in 27 paesi nel 2006.

Cina: almeno 5.000

Iran: 215

Pakistan: 82

Iraq: almeno 65

Sudan: almeno 65

Stati Uniti: 53

Arabia Saudita: 39

Yemen: 30

Vietnam: almeno 14

Kuwait: almeno 11

Somalia: almeno 7

Singapore: almeno 5

Bangladesh: 4

Egitto: almeno 4

Giordania: almeno 4

Giappone: 4

Malesia: 4

Bahrein: 3

Bielorussia: 3

Corea del Nord: almeno 3

Indonesia: 3

Mongolia: 3

Siria: 2

Uganda: 2

Botswana: 1

Emirati Arabi Uniti: 1

Guinea Equatoriale: 1

Non risultano esecuzioni nel 2006 (le avevano effettuate nel 2005) In Libia, Autorità Palestinese, Taiwan* e Uzbekistan.

In grassetto, le democrazie liberali1 (5) che mantengono la pena di morte.

In corsivo le novità rispetto al 2005.

* Stati non membri dell’ONU

1- La classificazione “democrazia liberale” si basa sui criteri analitici usati in Libertà nel mondo 2007, il rapporto annuale di Freedom House sulla situazione dei diritti politici e delle libertà civili paese per paese (vedi www.freedomhouse.org).