Ultimissime 2007

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2007

IN QUESTO ANNO, TRA LE TANTE BATTAGLIE E INIZIATIVE PIU' IMPORTANTI E

SIGNIFICATIVE, IL NUOVO PERMESSO DI SOGGIORNO PER FAR RESTARE IN ITALIA

I DUE FRATELLINI SERBI NON VEDENTI, MARKO E BRANKO, LA GARA DI

SOLIDARIETA' PER AIUTARE DUE FRATELLINI DI ACQUAFORMOSA(CS), RIMASTI

ORFANI DI ENTRAMBI I GENITORI, UNA RACCOLTA FONDI PER SOSTENERE

INIZIATIVA OCCHIOBAMBINO (PER ACQUISTO APPARECCHIATURA PREVENZIONE

CECITA' NEI NEONATI), LA CAMPAGNA UMANITARIA PER I BAMBINI DEL

BANGLADESH E DELL'UCRAINA, LA BATTAGLIA PER FAR SCARCERARE UN

GIOVANE DETENUTO FOGGIANO PARAPLEGICO E IL RICONOSCIMENTO, CON

LA MEDAGLIA D'ORO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, A SETTE GIOVANI

EROI MORTI DURANTE L'ESTATE, e tante altre storie di Giustizia e ingiustizie!

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

Diritti Civili, battaglia vinta. Medaglia d’oro per i sette eroi morti l’estate scorsa e subito dimenticati dai grandi media.

Roma

Una Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per tutti i sette eroi che questa estate hanno perso la vita per salvare altre vite umane, per difendere la legalità e per spegnere gli incendi che hanno devastato molte regioni italiane. E’ la battaglia vinta dal leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che per mesi si è battuto per “non far dimenticare e onorare, invece, degnamente questi sette eroi caduti nell’adempimento del proprio dovere e per gesti di coraggio e eroismo”. Corbelli ringrazia il capo dello Stato, che con grande sensibilità ha accolto le istanze di Diritti Civili, e lamenta invece il “silenzio dei media sui riconoscimenti a questi eroici personaggi che con grande coraggio sacrificando la propria esistenza hanno salvato altre giovani vite ed evitato delle stragi”. “L’Italia è un Paese che dimentica troppo facilmente i suoi eroi. Non è giusto. Chi ha sacrificato la propria vita per gesti di coraggio e eroismo non deve essere dimenticato ma ricordato e onorato degnamente. Così come ha fatto il Presidente Napolitano con il conferimento della Medaglia d’oro. Così come invece non hanno fatto i media nazionali, che li hanno subito dimenticati e ignorati finanche quando è stato ad essi assegnato, dopo le istanze di Diritti Civili, il massimo riconoscimento dalla Presidenza della Repubblica. Dalla fine di luglio Diritti Civili ha iniziato la sua battaglia per ricordarli e onorali degnamente questi sette eroi. Ci siamo riusciti. Tre medaglie d’oro sono state già assegnate. Le altre quattro, già definite, stanno per essere firmate dal Presidente Napolitano proprio in questi giorni. Alla vigilia di Natale è giusto e doveroso ricordarli e indicarli questi eroi come esempio per tutti”. Corbelli ricorda che, dopo le istanze di Diritti Civili, la Medaglia d’oro è stata già conferita al manovale bosniaco Dragan Cigan, morto nel mare di Jesolo il 22 luglio scorso, dopo aver salvato due fratellini trevigiani che stavano annegando; al pilota emiliano dell’aereo canadair della Protezione Civile, Andrea Golfera, deceduto il 23 luglio in Abruzzo mentre coraggiosamente tentava di spegnere un rogo; al giovane vigilante calabrese Luigi Rende, rimasto ucciso a Reggio Calabria l’1 agosto scorso, mentre si opponeva con coraggio ad una banda di rapinatori. La Medaglia d’oro, sempre su richiesta di Diritti Civili,.sta per essere conferita dal Presidente Napolitano anche ai due coraggiosi piloti campani Giovanni Baldi e Pierluigi Schiavone, volontari dell’Associazione “Humanitas”, che precipitando, e perdendo la vita, con il loro elicottero antincendio il 9 agosto a Marina di Camerota , in provincia di Salerno, hanno scongiurato una strage, evitando, con un atto di eroismo, di abbattersi sui numerosi turisti presenti in quel momento sulla spiaggia; al coraggioso caporale calabrese Eugenio Nigro, morto, il 6 agosto, mentre cercava di spegnere un incendio che minacciava il suo piccolo paese di Lappano, alle porte di Cosenza; al giovane eroe pugliese Pietro Maggiolini che l’11 agosto ha perso la vita dopo aver eroicamente salvato tre giovani amiche che stavano annegando nel mare di Palinuro (Sa).

29 dicembre 2007

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

Bambino gravemente malato. Appello di una madre coraggio a Corbelli

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, risponde all’accorato e disperato appello di una madre coraggio, Angela, di un piccolo centro dell’Alto Tirreno Cosentino, che vive da sei anni, insieme al marito, entrambi disoccupati, il dramma del suo bambino Vito, 10 anni, gravemente malato, affetto dalla sindrome di Lennox Gestaut e bisognoso di continue cure e terapie. La donna dopo aver scritto alle diverse Istituzioni, tra cui anche l’ex Assessore regionale alla Sanità, Doris Lo Moro e il Ministro della Salute, Livia Turco, e non aver ottenuto alcuna risposta e nessun aiuto, nei giorni scorsi ha rivolto un accorato appello sulla stampa a Corbelli, chiedendo il suo intervento perché “venga riconosciuto il diritto ad una vita dignitosa a un bambino gravemente malato e ai genitori che l’assistono”. “Signor Corbelli , mi rivolgo a lei, ha scritto la signora Angela in una struggente lettera aperta, con la speranza che possa ascoltare questa mia disperata richiesta di aiuto”. Il dramma di questa famiglia e del loro bambino inizia 6 anni fa, il 26 ottobre 2001, quando il piccolo Vito che allora aveva 4 anni venne colpito per la prima volta da un attacco di epilessia. Da quel momento inizia il calvario, il lungo e doloroso percorso per ospedali, centri riabilitativi, terapie finché nel 2003 non venne diagnosticato al bambino, alla neuropsichiatria infantile del Careggi Cto di Firenze, la sindrome di Lennox Gestaut. “Da allora tutti i nostri sogni sono svaniti, siamo stati catapultati in una realtà drammatica. La stupenda famiglia che avevamo creato con tanti sacrifici non c’era più. Ad accudire il nostro bambino siamo io, mio marito e l’altra nostra figlia quindicenne. Abbiamo combattuto contro tutto e tutti – scrive questa madre coraggio nella lettera aperta a Corbelli - per ottenere quello che crediamo sia un nostro sacrosanto diritto. Oggi siamo stanchi. Continuiamo a lottare per nostro figlio ma le forze sento che vengono a mancare; subentra la stanchezza fisica e mentale, i problemi economici e lo stress. Siamo anche noi degli essere umani. Il nostro Vito necessita di assistenza continua, bisogna portarlo alla terapia riabilitativa tre volte alla settimana; bisogna imboccarlo, lavarlo, stargli sempre accanto. Mio marito per assisterlo ha fatto troppe assenze e ha perso anche il posto di lavoro e da allora è disoccupato. Quando capita a va a fare qualche giornata, ma niente di più. E’ sempre alla ricerca di un lavoro che non riesce a trovare. Perché non viene dato un lavoro a noi genitori di bambini diversamente abili? Bambini che noi dobbiamo curare e aiutare a crescere. Chi tutela noi genitori dandoci un lavoro per aiutare e poter continuare a curare e assistere i nostri bambini disabili? Chi tutela noi genitori quando dietro a un finto sorriso nascondiamo tutte le nostre lacrime, il nostro dolore, la rabbia , la dignità calpestata per il loro bene? Restano l’amarezza, la solitudine, la delusione che gli altri, comprese le Istituzioni, ti fanno sentire. Signor Corbelli, ci aiuti, ascolti il nostro disperato grido di aiuto”. Corbelli, rimasto profondamente colpito da questa triste e drammatica vicenda, chiede che questo appello dignitoso e accorato di questa madre coraggio non resti inascoltato. “Chi può (il Sindaco del paese dove abita questa famiglia, la Provincia, La Regione, il Ministro della Salute) aiutino i genitori di questo bambino. Mi impegnerò subito perché questa donna e il suo bambino vengano aiutati. E’ solo per aiutare questa povera gente che, disperata si rivolge a me quale ultima speranza, che continuo a combattere anche di fronte al silenzio, alla indifferenza e insensibilità di tutti”.

18 dicembre 2007

 

 
Giustizia.

Concessi arresti domiciliari giovane detenuto disabile foggiano, costretto sedia a rotelle.

FOGGIA

Ha ottenuto gli arresti domiciliari ed ha lasciato il carcere di Foggia il giovane detenuto pugliese paraplegico Andrea B. , 25 anni, disabile al 100%, costretto alla sedia a rotelle. Un'altra battaglia civile vinta dal Movimento Diritti Civili

10 dicembre 2007
 


Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili   

Malasanità. Dopo nuova tragedia di Vibo, Diritti Civili: “Fermare massacro giovani vite umane, giustizia per morte studentessa e appello a Consiglio Regionale: Istituire subito Garante Salute Calabria”

Il Movimento Diritti Civili dopo la nuova tragedia di Vibo Valentia, la tragica scomparsa della giovane studentessa Eva Ruscio, durante un intervento alle tonsille, chiede che venga fatta luce e giustizia su questa morte assurda e rivolge un appello al Consiglio Regionale della Calabria sollecitando “l’immediata istituzione del Garante della Salute, una “struttura assolutamente urgente e indispensabile per monitorare costantemente la situazione in tutti gli ospedali e strutture sanitarie della regione, coordinare interventi urgenti e prevenire casi di malasanità”. Franco Corbelli invita gli esponenti dei partiti politici a “evitare polemiche, a non strumentalizzare queste disgrazie e a lavorare tutti uniti per dare risposte ai problemi della gente, soprattutto della salute, e per evitare che si ripetano tragedie del genere”. “Non si può continuare a morire in questo modo. Non si possono spezzare delle giovanissime vite umane, e buttare per sempre nel dolore atroce e nella disperazione delle intere famiglie, per delle banali operazioni. Occorre reagire. Fare qualcosa per fermare questo massacro di giovani vite umane. Alla magistratura chiediamo di andare fino in fondo, di accertare e punire i responsabili della scomparsa della giovane Eva. Dopo questa nuova, assurda morte di questa studentessa e alla luce dei tanti casi di malasanità che continuano purtroppo a verificarsi in Calabria, rivolgo un appello al Consiglio Regionale, nella sua interezza, invitandolo ad accogliere la proposta di Diritti Civili, che ha già ottenuto il parere favorevole della Prima Commissione Consiliare della Provincia di Cosenza, e a istituire subito, superando le lungaggini burocratiche e istituzionali, la struttura del Garante della salute. Pur consapevole che questa figura del Garante non riuscirà purtroppo a risolvere tutti i problemi della sanità e ad evitare tutte le tragedie sono assolutamente convinto della straordinaria utilità ed efficacia di questa struttura, una grande opportunità per i calabresi. Il Garante della salute rappresenta una priorità per la Calabria; è una vera e propria rivoluzione nel campo della sanità calabrese, nell’interesse e a difesa dei diritti dei cittadini. Dopo la nuova tragedia di oggi a Vibo, la morte della giovane Eva, che fa seguito a quelle dell’altra studentessa vibonese Federica Monteleone, del giovanissimo Flavio Scutellà e alla luce delle numerose denunce sui casi di malasanità (le ultime, purtroppo finite tragicamente, sono proprio di questi ultimi giorni) diventa ancora più importante e urgente l’istituzione della figura del Garante della Salute, proprio per difendere e garantire i diritti di tutti i cittadini. La proposta servirà a dotare la Regione Calabria della struttura del Garante della Salute per controllare ininterrottamente la situazione nelle strutture ospedaliere della regione, verificare eventuali disservizi, casi di disorganizzazione, violazioni dei diritti dei degenti, coordinare interventi per casi urgenti e drammatici. La struttura del Garante raccoglierà, attraverso un numero verde, operativo 24 ore, le segnalazioni e le denunce dei cittadini sui casi di malasanità; provvederà quindi ad effettuare le verifiche e i relativi controlli. Il Garante è una figura istituzionale autorizzata ad avere accesso in qualsiasi struttura sanitaria pubblica della Regione, chiedere e ottenere tutte le informazioni utili alle indagini esperite, naturalmente nel rispetto della privacy della persona. Il Garante della salute sono certo servirà non solo a denunciare ma a scongiurare in futuro tanti casi di malasanità, evitando così nuove tragedie umane”. 

5 dicembre 2007

 

 

 

Solidarietà

AIUTIAMO I BAMBINI

DEL BANGLADESH E DI KIEV

 

Sosteniamo le campagne umanitarie

dell'Unicef per il Bangladesh, colpito dal violento ciclone (www.unicef.it)

e quella di Soleterre per i bambini malati gravi di Kiev (www.soleterre.it)

 

Novembre - Dicembre 2007

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili chiede intervento Ministro Salute, Turco, per casi malasanità e diritti negati dei malati

 

 

Il Movimento Diritti Civili interviene per chiedere giustizia e rispetto dei diritti delle persone vittime di casi di malasanità, di operazioni chirurgiche andate male e malattie contratte in ospedale, da degenti, personale medico e paramedico, durante il loro lavoro. Franco Corbelli, che chiede e sollecita l’intervento del Ministro della Salute, Lidia Turco, nella fattispecie richiama il caso, reso noto oggi dal Domani della Calabria, della donna, Adriana M., 61 anni, di Catanzaro, che da 15 anni aspetta ancora di essere risarcita per il cattivo esito di una operazione di ernia del disco cui si era sottoposta, e che le ha rovinato la vita; dell’infermiere calabrese in pensione Antonio B. , 59 anni, che ha contratto, nell’ospedale dove lavorava, un’infezione e che anche lui aspetta invano di avere l’indennizzo, i benefici così come previsto dalla legge 210/1992, della vicenda del paziente in coma non trasferito in elisoccorso, per un ritardo di tre minuti, dell’ambulanza, e della neonata di Corigliano, deceduta dopo essere stata dimessa dall’ospedale. “Ieri ho ricevuto la lettera di un ex infermiere in pensione, il signor Antonio B., che mi denunciava il suo dramma e l’ingiustizia che sta subendo e mi chiedeva di aiutarlo. Oggi Il Domani della Calabria ha reso noto la drammatica storia di una donna che dopo un intervento chirurgico, di cattivo esito, si è vista la vita, sua e del marito distrutta, aspetta da 15 anni, dopo due sentenze del Tribunale a lei favorevoli, di avere ancora quantificato il risarcimento. Sono due storie di ingiustizie, di diritti negati. Così come il caso del paziente in coma non trasportato con l’elisoccorso dall’ospedale di Lamezia a quello di Rossano per un ritardo di tre minuti dell’ambulanza o il dramma della neonata morta a Corigliano. Chiedo al Ministro della Salute, Livia Turco, di intervenire, di far rispettare i diritti di queste sfortunate persone e dei loro familiari. Un Paese civile ha il dovere di adempiere ai propri doveri che sono quelli di rispettare i diritti di tutte le persone, delle vittime di casi di malasanità e disorganizzazione, di operazioni andate male, di malattie infettive contratte durante lo svolgimento del proprio lavoro, come nel caso del paziente in coma di Lamezia, della signora di Catanzaro, dell’ex infermiere, della neonata di Corigliano. Purtroppo per questa povera gente i diritti non esistono, vengono negati e calpestati. Al Ministro Turco chiedo di assicurare che ci sia giustizia per queste persone e per tutte quelle che ogni giorno sono vittime di malasanità, di ingiustizie e diritti negati. Sono proprio questi casi drammatici che dimostrano quanto sia importante e indispensabile la struttura del Garante della Salute che Diritti Civili sta portando avanti, nelle sedi istituzionali, e che presto diventerà legge regionale della Calabria, primo e unico caso del genere in Italia”.

 

2 Dicembre 2007

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Appello di Diritti Civili per due fratellini rimasti orfani di entrambi i genitori e poverissimi

 

 

 

Il Movimento Diritti Civili rivolge un appello per due fratellini calabresi, Samuele e Verena, di Acquaformosa, piccolo centro in provincia di Cosenza, rimasti, da pochi giorni, dopo la morte del padre e la scomparsa, tre anni fa, della mamma, orfani di entrambi i genitori e poverissimi. Per aiutare questi due piccoli orfani il comune di Acquaformosa e la locale Parrocchia hanno aperto un conto corrente postale per la raccolta di fondi. Il coordinatore di Diritti Civili, che domani stesso devolverà un suo contributo, invita tutti ad aderire a questa gara di solidarietà e chiede alla Regione Calabria e alla Provincia di Cosenza di erogare un contributo per questi due sfortunati fratellini. “La tragedia che ha colpito questa famiglia e il destino crudele che si è accanito contro questi due fratellini ha molto colpito tutti noi. Questi due orfanelli, Samuele, che studia all’Industriale di Castrovillari e Verena, che frequenta la seconda media ad Acquaformosa, dopo aver perso la mamma, Filomena, 35 anni, pochi anni fa, dopo una lunga malattia, nei giorni scorsi hanno visto morire all’improvviso anche il loro papà, Francesco, 39 anni, operaio, colpito da un infarto. Sono rimasti da soli, senza il sostegno economico dei loro genitori. Per questo vanno aiutati. Non possiamo lasciarli soli, non dobbiamo abbandonarli, né dimenticarli. Bene hanno fatto il Comune di Acquaformosa e la Parrocchia locale – afferma Franco Corbelli - ad aprire un conto corrente per la raccolta fondi. Quello che possiamo e dobbiamo fare è dare ognuno di noi un aiuto. Chiedo alla Regione e al suo presidente Agazio Loiero, alla Provincia di Cosenza e al presidente Mario Oliverio di erogare un contributo. Rendo noto questo appello, sulla stampa e anche sul nostro sito Internet www.diritticivili.it , perché l’iniziativa del Sindaco e della Chiesa di questo piccolo centro albanese del cosentino non resti inascoltata e non cada nel vuoto, ma venga amplificata, attraverso i media, supportata dalle Istituzioni, dai cittadini e da chi, come il Movimento Diritti Civili, da sempre promuove e partecipa a queste gare di solidarietà per aiutare chi ha bisogno, come nel caso, drammatico, dei due piccoli orfani. Aiutiamoli. Chiedo a tutti un piccolo gesto di solidarietà”. Queste le coordinate del conto corrente postate aperto dal Sindaco di Acquaformosa e dalla locale Parrocchia. Conto corrente postale n. 85613677. Intestato a Giovanni Manoccio e Amedeo Vittorio Marchianò. Causale versamento. “Per Samuele e Verena”.

 

1 Dicembre 2007

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Grande successo maratona televisiva su TELEUROPA NETWORK per OCCHIOBAMBINO, con raccolta fondi per acquisto strumento per diagnosticare e prevenire gravi patologie agli occhi nei neonati. Servono 160 mila euro.

 

 

Cosenza

Grande successo della maratona televisiva per la raccolta di fondi per sostenere Occhiobambino, la gara di solidarietà per l’acquisto di un importante strumento diagnostico, Ret Cam II, per la cura di gravi patologie agli occhi nei neonati, il cui costo è di 160 mila euro. L’iniziativa è stata promossa dal leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, e dall’emittente regionale Teleuropa Network. Lo speciale televisivo è andato in onda in diretta giovedì 29 novembre, dalle ore 15 alle 17 e dalle 20,30 alle 22,30, ed è stato condotto dalla giornalista Rosalba Baldino. Insieme a lei in studio erano presenti lo stesso Corbelli, il promotore dell’iniziativa Occhiobambino, il dottor Alessandro Tortorella, dirigente medico dell’Unità Operativa di Oculistica dell’Annunziata, il primario di Oculistica dello stesso ospedale civile di Cosenza, dott. Aurelio Scrivano. Corbelli, in una nota, parla di “una importante iniziativa e di un grande impegno e sforzo televisivo reso possibile grazie alla disponibilità e alla sensibilità dell’editore di Ten, Antonio Gatto, del direttore e della intera redazione del network regionale. Questa maratona televisiva per la raccolta di fondi, per l’acquisto dell’importante strumento che serve a diagnosticare e prevenire gravi patologie agli occhi nei neonati, voluta da Diritti Civili e subito sostenuta dall’editore di Ten, servirà a dare un aiuto concreto alla lodevole iniziativa del dottor Tortorella e del primario Scrivano che purtroppo sino ad oggi ha raccolto solo una piccolissima parte della somma necessaria per l’acquisto di questa fondamentale apparecchiatura per curare  neonati con problemi di vista che se non diagnosticati in tempo portano alla cecità assoluta. Sino ad oggi infatti sono stati raccolti solo 12 mila euro. Ne servono altri 140 mila, che speriamo di raccogliere con questa maratona televisiva”.   Il leader di Diritti Civili, per questa iniziativa si batte da mesi, ha rivolto un appello anche ai sindaci dei 155 comuni della provincia cosentina per quella che definisce “una grande battaglia civile per il raggiungimento di un straordinario obiettivo e la creazione di una importante struttura diagnostica al servizio di tutti i futuri nascituri, soprattutto di quelli figli di persone più povere. Serve una mobilitazione straordinaria e una grande gara di solidarietà  Dotare il reparto di oculistica dell’ospedale dell’Annunziata di questo moderno e sofisticato apparecchio – conclude Corbelli - significa salvare la vista a molti bambini che nascono (tanti in provincia di Cosenza e in Calabria) purtroppo con gravi patologie che se non individuate e curate in tempo portano purtroppo alla perdita della vista”. Nel corso della maratona televisiva Corbelli ha illustrato anche la sua proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria. Per dare un contributo a questa iniziativa di solidarietà, queste sono le coordinate del conto corrente aperto dal dott. Tortorella per Occhiobambino. Banca Bcc Mediocrati – Filiale di Cosenza. C/c n. 103117. Abi: 07062. Cab: 16200. Causale: “Per iniziativa Occhiobambino”.

 

30 Novembre 2007

 

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Dramma immigrazione. Diritti Civili “Aiutare i profughi e i familiari delle vittime”

 

 

Il Movimento Diritti Civili interviene sul dramma dell’immigrazione, chiede al Governo, nel rispetto delle leggi vigenti, di aiutare i profughi (ed economicamente anche i familiari delle vittime) che arrivano sulle nostre coste e afferma che la Calabria, anche in occasione del tragico sbarco di Roccella, ha “mostrato il suo vero volto, che è quello dell’accoglienza, della solidarietà e dell’umanità”. “La Calabria di fronte alla tragedia dell’immigrazione, ad un problema immane che come ha denunciato oggi il Presidente della Repubblica, Napolitano, dovrebbe interessare l’intera Europa, ha ancora una volta dato una risposta di grande civiltà, solidarietà e umanità. Dall’impegno della Regione Calabria a quello straordinario della Chiesa, delle Associazioni di volontariato e delle forze dell’ordine che si sono subito attivate e prodigate per dare assistenza ai profughi e per collaborare alle ricerche dei clandestini dispersi in mare. C’è da essere fieri di questa Calabria, di questa terra ospitale. Questa regione solidale e positiva purtroppo non fa notizia. E’ la stessa Calabria che accoglie i due fratellini Marko e Branko, piccoli profughi serbi, non vedenti e, grazie al questore di Cosenza, Raffaele Salerno, che ha accolto l’appello di Diritti Civili, li fa restare in Italia per poterli continuare a curare. Chi arriva nel nostro Paese fuggendo da guerra, fame e miseria deve, nel rispetto delle leggi vigenti, essere accolto e aiutato. Soprattutto quando si tratta di bambini e di persone malate. Bisogna evitare che si ripetano tragedie come quelle accadute in queste ore in Calabria e in Sicilia. Non compete a noi dare risposte e indicare soluzioni per questo drammatico problema dell’immigrazione clandestina. Ci sono i Governi delle varie Nazioni preposti a farlo. Il nostro Paese ha invece il dovere di accogliere e aiutare chi sbarca sulle nostre coste, anche se da clandestino, in cerca spesso di una salvezza. La Calabria questi profughi li accoglie e li aiuta, grazie all’opera meravigliosa dei tanti volontari e delle Istituzioni locali. E’ di questa regione positiva, tollerante e accogliente che si dovrebbe parlare sui grandi media nazionali. E non invece della solita Calabria, terra di ‘ndrangheta e di scandali”. Corbelli chiede al Governo Prodi di aiutare economicamente i familiari delle persone rimaste vittime durante gli sbarchi di ieri in Calabria e in Sicilia.

 

29 Ottobre 2007

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Scritta oggi in Calabria una pagina di grande solidarietà. Piccola festa in Questura a Cosenza per i due fratellini Rom non vedenti

Rilasciato un permesso straordinario di soggiorno per motivi umanitari. Un fatto, questo, nuovo e di grande importanza. 

Il Questore e Corbelli, entrambi commossi, definiscono l’avvenimento di oggi un “segnale importante per l’intero Paese”.

 

 

Una pagina di grande solidarietà, da Libro Cuore, è stata scritta oggi in Calabria. Una piccola festa, con tanto di regali, palloncini, un piccolo buffet, voluta dal Questore di Cosenza, Raffaele Salerno, e organizzata all’interno della Questura per festeggiare i due fratellini Rom non vedenti e il lieto fine di una storia che da sei anni continua a commuovere tutti in Calabria e nel resto del Paese. I piccoli Branko e Marko non saranno espulsi e potranno continuare a restare in Italia, per essere curati. Il Questore Salerno ha voluto incontrare i piccoli Branko e Marko, 9 e 8 anni, i loro genitori e il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che per questa causa umanitaria si batte ininterrottamente dal giugno del 2001, da quando ha tolto i due fratellini dalla tenda-vergogna, alle porte della città di Cosenza, dove erano nati e dove avevano vissuto in condizioni igieniche disumane. Il Questore ha consegnato ai genitori di Branko e Marko il nuovo permesso straordinario di soggiorno. L’autorizzazione speciale a differenza del passato non è più per ragioni di salute ma per motivi umanitari. “Un segnale importante per l’intero Paese”, lo hanno definito il nuovo Questore, da poco nella città bruzia, e Corbelli. Il coordinatore di Diritti Civili ha ringraziato il Questore Salerno per quello che ha definito un “gesto bellissimo, di grande valore e significato”.  E’ stato un incontro molto cordiale e toccante. Insieme al Questore erano presenti anche il dirigente Polizia Amministrativa e dell’Immigrazione, Franco Massimino, il dirigente dell’Ufficio Immigrazione, Francesca Parasporo, il capo di Gabinetto, Paola Fabris. Il Questore, visibilmente commosso, ha regalato ai due bambini e ai loro tre fratelli un berretto e uno zainetto della Polizia. Il Questore Salerno ha ringraziato Corbelli, al quale ha regalato un berretto della Polizia di Stato, per il suo continuo impegno a favore di questi due bambini e della loro famiglia, ha espresso la sua soddisfazione e ha definito quella di oggi “una giornata importante che serve a far capire che si può benissimo coniugare la legalità, il diritto con la solidarietà nei confronti degli immigrati e non solo. La Polizia è una grande famiglia al servizio della collettività. Il nostro compito è quello di far rispettare la legge e di aiutare chi ha bisogno. Oggi tutti insieme abbiamo portato a termine una iniziativa molto bella e di grande significato”. Corbelli, anche lui felice e commosso, ha ricordato il suo continuo impegno che va avanti da 6 anni per i piccoli Marko e Branko. “E’ dal giugno 2001 (da quando l’amico e collega Pino Nano mi telefonò una sera per informarmi di questo dramma umano e per chiedermi di intervenire) che combatto ininterrottamente per far rispettare i diritti di questi due bambini, per farli restare in Italia, per farli curare, per aiutarli a risolvere i diversi problemi. Quella che è stata scritta oggi nella Questura di Cosenza è una pagina di grande e vera solidarietà, che fa onore alle Istituzioni e a tutto il Paese”. I genitori di Marko e Branko hanno espresso parole di ringraziamento “per Corbelli (da sei anni il nostro angelo custode) per il Questore, per il Comune di Rende” e hanno definito questa giornata “un sogno che abbiamo sempre sperato un giorno si avverasse”.  Ottenuto il permesso, e quindi il tesserino sanitario, i due bambini accompagnati dai genitori la prossima settimana si recheranno di nuovo all’ospedale Maggiore di Bologna, per essere sottoposti a nuovi piccoli, delicati interventi.  Marko deve essere operato per mantenere la vista dall’unico occhio vedente e l’altro, Branko, completamente non vedente, deve continuare le terapie per evitare infezioni ed eliminare i dolori.

 

17 Settembre 2007

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili: “Vinta nuova, importante battaglia. Resteranno in Italia fratellini Rom non vedenti. Nuovo permesso straordinario di soggiorno”

 

 

I due fratellini Rom non vedenti non saranno espulsi e potranno restare in Italia. Una nuova, difficile battaglia vinta dal Movimento Diritti Civili. “La più importante e la più bella di tutte le nostre innumerevoli battaglie fatte in 20 anni, a cui sono particolarmente affezionato. Una grande conquista civile che fa onore alle Istituzioni e all’intero Paese”, afferma Franco Corbelli, soddisfatto e contento. Otterranno un nuovo permesso straordinario, per motivi umanitari, e potranno continuare a rimanere nel nostro Paese, per essere curati, i piccoli Branko e Marko, 8 e 9 anni, i due bambini Rom non vedenti, nati a Cosenza, figli di immigrati irregolari, che rischiavano di essere mandati via dall’Italia domani, venerdì 14 settembre, alla scadenza dell’ultima autorizzazione speciale di soggiorno, concessa loro nel marzo scorso, per motivi di salute, dalla Questura di Cosenza. Il nuovo permesso sarà concesso domani. A renderlo noto è lo stesso Corbelli che questa mattina ha accompagnato alla Questura di Cosenza i due bambini e i loro genitori. Il coordinatore di Diritti Civili ha incontrato la dirigente dell’Ufficio immigrazione, Francesca Parasporo, che da anni segue, insieme alla sua collega Tocci, la vicenda dei due bambini e che, afferma Corbelli, “come al solito ha dimostrato grande disponibilità, sensibilità e umanità e per questo voglio ringraziarla. Per il settimo anno consecutivo siamo riusciti ad ottenere un provvedimento straordinario, che permette ai bambini e ai loro genitori di restare in Italia. Il rinnovo del permesso di soggiorno non è una operazione semplice. Ogni volta infatti si tratta di una forzatura della legge sull’immigrazione. Ma su tutto per fortuna prevale l’umanità, il rispetto del dramma e del bisogno di assistenza sanitaria dei due fratellini non vedenti. Adesso la speranza è che i genitori dei bambini, nati in Italia, possano finalmente ottenere la cittadinanza italiana essendo nel nostro Paese, con regolari permessi di soggiorno, da oltre 5 anni. C’è infatti in discussione in Parlamento una proposta di legge che prevede il riconoscimento della cittadinanza per quegli immigrati che abbiano trascorso, regolarmente autorizzati, almeno 5 anni in Italia. Come appunto nel caso dei bambini e dei loro genitori. Aspettiamo a proposito della cittadinanza anche un intervento e una risposta del Ministro degli Interni, Giuliano Amato, al nostro appello”. Corbelli ininterrottamente da oltre 6 anni aiuta e si batte per questi due bambini. Li ha salvati togliendoli, nel giugno dl 2001, dalla piccola tenda-vergogna, dove vivevano in condizioni igieniche disumane e allucinanti, sistemandoli in una casa (messa a disposizione dal Comune di Rende), facendoli ricoverare e operare negli ospedali di Cosenza e Bologna, iscrivendoli a scuola, facendogli ottenere ogni anno un permesso straordinario di soggiorno per permettergli di restare nel nostro Paese per continuare le cure e i piccoli, continui interventi a cui devono sottoporsi i due bambini all’ospedale Maggiore di Bologna, dove i due piccoli si recheranno di nuovo agli inizi di ottobre. Marko deve essere operato per mantenere la vista dall’unico occhio vedente e l’altro, Branko, completamente non vedente, curato per evitare infezioni ed eliminare i dolori.

 

13 Settembre 2007

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Appello Diritti Civili a Ministro Amato e Questore Cosenza per fratellini Rom non vedenti, Marko e Branko. Venerdì scade l’ultimo permesso straordinario di soggiorno e i due bambini e i loro genitori (immigrati irregolari) rischiano di essere espulsi dal nostro Paese

 

 

Appello del leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, al Ministro degli Interni, Giuliano Amato, e al nuovo Questore di Cosenza, Raffaele Salerno, a favore dei piccoli nomadi Branko e Marko, i due fratellini non vedenti, nati a Cosenza, figli di immigrati irregolari, che rischiano di essere, tra 48 ore, espulsi dall’Italia, perché dopodomani, venerdì 14 settembre, scadrà l’ultimo permesso straordinario di soggiorno, concesso loro nel marzo scorso, per motivi umanitari, dalla Questura di Cosenza. Se infatti non si otterrà un nuovo provvedimento straordinario i due fratellini e i loro genitori dovrebbero lasciare il nostro Paese. Lo rende noto lo stesso Corbelli, grazie al cui incessante impegno che va avanti ininterrottamente da oltre 6 anni, i due bambini rom, Branko e Marko, 8 e 9 anni, non vedenti (il più piccolo, Branko, completamente cieco, l’altro, Marko, vede da un solo occhio), figli di una coppia di immigrati clandestini, continuano a restare nel nostro Paese per essere curati e assistiti. Corbelli li ha salvati togliendoli, nel giugno dl 2001, dalla piccola tenda-vergogna, dove vivevano in condizioni igieniche disumane e allucinanti, sistemandoli in una casa (messa a disposizione dal Comune di Rende), facendoli ricoverare e operare negli ospedali di Cosenza e Bologna, iscrivendoli a scuola, facendogli ottenere ogni anno (dopo manifestazioni di protesta, denunce e appelli alle massime Istituzioni del Paese da parte del Movimento Diritti Civili, che hanno fatto registrare gli interventi dell’ex presidente del Consiglio Berlusconi e l’anno scorso del Presidente della Repubblica, Napolitano) un permesso straordinario di soggiorno per permettergli di restare nel nostro Paese per continuare le cure e i piccoli, continui interventi a cui devono sottoporsi i due bambini all’ospedale Maggiore di Bologna; uno, Marko, per mantenere la vista dall’unico occhio vedente e l’altro, Branko, completamente non vedente, per evitare infezioni ed eliminare i dolori. “Continuano ancora oggi purtroppo le peripezie di questi due fratellini. Ogni anno infatti – afferma Corbelli - rischiano di essere espulsi dall’Italia. Dopodomani, venerdì, scade l’ultimo loro permesso straordinario di soggiorno e i due bambini e i loro genitori se non otterranno una nuova autorizzazione speciale dovrebbero lasciare il nostro Paese. Per loro sarebbe la fine di ogni speranza. Non hanno più un Paese, il loro villaggio nell’ex Jugoslavia, dove vivevano i genitori, è stato distrutto dalla guerra. Ancora una volta mi appello alle Istituzioni competenti, al Ministro degli Interni, Amato, e al nuovo Questore di Cosenza, Salerno, che essendo da poco nella città brucia non conosce questa vicenda, perché si eviti questa ingiustizia. L’espulsione dall’Italia di questi bambini e dei loro genitori sarebbe una crudeltà inaudita, un fatto indegno di un Paese civile. Chiedo che venga concesso un nuovo permesso straordinario di soggiorno e venga finalmente riconosciuto il diritto alla cittadinanza italiana a questi bambini (nati in Italia) e ai loro genitori per permettergli di restare nel nostro Paese per continuare così a curarsi nei centri specializzati. Ho fatto preparare ai genitori dei bambini tutta la documentazione necessaria. Il certificato medico lo ha rilasciato il primario di Oculistica dell’ospedale Civile di Cosenza, Aurelio Scrivano, che ho sentito ieri al telefono. Per il settimo anno consecutivo domani mattina accompagnerò personalmente in Questura i piccoli Marko e Branko e i loro genitori. Mi auguro che non ci sia bisogno di inscenare una protesta per ottenere un diritto sacrosanto dei due bambini. La situazione purtroppo – continua Corbelli - si è fatta ancora più difficile e drammatica per l’aggravarsi delle condizioni del piccolo Branko. Agli inizi di ottobre i due bambini saranno ricoverati a Bologna per essere sottoposti a nuovi, delicati interventi per cercare di eliminare i dolori e scongiurare il rischio di infezioni. Una cosa è certa: Diritti Civili si opporrà con ogni mezzo, lecito e pacifico, per evitare la espulsione dei due fratellini dal nostro Paese. Continueremo ad aiutarli e combattere per loro come facciamo ininterrottamente da oltre 6 anni, dal giugno 2001”.

 

12 Settembre 2007

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Accolta richiesta Corbelli(Diritti Civili), Conferita Medaglia d’oro a eroe bosniaco morto per salvare due bambini

 

 

Venezia

“Il Movimento Diritti Civili vede coronata dal successo una importante e significativa battaglia civile promossa per non dimenticare e onorare degnamente la memoria dell’eroe bosniaco che ha perso la vita per salvare, con un atto di coraggio ed eroismo, altre vite umane. E’ stata infatti conferita dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la Medaglia d’oro al cittadino bosniaco Dragan Cigan, 31 anni, manovale a San Martino di Lupari, nel Padovano, morto annegato a Jesolo il 22 luglio scorso, dopo aver salvato due fratellini trevigiani di sette e dieci anni che stavano affogando”.  Lo rende noto, in un comunicato, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che aveva chiesto ufficialmente e formalmente, con tre diverse istanze, al Capo dello Stato il conferimento della alta onorificenza per questo eroico manovale bosniaco e per altri valorosi eroi. Corbelli è stato informato oggi, con una lettera della Presidenza della Repubblica, a firma del Consigliere per gli Affari Interni, Alberto Ruffo, del conferimento della Medaglia d’oro al cittadino bosniaco. Scrive il Quirinale a Corbelli. “Gentile dottore, mi riferisco alle cortesi istanze che Ella ha inteso far pervenire all’indirizzo del Signor Presidente della Repubblica, auspicando la concessione di riconoscimenti onorifici alla memoria. In proposito desidero informarla che sono stati interessati i Prefetti delle Province ove si sono verificati gli eventi, per l’avvio dell’istruttoria di rito. La Commissione per le ricompense al Valore e Merito civile del Ministero dell’Interno, sulla base degli elementi informativi ricevuti dal nostro Ufficio, che li ha acquisiti dal Prefetto di Venezia, ha espresso in data 5 c.m. parere favorevole per la concessione della Medaglia d’oro al Valor Civile alla memoria di Dragan Cigan. Mi riservo di farle pervenire ulteriori notizie. Cordiali saluti.” Corbelli ha ringraziato il presidente Napolitano per “la sua sensibilità, il senso di giustizia e la grande umanità. Grazie al capo dello Stato, che ha accolto le istanze del Movimento Diritti Civili, non saranno dimenticati, ma ricordati e onorati degnamente tutti gli eroi che, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, hanno perso la vita per difendere altre vite umane, la legalità, i nostri boschi e i nostri paesi dagli incendi, appiccati da piromani assassini. Oggi, così come richiesto dal Movimento Diritti Civili, è arrivata la prima Medaglia d’oro per quel cittadino bosniaco che dopo aver salvato due bambini a Cortellazzo di Jesolo, è stato risucchiato dalla corrente ed ha perso la vita. Una vicenda che destò molto scalpore per la tragedia e per il comportamento dei genitori dei due bimbi che recuperati i loro figlioletti se ne andarono dalla spiaggia, senza aspettare l’esito delle ricerche dell’uomo che aveva salvato i loro figlioletti e senza neppure un grazie ai familiari dello stesso eroe bosniaco. Oggi ci ha pensato il Presidente Napolitano a onorare la memoria e ringraziare, a nome dell’intero Paese, i familiari dell’eroe Dragan Cigan”.

 

10 Settembre 2007

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili. Corbelli denuncia “Gli negano benefici, si toglie la vita piccolo contraffattore Cd. Il suicidio di questo detenuto, avvenuto nell’agosto scorso, in un carcere calabrese, mai reso noto sino ad oggi”

 

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia un fatto grave e inquietante: il suicidio di un detenuto in un carcere calabrese, avvenuto nello scorso mese di agosto, non reso noto e mai denunciato sino ad oggi. Ad informare Corbelli di questo suicidio, ignorato e tenuto nascosto all’opinione pubblica, sono stati, con una lettera, i detenuti della casa circondariale dove questo recluso si trovava. L’uomo era stato condannato per un piccolo reato: contraffazione di Cd. Nonostante il reato non grave, gli era stata comminata, per un cumulo pena, una condanna severissima: 13 anni di reclusione. Aveva chiesto di poter usufruire dei benefici di legge che non gli sono stati concessi. Disperato ha scelto di morire. Lascia la moglie e due figli. Corbelli, da moltissimi anni impegnato a difendere i diritti dei detenuti (da 10 giorni combatte per un giovane carcerato paraplegico), ancora una volta viene scelto dal popolo delle carceri per denunciare queste ingiustizie e questi drammi. Il leader di Diritti Civili in una nota manifesta “grande rabbia” per la morte di quello che ha definito “uno dei tanti senza volto e senza diritti, un sepolto vivo della carceri di cui nessuno si occupa, né parla e che il Movimento Diritti Civili da 20 anni difende.  Dov’è il Ministro della Giustizia, Mastella? Perché continua ad essere silente e latitante rispetto ai drammi, agli appelli e alle ingiustizie di tanta povera gente, finita in carcere per piccoli reati, in alcuni casi per sopravvivere? Perché lo stesso Guardasigilli - afferma Corbelli - interviene invece tempestivamente con indagini e ispezioni in quei Tribunali che indagano su personaggi famosi, alcuni amici dello stesso Ministro Mastella? Dove sono i pseudogarantisti, i politici e i grandi media del nostro Paese pronti a mobilitarsi e a occuparsi solo dei personaggi eccellenti, arrestati e indagati? Quel detenuto morto suicida, era solo un senza volto, un senza diritto, un sepolto vivo delle prigioni che non interessa a nessuno e che non vale nemmeno la pena far sapere che si è tolto la vita in cella perché si è visto negare i benefici che aveva chiesto, perché si è sentito crollare il mondo addosso e si è visto cancellare la speranza di potersi ricostruire una vita. Non era un criminale ma solo un povero cristo, un contraffattore di cd; si era inventato questo “mestiere” (illegale) per poter sopravvivere insieme alla sua famiglia. Con lui la giustizia era stata severissima, implacabile: 13 anni di carcere per la contraffazione di alcuni Cd. Mentre grazie all’indulto oltre 20 mila detenuti (tra cui pericolosi criminali e assassini) hanno lasciato il carcere, a quel povero cristo non sono stati neppure riconosciuti dei brevi permessi e dei piccoli benefici di legge. Un Paese non civile e una giustizia ingiusta gli hanno negato quelli che riteneva dei suoi sacrosanti diritti e lui per protestare contro questa ingiustizia ha scelto di morire. In silenzio. Ignorato da tutti. Una pagina nera e ignobile della giustizia italiana”.

 

7 Settembre 2007 

 

 

 

Comunicato Stampa  Movimento Diritti Civili                         

 

Sette eroi morti in 20 giorni in Italia. Diritti Civili chiede, per tutti loro, conferimento medaglia d’oro

 

 

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, rivolge un nuovo appello al presidente della Repubblica, Napolitano, pregandolo di conferire la medaglia d’oro ai sette eroi che negli ultimi 20 giorni hanno perso la vita per salvare delle vite umane, difendere i nostri Paesi e boschi dagli incendi e salvaguardare la legalità. Corbelli ricorda di aver già chiesto, con tre diverse istanze recapitate in questi giorni al Quirinale, il conferimento della medaglia d’oro per il giovane vigilante calabrese Luigi Rende, rimasto ucciso a Reggio, l’1 agosto, mentre si opponeva ad una banda di rapinatori; per il caporale cosentino Eugenio Nigro, morto, il 7 agosto, mentre cercava di spegnere un incendio che minacciava il suo piccolo paese di Lappano, nella Presila, in provincia di Cosenza; per il pilota emiliano del canadair Andrea Golfera, deceduto, il 23 luglio, mentre cercava di spegnere un rogo in Abruzzo; per i due piloti Giovanni Baldi e Pierluigi Schiavone, che, il 9 agosto, hanno scongiurato una strage, evitando di abbattersi su un villaggio turistico a Marina di Camerota(Sa) mentre precipitavano con il loro elicottero antincendio; per il muratore bosniaco Dragan Cigan, morto, il 22 luglio scorso, dopo aver salvato due fratellini che stavano annegando a Cortellazzo di Venezia e oggi per il giovane pugliese, Pietro Maggiolini, morto, ieri, 11 agosto, dopo aver salvato la vita a tre ragazze, sue amiche, che stavano affogando nel mare di Palinuro, in provincia di Salerno. “Il Paese piange la perdita di sette eroi in meno di venti giorni. Questi atti di altruismo, di coraggio, di eroismo non possono essere cancellati e dimenticati. Questi veri eroi – afferma Corbelli - vanno onorati degnamente come meritano Per questo, per non dimenticare, che chiedo al presidente Napolitano di assegnare subito la medaglia d’oro a questi eroi del nostro tempo. Non possono le Istituzioni, i media, il Paese rimuovere già poche ore dopo la tragedia questi gesti eroici e far, invece, assurgere ad eroe, e tenerlo per giorni e giorni su tutta la stampa, il deputato pugliese a luci rosse! Non si può tenere in libertà un assassino (in attesa che uccida nuovamente, come è purtroppo è accaduto in questi giorni), liberare poche ore dopo l’arresto un piromane criminale e poi dimenticare, non garantire giustizia e onore a questi eroi. Il silenzio su questi eroi, il mancato riconoscimento al loro coraggio non è degno di un Paese civile. La Segreteria Generale della Presidenza della Repubblica mi aveva annunciato telefonicamente che venerdì scorso il capo dello Stato avrebbe esaminato la richiesta di Diritti Civili per il conferimento della medaglia d’oro a questi eroi. Chiedo oggi a Napolitano di far sapere al Paese se è stato già avviato da parte del Quirinale l’iter per il conferimento della medaglia d’oro per questi eroi, per ricordarli e onorarli degnamente come meritano”. Intanto, informa il Movimento Diritti Civili, questi sette eroi sono stati ricordati lunedì 13 agosto a Paola, in Calabria, nel corso di una importante manifestazione popolare durante la quale è stato assegnato a Corbelli il prestigioso Premio Solidarietà per il 2007 “Francesco Lo Giudice”. Il coordinatore di Diritti Civili ha dedicato il Premio, consegnato, nella città di San Francesco, dall’Associazione “Paolamostra” e dal sindaco di Paola, avv. Roberto Perrotta, ai due giovani eroi calabresi Nigro e Rende, la cui perdita piange l’intera Calabria, e a tutti quegli altri eroi, morti in questi giorni: Golfera, Baldi, Schiavone, Dragan e Maggiolini. Per non dimenticare”.

 

16 Agosto 2007

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili denuncia: “A detenuto(che termina sconto pena tra 15 giorni!)negato permesso per recarsi da madre in fin di vita”! Lettera a Corbelli di 128 detenuti compagni del recluso

 

 

A un detenuto (15 giorni prima della sua scadenza pena) è stato negato il permesso di andare a trovare e dare l’ultimo saluto alla madre in fin di vita. La denuncia è del leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, a cui questo caso è stato segnalato con una lettera firmata da 128 detenuti del carcere calabrese dove questo recluso, N.R. , si trova rinchiuso. Amaro e durissimo il commento di Corbelli che parla di un “fatto indegno di un Paese civile e di uno Stato di diritto” e attacca il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, “silente e latitante su queste grandi ingiustizie e inauditi drammi della povera gente, dei sepolti vivi delle carceri e pronto invece ad intervenire e a promuovere indagini ispettive per processi con imputati eccellenti”. “Come si può negare ad un detenuto, che tra l’altro sarebbe uscito dal carcere tra 15 giorni dopo aver finito di scontare la sua pena, di andare a dare l’ultimo saluto alla mamma in fin di vita! Ho grande rispetto del lavoro, difficile, dei magistrati e dei giudici, ma sono episodi come questo che fanno purtroppo perdere la fiducia (quella pochissima ancora rimasta!) nella giustizia. Di fronte al dramma umano di quell’uomo il giudice avrebbe dovuto concedere allo stesso l’autorizzazione a recarsi subito dalla mamma prima che morisse. Non ci possono essere in un Paese civile legge e regole che vietano ad un detenuto di poter vedere la propria madre in fin di vita.

Purtroppo è accaduto tutto ciò, come mi hanno scritto oggi (apponendo sulla missiva ognuno la sua firma) 128 detenuti, tutti compagni di questo recluso. Contro queste ingiustizie, per evitare che succedano, Diritti Civili lotta da solo ogni giorno da 20 anni. Lottiamo contro l’indifferenza e i silenzi ignobili non solo delle istituzioni ma anche della stampa nazionale, pronta a schierarsi invece solo a favore dei potenti. Al nostro fianco soltanto alcuni coraggiosi media (quelli calabresi in particolare) a cui va tutta la nostra gratitudine. Ci scrivono da diverse carceri della Calabria e del resto del Paese per denunciare drammi, come quello reso noto oggi, e per chiedere giustizia. I diritti dei detenuti vanno rispettati. Sempre. Soprattutto quando si tratta di casi drammatici come quello che abbiamo denunciato oggi”.

 

24 Giugno 2007

 

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Dopo appello Diritti Civili, intervento Quirinale per bambino malato e detenuto con Aids

 

 

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo gli appelli del leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, è intervenuto per “far cancellare due grandi ingiustizie e risolvere i casi umani del piccolo Marco, un bambino calabrese di 7 anni, gravemente malato, che chiede di poter incontrare e avere vicino il suo papà, D. L. , 48 anni, recluso nel carcere di Ancona, che non vede da 7 mesi, e del giovane detenuto, F.C., affetto da Hiv, a cui non vengono date, nella casa circondariale calabrese dove si trova attualmente, le medicine per potersi curare”. Lo rende noto lo stesso Corbelli che ringrazia il Capo dello Stato per “questo ennesimo gesto di giustizia giusta e di grande sensibilità umana, che fa onore al Presidente Napolitano, a tutti suoi collaboratori e alla massima Istituzione del Paese che degnamente rappresenta”. Il leader di Diritti Civili aveva scritto, nel maggio scorso, al Presidente della Repubblica, due diverse missive con i due casi. L’altro ieri, sabato, è arrivata per posta la risposta di Napolitano a Corbelli. Questo il testo della missiva, a firma del Responsabile dell’Ufficio per gli Affari  dell’Amministrazione della Giustizia della Presidenza della Repubblica, a Corbelli. “Illustre Dottore, il Presidente della Repubblica ha ricevuto le Sue segnalazioni, relative ai detenuti D.L. e F. C. . Posso assicurarLe di aver interessato il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia perché esamini con ogni cura le situazioni che Ella ha rappresentato. Sarà mia cura tenerLa informato delle notizie che ho richiesto al riguardo. Mi è gradito porgerLe i migliori saluti”. D.L. (in carcere per scontare una pena, dopo una condanna per usura) è il papà del piccolo Marco, bambino gravemente malato che viene curato presso la Divisione di Ematologia degli ospedali di Reggio Calabria. Il piccolo non vede il genitore da 7 mesi, dall’11 novembre scorso, e questo sta purtroppo aggravando la sua malattia. Corbelli (a cui aveva rivolto un appello la mamma del piccolo Marco) ha chiesto che l’uomo venga trasferito in un carcere della Calabria in modo da poter avere vicino e incontrare continuamente il suo bambino.  “Secondo gli specialisti che hanno in cura il bambino la vicinanza del padre aiuterebbe molto il piccolo Marco ad affrontare al meglio la sua malattia”, afferma Corbelli. F.C. è un giovane detenuto malato di Aids che in una lettera a Corbelli aveva denunciato il suo dramma e la grande ingiustizia che sta subendo nel carcere calabrese dove è recluso e aveva chiesto aiuto al leader di Diritti Civili. Il giovane aveva scritto nella sua  missiva: “Egregio Onorevole Franco Corbelli il motivo per cui le scrivo non è perché sono recluso, ma è solo perchè sono affetto dal virus dell’Hiv. Prima potevo curarmi ma da quando sono rinchiuso in codesto carcere non vengo curato come di dovere. In questo carcere non c’è una struttura per poter curare persone come me affette da questa malattia; in più io devo prendere medicine salva vita tutti i giorni e allo stesso orario. Ma qui me li danno a orari sballati e quando li hanno e questo mi comporta problemi alla circolazione; mi sento debole, non ho la forza di alzare braccia e gambe. E’ giusto che io paghi per i miei errori ma non voglio morire per una ingiustizia. Mi aiuti a farmi trasferire in un carcere dove io possa essere curato”. Gli appelli di Corbelli sono stati ancora una volta prontamente accolti dal capo dello Stato. “Grazie al presidente Napolitano continuiamo ad avere fiducia nella Giustizia e nelle Istituzioni del nostro Paese. Grazie al Capo dello Stato c’è rispetto e attenzione anche per i poveri cristi e in particolare per i bambini indifesi e innocenti, quelli per cui il Movimento Diritti combatte da oltre 20 anni, in Italia e all’estero, le sue battaglie civili, libertarie, garantiste, umanitarie e per una giustizia giusta e umana”.

 

Giugno 2007

p.s.

In questa stessa pagina vengono riportati anche i comunicati con i due casi e gli appelli del maggio scorso.

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Appello di Corbelli(Diritti Civili) alle Istituzioni per le due gemelline calabresi, nate siamesi craniopaghe, operate ieri

negli Usa, dove si trovano, da due anni, con la loro mamma, per cercare di separarle. Occorrono 2 milioni di dollari

 

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, rivolge un appello a tutte le Istituzioni preposte, regionali e nazionali, per la vicenda delle due gemelline calabresi nate siamesi craniopaghe (sono unite nella parte superiore del cranio), sottoposte ieri negli Usa (dove si trovano da due anni insieme alla loro mamma) al primo dei quattro interventi necessari per cercare di separarle. La famiglia delle bambine, poverissima, non ha i mezzi finanziari necessari per sostenere i costi per affrontare questi difficili e delicati interventi chirurgici. Occorrono infatti due milioni di dollari per coprire tutte le spese previste. Il padre delle due bambine A. D. (32 anni, rumeno, prete cattolico di rito bizantino, da 5 anni parroco in un piccolo paese della Calabria) ha chiesto di essere aiutato. Da oltre due anni a sostenere la causa di queste due sorelline e dei loro genitori è impegnato il leader di Diritti Civili, che aveva nel 2005 chiesto e ottenuto l’intervento dell’allora Ministro della Salute, Storace, che aveva personalmente telefonato a Corbelli per assicurare l’impegno del Ministero per questa iniziativa umanitaria. “Da oltre due anni il Movimento Diritti Civili porta avanti la battaglia per aiutare le due sorelline. La spesa che i genitori delle due gemelline devono sostenere, per affrontare questi delicati, difficili e complessi interventi chirurgici di separazione delle bambine, è enorme: due milioni di dollari, Per questo due anni fa avevo chiesto e ottenuto l’intervento e l’aiuto dell’ex ministro della Salute, Storace. Oggi occorre dare un seguito concreto a quell’impegno e a quelle promesse. Le due bambine ieri sono state sottoposte al primo intervento. Occorre per questo far fronte all’impegno finanziario. Sono in contatto con il Ministero della Salute per studiare il modo come aiutare la famiglia delle due bambine. Per coprire una parte delle spese due anni fa si era anche pensato ad una sottoscrizione popolare. Spero che ci sia, per questa causa umanitaria, una immediata, positiva risposta e un aiuto di tutte le Istituzioni, regionali e nazionali. Una cosa è certa. Bisogna aiutare la famiglia, i genitori delle due bambine. Tutti gli Enti e le Istituzioni preposte devono intervenire e fare ognuno la loro parte”.

 

 Giugno 2007

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili denuncia il dramma e l’ingiustizia di un detenuto calabrese malato di Aids a cui  non viene consentito di potersi curare.

 

Il Movimento Diritti Civili denuncia il dramma e l’ingiustizia di un detenuto calabrese malato di Aids (recluso in un carcere della Calabria) a cui non è consentito di potersi curare e chiede alle autorità preposte di intervenire e garantire il “sacrosanto e fondamentale diritto all’assistenza di questa persona reclusa”. Il leader di Diritti Civili rende nota la lettera, con il dignitoso e drammatico appello-denuncia di questo detenuto, e chiede, polemicamente, al Ministro della Giustizia, Clemente Mastella (“che non risponde mai agli appelli della povera gente ma si occupa solo dei processi dei personaggi famosi”), e al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (“che invitiamo a dedicare uno dei suoi tanti interventi-denuncia anche a queste ingiustizie”), se “l’Italia, che nega il diritto di potersi curare a un detenuto affetto dal virus dell’Hiv, è un Paese civile e uno Stato di diritto”. Scrive il recluso F.C. al leader di Diritti Civili. “ Egregio onorevole Corbelli, chi le scrive è un detenuto. Le premetto che per trovarmi, dove mi trovo, ho commesso degli errori ed è giusto che io paghi i miei debiti con la giustizia. Il motivo per il quale le scrivo non è perché sono recluso ma è perché io sono affetto dal virus dell’Hiv. Prima potevo curarmi, ma da quando sono rinchiuso in codesto carcere non vengo curato come di dovere. In questo carcere non c’è una struttura per poter curare persone come me affette da questa malattia, in più io devo prendere medicinali salvavita tutti i giorni e allo stesso orario. Ma qui me li danno a orari sballati e quando li hanno, e questo mi comporta problemi alla circolazione. Mi sento debole, non ho la forza di alzare braccia e gambe. Ripeto che è giusto che io paghi per i miei errori, ma non voglio vedere i miei due figli e mia moglie vedermi morire per questa ingiustizia! La prego di aiutarmi per farmi trasferire in un’altra struttura dove possa espiare la mia pena e possa anche curarmi”. Il coordinatore di Diritti Civili aggiunge: “Questa lettera non necessita di alcun ulteriore commento. Mi vergogno solo come cittadino di un Paese che non consente ad un detenuto malato di Aids (che non dovrebbe per legge neanche stare in a carcere!) di potersi curare. Sono questi i drammi e le ingiustizie della povera gente di cui nessuno si occupa. E’ gente disperata che scrive al Movimento Diritti Civili chiedendo giustizia. E per aiutare questa gente che combattiamo da una vita e continueremo a farlo, anche da soli, contro tutti e tutto, cercando di abbattere i tanti muri dell’indifferenza, della discriminazione e dell’oblìo”.

 

Maggio 2007

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Appello di Diritti Civili a Presidente Repubblica per bambino calabrese, Marco, 7 anni, gravemente malato, che chiede di avere vicino

e poter stare insieme al papà detenuto ad Ancona, che non vede da 6 mesi.

 

Appello del leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il piccolo Marco, il bambino calabrese, gravemente malato che chiede di aver vicino e stare insieme al suo papà, detenuto ad Ancona, che non vede da 6 mesi. L’appello è stato recapitato al Quirinale, all’ufficio del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, dott. Donato Marra. “Presidente Napolitano un bambino, gravemente malato, le chiede di aiutarlo a realizzare il suo desiderio e il suo sogno: avere vicino a casa, poter incontrare e stare insieme al suo papà, detenuto in un carcere lontano dalla Calabria, attualmente si trova ad Ancona. Vuole accanto il suo genitore per poter, con il suo affetto, combattere e vincere la sua brutta malattia che non gli permette di poter lasciare la sua casa in Calabria per andare a trovare il suo papà. Presidente quello che questo bambino le chiede, con tutto il candore dei suoi 7 anni, è solo un atto di giustizia giusta e di pietà umana. Può un Paese civile, uno Stato di diritto negare il sacrosanto diritto di questo bambino malato? Lo chiedo a Lei signor Presidente, Garante supremo delle Istituzioni del nostro Paese, tutte silenti e latitanti, al pari della cosiddetta società civile e dei grandi media nazionali, di fronte alle ingiustizie e ai drammi della povera gente e dei bambini innocenti e indifesi”. E’ quanto scrive Corbelli al Capo dello Stato a proposito del bambino calabrese gravemente malato, il piccolo Marco, 7 anni, che ha il papà D.L., 48 anni,  in carcere ad Ancona (per scontare una condanna per usura), che non vede, da 6 mesi e che vorrebbe averlo vicino, trasferito in un istituto di pena della regione, per poterlo andare a trovare spesso, per abbracciarlo, per chiedergli di aiutarlo a guarire dalla sua brutta malattia. Le condizioni del bambino negli ultimi giorni, purtroppo, si sono molto aggravate. La famiglia del piccolo Marco ha chiesto aiuto al leader del Movimento Diritti Civili. “Questo bambino, gravemente malato, è in cura presso un centro specializzato calabrese, la Divisione di Ematologia dell’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria, come attesta la documentazione medica che mi è stata consegnata dal legale del genitore del piccolo Marco. Purtroppo la lontananza del padre sta aggravando la malattia del bambino. Il papà di Marco si trova recluso nel carcere di Ancona. Il bambino, per le sue gravi condizioni di salute, non può essere accompagnato dalla madre nella città delle Marche per poterlo incontrare e stare un po’ con lui. Il piccolo Marco non vede il suo genitore dall’11 novembre scorso. Vorrebbe tanto poterlo incontrare, abbracciare, stare con lui. Vuole avere vicino il suo papà perché lui lo aiuta a guarire. Un Paese civile ha il dovere di raccogliere l’accorato appello del piccolo Marco e trasferire subito questo detenuto in un carcere della Calabria, vicino al suo bambino e alla sua famiglia. Marco chiede solo un atto di giustizia giusta e di grande umanità. Un gesto doveroso nei confronti di un bambino malato e sfortunato. La vicinanza del padre, lo hanno scritto anche i medici specialisti nei loro referti, lo aiuterebbe certamente ad affrontare meglio la sua grave malattia. Presidente Napolitano, lei oggi visitando il carcere romano di Rebibbia, ha avuto parole di conforto e di speranza per i detenuti. Almeno lei non lasci cadere nel vuoto l’accorato appello che le rivolge il piccolo Marco ed esaudisca, al di là di quelle che sono le sue stesse prerogative costituzionali, il desiderio di questo bambino malato e sfortunato”. Analogo appello è stato trasmesso anche da Diritti Civili al Ministro della Giustizia, Clemente Mastella.  

 

Maggio 2007

 

 

 

 

DIRITTI UMANI

Marzo 2007 - Vinta una nuova battaglia per MARKO e BRANKO

I due fratellini serbi non vedenti, di 9 e 8 anni, nati in Italia, bisognosi di cure non saranno più espulsi dal nostro Paese, ma resteranno in Italia per continuare a curarsi. VINTA ANCHE QUESTA BATTAGLIA. Più avanti in questa stessa pagina la storia di Marko e Branko.

 

 

 

GIUSTIZIA

LA CORTE DI APPELLO DI CATANZARO HA CONCESSO L’INDULTO AL DETENUTO CALABRESE CON UNA FIGLIA GRAVEMENTE MALATA!

Vinta la battaglia del Movimento Diritti Civili per il detenuto, con una figlia gravemente malata, cui era stato negato l’indulto.

Finalmente giustizia per il detenuto calabrese, F.V., 54 anni, con figlia gravemente malata, al quale veniva negato l’indulto L’uomo, un povero emigrante, che per protesta ha fatto anche lo sciopero della fame, ha già scontato, in un carcere della Calabria, dopo l’estradizione dalla Germania, oltre 3 anni di carcere: gli restano due anni e 3 mesi. Eppure gli veniva negato l’indulto! Una grande ingiustizia che per tre mesi abbiamo denunciato con forza! Sit in (martedì 12 e giovedì 28 settembre 2006) di Diritti Civili davanti al carcere calabrese dove era detenuto quest’uomo! Il 3 dicembre 2006 gli è stato riconosciuto il diritto all’indulto.