Ultimissime 2010

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CONTINUA, ANCHE NEL 2010, IN PARTICOLARE LA BATTAGLIA PER 

AIUTARE JANNATE, LA BAMBINA MAROCCHINA MALATA. VENGONO

INOLTRE RIPORTATE ALCUNE DELLE TANTE ALTRE INIZIATIVE

PROMOSSE IN QUESTO ANNO

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Strage Filandari(Vibo Valentia). Diritti Civili, Non criminalizzare la Calabria.

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia quella che definisce la “vergognosa criminalizzazione di una intera regione anche per stragi come quella di Filandari che potevano succedere (e purtroppo succedono) in qualsiasi regione del nostro Paese e del Pianeta e che non sono certo una esclusiva o una caratteristica della Calabria e dei calabresi”. Corbelli invita semmai a cercare di “prevenire simili tragedie, eliminando una delle cause di questi scontri tra famiglie, dovuti spesso a liti per motivi di interesse, ovvero la eccessiva lentezza e i mancati interventi della giustizia civile, di fronte alle denunce dei cittadini! C’è chi ha voluto criminalizzare la Calabria anche per un strage come quella di Filandari. Visto che questa volta non c’entra la ‘ndrangheta, si è pensato di individuare nei calabresi i nuovi barbari, un popolo di violenti e sanguinari. Siamo al culmine della provocazione, dell’offesa, della denigrazione. Se una strage familiare avviene in Calabria è colpa dei calabresi violenti, se invece succede in un’altra regione è opera di una mente malata. Siamo arrivati a questo. Anziché avere il coraggio di denunciare che spesso tra le cause di queste liti tra famiglie c’è la esasperante lentezza, l’assenza totale della giustizia civile, ma anche di quella penale. Se in Italia dopo una denuncia si intervenisse punendo i colpevoli, si eviterebbero molte ingiustizie e scongiurerebbero tante tragedie. Purtroppo succede che spesso le persone che si ritengono vittime di ingiustizie, di soprusi, angherie, non vedendo, per anni, alcuna risposta alle loro denunce reagiscono (commettendo il più grande sbaglio e il più grave crimine) sparando e uccidendo. Questo succede in Calabria così come in qualsiasi altra regione del Paese e del mondo. Perché allora di fronte ad una strage familiare criminalizzare la Calabria?”!

29 dicembre 2010.


Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Treni vergogna e Calabria penalizzata, discriminata e umiliata. Diritti Civili chiede dimissioni Ministro Trasporti, Matteoli

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, interviene su quella che definisce la “vergogna di Natale delle Ferrovie dello Stato che hanno pesantemente penalizzato e letteralmente discriminato e umiliato in modo particolare e ancora una volta la Calabria, con due treni Intercity in partenza da due città del Nord e diretti in Calabria, uno arrivato dopo 21 ore (il Torino-Reggio Calabria) e l’altro (il Milano-Reggio) con l’odissea dei bagni tutti chiusi”, chiede “a gran voce le dimissioni del Ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, che non solo non ha saputo affrontare, in tutto il Paese, l’emergenza viabilità ( con la paralisi di strade, autostrade e ferrovie) per il maltempo, ma addirittura non riesce neppure a garantire che treni di lunga percorrenza diretti in Calabria alla vigilia di Natale arrivino dopo 21 ore, perdendo, in un caso, pezzi e addirittura, nell’altro caso, con tutte le toilette chiuse, con grandi disagi per tutti i malcapitati passeggeri”. Corbelli denuncia come “gli Intercity-vergogna siano sempre quelli diretti in Calabria, una regione già pesantemente penalizzata e discriminata dallo stesso Ministro con la soppressione di molti treni a lunga percorrenza da e per le nostra regione, di fatto isolata dal resto del Paese”. Il coordinatore di Diritti Civili auspica che “i partiti di opposizione presentino una mozione di sfiducia nei confronti di questo Ministro, nemico della Calabria e assolutamente incapace di ricoprire il ruolo di responsabile dei Trasporti. Non si capisce e non si giustifica perché per il crollo di una vecchia (di oltre duemila anni) casa dei gladiatori di Pompei sia stata presentata in Parlamento una mozione di sfiducia per il Ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, mentre per un Ministro che non riesce a evitare la paralisi di tutti i trasporti (strade, autostrade e ferrovie) in Italia per pochi centimetri di neve, che penalizza, discrimina e umilia la Calabria e manda, nella nostra regione, treni-vergogna non si presenti nessuno atto parlamentare di sfiducia e non si chiedano le immediate dimissioni di questo ministro! Chiedo che siano i parlamentari calabresi, quelli liberi e con un minimo di coraggio, a promuovere l’iniziativa parlamentare per cacciare questo ministro non capace e ostile alla Calabria”.

26 dicembre 2010

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Appello Diritti Civili per detenuto calabrese, in carcere da oltre due anni, in attesa di giudizio, malato di tumore e in fin di vita

 

Reggio Calabria

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, rivolge un appello alle autorità preposte per un giovane detenuto calabrese G. A., 27 anni, malato di tumore, che rischia di morire in un carcere della Calabria, dove si trova attualmente. Il giovane è recluso da oltre due anni ed è in fin di vita. Il padre del giovane detenuto ha telefonato a Corbelli per raccontare il dramma e la grande ingiustizia che stanno vivendo e subendo e per chiedere l’intervento di Diritti Civili per “scarcerare e salvare quel giovane prima che sia troppo tardi. Il giovane è in attesa del processo di appello. In primo grado è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione. Non conosco questo giovane, né il padre, ma di fronte al dramma umano, alla ingiustizia, alla indicibile sofferenza, alla disumanità di un giovane di 27 anni, malato di tumore, abbandonato e condannato a morire in carcere, ho il dovere civile e morale di intervenire, di chiedere giustizia per questo ragazzo, un atto d i giustizia giusta e umana. Non si può lasciare morire in carcere, in attesa del processo di appello, un ragazzo malato di tumore, che sopravvive al dolore e alla malattia solo grazie alla morfina che gli viene iniettata ogni giorno, Nei giorni scorsi il giovane nel corso di una udienza del processo di appello si è sentito male in aula ed è stato trasportato in autoambulanza in carcere. Si può tollerare che accada un cosa del genere? Un fatto indegno di un Paese civile, di uno Stato di diritto. Dove sono i cosiddetti garantisti? Perché continuano a tacere di fronte ad una simile grande ingiustizia?  Chiedo per questo giovane un atto di giustizia giusta e umana, la concessione degli arresti domiciliari e la possibilità di poter tentare di curare in una struttura ospedaliera adeguata questo detenuto malato di tumore e in fin di vita. Un Paese civile, uno Stato di diritto ha il dovere di accogliere questa richiesta”.

 

24 dicembre 2010

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Appello Diritti Civili per detenuto calabrese che chiede di incontrare moglie e figlia, gravemente malate, che non vede da oltre un anno.

 

 

Vibo Valentia

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, rivolge un appello alle autorità preposte per un detenuto calabrese A. P., in carcere, fuori regione, che chiede di poter vedere la moglie e la figlia gravemente malate, che non incontra dal giorno del suo arresto (avvenuto oltre un anno fa, per una vecchia vicenda, risalente al 1992, di una minaccia, peraltro sempre smentita dall’uomo, per un problema di lavoro). Il detenuto, dal carcere, e la moglie di questo recluso hanno scritto a Corbelli raccontando il loro dramma, l’ingiustizia che stanno subendo e chiedendo l’intervento e l’aiuto di Diritti Civili. “L’uomo chiede solo di essere trasferito in un carcere calabrese per poter incontrare la moglie e la figlia, molto malate, che non vede da oltre un anno, perchè per le loro condizioni di salute sono impossibilitate a raggiungere la casa circondariale dove si trova recluso il loro congiunto. La donna è affetta da sclerosi multipla e altre gravi patologie invalidanti, la figlia ha avuto una emorragia celebrale. Il carcere – spiega Corbelli - si trova a quattrocento chilometri di distanza dalla casa dove vivono le due donne. Ci vogliono 14 ore di viaggio, tra andata e ritorno. Per le due donne malate purtroppo è un ostacolo insormontabile. Per questo l’uomo e sua moglie hanno scritto entrambi al leader di Diritti Civili. Chiedono il trasferimento del detenuto in Calabria per permettere all’uomo di poter incontrare la moglie e la figlia gravemente malate. “In qualsiasi Paese civile e Stato di diritto una richiesta del genere sarebbe stata accolta, considerando anche il fatto che l’uomo è in carcere con l’accusa per un piccolo reato, che sarebbe avvenuto addirittura diciotto anni fa. L’uomo – afferma Corbelli - mi chiede  di aiutarlo, perchè non ce la fa più a vivere pensando a quella moglie e quella figlia assai malate che non può vedere e abbracciare. Mi auguro che ci sia una soluzione positiva di questa vicenda. Si chiede solo un atto di giustizia giusta e umana”.

 

16 dicembre 2010

 

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili chiede al Governatore Scopelliti di creare in Calabria Centro grandi ustionati.

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute, approvata dal Consiglio regionale calabrese il 30 giugno 2008, chiede al Presidente della regione e commissario della sanità calabrese, Giuseppe Scopelliti, la creazione in Calabria di un Centro grandi ustionati, “assolutamente indispensabile e urgente come purtroppo dimostra – afferma – l’ultimo drammatico caso di Crotone di oggi e altri recenti, gravi episodi”. Corbelli, che da molto tempo si batte per questa conquista civile del Centro ustionati, lo scorso anno aveva reso noto l’appello di un genitore calabrese con un bambino di due anni, rimasto gravemente ustionato nel 2007, all’età di 15 mesi, e costretto da quasi due anni a recarsi ogni mese per le cure nel Centro grandi ustioni di Brindisi. L’uomo aveva chiesto aiuto a Corbelli per questa battaglia civile. “In Calabria abbiamo tanti ospedali fotocopia (alcuni improduttivi e inutili), manca invece un Centro per ustionati. Perché negare a tanti calabresi la possibilità e il diritto di potere usufruire, in Calabria, di questo tipo di interventi e di cure specifiche? La Sicilia ha 2 Centri Grandi Ustioni, la Puglia altri 2, la Campania ne ha 1, poi rimane Cesena, Roma e il Nord. Anche la Calabria ha tutto il diritto – afferma Corbelli - di avere un Centro grandi ustioni. Per quanti, piccoli e  adulti, rimasti gravemente feriti, come nel caso drammatico di oggi della famiglia di Crotone, così come nel caso del bambino di Reggio, hanno immediato e continuo bisogno di queste strutture specializzate e di questo tipo di cure. Chiedo per questo al Governatore Scopelliti di attivare subito tutte le procedure per la creazione di un Centro grandi ustionati anche in Calabria”.

 

8 dicembre 2010

 

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili denuncia e si appella a Scopelliti: “Da due anni malati calabresi (gravi patologie) aspettano rimborso spese per cure sostenute fuori regione”.

 

 

Catanzaro

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all’unanimità, dal Consiglio regionale calabrese il 30 giugno 2008, denuncia “il grave e ingiustificato mancato rimborso da parte della Regione delle spese sostenute, negli ultimi due anni (2009 e 2010), dai malati che per la cura di gravi patologie sono costretti a recarsi fuori regione”. Un gruppo di questi assistiti calabresi ha scritto a Corbelli sollecitando un suo intervento. Il leader di Diritti Civili si rivolge direttamente al presidente della Regione e Commissario della sanità calabrese, Giuseppe Scopelliti, per chiedere le “ragioni di questo, a tutt’oggi, mancato rimborso che crea molti disagi a tanti malati e alle loro famiglie che, in molti casi, non sanno più come far fronte alle spese necessarie per sostenere queste cure fuori dalla Calabria. Il famigerato piano di rientro dal deficit sanitario non può penalizzare e gettare nella disperazione tante povere famiglie calabresi, che hanno dei congiunti gravemente malati, che necessitano di cure fuori dalla Calabria. Non si può pensare di risanare la voragine dei debiti tagliando questi rimborsi e negando questi aiuti a tante famiglie indigenti. Sono altri i veri ingenti sprechi che vanno eliminati”. Corbelli sottolinea come “anche questo caso, questo problema dimostra quanto sia importante e indispensabile la nomina e l’istituzione della struttura del Garante della Salute. In Calabria tante persone, dai pazienti agli stessi operatori sanitari, continuano per ogni problema di malasanità, di disorganizzazione e di diritti violati, a rivolgersi a Diritti Civili, mentre il Consiglio regionale irresponsabilmente continua a rinviare (come ha colpevolmente fatto ancora una volta lunedì scorso) la elezione del Garante della salute, una struttura operativa 24 ore al giorno, con una serie di sportelli informativi, un centro di coordinamento per casi urgenti, che si occupa proprio di queste problematiche e serve a combattere e prevenire la malasanità e la disorganizzazione, causa molto spesso, purtroppo, di tante tragedie e morti assurde. Anziché della sanità e della salute dei calabresi, invece, l’altro ieri, a Palazzo Campanella hanno preferito occuparsi della legge sullo sport”! Nel loro appello al coordinatore di Diritti Civili questi assistiti hanno scritto. “Sig. Corbelli, siamo un gruppo di assistiti che purtroppo effettuiamo dei viaggi per motivi di salute nei centri ospedalieri fuori della Regione Calabria ai sensi della legge regionale n. 8/99 e non avendo ad oggi avuti pagati i rimborsi per l'anno 2009, tenga conto che siamo a fine 2010, spese che hanno gravato nel proprio bilancio famigliare e chiedendo notizie alla regione e con  con rammarico abbiamo saputo che addirittura non è stata nemmeno impegnata la somma da parte della giunta regionale. Chiediamo un suo intervento al fine di una risoluzione del problema”.

 

1 dicembre 2010

 

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Corbelli protesta per mancata nomina e istituzione Garante Salute Calabria.

 

Catanzaro

“Profondamente deluso, amareggiato e indignato per la mancata nomina e istituzione del Garante della Salute della Calabria, occuperò Palazzo Campanella a Reggio per richiamare l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica su questa grave e ingiustificata  inadempienza del Consiglio regionale calabrese che mette a rischio l’assistenza sanitaria, la salute e la stessa vita delle persone. Il Garante serve a questo, a prevenire nuovi casi di malasanità, a scongiurare altre tragedie e morti assurde”. E’ quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all’unanimità, dal Consiglio regionale calabrese, il 30 giugno 2008. Corbelli parla di “colpevole silenzio e disinteresse calato su questa grande conquista civile, che serve alla disastrata sanità calabrese più delle chiusure o riconversioni degli ospedali, dei tanti proclami mediatici e dei tagli. Sono trascorsi esattamente tre anni da quando ho iniziato, nell’ottobre del 2007, nel Consiglio provinciale di Cosenza, la battaglia per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria. Nel gennaio del 2008 sono riuscito, grazie al sostegno del presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, a far approvare la proposta di legge dal Consiglio provinciale. La proposta è stata quindi trasmessa, recepita e approvata (all’unanimità) dal Consiglio regionale calabrese il 30 giugno 2008. Il 16 luglio scorso è scaduto il relativo bando. Sono state presentate 109 domande per il Garante. Al di là del nominativo che dovrà essere scelto, quello che è importante e fondamentale è la struttura del Garante, operativa 24 ore al giorno attraverso un numero verde, una serie di sportelli informativi per le diverse patologie e un centro di coordinamento in grado organizzare in tempo reale interventi e ricoveri per le emergenze, per casi gravi, urgenti e particolari. Sorprende e amareggia che proprio la nomina di un organismo (il Garante) che serve realmente ai cittadini venga continuamente rinviata. E’ paradossale, ma assai significativo, che mentre nella nostra regione nessuno più parla del Garante, la stessa figura del Garante della Salute è stata, nei mesi scorsi,  proposta a livello nazionale, con un ddl, dal senatore, leader del Pd e chirurgo di fama internazionale, Ignazio Marino. Questo fatto spiega perché la Calabria non cambia, non cambierà mai. Siamo abituati solo a copiare (in peggio) gli altri. Quando invece sono gli  altri ad adottare un modello innovativo calabrese (tale è il Garante della Salute) noi preferiamo accantonare la nostra grande conquista civile. Non ho più alcun fiducia nella classe politica e dirigente regionale calabrese. Resta solo la stampa della nostra regione, che ha dato sino ad oggi un grande contributo anche per questa importante battaglia civile. Mi auguro che questo sostegno non manchi adesso che mi vedo costretto per difendere i diritti dei cittadini, ad una assistenza sanitaria adeguata e dignitosa e per scongiurare nuovi casi di malasanità e altre tragedie, ad occupare simbolicamente la sede del Consiglio regionale e a continuare a combattere da solo. Così come del resto faccio, per tutte le altre innumerevoli battaglie civili, da oltre 20 anni in Calabria e nel resto d’Italia”. 

 

30 novembre 2010

 

 

 

 

SUPERNALOTTO. CORBELLI, MISTERO GIOCO

 

(ANSA) - 23 SET - ''Chiedo alla Sisal, ai Monopoli e
al Ministero dell'Economia un'operazione di verità e
trasparenza sul Superenalotto. Il popolare gioco oggi è un
grande inganno per milioni di scommettitori che vanno a giocare
ignari del fatto che oggi non è la dea bendata che decide le
maxi vincite ma una mente raffinata e diabolica in grado di
programmare, dall'esterno i numeri vincenti e di farli uscire
quando, come e dove vuole". Lo ha sostenuto il leader del
movimento Diritti Civili, Franco Corbelli.
Corbelli, negli anni scorsi, ha fatto aprire alcune inchieste
di diverse Procure, sulle maxi vincite.
Oggi, dopo le "incredibili risultanze dei Ros che hanno
scoperto che la 'ndrangheta riciclava denaro sporco acquistando
schedine vincenti del Superenalotto e portandole all'incasso
alla Sisal di Milano", il leader di Diritti Civili ha definito
il Superenalotto "un grande mistero, un giallo" ed ha chiesto
"per quale motivo lo scorso anno, all'improvviso, è stata
cambiata, senza mai motivarla e spiegarla, la procedura di
estrazione dei numeri, non più legati a quelli del Lotto, come
é stato per oltre un decennio, ma una estrazione a parte, di
cui non si conosce praticamente nulla e che potrebbe essere
oggetto, essendo computerizzata, anche di manipolazione,
dall'esterno, all'insaputa della stessa Sisal e dei Monopoli di
Stato. Per come avviene oggi, l'estrazione dei numeri del
Superenalotto, attraverso un sistema computerizzato, è
possibile dall'esterno pilotare e programmare l'estrazione.
Chiedo per questo che l'estrazione avvenga in diretta televisiva
e con la stessa procedura dell'estrazione dei numeri del Lotto:
ovvero un bambino bendato. Chiedo alla Sisal e al ministro
Giulio Tremonti di fare questa operazione di verità e
trasparenza".
"Inquieta infatti - ha aggiunto - la singolare circostanza
che, negli ultimi anni, il 6 venga centrato ogni sei mesi e solo
quando il montepremi raggiunge cifre record. Per fare 6 al
Superenalotto esiste una sola probabilità su 622 milioni di
combinazioni possibili, per centrare il 5+1 una sola
possibilità su 103 milioni di combinazioni. Le probabilità di
vincita sono sempre le stesse, ovvero quasi inesistenti, ad ogni
concorso. Eppure, stranamente, negli ultimi anni si vince sempre
ogni sei mesi". (ANSA).

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili dopo nuovo caso di malasanità e mancata nomina Garante Salute. “Tragedie evitabili con Garante Salute”

 

Cosenza.

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l'istituzione del Garante della salute della Calabria, approvata all'unanimità dal Consiglio regionale il 30 giugno del 2008, interviene sul "nuovo caso di malasanità, della donna di Lattarico, sentitasi male, mentre era alla festa di matrimonio della figlia ad Altomonte, e deceduta dopo aver atteso per oltre due ore l’arrivo di una autoambulanza adeguata (la prima giunta sul posto era priva di attrezzature idonee) per prestare le prime cure e per il trasporto in ospedale”. Corbelli parla di "un altro gravissimo caso di cattiva sanità, una tragedia che, anche in questo caso, si poteva e doveva evitare, una vicenda che conferma da un lato la situazione di assoluta precarietà ed emergenza e rischio della sanità e dall'altro l'assoluta urgenza e indispensabilità dell'istituzione del Garante della salute, importante, innovativa, rivoluzionaria, semplice ed efficace struttura (in funzione 24 ore al giorno, attraverso un numero verde, diversi sportelli informativi e un centro di coordinamento per interventi e ricoveri per casi gravi e urgenti) al servizio dei cittadini, che serve proprio non solo per denunciare ma per combattere e prevenire casi di malasanità, di disorganizzazione e per dare assistenza continuativa e concreta ai cittadini-utenti , ai pazienti e alle loro famiglie”.   Il leader di Diritti Civili denuncia la "inefficienza del sistema sanità calabrese, la disorganizzazione che continua purtroppo a far registrare nuove tragedie e morti assurde e critica la mancata nomina del Garante della salute da parte del Consiglio regionale e del suo presidente, Francesco Talarico (una inadempienza grave e assolutamente ingiustificata, alla luce proprio di questi casi di malasanità)”. Corbelli esprime “amarezza, delusione e sfiducia per essere lasciato da solo in questa importante battaglia di civiltà per la nomina del Garante e per la difesa dei diritti e della salute dei cittadini. Il Garante della salute è una grande conquista civile che potrebbe evitare tante tragedie, purtroppo la sua nomina continua ad essere rinviata da parte del Consiglio regionale e del suo presidente Talarico. La malasanità in Calabria non è affatto scomparsa con l'arrivo alla regione del presidente Scopelliti come purtroppo conferma il caso della donna di Lattarico. Non vogliamo certo dare colpe al nuovo Governatore in carica solo da alcuni  mesi, ma una cosa è certa: la malasaintà non si combatte solo annunciando tagli, sacrifici e nuove tasse e lasciando sul territorio ambulanze inadeguate e soccorsi inesistenti. Non si può assistere immobili di fronte alla nuova tragedia. Siamo all'emergenza sanità in Calabria dove si continua a morire perché mancano finanche delle autoambulanze adeguate o perchè quelle poche che ci sono arrivano con ore di ritardo. Scopelliti farebbe bene ad occuparsi di queste priorità in modo concreto, con proposte e interventi immediati. Al Governatore calabrese e al presidente del Consiglio Talarico - conclude Corbelli – chiediamo infine: perché sino ad oggi, in tutti i loro interventi sulla sanità, non hanno speso una sola parola sulla mancata nomina e istituzione del Garante della Salute della Calabria?"

20 settembre 2010

 

 

 

SANITA': CORBELLI, ISTITUIRE CENTRO NEUROLOGIA INFANTILE


(ANSA) - COSENZA, 14 SET - Il leader del Movimento Diritti
Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per
l'istituzione del Garante della salute, in una nota chiede al
presidente della regione e commissario della sanità calabrese,
Giuseppe Scopelliti, di "creare in Calabria un centro di
neurologia e neuropsichiatria infantile".
"La struttura servirà - aggiunge Corbelli - per dare
assistenza ai tanti bambini diversamente abili con malattie rare
e patologie complesse neurologiche, bambini che oggi per essere
curati i loro genitori sono costretti a ricoverare
periodicamente fuori regione, con grandi disagi, notevoli
sacrifici e costi non irrilevanti. Per sostenere questa giusta
battaglia per la realizzazione di questo centro di neurologia
infantile è di recente sorto un comitato, denominato Comitato
dei genitori S. Francesco di Paola, che ha scritto al
Governatore della Regione e al leader di Diritti Civili, a cui
ha chiesto di intervenire".
"Purtroppo, come mi scrivono - prosegue - i promotori di
questo comitato le problematiche aumentano di giorno in giorno e
la Calabria fa registrare percentuali record per il ricovero
fuori regione di questi casi. Mi scrivono infatti i genitori del
Comitato San Francesco di Paola che in tutti gli ospedali che
hanno girato, e, mi dicono, li hanno girati tutti e anche fuori
Italia, la maggior parte dei bambini e ragazzi ricoverati nella
neuro infantile viene dalla Calabria. Ma la cosa più
paradossale è che i medici che curano questi bambini sono
medici calabresi, infermieri e tecnici calabresi. Questi
genitori con figli disabili si chiedono come mai una regione
grande come la Calabria non abbia un centro di neurologia e
neuropsichiatria infantile. Non esiste e non è mai esistito un
progetto complessivo che razionalizzi le risorse esistenti sul
territorio integrando ospedale e territorio, servizi di
neuropsichiatria infantile territoriali, servizi di
riabilitazione, con linee guida e regole chiare ed adeguate alla
complessità del problema".

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Sanità. Diritti Civili a Presidente Talarico. ”Elezione Garante salute Calabria prima nomina nel Consiglio di oggi. Il bando scaduto il 16 luglio scorso. 109 le domande presentate. Una storica conquista civile. Sta per essere scritta una pagina di buona, nuova sanità e vinta una lunga, solitaria, battaglia iniziata tre anni fa”

 

 

Reggio Calabria

Oggi (lunedì), dopo due anni di attesa, il Consiglio regionale dovrebbe finalmente eleggere il Garante della salute della Calabria. Sarà scelto tra le 109 domande pervenute, per l’assegnazione di questo importante e delicato incarico, a Palazzo Campanella. Lo afferma , in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l'istituzione del Garante della salute, approvata, il 17 gennaio 2008 dal Consiglio provinciale di Cosenza e licenziata, all'unanimità, il 30 giugno 2008, dal Consiglio regionale calabrese, che  esprime “grande soddisfazione per il raggiungimento di un importante obiettivo, una grande vittoria di Diritti Civili, che ha promosso la legge e ha iniziato questa lunga battaglia, in perfetta solitudine (con il sostegno solo dei più importanti media calabresi), quasi tre anni fa, nel novembre del 2007, parla di “storica conquista civile per la Calabria, sta per essere scritta una pagina di buona, nuova sanità, un modello per l’intero Paese (a questo proposito, informa Corbelli, il senatore, e leader, del Pd e chirurgo di fama internazionale, Ignazio Marino ha presentato, nei mesi scorsi, al Senato un disegno di legge per l'istituzione di questa stessa figura: il Garante della salute a livello nazionale), una struttura operativa 24 ore al giorno al servizio dei cittadini per affrontare e contrastare la continua e drammatica emergenza sanità in Calabria, che continua a provocare disagi, sofferenze e, purtroppo, anche tragedie e morti assurde". Corbelli chiede al presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, “per evitare il rischio del rinvio della nomina, di invertire l’ordine del giorno della seduta e di mettere come prima nomina, tra tutte quelle previste per oggi, l’elezione del Garante della Salute, questo importante adempimento legislativo e sociale, molto atteso dai calabresi. Il leader del Movimento Diritti Civili ricorda che "il bando é stato già effettuato ed è scaduto il 16 luglio scorso, che sono pervenute all’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale 109 domande e che il Garante della salute deve essere eletto con la maggioranza dei due terzi del Consiglio. La tanto bistrattata e criminalizzata Calabria, la regione tristemente nota in Italia e nel mondo per la malasanità (oltre che per ‘ndrangheta), potrà da domani voltare pagina, rivendicare con orgoglio e utilizzare questa grande conquista civile. L’auspicio è che anche questa nomina non venga lottizzata e venga invece eletta una figura (autonoma dalla politica), chiunque essa sia tra tutti quelli che hanno presentato domanda e hanno i requisiti richiesti, ma competente, che sappia organizzare e coordinare efficacemente questa innovativa, rivoluzionaria, semplice ed efficace struttura (in funzione 24 ore al giorno, attraverso un numero verde e una serie di sportelli informativi per le diverse patologie) al servizio dei cittadini, che dovrà servire non solo per verificare, controllare, denunciare ma per combattere e prevenire casi di malasanità, di disorganizzazione, per dare assistenza continuativa e concreta a tutti i cittadini-utenti, ai pazienti e alle loro famiglie, per coordinare interventi per casi urgenti, delicati e particolari".

 

13 settembre 2010

 

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Morte piccolo Giuseppe. Appello Diritti Civili a Procura Cosenza : “Archiviate subito inchiesta su genitori”

 

 

Cosenza

Il Movimento Diritti Civili rivolge un appello ai magistrati della Procura della Repubblica di Cosenza che invita a chiudere e archiviare subito l’inchiesta aperta a carico dei genitori del piccolo Giuseppe Sicilia, il bambino di 5 anni, morto dopo essere precipitato dal balcone della sua casa a Cosenza, i cui funerali si svolgeranno oggi. “Dopo aver apprezzato il gesto, di grande umanità, del Pm titolare dell’indagine, Antonio Cestone, che ha risparmiato alla povera creatura l’autopsia disponendo soltanto una consulenza tecnica per un esame solo esterno del corpicino, Diritti Civili chiede che di fronte all’immane tragedia e all’incancellabile dolore dei genitori del piccolo Giuseppe la macchina della giustizia si fermi, se necessario anche andando al di là della stessa legge. La morte di quel bambino ha colpito profondamente tutti, per i poveri genitori è un dolore che niente e nessuno potrà mai lenire. Un dolore che bisogna rispettare. Diritti Civili interviene in questa tragica vicenda solo dopo aver appreso dalla stampa locale dell’inchiesta in corso a carico dei genitori del bambino. Una iniziativa, quella della magistratura, per quanto legittima e doverosa, che va rispettata ma che chiediamo venga chiusa e archiviata immediatamente. Bisogna evitare ai sfortunati e distrutti genitori  il calvario adesso anche di una inchiesta giudiziaria. Non può esserci nessun atto dovuto che possa giustificare questo nuovo dolore e questa altra sofferenza per i genitori del piccolo Giuseppe. Il bambino è morto per un destino crudele, per una disgrazia, una caduta del balcone della propria abitazione. Che serve aprire una inchiesta e indagare i genitori? Confido nella sensibilità dei magistrati della Procura di Cosenza (dimostrata con la decisione di non far effettuare l’autopsia sul corpo del bambino) che sono certo chiuderanno e archivieranno immediatamente questa inchiesta. I genitori del piccolo Giuseppe vanno aiutati a superare questo momento di dolore atroce e vanno solo ringraziati per la loro scelta di donare gli organi del loro bambino, che permetteranno ad altri bimbi , malati, di poter continuare a vivere e al piccolo Giuseppe di farlo insieme a loro”. 

 

27 agosto 2010

 

 

 

SANITA': CORBELLI, TRAGEDIE EVITABILI CON GARANTE SALUTE


(ANSA) - COSENZA, Agosto - Il leader del Movimento Diritti
Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per
l'istituzione del Garante della salute della Calabria, approvata
all'unanimità dal Consiglio regionale il 30 giugno del 2008,
interviene sul "nuovo caso di malasanità, denunciato oggi dal
Quotidiano della Calabria, della donna di Corigliano che ha
perso il bambino che aveva in grembo per la mancata assistenza
in ospedale.
"Una drammatica vicenda - afferma Corbelli - che avviene
dopo solo pochi giorni l'altro tragico caso della neonata di
Amendolara deceduta mentre veniva trasportata in elisoccorso
dall'ospedale di Rossano all'Annunziata di Cosenza dopo che non
era stato possibile ricoverarla a Trebisacce per la chiusura del
reparto di ginecologia del nosocomio locale e per questo
portata a Rossano con un auto privata per la mancanza di una
autoambulanza". Corbelli parla di "un altro gravissimo caso di
cattiva sanità, una tragedia che, anche in questo caso, si
poteva e doveva evitare, una vicenda che conferma da un lato la
situazione di assoluta precarietà ed emergenza e rischio della
sanità (nella fattispecie quella che si occupa di ginecologia)
nello Ionio cosentino (letteralmente allo sbando) e dall'altro
l'assoluta urgenza e indispensabilità dell'istituzione del
Garante della salute".
Corbelli, che chiede di "aspettare i risultati
dell'inchiesta della magistratura, per stabilire eventuali
responsabilità penali e personali per quest'ultmo caso di
Corigliano" e che definisce "inutili le commissioni di
inchieste dell'Asp (occorre prevenire e scongiurare queste
tragedie, non intervenire dopo)", denuncia la "inefficienza
del sistema sanità calabrese, la disorganizzazione che
nonostante i proclami mediatici di Scopelliti e il tour estivo
della Commissione sanità del Consiglio regionale, continua
purtroppo a far registrare nuove tragedie e morti assurde. La
malasanità in Calabria non è affatto scomparsa con l'arrivo
alla Regione di Scopelliti. La malasanità c'era con Loiero,
presidente, e continua ad esserci anche oggi con Scopelliti,
come purtroppo conferma il caso della donna di Corigliano. Non
vogliamo certo dare colpe al nuovo Governatore in carica da tre
mesi, ma una cosa è certa: la malasaintà non si combatte solo
annunciando tagli, sacrifici e nuove tasse e lasciando ospedali
sguarniti e una realtà territoriale come l'alto Ionio a rischio
neonati. Non si può assistere immobili di fronte alla doppia
tragedia dei due neonati, morti in due ospedali dello Ionio,
ancor prima di vedere la luce. Siamo all'emergenza sanità in
Calabria, e nello Ionio cosentino in modo particolare, dove
anche un semplice parto è di fatto diventato a rischio.
Scopelliti farebbe bene ad occuparsi di queste priorità in modo
concreto, con proposte e interventi immediati e non invece
continuando a sparare e scaricare ogni responsabilità sulla
Giunta precedente".
"Al Governatore calabrese - conclude Corbelli - chiediamo
infine: perché sino ad oggi, in tutti i suoi interventi sulla
sanità, non ha speso una sola parola sulla mancata nomina e
istituzione del Garante della Salute della Calabria?" (ANSA).

 

 

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili chiede a Presidente Repubblica di conferire Medaglia d’oro alla memoria per il giovane turista eroe morto a Cetraro, in Calabria, dopo aver salvato due bambine che stavano annegando 

 

 

Cetraro

Una Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per “il gesto eroico del giovane turista salernitano, Gianluca Sirica, che domenica 25 luglio nel mare di Cetraro, in Calabria, ha perso la vita per salvare due bambine che stavano annegando”. E’ quanto chiede il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, al Capo dello Stato, per, afferma, “non  dimenticare e onorare, invece, degnamente questo valoroso cittadino morto per un gesto di coraggio e eroismo”. “L’Italia è un Paese che dimentica troppo facilmente e non sa onorare i suoi eroi. Non è giusto. Chi ha sacrificato la propria vita per gesti di coraggio e eroismo non deve essere dimenticato ma ricordato e onorato degnamente. Con il conferimento della Medaglia d’oro alla memoria da parte del Presidente della Repubblica. E’ quello che chiediamo per questo giovane turista salernitano, Sirica, morto dopo aver salvato, domenica nel mare di Cetraro, due bambine che stavano annegando. Un gesto straordinario di un giovane che ha rischiato, e purtroppo perso, la vita, buttandosi in mare, per salvare due bambini, pur consapevole di non saper nuotare. Un atto che non può essere assolutamente dimenticato. Tre anni fa Diritti Civili ha chiesto e ottenuto dal Quirinale la medaglia d’oro per altri sette eroi, che persero la vita nell’adempimento del proprio dovere e per salvare altre vite umane. Nel 2007 vincemmo la battaglia per ricordare e onorare degnamente sette eroi (tra cui due valorosi calabresi, la guardia giurata Luigi Rende di Reggio Calabria e il giovane caporale di Lappano, Eugenio Nigro), morti tutti durante l’estate di tre anni fa. Dopo le istanze di Diritti Civili, la Medaglia d’oro venne infatti conferita al manovale bosniaco Dragan Cigan, morto nel mare di Jesolo, dopo aver salvato due fratellini trevigiani che stavano annegando; al pilota emiliano dell’aereo canadair della Protezione Civile, Andrea Golfera, deceduto in Abruzzo mentre coraggiosamente tentava di spegnere un rogo; al giovane vigilante calabrese Luigi Rende, rimasto ucciso a Reggio Calabria, mentre si opponeva con coraggio ad una banda di rapinatori; ai due coraggiosi piloti campani Giovanni Baldi e Pierluigi Schiavone, volontari dell’Associazione “Humanitas”, che precipitando, e perdendo la vita, con il loro elicottero antincendio a Marina di Camerota, in provincia di Salerno, scongiurarono una strage, evitando, con un atto di eroismo, di abbattersi sui numerosi turisti presenti in quel momento sulla spiaggia; al coraggioso caporale calabrese Eugenio Nigro, morto mentre cercava di spegnere un incendio che minacciava il suo piccolo paese di Lappano, alle porte di Cosenza; al giovane eroe pugliese Pietro Maggiolini che perse la vita dopo aver eroicamente salvato tre giovani amiche che stavano annegando nel mare di Palinuro (Sa)”.

 

10 agosto 2010

                                                                                                            

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Costi politica e sacrifici calabresi. Corbelli chiede a Consiglio regionale di tagliare indennità-scandalo, di piu' addirittura di quelle di Sarkozy e Zapatero!

 

 

Catanzaro

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo il taglio delle indennità dei deputati (meno 1000 euro netti al mese) denuncia “lo scandalo della mancata riduzione della ricchissima indennità dei consiglieri, assessori regionali calabresi e dei due presidenti, Consiglio e Giunta, che percepiscono quasi il triplo dei loro colleghi della Lombardia, addirittura più del Premier spagnolo Zapatero e quasi il doppio di quanto incassa il presidente della Francia, Sarkozy: 11316 lo stipendio mensile di un consigliere della Calabria, 3602 l’indennità mensile di un consigliere della Lombardia, 7296 lo stipendio mensile di Zapatero, 6714 euro l’indennità mensile del Presidente francese. C’è di più, e più scandaloso, come viene riportato nel libro La Casta delle Regioni di Emilio Fuccillo: un consigliere regionale della Calabria percepisce al mese più di quanto incassano, messi insieme, un consigliere belga (5500 euro), uno tedesco (2280) e uno svizzero (zero euro!) che fanno in totale 7780 euro! Il mancato taglio delle (ricchissime) indennità dei consiglieri, degli assessori regionali calabresi e dei presidenti della Giunta e del Consiglio rappresenta una beffa e uno schiaffo ai cittadini calabresi, chiamati a nuovi sacrifici. Mentre la Camera dei Deputati dà un primo segnale (anche se ancora insufficiente) per la riduzione dei costi della Politica, tagliando di mille euro netti mensili l’indennità dei deputati, e la stessa cosa si appresta a fare il Senato, il Consiglio regionale non tocca minimamente (nemmeno di un euro!) lo stipendio dei consiglieri, degli assessori e dei due Presidenti. L’Assemblea di Palazzo Campanella ha anzi di recente votato e aumentato di molto le spese di gestione. Uno scandalo nello scandalo. Reso ancora più inaccettabile in una regione, come la Calabria, alle prese con una crisi gravissima. Diritti Civili chiede al Consiglio regionale un gesto di dignità, responsabilità e rispetto dei calabresi, chiamati a fare nuovi sacrifici, soprattutto dei tanti disoccupati e di chi sopravvive con una pensione sociale-vergogna  di 250 euro al mese: la riduzione del cinquanta per cento delle indennità dei consiglieri, degli assessori e dei presidenti del Consiglio e della Giunta regionali. Chiediamo che un consigliere e un assessore regionali abbiano non più della stessa indennità del… presidente della Francia o al massimo del Premier spagnolo, che certamente hanno ben altre responsabilità istituzionali nazionali e internazionali  rispetto all’ultimo consigliere regionale calabrese”.

 

27 luglio 2010

 

 

 

 

 

 

 

MINACCE A GIORNALISTA: CORBELLI, GOVERNO SOTTOVALUTA EMERGENZA

 

(ANSA) - COSENZA, 23 LUG - "E' l'ennesimo atto intimidatorio
nei confronti della stampa calabrese da parte della 'ndrangheta
che tenta di condizionare e imbavagliare l'informazione in
questa regione e che conferma la gravità della situazione
calabrese, una vera e propria emergenza sociale sottovalutata
dal Governo e dalle Istituzioni". E' quanto afferma, in una
nota, il leader di Diritti civili, Franco Corbelli, che esprime
solidarietà al giornalista del Quotidiano della Calabria,
Saverio Puccio.
"La Calabria infatti - prosegue Corbelli - vanta purtroppo
un altro triste primato: è la regione con il maggior numero di
giornalisti minacciati dalla criminalità organizzata. Un dato e
un fatto gravi e inquietanti che non possono essere né
sottovalutati, né ignorati".
Corbelli chiede per questo al "Ministro degli Interni,
Roberto Maroni, di garantire una forma di protezione e di tutela
di tutti quei giornalisti calabresi, impegnati quotidianamente a
raccontare tutte le delicate inchieste di mafia e politica di
questa regione e proprio per questo finiti nel mirino e oggetto
di pesanti minacce della potente e sanguinaria 'ndrangheta
calabrese. Al collega Puccio va la solidarieta' di tutti i
calabresi onesti. Il grave atto intimidatorio da lui subito
inquieta perché evidente appare il mandante e chiaro
l'obiettivo: la mafia e il condizionamento dell'informazione che
Puccio al pari degli altri giornalisti calabresi impegnati, con
i loro giornali, su questo fronte, difficile, delicato e
rischioso, svolge con professionalità e correttezza,
occupandosi, sul suo giornale, di clamorose inchieste di mafia e
politica". (ANSA).

 


 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

 

Malasanità. Corbelli dopo neonata calabrese morta per chiusura reparto ospedale e mancanza autoambulanza, chiede immediata istituzione Garante salute Calabria. “Una tragedia che la struttura del Garante avrebbe potuto evitare”. 

 

 

Cosenza

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della salute della Calabria, approvata, all’unanimità, dal Consiglio regionale calabrese, il 30 giugno 2008, interviene sul caso della neonata di Amendolara, deceduta mentre veniva trasportata in elisoccorso dall’ospedale di Rossano all’Annunziata di Cosenza, dopo che non era stato possibile ricoverarla a Trebisacce per la chiusura del reparto di ginecologia  del nosocomio locale e per questo ricoverata a Rossano, con un auto privata per la mancanza di una autoambulanza, parla di “un altro gravissimo caso di malasanità, l’ennesima vergogna, una nuova drammatica pagina nera della sanità calabrese, una tragedia che si poteva e doveva evitare, una vicenda che conferma l’assoluta urgenza e indispensabilità dell’istituzione del Garante della Salute che se operativo avrebbe potuto evitare un simile tragico epilogo, perchè una delle principali funzioni di questa innovativa struttura (operativa 24 ore al giorno attraverso un numero verde e una serie di sportelli informativi per i diversi casi ed emergenze, delle varie patologie; una struttura di controllo e pronto intervento che viene aggiornata istante per istante)”è quella di programmare e coordinare in tempo reale interventi e ricoveri per casi gravi, urgenti e particolari. Corbelli “assolve i medici che non hanno, in questo caso, alcuna responsabilità come del resto ha confermato con grande dignità e onestà la madre della neonata, e addebita la responsabilità di quanto accaduto esclusivamente alla cattiva gestione, alla disorganizzazione della sanità calabrese. Quanto accaduto conferma da un lato l’emergenza sanità in Calabria, che non è certo scomparsa con l’uscita di Agazio Loiero e il cambio, con l’arrivo di Giusepe Scopelliti, alla guida della Regione, e dall’altro dimostra come uno dei problemi più urgenti da affrontare è quello del coordinamento tra le diverse strutture e unità operative, oggi purtroppo completamente assente. Manca infatti un punto di riferimento certo, semplice e immediato per i pazienti cui rivolgersi in caso di necessità. Compito questo che, così come previsto nell’apposita legge, che Diritti Civili ha promosso ed elaborato e il Consiglio regionale approvato, all’unanimità, oltre due anni fa, svolge appieno il Garante della Sanità”. Il leader di Diritti Civili se la prende con tutti, anche con “la Commissione parlamentare sugli errori sanitari che, afferma, interviene solo dopo le tragedie, per inutili e propagandistiche iniziative di indagine, e non riesce invece a promuovere una sola concreta,a efficace, azione di prevenzione, che non ha speso sino ad oggi una sola parola, che non ha fatto alcun intervento ufficiale e istituzionale sulla mancata istituzione, a oltre due anni dall’approvazione della legge, del Garante della Salute della Calabria, la struttura in grado di scongiurare questi casi di malasanità, di salvare delle vite umane. Irresponsabilmente e colpevolmente nessuno ne parla. Anche la stampa nazionale tace sulla mancata istituzione del Garante, preferendo continuare con la criminalizzazione di una intera regione, dopo ogni caso di malasanità. Una cosa è certa: non istituire il Garante della salute equivale ad essere corresponsabili di queste tragedie (in alcuni casi veri omicidi!). Il Consiglio regionale oggi può (deve) nominare e istituire il Garante della salute immediatamente. Diritti Civili chiede che la elezione del Garante della salute venga messa al primo punto dell’ordine del giorno della prossima riunione dell’Assemblea di Palazzo Campanella”.

 

22 luglio 2010

 

 

 

 

 

 

MONDIALI: CORBELLI, NAZIONALE RESTITUISCA SOLDI A REGIONE CALABRIA
 

 
(AGI) - Catanzaro. - Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo la "debacle azzurra" chiede al governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, di "interrompere immediatamente la sponsorizzazione della nazionale di calcio e di chiedere la restituzione della ingente somma corrisposta sino ad oggi. Al di la' del divieto imposto dalla manovra Tremonti, - scrive Corbelli - che dovrebbe impedire agli Enti Locali di sponsorizzare le squadre di calcio, chiedo che la Regione Calabria, dopo la vergogna della nazionale di calcio eliminata in modo inglorioso dai mondiali, interrompa subito la sponsorizzazione degli azzurri, che non ha prodotto alcuni risultato utile e produttivo per il rilancio della regione che anzi dopo la disfatta mondiale in Sudafrica non solo vanifica i sacrifici economici fatti a suo tempo dalla Giunta Loiero, ma ha finito con il danneggiare la stessa immagine della Calabria, quale sponsor di una squadra indegna di rappresentare, calcisticamente, il nostro Paese. Questa nazionale della vergogna, - dice Corbelli - per colpa del suo allenatore e dei vertici della Figc che lo hanno difeso contro tutti e tutto, non merita di essere sponsorizzata con i soldi dei calabresi. Chiedo al presidente Scopelliti che i milioni di euro della Regione Calabria destinati alla nazionale vengano dati invece alle squadre professionistiche calabresi".

 

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

 

Continua dramma (e ingiustizia) piccola Jannate, bambina gravemente malata, figlia di immigrati. Nuovo intervento Presidente Fini dopo appello Corbelli

 

 

Cosenza

Continua il dramma (e l’ingiustizia) della piccola Jannate, la bambina di 2 anni, nata in Italia, residente a Sant'Onofrio, nel Vibonese, affetta da una rara forma di malattia genetica, che vive solo grazie ad un respiratore artificiale attaccato ad una macchina a cui viene negato il diritto ad una piccola pensione, nonostante il riconoscimento della invalidità al 100%, perché i suoi giovanissimi e poverissimi genitori non hanno un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, ma un permesso biennale che viene ogni due anni regolarmente rinnovato.  Nonostante l’immediato intervento del Presidente della Camera. Gianfranco Fini, dopo l’appello del leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, il caso non è purtroppo ancora risolto. “Non si è riusciti a sbloccare la situazione, superare l’assurdo legislativo, far prevalere l’aspetto umano e riconoscere il diritto della bambina di ricevere dallo Stato italiano la misera piccola pensione. L’assurdità e disumanità della legge – afferma Corbelli - sta colpendo la piccola Jannate e la sua poverissima famiglia.  La bambina dopo dieci mesi di ricovero nel reparto di rianimazione pediatrica dell’ ospedale civile di Cosenza da settembre è ospitata in un piccolo appartamento di fronte al nosocomio cosentino, per continuare le cure e le terapie. Per avere una idea del  dramma della famiglia e della solidarietà scattata basta ricordare che da settembre il fitto dell’appartamento viene pagato grazie ad una colletta fatta dal primario e dagli altri medici di rianimazione dell’Annunziata”. Corbelli, che da oltre un anno si sta occupando di questo caso, riuscendo a far ottenere il diritto alla pensione alla bambina (la cui erogazione viene però adesso impedita dall’assurda legge italiana, perché i genitori della piccola non hanno un permesso di soggiorno a tempo indeterminato ma biennale) , informa di aver, ieri, nuovamente, sentito al telefono il consigliere politico del presidente Fini, dott. Alessio, che lo ha informato del nuovo intervento di Fini per il caso della bambina. Nel maggio scorso il presidente della Camera, dopo l’appello di Corbelli, era intervenuto presso la Prefettura di Vibo Valentia e il direttore generale dell’Inps. “Voglio ancora una volta pubblicamente ringraziare il presidente Fini per la sensibilità dimostrata  per il drammatico caso umano (e la grande ingiustizia che continua a subire) della piccola Jannate, prosegue Corbelli. Il Presidente della Camera ha dimostrato che la sua iniziativa politica, dentro e fuori il Parlamento, a favore dei diritti degli immigrati, in particolare dei bambini, è giusta, sacrosanta e doverosa in un Paese civile. Serve soprattutto, come nel caso della piccola Jannate, ad aiutare bambini poveri e malati ”.

 

23 giugno 2010

 

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

 

DOPO APPELLO DIRITTI CIVILI, FINI INTERVIENE PER AIUTARE BIMBA GRAVEMENTE MALATA, FIGLIA DI POVERI IMMIGRATI. LA SODDISFAZIONE DI CORBELLI CHE RINGRAZIA IL PRESIDENTE DELLA CAMERA

 

 

Vibo Valentia

Immediato intervento del Presidente della Camera. Gianfranco Fini, dopo l’appello del leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, per il caso della piccola Jannate, la bambina di 2 anni, nata in Italia, residente a Sant'Onofrio, nel Vibonese, affetta da una rara forma di malattia genetica, che vive solo grazie ad un respiratore artificiale attaccato ad una macchina a cui viene negato il diritto ad una piccola pensione, nonostante il riconoscimento della invalidità al 100%, perché i suoi genitori non hanno un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, ma un permesso biennale che viene ogni due anni regolarmente rinnovato. Lo rende noto, con soddisfazione, Corbelli, che informa di “aver ricevuto una telefonata del consigliere politico del presidente Fini, dott. Alessio, che lo ha informato dell’immediato intervento di Fini presso la Prefettura di Vibo Valentia e del direttore generale dell’Inps. Corbelli aveva chiesto al presidente Fini di incontrare, in occasione della sua visita in Calabria la bambina e i suoi genitori, attualmente ospitati (dopo oltre dieci mesi di degenza, al reparto di rianimazione dell’ospedale dell’Annunziata) in un piccolo appartamento di fronte il nosocomio di Cosenza”. Corbelli  aveva parlato con la segreteria particolare del presidente Fini, alla quale aveva recapitato tutta la documentazione relativa al caso della piccola Jannate e si era detto fiducioso in un intervento del presidente della Camera. “Voglio pubblicamente ringraziare il presidente Fini per la sensibilità dimostrata, afferma Corbelli. Grazie al suo intervento la piccola Jannate potrà ottenere il diritto a riscuotere la pensioncina che pèrmetterà ai suoi poverissimi genitori di poter continuare a restare in Italia e curarla. E’ da un anno che Diritti Civili sta lottando per aiutare questa bambina, insieme al primario e agli altri medici del reparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale di Cosenza. Oggi grazie al presidente Fini finalmente si vince anche questa importante e bella battaglia civile e umanitaria. Fini ha dimostrato che la sua iniziativa politica, dentro e fuori il Parlamento, a favore dei diritti degli immigrati, in particolare dei bambini, è giusta, sacrosanta e doverosa in un Paese civile. Serve soprattutto, come nel caso della piccola Jannate, ad aiutare bambini poveri e malati. Il presidente Fini mi ha comunicato che in occasione del suo impegno a Cosenza, non incontrerà i genitori della bambina per evitare strumentalizzazioni politiche. A lui preme soltanto aiutare quella bambina, far riconoscere il suo diritto. E’ quello che ha subito fatto, con discrezione, dopo l’appello di Diritti Civili. Evitando la luce dei riflettori e le strumentalizzazioni. Anche per questo Diritti Civili lo ringrazia”.

 

maggio 2010

 

 

 

IMMIGRAZIONE: CORBELLI A FINI, DARE PENSIONE A BIMBA MALATA

(ANSA) - COSENZA, 15 MAG - Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ha rivolto un appello al presidente della Camera, Gianfranco Fini, per il caso della piccola Jannate, la bambina di 2 anni, nata in Italia, residente a Sant'Onofrio, nel Vibonese. "Alla bimba, affetta da una rara forma di malattia genetica, che vive solo grazie ad un respiratore artificiale attaccato ad una macchina - afferma Corbelli - viene negato il diritto ad una piccola pensione (nonostante il riconoscimento della invalidità al 100%), perché i suoi genitori non hanno un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, ma un permesso annuale che viene ogni anno regolarmente rinnovato". "Jannate - prosegue - è figlia di una coppia di giovanissimi immigrati marocchini (il padre, venditore ambulante, la madre, casalinga, da più di 10 anni in Italia), per oltre 10 mesi ricoverata e assistita amorevolmente al reparto di rianimazione dell'Ospedale Civile di Cosenza". Corbelli chiede a Fini di "intervenire per questa iniziativa umanitaria e questa battaglia di giustizia sociale a favore di una bambina povera e sfortunata" e invita il presidente della Camera "a far visita, in occasione della sua prossima visita in Calabria, martedì 18 a Catanzaro, alla piccola Jannate, quale segno della vicinanza dello Stato al suo dramma e per rendersi conto di persona, vedendo quella bimba, quale grande ingiustizia, quale crudeltà, quale barbarie, quale immane vergogna si sta consumando in Calabria (nell'ignobile silenzio e disinteresse delle Istituzioni) negando il sacrosanto diritto alla indennità a questa bambina". (ANSA).

 

 

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili denuncia: “Negato diritto pensioncina a bambina, nata in Italia, gravemente malata e invalida al 100%, perché figlia di immigrati”!

 

Vibo Valentia

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia quella che definisce “una grande ingiustizia, una autentica vergogna, un ignobile disinteresse delle Istituzioni e il totale abbandono in cui è lasciata una bambina, Jannate, 2 anni, nata in Italia, residente a Sant’Onofrio, nel Vibonese, affetta da una rara forma di malattia genetica, che vive solo grazie ad un respiratore artificiale attaccato ad una macchina, figlia di una poverissima coppia di giovanissimi immigrati marocchini (il padre, venditore ambulante, la madre, casalinga, da più di 10 anni in Italia), per oltre 10 mesi ricoverata (e assistita amorevolmente) al reparto di rianimazione dell’Ospedale Civile di Cosenza, a cui viene negato il diritto ad una piccola pensione (nonostante il riconoscimento della invalidità al 100%), perchè i suoi genitori non hanno un permesso di soggiorno a tempo indeterminato, ma un permesso annuale che viene ogni anno regolarmente rinnovato. La pensioncina, anche se misera, – afferma Corbelli - è assolutamente indispensabile per i poverissimi genitori perché permetterebbe loro di poter sostenere le spese necessarie per continuare a curare la bambina, che si trova da poco tempo ospitata, a Cosenza, in un piccolo appartamento, vicino l’Annunziata, proprio per poter proseguire le necessarie e indispensabili terapie che va ad effettuare ogni giorno personale specialistico dell’ospedale civile cosentino, messo a disposizione dall’ex direttore generale dell’Asp, Franco Petramala.”. Corbelli si occupa di questo drammatico caso umano da oltre un anno e grazie alle sue denunce e appelli, e all’intervento del direttore generale dell’Asp di Vibo, Curia, è riuscito a far ottenere, lo scorso anno, la visita dell’Asp di Cosenza (città dove è ricoverata la bambina), l’inoltro della pratica alla competente Inps di Vibo Valentia e il riconoscimento del diritto alla pensione di invalidità. Una legge assurda, vergognosa, disumana, che calpesta i diritti più elementari, impedisce l’erogazione di questa pensioncina perché i genitori della bambina non hanno un permesso di soggiorno indeterminato, ma solo annuale, che viene ogni anno regolarmente rinnovato. Per la legge italiana infatti per poter usufruire del diritto alla pensione, anche se il bambino invalido è nato in Italia, è necessario che il permesso dei genitori immigrati sia a tempo indeterminato. Una assurdità legislativa. Una vergogna. Un fatto indegno di un Paese civile e di uno Stato di diritto. Di cui nessuno parla, di cui nessuno si occupa. Come se quella bambina gravemente malata e quei genitori poveri, dignitosi e disperati non esistessero! Chiedo che al di là della stessa legge, iniqua e incostituzionale, si ponga fine a questa ingiustizia, si cancelli questa onta e si eroghi la pensioncina ai genitori di questa povera e sfortunata bambina”.

 

 

12 maggio 2010

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Diritti Civili chiede indagine parlamentare per suicidi in carcere. “Una strage. Ogni anno tra 50 e 60 detenuti si tolgono la vita in cella! Quest’anno sono già 24 i suicidi”

 

 

Roma

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo l’ennesimo suicidio in carcere (l’ultimo, in ordine di tempo, quello di un giovane calabrese, nella casa circondariale di Como, è il 24mo suicidio dall’inizio dell’anno) parla “di una strage che non può più essere ignorata, che deve essere fermata, scongiurata e chiede che su queste tragedie venga aperta, insieme alle inchieste della magistratura competente, una indagine parlamentare per accertare e denunciare le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere, ammassati come animali, nelle celle, gli oltre 60 mila detenuti, le violenze, anche da parte di altri detenuti, che alcuni di loro subiscono e il contesto in cui questi suicidi maturano”. “Diritti Civili, da venti anni, lotta per difendere i diritti delle persone detenute. Abbiamo condotto – afferma Corbelli - innumerevoli battaglie davanti alle carceri di  molte città italiane e di fronte a tutte le sedi Istituzionali a Roma. In questi lunghi anni abbiamo denunciato il dramma e la vergogna delle carceri italiane, i diritti violati dei detenuti, soprattutto di quelli più poveri, emarginati e malati. Le nostre lotte sono finite finanche sul più importante giornale del mondo, The New York Times, che nel febbraio del 1995 dedicò una inchiesta alle battaglie del leader di Diritti Civili(Corbelli) in Italia. Con le nostre iniziative e denunce abbiamo fatto approvare, dal Parlamento, anche delle leggi importanti, come quella che evita il carcere alle madri detenute con bambini da 0 a 3 anni da assistere. Abbiamo più volte denunciato il dramma dei suicidi in carcere. Ogni anno in media in Italia si registrano tra 50 e oltre 60 suicidi. Dall’inizio di quest’anno si è già arrivati a 24 suicidi in cella. L’ultimo quello di un giovane calabrese nel carcere di Como. Una autentica strage, di cui quasi nessuno parla. E’ ora di dire basta a questo massacro e di fare luce e giustizia su quello che accade nelle prigioni italiane. Per questo insieme alla azione della magistratura occorre che venga promossa una indagine parlamentare che accerti le condizioni in cui sono costretti a vivere (!) gli oltre 60 mila detenuti a fronte di una capienza di meno di 50 mila posti. Un Paese civile ha il dovere di intervenire per cercare di capire ed evitare il dramma dei suicidi in carcere, che quasi sempre vede come vittime dei poveri cristi, i senza volto e senza diritti, i dannati e sepolti vivi delle carceri, condannati all’oblìo, all’emarginazione, alla morte. E’ gente che non fa notizia neanche quando decide, commettendo un errore grave e imperdonabile, di suicidarsi. A questi detenuti viene calpestata la dignità e negato di fatto il diritto alla vita”!

 

6 maggio 2010

 

 

 

 

 

     

 

                                                                                                

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

 

 

Corbelli: “Sono tutti responsabili. La Calabria chieda scusa per la violenza razzista di Rosarno”

 

 

Reggio Calabria

“La Calabria chieda scusa per la barbarie di Rosarno. Sono tutti responsabili di aver consentito in questi anni lo sfruttamento degli immigrati, trattati e pagati come schiavi, costretti a vivere in condizioni allucinanti e disumane”. E’ quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, da molti anni impegnato a fianco di tanti immigrati, poveri e malati. “I fatti di Rosarno hanno arrecato un danno devastante per la Calabria. E’ stato come uno tsunami che si è abbattuto sulla regione, sulla sua immagine. Ancora una volta la Calabria è stata sbattuta in prima pagina su tutti i media italiani e internazionali per fatti negativi. Dopo la nomea di mafiosità adesso spunta anche quella di razzismo. Calabresi mafiosi e razzisti. Dopo Rosarno e la caccia al negro, ci siamo guadagnati questa nuova offesa. Indigna la violenza razzista così come fa anche molta rabbia l’ipocrisia di quanti oggi condannano i fatti di Rosarno e il razzismo ma in tutti questi anni hanno sempre chiuso gli occhi e taciuto di fronte alla disumanità nella quale sono stati costretti a vivere gli immigrati nella Piana di Gioia Tauro”.

 

 

 

 

 

SANITA':CORBELLI,PROPOSTA MARINO SU GARANTE NOSTRA VITTORIA

 

         

            (ANSA) - CATANZARO, "Dopo il Garante della Salute

della Calabria, promosso, per la prima volta in Italia, dal

leader dal movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, e

approvato, all'unanimità, con una apposita legge, dal Consiglio

regionale il 30 giugno 2008, il senatore Ignazio Mario (Pd),

presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul

servizio sanitario nazionale, adotta questa iniziativa e propone

l'istituzione del Garante della Salute nazionale". E' quanto si

afferma in una nota del movimento.

   "E' una grande vittoria - afferma Corbelli -e una importante

conquista civile. Il riscatto di una intera regione, la

Calabria, dopo i tanti drammatici casi di malasanità. Il

Garante della Salute calabrese diventa, con la proposta del

senatore Pd e della senatrice Anna Finocchiaro, il modello di

riferimento per l'intero Paese. L'iniziativa di Diritti Civili,

una lunga e ininterrotta battaglia iniziata esattamente due anni

fa, continua dunque a riscuotere consenso e successo anche fuori

dai confini regionali. Anche il America il presidente Barak

Obama ha istituito, dopo la Calabria, la stessa figura, il

Garante pubblico della sanità".

   "C'é da essere non solo soddisfatti - prosegue Corbelli - 

ma orgogliosi, come calabresi, di aver ideato, istituito e

indicato all'intero Paese il Garante della Salute, una struttura

innovativa, semplice e rivoluzionaria per combattere e prevenire

la malasanità, la disorganizzazione, la violazione, in materia

di assistenza sanitaria, dei diritti dei cittadini. Meraviglia

comunque che il senatore Marino ignori, e non dica, che questa

figura e la struttura del Garante sono state già licenziate in

Calabria, con apposita proposta di legge presentata da Diritti

Civili, esattamente due anni fa e recepita e approvata dal

Consiglio regionale calabrese".(ANSA).

 

 

 

 

Dopo Garante Salute Calabria, senatore Marino (Pd), adotta nostra iniziativa e chiede istituzione Garante Salute Nazionale. Corbelli (Diritti Civili): “Grande conquista. Riscatto di un’intera regione”.

 

 

Catanzaro

Dopo il Garante della Salute della Calabria, promosso, per la prima volta in Italia, dal leader dal Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, e approvato, all’unanimità, con una apposita legge, dal Consiglio regionale della Calabria il 30 giugno 2008, il senatore Ignazio Mario (Pd), presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale, adotta questa iniziativa e propone l’istituzione del Garante della Salute nazionale. “E’ una grande vittoria. afferma, soddisfatto e orgoglioso, Corbelli Una importante conquista civile. Il riscatto di una intera regione, la Calabria, dopo i tanti drammatici casi di malasanità. Il Garante della Salute della Calabria diventa, con la proposta del senatore Pd e della  senatrice Finocchiaro, il modello di riferimento per l’intero Paese. L’iniziativa di Diritti Civili, una lunga e ininterrotta battaglia iniziata esattamente due anni fa, continua dunque a riscuotere consenso e successo anche fuori dai confini regionali. Anche il America il presidente Barak Obama ha istituito, dopo la Calabria, la stessa figura, il Garante pubblico della sanità. Il disegno di legge del Pd, che vede primo firmatario il senatore Ignazio Marino, chirurgo di fama internazionale, è un nuovo, ulteriore, prestigioso riconoscimento all’iniziativa di Diritti Civili. C’è da essere non solo soddisfatti, ma orgogliosi, come calabresi, di aver - continua Corbelli -  ideato, istituito e indicato all’intero Paese il Garante della Salute, una struttura innovativa, semplice e rivoluzionaria per combattere e prevenire la malasanità, la disorganizzazione, la violazione, in materia di assistenza sanitaria, dei diritti dei cittadini. La Calabria, con questa iniziativa di Diritti Civili, ha indicato all’Italia ( e non solo) la strada da perseguire per una assistenza sanitaria degna di un Paese civile e soprattutto per salvaguardare i diritti fondamentali dei cittadini, in particolare di quello meno abbienti. Meraviglia comunque che il senatore Marino, che ha preannunciato il disegno di legge per l’istituzione del Garante della salute nazionale, ignori (e non dica) che questa figura e questa struttura del Garante  è stata già licenziata in Calabria, con apposita proposta di legge presentata da Diritti Civili, esattamente due anni fa e recepita e approvata dal Consiglio regionale calabrese, a fine giungo 2008 Stupisce  e indigna infine che il Consiglio regionale della Calabria non abbia ancora provveduto alla nomina del Garante della Salute nonostante il relativo bando sia scaduto da 15 mesi, esattamente dal 15 ottobre 2008”.

 

7 gennaio 2010

 

 

       

 

AUTOVELOX: DIRITTI CIVILI, NO A SFRUTTAMENTO DA PARTE COMUNI

 

 

           

            (ANSA) - CATANZARO, GEN - "C'é uno sfruttamento da parte

di molti comuni dell'autovelox per impinguare le casse comunali,

ripianare i debiti ed evitare la bancarotta". E' quanto

afferma, in una nota, il leader del movimento Diritti Civili,

Franco Corbelli, che chiede alla magistratura di "indagare su

questi profittatori, che con l'installazione di questi controlli

elettronici della velocità in punti assolutamente inutili,

nascosti, pericolosi, creano seri rischi di incidenti agli

automobilisti".

   Per Corbelli è necessario inoltre che "le somme incassate,

con autovelox utili in punti opportuni e critici, vadano non

alle amministrazioni comunali ma alle famiglie vittime della

strada. Nonostante il Governo abbia, recentemente, decretato e

stabilito che l'autovelox possa essere utilizzato solo dalla

Polizia stradale, questo è quanto è stato annunciato, continua

lo scandalo e, in alcuni casi, la truffa di molti comuni che

pieni di debiti, per incapacità amministrative e spreco di

denaro pubblico, cercano di evitare la bancarotta e far quadrare

in qualche modo i conti a spese degli automobilisti, di tanta

gente che si reca al lavoro, in ufficio, a scuola, che va 

trovare un parente in ospedale". (ANSA).