I 29 ANNI DI DIRITTI CIVILI
I 40 ANNI DI CORBELLI
La DEDICA: ai miei GENITORI
"Tutto quello che ho fatto in oltre 40 anni, che trovate nelle pagine di questo sito e sul
profilo Fb, tutti i Premi, i prestigiosi Riconoscimenti (anche internazionali) che ho ricevuto
li dedico a mia madre, EMMA IANNACE, scomparsa il 16 maggio 2012, e a mio padre,
STEFANO NAPOLEONE CORBELLI,venuto a mancare il 30 agosto 2016.
Sono state le persone, a me più care, che mi sono sempre state vicine, mi hanno
sempre aiutato, sostenuto e mi hanno consentito di scrivere le tantissime e
bellissime pagine di solidarietà e di Giustizia di tutta la mia vita, che oggi, nel
loro ricordo, continuo".
Franco Corbelli
"HO FATTO UN PO' DI BENE. E' LA MIA OPERA MIGLIORE"(VOLTAIRE)
Il Movimento Diritti Civili ringrazia tutti i media che hanno sostenuto, in questi anni,
le nostre battaglie civili, di giustizia, le iniziative di solidarietà e le campagne
umanitarie, nazionali e internazionali.
L'INFORMAZIONE(che ci riguarda). Tra le tante, due INTERVISTE-Speciali
Uno dei più famosi e brillanti giornalisti italiani ha intervistato Corbelli.
Il suo nome è GIANCARLO PERNA, un mito del giornalismo italiano!
Giancarlo Perna
L'intervista è stata pubblicata, il 18/01/2016, sull'autorevole
quotidiano LIBERO, diretto (allora)da MAURIZIO BELPIETRO.
L'intervista speciale di LIBERO, che viene sotto riprodotta, è stata
realizzata giovedì 14 gennaio, in Calabria
Il GIORNALE di MILANO, 19 Agosto 2002
Nelle pagine di questo sito troverete i nomi e le storie dei mille salvati da Corbelli in oltre 35 anni e
i numerosi servizi della stampa nazionale e(soprattutto)internazionale dedicati alla lunga storia del
CIMITERO INTERNAZIONALE DEI MIGRANTI, la Grande, Universale Opera Umanitaria
Dal TG1 ad... AL JAZEERA. In Italia e nel mondo si parla della Monumentale Opera di Tarsia
SPECIALE, tra gli altri, anche del primo quotidiano della SVIZZERA, NEUE ZURCHER ZEITUNG
oltre che del più grande giornale del Brasile e del Sudamerica, O GLOBO, che trovate più avanti
In FRANCIA si parla della Grande Opera di Tarsia
anche in un Libro, L'IMPASSE
Grande e particolare attenzione anche naturalmente dal mondo della CHIESA, ad iniziare da
RADIO VATICANA, i cui diversi speciali potete trovare e ascoltare nella Pagina Sezione VIDEO
Dal giornale on line ufficiale del VATICANO, www.vaticannews.va.it(domenica 23 dicembre 2018)
Aperto in Calabria il cantiere del Cimitero dei migranti
Per Franco Corbelli (Movimento Diritti Civili) l’opera umanitaria che sorgerà a Tarsia, provincia di Cosenza, darà dignità alle vittime dei naufragi
Fabio Colagrande - Città del Vaticano
“Oggi, dopo cinque anni dal primo progetto, si apre il cantiere, entrano in funzione quelle che ho definito le ruspe, gli escavatori dell’umanità e diamo così il via ufficialmente al cantiere”. Con emozione, Franco Corbelli, presidente del Movimento per i Diritti Civili, racconta a Radio Vaticana Italia, il traguardo a cui è giunto: la partenza a Tarsia, in provincia di Cosenza, dei lavori per la creazione del primo Cimitero Internazionale dei migranti.
Cancellare la disumanità
“Si tratta di un fatto importante perché è dovere morale di ogni Paese civile avere questo riferimento per le vittime e i loro familiari”, spiega Corbelli. “Infatti ancora oggi, seppure se ne parli meno, continuano i naufragi e tanti poveri migranti, senza volto e senza nome, sono seppelliti in piccoli cimiteri sperduti. E di fatto, in questo modo, viene cancellato ogni riferimento alla loro identità, ogni possibilità di ricordo. Dove andranno i loro familiari per portare un fiore sulle loro tombe e dire una preghiera? Sono partito proprio da questa considerazione, dalla grande amarezza e sofferenza che mi suscitava, soprattutto dopo il tragico naufragio di Lampedusa dell’ottobre 2013, per dire: noi dobbiamo cancellare questa disumanità, dobbiamo dare la possibilità a tutti di avere una degna sepoltura e allo stesso tempo dobbiamo dare un riferimento ai loro familiari”. “Ognuno, d’ora in poi - commenta il leader del Movimento Diritti Civili - saprà che andando a Tarsia, in questo piccolo ma accogliente paese calabro, potrà trovare presso questo cimitero, vero e proprio monumento memoriale alle vittime dei naufragi, il proprio congiunto tragicamente scomparso”.
Da un piccolo comune calabro un messaggio al mondo
“Il cimitero - racconta ancora Corbelli - sorgerà su un’area di circa ventottomila metri quadrati, un luogo suggestivo ma soprattutto dal grande valore simbolico. Esattamente dinanzi al lago di Tarsia, in un’area naturale molto bella, di fronte al vecchio cimitero comunale, immersa fra gli ulivi secolari che resteranno intatti, ma anche nelle vicinanze dell’ex-campo di concentramento fascista Ferramonti, che fu tra i più grandi d’Italia”. “Questo luogo di prigionia - prosegue - fu teatro di grandi gesti di umanità e nessuno dei tremila internati subì atti di violenza. Ecco perché abbiamo scelto Tarsia: per questa sua storia di accoglienza e solidarietà”. “E oggi, insieme al sindaco Roberto Ameruso, grazie anche al sostegno che ci ha dato in questi cinque anni il presidente della regione, che finanzia l’opera, possiamo iniziare questo progetto umanitario e mandare così al mondo, alla vigilia del Natale, da questo piccolo comune della Calabria, un messaggio di pace e di speranza. Sono certo che entro il 2019 completeremo i lavori e saremo felicissimi di ospitare Papa Francesco per l’inaugurazione”.
La dedica al piccolo Aylan
“Questo monumento dedicato ai migranti - conclude Franco Corbelli - sarà intitolato al bambino siriano Aylan Kurdi, morto in un naufragio sulle coste turche nel 2015 e divenuto simbolo delle tragedie delle migrazioni. Vorremmo attraverso di lui ricordare tutti i bambini scomparsi in circostanze simili e sottolineare che questi drammi continuano. Nell’anno che si sta chiudendo ci sono state oltre duemiladuecento vittime nel Mediterraneo e dal 1990 a oggi, in quello che è diventato un mare di sangue, oltre trentaseimila morti, di cui migliaia di bambini. Ed è proprio pensando a loro che ho lottato a lungo per arrivare a questo traguardo e far nascere quest’opera”.
Il reportage del popolare settimanale cattolico FAMIGLIA CRISTIANA
(
3 marzo 2019
La nostra grande opera umanitaria sulla STAMPA EUROPEA
La prima pagina del lungo REPORTAGE(di 10 pagine) della storica RIVISTA INTERNAZIONALE TEDESCA,
MARE, edita in GERMANIA e diffusa anche in AUSTRIA, SVIZZERA, SPAGNA e LUSSEMBURGO.
Il titolo dello speciale, a firma dell'inviata ANDREA WALTER, e del fotoreporter FRANCESCO ZIZOLA,
che potete vedere in un servizio sul nostro profilo FB, è UN PICCOLO CIELO (Ein kleiner Himmel)
Alcuni significativi Riconoscimenti(tutti gli altri più avanti, in questa pagina)
La nomina di COMMENDATORE dell'ORDINE
"Al MERITO della REPUBBLICA ITALIANA"
Il 24 ottobre 2003 l'Alta Onorificenza conferita dal Presidente
della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Febbraio 2003. La LETTERA di RINGRAZIAMENTO del GOVERNO dell'ETIOPA
per l'AEREO CARGO, carico di aiuti alimentari, regalato da DIRITTI CIVILI
La nomina di AMBASCIATORE dei DIRITTI CIVILI
11 Aprile 2014. Il Presidente della Provincia di Cosenza, Oliverio, consegna
a Corbelli la Targa con la nomina di AMBASCIATORE dei DIRITTI CIVILI
La CITTADINANZA ONORARIA del COMUNE di TARSIA a CORBELLI
28 dicembre 2018. Nella foto(da destra) il Sindaco di Tarsia, ROBERTO AMERUSO, l'ex Presidente della Regione, MARIO OLIVERIO,
Corbelli e il Sindaco di Torano Castello, FRANCO RAIMONDO.
La FAVOLA del PICCOLO CISSE.
Al porto di Corigliano il 15 luglio 2017, davanti alla nave da guerra tedesca Rhein,
carica di migranti, il giorno dello sbarco, da solo, del bambino ivoriano di 5 anni.
LA FAVOLA DEL PICCOLO CISSE
Al Salone Internazionale del Libro di Torino
Presentazione di VITTORIO SGARBI
Grande successo. La Favola conquista l'Italia
Torino, domenica 12 maggio 2019
La FAVOLA DEL PICCOLO CISSE
SPECIALE SU RADIO VATICANA(15 febbraio 2018)
REPORTAGE DI FRANCESCO BORGONOVO SU LA VERITA'
E DI ARCANGELO BADOLATI SU LA GAZZETTA DEL SUD
La Verità, domenica 7 gennaio - La Gazzetta del Sud, 14 gennaio 2018
Servizi su LIBRO e STORIA CISSE nelle pagine Iniziative ed Editoriale
Palazzo Provincia di Cosenza, 4 gennaio 2018. Presentazione libro. Presenti
Presidente Provincia Cosenza, Iacucci; Presidente Regione, Oliverio; autore, Corbelli;
Questore, Conticchio; Vice Prefetto vicario, Greco; Assessore di Corigliano, Chiurco
Corbelli, in collegamento telefonico dalla Calabria, ha raccontato la favola del bambino ivoriano di 5 anni sbarcato da solo al porto di Corigliano, il 15 luglio dello scorso anno, da una nave tedesca carica di migranti e a cui miracolosamente, grazie ad una straordinaria mobilitazione, promossa dal leader di Diritti Civili in collaborazione con una Ong, altri soggetti e Istituzioni. Il libro sta adesso per essere da Radio Vaticana recapitato a Papa Francesco, a cui Corbelli lo aveva indirizzato con una dedica personale. «È una gioia immensa. Spero dopo che Papa Francesco lo avrà letto di poterlo incontrare. Sono certo che leggendo la favola vera del piccolo Cisse il Santo Padre si commuoverà e sarà felice dell’esito finale, del miracolo che siamo riusciti a realizzare, salvando prima in mare quel bambino, grazie all’Ong Save the Children, poi accogliendolo in Calabria e rintracciando i genitori, il papà, in Francia, e la mamma, che era prigioniera degli scafisti in Libia in uno di quegli orribili lager, liberata dai suoi carcerieri dopo la nostra forte e continua pressione. Quello che ho scritto non è un libro qualsiasi è una favola reale destinata a restare per sempre, come le grandi, immortali fiabe del passato. Adesso ci si inizia a rendere conto del valore immenso di questa opera, che racconta, attraverso la favola vera del piccolo Cisse, tutto il dramma dell’immigrazione, con le migliaia di morti nel Mediterraneo, i muri della vergogna dell’Europa e l’isolamento dell’Italia di fronte alla drammatica emergenza. Ma il libro e la storia a lieto fine di questo piccolo ivoriano sono anche un messaggio di grande speranza».(Da Corrieredellacalabria.it, 7 febbraio 2018)
La favola del piccolo Cisse
IL RINGRAZIAMENTO DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA. LA LETTERA, CON LE
POCHE MA ASSAI ELOQUENTI PAROLE, DI ROBERTO FICO, UN UOMO DELLE
ISTITUZIONI SENSIBILE AL DRAMMA DELL'IMMIGRAZIONE
Speciale QUOTIDIANO del SUD(7/09/2020) e articolo GAZZETTA del SUD(30/08/2020)
dedicati ai 25 anni e alle mille battaglie e iniziative umanitarie del Movimento DIRITTI CIVILI.
Segue lo speciale che l'importante Agenzia di Stampa Nazionale PRIMA PAGINA NEWS
ha dedicato(il 29 agosto 2017) a Corbelli e alla lunga storia del Movimento Diritti Civili
Pol - Franco Corbelli “Premio Diritti Umani”, da 25 anni leader e icona del Movimento Diritti Civili (1)
Roma, 29 ago (Prima Pagina News) 23 anni fa (era il 1994) nasceva ufficialmente in Calabria il Movimento Diritti Civili, che inizialmente si chiamava “Comitato per i diritti dei detenuti”. Dal 1994 in poi, dunque il Movimento si affaccia sulla scena politica italiana come “Diritti Civili”, ma in realtà il Movimento era, ed è ancora oggi, solo lui: Franco Corbelli, il suo fondatore, il suo ideologo, la sua anima operativa, il suo genio organizzativo.
Franco Corbelli e nessun altro! E’ esattamente così dal giorno della nascita reale del Movimento, almeno cinque anni prima. Ma Franco Corbelli non solo ne fu il fondatore e il motore pulsante, ma per 25 anni è stato il solo punto di riferimento serio che in tema di Diritti Civili si potesse immaginare di avere in Calabria, una regione dove i diritti civili sono stati storicamente calpestati per decenni, e dove intere generazioni hanno eternamente subito soprusi e ricatti, imposizioni e vessazioni di ogni tipo, e dove anche il diritto più banale viene ancora scambiato per una cortesia che qualcuno sta per farti, o deve farti, e per la quale devi restare grato per sempre.
E’ in questo clima sociale, e in questo quadro generale, che il Movimento di Franco Corbelli diventa nel giro di pochissimi mesi punto di riferimento di centinaia di denunce sociali e pubbliche, e a cui nessuno prima d’allora aveva mai prestato attenzione. Guascone da sempre, una sorta di moderno Robespierre, nemico giurato delle Lobby e dei poteri occulti, apparentemente distaccato dal mondo reale della politica, assolutamente inconsapevole della sua forza mediatica, padrone del linguaggio televisivo come pochi, addestrato alla fatica, forgiato dalla solitudine del suo paese natale, Sartano, siamo in una delle tante periferie povere della provincia di Cosenza, dove la sua famiglia lo educa alla modestia e al rispetto di tutti, costretto lui stesso dalla vita e dal destino a fare da badante per oltre dieci anni al suo vecchio padre, gravemente ammalato.
Filantropo e appassionato di buone letture, giornalista suo malgrado, grande esperto di vertenze di lavoro e di rivolte sindacali, arrogante quanto basta con i prepotenti e dolcissimo con i deboli, guai a non aiutarlo: se crede in una battaglia o in un progetto umanitario è capace di accamparsi davanti agli uffici dei Palazzi del Potere per settimane, in attesa di risposte che in Calabria solitamente prima di lui non arrivavamo davvero mai. La sua grande intuizione è l’aver capito che il potere politico teme i giornali,che ha paura di quanto si dice in televisione, che non sopporta in nessun modo che un moderno barbone come lui possa decidere di proclamare lo sciopero della fame, di pannelliana memoria, in attesa di essere ricevuto a Palazzo. Ma questa sua intuizione, negli anni ha aperto a Franco Corbelli tutte le porte che più contano, e non solo in Calabria.
Innumerevoli sono state in questi anni le battaglie civili, di giustizia, le iniziative di solidarietà, le campagne umanitarie nazionali e internazionali che sono state promosse. Eccezionali anche i risultati ottenuti, con centinaia e centinaia di casi umani e di ingiustizia risolti, persino leggi di grande civiltà e umanità sono state fatte approvare dal Parlamento sul dramma reale delle carceri italiane. Tutta la lunga storia di Diritti Civili è oggi ricordata e documentata nel sito del Movimento (www. diritticivili.it), dove non c’è soltanto la storia personale e pubblica di questo Laeder, ma c’è soprattutto la storia vera della Calabria di questi ultimi vent’anni, con le sue mille contraddizioni sociali, le sue mille pecche politiche, i suoi troppi silenzi istituzionali, e l’arroganza sfrenata connivente trasversale e incontenibile delle classi politiche dominanti.
In tutto questo Franco Corbelli diventa l’Alter Ego del sistema, l’anima nera delle borghesie occulte di questa regione, il menestrello pazzo che rincorre sete di giustizia e fame di solidarietà, tra gente poco abituata alle battaglie civili. Altrove lo avrebbero già candidato in politica, lo avrebbero supplicato e pregato per farlo, gli avrebbero magari chiesto di fare il senatore, e nella peggiore delle ipotesi il semplice deputato, ma sua libertà di pensiero e la sua intelligenza assolutamente ingestibili da altri ne ha anche fatto un nemico pubblico del potere rappresentato. Soprattutto nei primi venticinque anni del suo impegno civile.
In occasione dell’importante ricorrenza del ventennale di Diritti Civili, 20 anni di impegno civile, libertario, garantista e umanitario l’allora presidente della Provincia di Cosenza e oggi Governatore calabrese, Mario Oliverio, nel corso di una manifestazione, svoltasi nello splendido Salone degli Specchi dell’antico Palazzo provinciale, gli assegna un riconoscimento significativo, che la dice lunga sull’impegno sociale del giovane laeder: una targa, con su scritto “A Franco Corbelli, Ambasciatore dei diritti civili”. Mario Oliverio precorre i tempi e da vecchio comunista navigato intuisce che è arrivato il momento di “sdoganare” anche il Moviomento e il Leader che lo ha fondato e che continua a ispirarlo. Ma è solo l’inizio.
Perché nessuno forse lo sa, Franco Corbelli non lo ha mai pubblicizzato più di tanto, ma se si apre il sito della Presidenza della Repubblica e si clicca il nome di Franco Corbelli allora si scopre che nel settembre 2003 il Leader del Movimento Diritti Civili ha ricevuto dal Quirinale l’Alta Onorificenza di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana, una decisione fortemente voluta e una scelta assunta in prima persona dall’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. La lunga storia di Franco Corbelli e del suo Movimento Diritti Civili è dunque racchiusa nelle sue tante battaglie civili e iniziative umanitarie che lo hanno visto priotagonista assoluto e mai chiacchierato.
Uno dei dati più significativi di ciò che Corbelli ha rappresentato per la Calabria, e poi anche per il Paese, sono le 1500 lettere pervenute, da quasi tutte le regioni italiane, in oltre 20 anni, al Movimento Diritti Civili.
Sono lettere disperate, testamenti di una umanità che non trova mai spazio sui grandi giornali, documenti inediti in cui la gente si racconta a Corbelli come se lo facesse con il proprio confessore, quando almeno i confessori erano molto più severi e più seri di tanti giovani sacerdoti moderni, brandelli di vita vissuta e maltrattata dal destino, storie incomprese dalla società dei social, storie di ordinaria miseria, ma che Corbelli trasforma come d’incanto in vere e proprie operazioni di marketing, ribaltando a sua volta questi respiri di disperazione umana sulla rete e sui giornali che fanno ancora opinione. E’ da queste lettere che sono poi partite tantissime delle sue battaglie civili e delle sue iniziative umanitarie più eclatanti.
(1-Segue)
Pol - Franco Corbelli, per la chiesa “Apostolo di carità” (2)
Roma, 29 ago (Prima Pagina News) Quello di Franco Corbelli è un lungo ininterrotto impegno civile, libertario garantista e umanitario, che nei fatti inizia addirittura oltre 35 anni fa. Sono state, in questi lunghi anni, centinaia e centinaia le persone, povere soprattutto, che lui ha aiutato e spesso salvato, senza aver mai né chiesto né ottenuto una sola lira o euro di finanziamento.
Né pubblico, né privato! Ma sta qui la vera chiave di lettura del suo immenso successo popolare. In una regione come la Calabria dove tutto per anni sembrava avesse un prezzo (sembra abbia un prezzo), e dove tutto sembrava possibile purchè si fosse disposti a pagare un prezzo, qualunque esso fosse, Franco Corbelli è andato avanti da solo, rifiutando qualsiasi aiuto materiale, negando qualunque donazione possibile, ricevendo tutti nella modestia estrema del suo studio, al piano terra di una vecchia casa di Sartano, offrendo in cambio a chiunque bussasse alla sua porta un caffè fatto personalmente da lui. Nient’altro.
Tutta la sua vita è stata sempre così morigerata, e lontana dal Dio-denaro. Mai un’inchiesta sul suo conto, mai un sospetto, mai una cattiveria, mai un trafiletto di stampa-nemica, ma in realtà cosa si può dire di un uomo che di mattina va a scuola dove insegna, e poi per il resto della giornata è a disposizione degli altri? Basta vederlo arrivare con la sua utilitaria, perché la prima espressione che ti viene naturale porgli è : “Chi aspetti a cambiare questo rudere?” Franco Corbelli ha sempre autofinanziato le sue battaglie civili e iniziative umanitarie, e anche quando venne eletto consigliere provinciale di Cosenza, era il lontano 2004, la prima cosa che fece fu quella di rinunciare pubblicamente a tutti i benefici e i privilegi del suo ruolo, segreteria, telefonino, macchina blu, autista, e destinò la sua indennità, poco più di 1200 euro nette al mese, per nuove iniziative benefiche e umanitarie.
Il potere dominante non la prese bene, ma alla fine fu costretto a digerire la lezione-Corbelli in silenzio, aspettando però che il clamore di questa iniziativa finisse nel dimenticatoio storico della regione. In tutti questi anni Franco Corbelli ha aiutato a fare uscire dal carcere decine e decine di detenuti, nella maggior parte dei casi detenuti gravemente ammalati, ma in queste vicende se non si ha un avvocato famoso e ben navigato diventa difficile per chi è invece assistito dal un legale d’ufficio avere riconosciuti i propri diritti.
E non solo vecchi detenuti ammalati. Il leader del Movimento Diritti Civili ha permesso a diversi bambini, reclusi insieme alle loro mamme di poter godere dei benefici concessi loro dalla legge, ma spesso ignorati dai direttori di taluni istituti di pena. E a proposito di carceri, come non ricordare quando il 22 agosto del 2000 fece concedere la grazia, dall’allora presidente della Repubblica, Ciampi, ad un giovane emigrante calabrese, Natale Stramondinoli, arrestato nel luglio del 2000, mentre si trovava in Calabria per far visita all’anziana madre malata (davvero allucinante) perché era stato renitente alla leva 18 anni prima! Un giovane che poi, alcuni anni dopo, per via di una brutta malattia e di un destino crudele la morte ha strappato alla vita
In cambio alla fine Franco Corbelli ha portato a casa centinaia di riconoscimenti e di attestati pubblici, nazionali e internazionali, e che la grande stampa ha sempre raccontato con assoluto rispetto e ammirazione per il ruolo da lui stesso ricoperto. Indimenticabile per i cronisti italiani fu l’intervista che gli fece il più autorevole giornale del mondo, The New York Times. Ma poi seguirono, tre pagine di intervista del settimanale Gente (nel gennaio 1995), un’intera pagina di intervista del Giornale, era il 19 agosto 2002, dopo la lunga battaglia di Corbelli affrontata di petto, come solo lui sapeva e sa ancora fare, per far scarcerare un anziano giornalista napoletano, Stefano Surace, in carcere per una condanna per diffamazione, per degli articoli scritti 30 anni prima! Senza Corbelli nessuno avrebbe mai saputo di questa vicenda così assurda.
Indimenticabile anche, soprattutto per lui, la lettera di ringraziamento del Governo dell’Etiopia per l’aereo cargo carico di aiuti alimentari che il leader di Diritti Civili consegnò, all’aeroporto di Fiumicino, il 17 febbraio 2003, all’ambasciatore dell’Etiopia in Italia.
E che dire degli elogi della stampa bulgara per il suo aiuto ad un giovane bulgaro, o l’unanime apprezzamento di Santa romana Chiesa per quello che lui fa giorno per giorno? L’Arcivescovo di Cosenza, monsignor Giuseppe Agostino, allora Presidente della Conferenza episcopale Calabra, nel giugno del 2003 lo definisce pubblicamente “Angelo di carità”, e di lui dice testualmente: “Corbelli è una grazia di Dio, per fortuna che esiste”.
Poi ci sono anche i tantissimi prestigiosi premi e riconoscimenti ricevuti, uno particolarmente significativo, quello degli operatori del mondo della scuola, professori e studenti dell’Itc “Galilei Galilei” di Vibo Valentia che assegnandogli un prestigioso riconoscimento, il 25 maggio 2012, lo definiscono , nella motivazione del Premio, “ Apostolo di solidarietà, personaggio unico nella lotta alla ingiustizia e alla sopraffazione, sempre a fianco dei diseredati in una società che spesso tutela solo i più forti.” Franco Corbelli è questo ed altro ancora. Questa è la sua storia.
Questa è la sua vita, avvolgente, straordinariamente avvolgente, perché eternamente e sempre accanto e al servizio degli ultimi. Oggi in modo particolare straordinariamente accanto agli immigrati : tre anni fa, nel settembre del 2011, grazie alla sua lunga battaglia riuscì a far rimanere in Italia e a salvare dalla lapidazione nel suo paese la giovane nigeriana Kate Omoregbe; evitò l’estradizione e salvò, nel 2011, dal carcere nel suo paese anche la giovane rumena, Alexandrina Lacatus, che era stata condannata per la morte dei suoi tre bambini, avvenuta durante un incendio sviluppatosi per cause accidentali, mentre la ragazza era uscita per andare a comprare del latte per i suoi figlioletti; è stato sempre accanto al clochard rumeno, Gheorges Tanasi, malato, senza una gamba, che viveva a Cosenza, sotto un albero, e che Corbelli era riuscito a far ospitare in una struttura di accoglienza e al quale aveva regalato, pochi giorni prima di Natale, una protesi, oltre ad un aiuto economico.
All’inizio di questo anno il povero Tanasi è deceduto, ma prima di andarsene al sacerdote che gli aveva portato l’olio santo aveva chiesto di voler rivedere Corbelli per ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto per lui. Una favola moderna, assolutamente così. Per togliere i clochard dalla strada e da sotto i ponti, e per scongiurare durante l’inverno qualche tragedia, un anno fa arrivare da Catanzaro a Cosenza e istallare nella sede dell’ex Afor due container della Protezione Civile regionale, dove fa ospitare i senzatetto della città.
Da una vita accanto agli immigrati, ai poveri migranti, e per settimane insieme ai tanti volontari e operatori, per intere settimane Corbelli è in prima fila al porto di Corigliano ad accogliere quelli che arrivano in Italia in cerca di fortuna. Nel frattempo, con grande sofferenza, rivolge la sua opera in favore di quanti purtroppo muoiono in circostanze drammatiche, in mare: per dare dignità alla loro morte dopo 4 anni di lotta ininterrotta sta finalmente per far realizzare a Tarsia il Cimitero internazionale dei Migranti, “la più grande opera umanitaria della mia vita” dice sorridendo e con le lacrime agli occhi.
Ma tutto questo, confida ai cronisti che lo incontrano per strada, “non basta”. E allora, in tutti questi anni si adopera per far rimpatriare le salme di poveri immigrati morti in circostanze drammatiche, e quando non riesce ad avere un contributo dalle istituzioni preposte a questo mette mano alla sua tasca, e usa il suo stipendio per fare cose che dovrebbero fare le istituzioni. Ma questo nostro Paese spesso e volentieri è davvero un paese balordo. Basta? Forse no. Serve ricordare anche il suo ruolo accanto al piccolo Cocò Campolongo, il bambino calabrese di 3 anni di Cassano, barbaramente ucciso e bruciato insieme al nonno e ad una donna marocchina, nel gennaio del 2014 e, da oltre 20 anni, accanto a tutti i bambini in carcere con le loro mamme detenute.
Per anni combatte contro questa “disumanità dei bambini in cella” e un anno prima, esattamente il 21 dicembre 2012, prima che che il bambino venisse ucciso era riuscito a far scarcerare il piccolo Cocò e la sua giovanissima mamma, detenuti nel carcere di Castrovillari. Ma Franco Corbelli ha continuato ad aiutare questa famiglia del piccolo Cocò, e se le persone giuste avessero ascoltato i suoi appelli, e i magistrati avessero di nuovo concesso i domiciliari alla giovane mamma ( che era stata riarrestata per aver violato i domiciliari, portando il piccolo Cocò e le due sorelline a vedere il papà detenuto a Catanzaro, che non vedevano da due anni) il piccolo Cocò -dice commosso- oggi sarebbe ancora vivo! Ma la storia a cui Corbelli è più legato, a parte quella indelebile e indimenticabile del piccolo Cocò, è la vicenda dei due fratellini rom ciechi dalla nascita, Marko e Branko, che grazie alla lunga e ininterrotta battaglia di Corbelli, alla fine non furono espulsi dall’Italia e rimasero nel nostro Paese, a Rende, in Calabria, dove oggi continuano a vivere con la loro famiglia, per poter essere curati ancora.
Era il giugno del 2001, da quando li ha tolti da una “tenda vergogna”, alle porte di Cosenza, dove erano nati e dove vivevano da 4 anni, e li ha portati e fatti ospitare in un appartamento a Rende, Franco Corbelli aiuta ininterrottamente questi bambini, che ha fatto più volte visitare e operare a Bologna, li ha fatti iscrivere a scuola, e dal 2001 ha permesso loro di restare in Italia con dei permessi straordinari di soggiorno, insieme alla loro famiglia.
Anche questa storia viene ricordata e documentata nel sito, insieme a tutte le altre mille battaglie civili e di giustizia, le innumerevoli iniziative umanitarie, sino alle ultime vicende di questi giorni: il piccolo Cisse, ivoriano, il bambino sbarcato da solo al porto di Corigliano, che Corbelli sta aiutando per far riabbracciare il papà, e che è stato già rintracciato in Francia, e la mamma che è rimasta prigioniera in un campo lager in Libia.
O anche la storia amara delle dieci sfortunate madri africane, cinque somale e cinque eritree, che hanno perso i loro bambini in un tragico naufragio, bambini che sono stati poi sepolti nei cimiteri di Crotone e provincia, e che oggi Franco Corbelli sta aiutando, facendo l’impossibile perché anche loro possano finalmente trovare accoglienza in Calabria.
Ultimo episodio in ordine di tempo, giovedì 24 agosto: per questo suo ininterrotto impegno a difesa dei diritti umani Corbelli riceve ad Acquaformosa, paese calabrese simbolo dell’accoglienza, al Festival delle Migrazioni, un riconoscimento storico, “ Il Premio per i diritti umani”. Per lui è il coronamento di una vita dedicata agli altri. Franco Corbelli lo incontriamo prima che vada in onda, negli studi di Teleuropa Network, sulla superstrada che da Cosenza porta a Paola, in una delle TV private più moderne e più social dell’intera regione, e dove Corbelli va in onda ogni sabato per raccontare agli altri il sapore e le emozioni delle sue battaglie umanitarie.
Lo fa da settimane, con un record di ascolti senza precedenti. E’ il segno anche questo di una Calabria moderna, piena di voglia di vita e di passione civile, soprattutto di coraggio, perché in Calabria il giornalismo davvero libero - sorride il leader del Movimento Diritti Civili- non lo si può fare se non si ha in corpo una buona dose di coraggio.
(PPN) 29 ago 2017 21:22
I PREMI, I RICONOSCIMENTI E ALCUNI ARTICOLI, TRA LE MIGLIAIA, DEDICATI
A CORBELLI IN TUTTI QUESTI LUNGHI ANNI PER IL SUO IMPEGNO CIVILE
INIZIAMO QUESTO LUNGO ELENCO, CHE PROSEGUE, CON IL PREMIO SCUOLA CALABRIA e LEGALITA'
CHE PROFESSORI E STUDENTI DELL'ITC "GALILEO GALILEI" DI VIBO VALENTIA HANNO ASSEGNATO
A CORBELLI IL 25 MAGGIO 2012.
LA MOTIVAZIONE DI QUESTO PREMIO E' SENZ'ALTRO IL RICONOSCIMENTO PIU' BELLO E SIGNIFICATIVO,
TRA TUTTI QUELLI RICEVUTI IN TUTTI QUESTI ANNI DAL FONDATORE DEL MOVIMENTO DIRITTI CIVILI
Questa la pagina che, nel 2021, dopo moltissimi anni, WIKIPEDIA ha inspiegabilmente cancellato come
scrive domenica 13 marzo 2022, dopo che l'ho scoperto, il grande e coraggioso quotidiano La VERITA'!
IL RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE. ECCO LA LUNGA PAGINA CHE LA
PRESTIGIOSA ENCICLOPEDIA WIKIPEDIA DEDICA A CORBELLI
Franco Corbelli
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Questa voce o sezione sugli argomenti attivisti italiani e giornalisti italiani non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Commento: nonostante l'apparente "ricchezza di note", gran parte di esse linkano al movimento da lui fondato, o ad articoli di giornale in cui di lui si parla solo in maniera estremamente marginale (esempio [1])
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Francesco Saverio Corbelli detto Franco (Torano Castello, 8 gennaio 1957[1]) è un attivista e giornalista italiano, fondatore e leader del Movimento Diritti Civili, un gruppo politico e umanitario attivo principalmente in Italia.
Laureato in Scienze economiche e sociali e pubblicista[2], sul finire degli anni settanta fu collaboratore e corrispondente giornalistico del tabloid L'Occhio, diretto da Maurizio Costanzo.[3]
Dagli anni '80 (la sua prima campagna fu SOS Somalia del 1980[2]) si occupò di diversi casi umani e civili[4], come persone bisognose di cure, sovraffollamento carcerario, detenuti malati[5], bambini detenuti con le madri in prigione[6][7], diritti dei consumatori, immigrazione, fame nel mondo,disabilità, diritto di parola[8], diritti dei rom, contro la tortura e la pena di morte e per il garantismo (ad esempio nel caso di Enzo Tortora)[9], diverse battaglie talvolta condivise anche con politici come il leader radicale Marco Pannella[10] o Vittorio Sgarbi, con cui ha spesso però polemizzato.[11]
Proprio con Sgarbi ebbe prima una vivace polemica (scrisse L'anti-Sgarbi, un attacco al critico per le sue apparizioni televisive contraddistinte dalla sua nota irascibilità, assunte come emblema di tv-spazzatura), che finì per trasformarsi in una forte e duratura amicizia.[3] Nel 1994 diede vita al Movimento Diritti Civili, ufficialmente costituita come Libera Associazione Nazionale Diritti Civili, per opera dello stesso Vittorio Sgarbi nel giugno 1995, e che fu poi guidata da Corbelli, inizialmente come addetto-stampa e portavoce[12] del critico d'arte ferrarese.[13]Fu intervistato, sul problema delle carceri, per la terza pagina del New York Times il 28 febbraio 1995, cosa ripetutasi nel 2005.[2]
Nel 1998 presenta un esposto contro il procuratore americano Kenneth Starr e contro Monica Lewinsky in relazione alla vicenda denominata "sexgate", coinvolgente Bill Clinton.[14] Lo stesso anno denunciò uno spettacolo teatrale tratto da Superwoobinda di Aldo Nove, per alcune scene ritenute offensive del sentimento religioso e della memoria di Marta Russo, studentessa uccisa da un colpo di pistola all'Università La Sapienza nel 1997.[15]
Nel 1999 è stato candidato come indipendente, nelle file del Centro Cristiano Democratico, alle elezioni europee ed in seguito collaborò con I Liberal Sgarbi.[16]
Nel 2000 si presenta alle elezioni regionali in Calabria, ottenendo lo 0,9% dei voti; la sua lista, denominata Diritti Civili, consegue lo 0,5% senza ottenere seggi. La lista I Liberal Sgarbi, invece, decide di sostenere il candidato della Casa delle Libertà, Giuseppe Chiaravalloti, poi risultato vincitore.
Nel 2003 organizza un cargo riempito di derrate alimentari da consegnare all'ambasciatore italiano in Etiopia, paese africano che in quel periodo viveva una forte carestia.[3] Sempre nel 2003, assieme a Eleonora Moro, presenta un esposto contro una scena (in realtà mai rappresentata) di uno spettacolo satirico di Daniele Luttazzi, Dialoghi platonici, ritenuta oscena e gravemente offensiva nei confronti del defunto Aldo Moro.[17]
Nel 2004, in occasione delle elezioni provinciali di Cosenza, si candida alla carica di Presidente: la lista ottiene il 4,1% (circa 15.000 voti),[3] che gli consentirà di essere eletto consigliere provinciale, carica che mantenne sino alla scadenza della legislatura nel 2009.[3]
Dal 2005 pubblica il settimanale Diritti Civili, dal nome dell'associazione da lui fondata e diretta.[3] Una delle più note battaglie sostenuto fu quella per Kate Omoregbe, nigeriana di 34 anni, arrestata in Italia (dove viveva da 10 anni) per possesso di droga e che rischiava l'espulsione; riuscì infine a ottenere l'asilo politico in Italia, evitando un possibile rischio per la vita che correva nel suo paese, dove era passibile di arresto o lapidazione da parte della famiglia musulmana dello sposo rifiutato.[3][18]
Si è occupato anche del controverso caso di padre Fedele Bisceglia, un religioso missionario, suo amico da molti anni nell'assistenza ai poveri, arrestato e accusato nel 2006 per una presunta violenza sessuale contro una suora, dalla quale fu assolto dopo anni di processo nel 2015.[19][20]
Talvolta è stato definito un "Gandhi della Calabria"[2][21] o "Gandhi italiano"[2][22], soprannome condiviso con personalità come Aldo Capitini e Danilo Dolci.[2]
Ha ricevuto la nomina di Ambasciatore dei Diritti Civili nel 2014, oltre a numerosi altri premi (come quello dell'Associazione Nazionale Carabinieri), per tutti i casi risolti e le battaglie vinte, tra cui l'aver ottenuto una legge per evitare il fenomeno dei bambini in carcere (votata nel 2001, anche se non completamente applicata) ed un'altra per eliminare il vetro divisorio nelle sale colloqui dei carceri di massima sicurezza.[2] Lo stesso anno ha donato un terreno di sua proprietà per realizzare un possibile cimitero per i migranti deceduti in mare.[23]
- L'anti-Sgarbi. Diario di una rivolta ideale contro lo sgarbismo e la tv spazzatura di Giuliano Ferrara, Cosenza, edizioni Progetto 2000, 1991, ISBN 88-85937-41-1.
- Diritti civili. Cronache di una rivolta contro la falsa giustizia, edizioni Progetto 2000, 1997
IL CIMITERO INTERNAZIONALE DEI MIGRANTI
SULLA STAMPA NAZIONALE E INTERNAZIONALE
ALCUNI DEGLI ULTIMI SERVIZI: Tg1, Tg5, Tg La7 E CORRIERE DELLA SERA
Dall'homepage del TG1 - 17 aprile 2017(Nella Pagina Video i servizi del Tg1, Tg La 7, di AL JAZEERA e TG5)
MIGRANTI
CORRIERE della SERA.IT e, anche, su supplemento corriere.it/BUONE NOTIZIE(16 giugno 2019)
La storia
Il Cimitero dei migranti nasce a Tarsia. «Modello di architettura del dialogo»
L’opera monumentale è stata voluta dall’associazione Diritti Civili già sei anni fa, all’indomani della tragedia
di Lampedusa, nella quale morirono 368 migranti
Il Memoriale per le vittime dei naufragi sta prendendo corpo a Tarsia, in Calabria. La grande opera monumentale è stata fortemente voluta dall’associazione Diritti Civili (www.diritticivili.it). Il suo presidente, Franco Corbelli, iniziò a lavorare al progetto sei anni fa, per l’esattezza all’indomani di una delle più grandi tragedie registrate nel Mediterraneo, quando nel naufragio di una imbarcazione libica morirono 368 migranti. I loro corpi furono recuperati in mare, al largo di Lampedusa. Simbolico è il luogo individuato per il Cimitero internazionale dei migranti. E cioè un’area attigua a quella che ospitò l’ex campo di concentramento fascista più grande d’Italia, il campo di Ferramonti. Corbelli spiega che quello «fu un luogo sì di prigionia ma anche di grande umanità, dove nessun dei tremila internati subì mai alcuna violenza». Per costruirlo, il regime fascista dovette bonificare ampie aree paludose della media valle del fiume Crati, soggetta a esondazioni. Oggi è un luogo di memoria. Non c’è più traccia delle baracche che ospitarono i cittadini ebrei, ma sono rimasti in piedi (e vincolati) gli edifici direzionali, in parte trasformati a museo.
Il Cimitero dei migranti sarà intitolato ad Alan Kurdi, il bimbo siriano annegato nel 2015. Il suo corpo fu trovato su una costa turca e divenne simbolo della crisi europea dei migranti. «Cancellerà la disumanità di quei corpi, uomini, donne e bambini, quasi tutti senza nome, vittime dei naufragi, che vengono sepolti – spiega Corbelli - con un semplice numerino, in tanti piccoli sperduti cimiteri che di fatto ne cancellano in questo modo ogni ricordo e rifermento per i loro familiari dei lontani paesi del mondo che non sapranno mai dove andare un giorno a cercarli, per portare un fiore e dire una preghiera».
I lavori di sbancamento sono già iniziati. Il luogo prescelto è in cima a una collina e vi si arriva percorrendo il viale del Purgatorio. L’architetto Fernando Miglietta, che l’ha progettato con l’ingegnere Donato D’Anzi, spiega che proprio il viale «diventa l’asse portante del nuovo cimitero, che integrerà sia le esigenze delle vittime del Mediterraneo sia le necessità dei residenti di Tarsia. L’intervento è consapevole dei grandi mutamenti in atto in questo secolo, che cambieranno la vita e l’organizzazione delle città, in direzione di quella che amo definire l’identità plurale». Da un lato troveranno posto una piccola chiesa, i colombari, le tradizionali aree di sepoltura. Dall’altro ci saranno spazi «in grado di ospitare rituali diversi, di ogni cultura», precisa Miglietta. Nel Memoriale, poi, si troverà un grande schermo a forma di occhio sul quale saranno proiettati senza interruzione immagini di salvataggi in mare, di sbarchi. «Lo abbiamo intitolato “Ultimo sguardo” e sarà un luogo di forte impatto emotivo». Come tutto l’insieme del resto. Ci sono due piazze con altrettante fontane anch’esse a forma di occhio, passaggi obbligati, un “angolo della speranza”, sollecitazioni visive, prospettiche, decorative, ambientali. Tutti tasselli, insomma, di una “architettura del dialogo”.
Corriere della Sera.it(altro servizio, 17 aprile 2017)
Le tragedie del mare
Tarsia, il paese della Calabria
che vuole ospitare un cimitero
con le tombe di tutti i migranti morti
Presto il via ai lavori a Tarsia, in provincia di Cosenza. Il sindaco: «Vogliamo
ridare dignità a questi morti e lanciare un messaggio al mondo che li criminalizza»
di Claudio Del Frate
Il più grande monumento a cielo aperto dedicato alla tragedia dell’immigrazione sarà un cimitero in Calabria. Nel comune di Tarsia, in provincia di Cosenza, ha fatto un passo avanti il progetto di seppellire qui, in un terreno appositamente dedicato, i corpi di tutti gli stranieri senza nome che muoiono nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Italia. Un’ecatombe senza fine e che anche nel giorno di Pasqua ha contato almeno 20 vittime nell’ennesimo naufragio e oltre 700 disperati tratti in salvo all’ultimo momento. I tecnici del comune di Tarsia hanno completato il progetto e lo hanno presentato al sindaco Roberto Ameruso; il terreno c’è già ed è stato donato all’amministrazione pubblica dal promotore dell’idea, il presidente del movimento «Diritti Civili» Franco Corbelli.
La dedica ad Aylan
«Finalmente possiamo partire con i lavori —ha dichiarato Ameruso — per il cimitero internazionale dei migranti. Sarà eliminata per sempre la disumanità di quei poveri corpi, senza volto e senza nome, sepolti con un semplice numerino in tanti piccoli sperduti cimiteri calabresi e siciliani. che di fatto ne cancellano ogni identità, ogni ricordo e ogni possibile riferimento per i loro familiari». Tarsia fino a pochi ani fa ospitava un centro di raccolta per i profughi che giungevano in Calabria; il cimitero sorgerà all’interno di un uliveto proprio nelle vicinanze del centro, oggi dismesso. Nelle intenzioni del piccolo centro calabrese, il cimitero sarà intitolato a ad Aylan Kurdi, il bimbo siriano raccolto cadavere su una spiaggia della Turchia mentre con la famiglia scappava dalla guerra nel suo paese e la cui immagine è divenuta simbolo della tragedia dell’immigrazione. «Tarsia - ha concluso il sindaco — vuole continuare la sua tradizione di accoglienza. Con questa opera universale vogliamo mandare al mondo minacciato da uno spietato a crudele terrorismo e dalla criminalizzazione degli immigrati un messaggio di pace e di speranza
SONO STATI A TARSIA GLI INVIATI DI
AL JAZEERA(storica tv del mondo arabo)
ARD(Radio Pubblica della Germania)
NEUE ZURCHER ZEITUNG(principale giornale della Svizzera)
O GLOBO(primo giornale del Brasile)
MARE(storica Rivista internazionale tedesca)
Quotidiano del Sud - 1 agosto 2016
Gazzetta del Sud - 26 agosto 2016
Gazzetta del Sud - 21 luglio 2016
La Provincia - 21 luglio 2016
Quotidiano del Sud - 20 agosto 2016
Quotidiano del Sud -25 agosto 2016
La Provincia - 14 agosto 2016
Prima di continuare con i Premi e i reportage l'apprezzamento per il Cimitero dei
Migranti dal PARLAMENTO FRANCESE. Ecco cosa ha scritto un deputato francese,
Christian Paul, sul suo profilo facebook. Questo il suo importante messaggio
Je salue l'initiative de Franco Corbelli, président de l'ONG Mouvement pour les droits civils, et de Roberto Amerusa, maire de Tarsia, en Italie, qui défendent le projet de création d'un cimetière international des migrants.
Ce lieu, qui doit "donner de la dignité aux victimes, au moins dans la mort", serait assorti d'un mémorial pour tous ceux qui ont perdu la vie en mer.
Depuis le début de l'année, l'ONU estime que 1 370 personnes sont mortes en tentant de rejoindre l'Europe par la mer. Au cours de la semaine passée, ce sont au moins 800 hommes, femmes et enfants, partis de Libye, qui ont disparu au sud de l'Italie.
Ces drames traduisent l'échec de la politique européenne en matière d'accueil des réfugiés et des migrants. Il devient vital de se doter d'une politique d'accueil, organisée et solidaire, des réfugiés, en France comme en Europe.
La traduzione
Saluto l'iniziativa di Franco Corbelli, presidente della Ong Movimento per i diritti civili, e Roberto Amerusa, sindaco di tarsia, in Italia, che difendono il progetto di creazione di un cimitero internazionale dei migranti.
Questo luogo, che deve "dare dignità alle vittime, almeno nella morte", sarebbe accompagnato da un memoriale per tutti coloro che hanno perso la vita in mare.
Dall'inizio dell'anno, l'Onu ritiene che 1 370 persone siano morte nel tentativo di raggiungere l'Europa attraverso il mare. Nel corso della settimana scorsa sono stati almeno 800 uomini, donne e bambini, partiti dalla Libia, scomparsi a sud dell'Italia.
Questi drammi traducono il fallimento della politica europea in materia di accoglienza dei profughi e dei migranti. E ' fondamentale dotarsi di una politica di accoglienza, organizzata e solidale, dei profughi, in Francia e in Europa.
Seguono prima dei Premi i Reportage sul Cimitero internazionale dei Migranti
de IL FATTO QUOTIDIANO, del sito di AL JAZEERA, lo speciale della
Radio Pubblica Tedesca, ARD(il cui servizio audio originale è in pag. Video),
lo speciale di una intera pagina del principale giornale della Svizzera,
NZZ, il reportage del primo storico giornale del Brasile, O GLOBO, l'articolo
della Rivista cattolica tedesca, PUBLIK FORUM, il reportage di RADIO VATICANA
(lo speciale si può ascoltare nella sezione Video) sulla grande opera umanitaria
universale, IL CIMITERO INTERNAZIONALE DEI MIGRANTI, che DIRITTI CIVILI
sta per far realizzare a Tarsia, in Calabria.
Ecco dove sorgerà: su una collinetta, vicino l'ex campo di concentramento
fascista di Ferramonti, di fronte al Lago e al vecchio cimitero comunale
I REPORTAGE
IL FATTO QUOTIDIANO, 26 ottobre 2015
IL 21 LUGLIO A TARSIA, DI NUOVO, L'AUTOREVOLE STAMPA STRANIERA
GLI INVIATI DELLA RADIO PUBBLICA DELLA GERMANIA, ARD, E DEL
PRINCIPALE GIORNALE DELLA SVIZZERA, NEUE ZURCHER ZEITUNG
(il comunicato nella pagina Editoriale)
La Provincia di Cosenza - 6 luglio 2016
ARTICOLO TRADOTTO DA DEUTSCHLANDFUNK
ARD, Radio Pubblica della Germania(art. originale, così come
è stato tradotto, con errori, in italiano dal traduttore automatico)
(il servizio audio nella Sezione Video)
Pianificato primo cimitero internazionale dei rifugiati
Il rientro dei profughi, la dignità per chi fuggiva dall'inferno, creare un luogo di riflessione e di lutto:
La piccola comunità Tarsia nel nord della Calabria saranno un esempio e sta progettando il primo
cimitero internazionale dei rifugiati per le persone annegate che nel loro volo attraverso il Mediterraneo.
Da Jan-Christoph clit
Migliaia i rifugiati morti, nel Mediterraneo, secondo le stime dell'UNHCR. (Dpa / immagine alliance / Darrin Zammit Lupi)
In Augusta, la città portuale della Sicilia, per esempio, gli esperti stanno cercando i resti di 458 persone per identificare che si trovavano su una nave affondata sul fondo del mare. Poi tombe devono essere trovate per loro, su piccoli cimiteri sull'isola, che spesso già stanno scoppiando.
In Tarsia ci sono persone che non vogliono accettare. Tarsia non è sul mare, ma nel nord della Calabria. Famoso è il luogo in quanto, durante la seconda guerra mondiale, era il più grande Campo di detenzione di fascisti. Franco Corbelli sta combattendo una prospettiva da molto tempo per i diritti umani e per dare una sepoltura dignitosa per i rifugiati morti:
"Se questo uomo che è sempre un estraneo, allora anche le ceneri sparsi per sempre al vento, in realtà si sta cancellando la dignità di, non solo la memoria di queste persone. Voglio che i diritti di questo popolo, se non nel corso della sua vita poi vengono rispettati, almeno dopo la morte.
Con il cimitero, diamo loro la dignità di nuovo, ricordare la loro memoria - e le loro famiglie potrebbero, proprio come noi, un giorno andare alla tomba e dire una preghiera ".
Graves per migliaia invece di ulivi
è il posto per esso già c'è. Su 30.000 metri quadrati di terreno che vogliono creare un cimitero per i profughi morti qui. Dove ora sono ulivi, sarà presto tombe di migliaia di persone. Un memoriale, che Franco Corbelli vuole dedicare ad Aylan Kurdi. Il bambino di tre anni, della Siria, morto quasi un anno fa su una spiaggia greca e la sua immagine è diventata un simbolo per il disastro che sta accadendo in confini dell'Europa. Anche il Tarsia sindaco Roberto Ameruso appartiene a coloro che lavorano per il cimitero:
"Oggi, dobbiamo decidere, non si può essere pigri. Io dico che dobbiamo uscire da questa logica dello stato di emergenza permanente, e di solidarietà. E noi accettare questa responsabilità. Da questa idea, dobbiamo tenere accesa una luce, in questo momento molto buio per l'umanità "
Quattro milioni di euro per un nuovo cimitero
Circa 4.000.000 € costerà il. Solo cercando raccogliere il denaro. La regione ha promesso il sostegno e il governo di Roma vuole cimitero. E quando si tratta di cittadini di Tarsia, i lavori di costruzione potrebbe iniziare in breve tempo. E Franco Corbelli ha un desiderio: inaugurare il cimitero il 3 ottobre, l'anniversario del disastro di Lampedusa:
"Spero che questo luogo, questo Gedenkstädte è un luogo di riflessione, il confronto, l'incontro, anche per il governo che verrà qui. Non solo le scuole, le istituzioni dovrebbero venire a Tarsia per testimoniare e non dimenticare mai questo dramma che stiamo vivendo e che continua"
Sperando in tempi migliori
Se tutto funziona l'inaugurazione del cimitero internazionale dei rifugiati e multireligiosa in poco tempo si farà. A Tarsia nessuno può fermarlo. Anche se Franco Corbelli e il sindaco sanno che il posto potrebbe presto essere sufficiente, non morendo più nel Mediterraneo, sperano che non ci sia bisogno di allargarlo.
l'articolo è stato riportato così come è stato tradotto(compresi gli errori)
Nella pagina Sezione Video i reportage speciali di
AL JAZEERA
RADIO VATICANA
RADIO PUBBLICA TEDESCA,ARD
ADNKRONOS
FATTOQUOTIDIANO.IT
TGCOM24
Tg1
Tg La7
Radio 3 Rai
La Provincia -31 maggio 2016
DAL SITO DI AL JAZEERA (la tv araba più importante del mondo) - 28 maggio
Italia crea un cimitero per i rifugiati annegati in mare
(Tradotto con Google traduttore. Ci scusiamo per gli errori dovuti alla traduzione automatica)
Un campo accanto a un campo di concentramento fascista potrebbe presto diventare il luogo di riposo per centinaia di rifugiati.
Statua in Tarsia dedicato alle persone perseguitate [Rosie Scammell / Al Jazeera]
di
Rosie Scammell
Tarsia, Italia -Pochi rifugiati immaginano di finire in un campo nella punta dello stivale d'Italia. Ma questo versante rurale tra Tarsia, una cittadina collinare nella regione Calabria, ed i resti del più grande campo di concentramento fascista del paese, potrebbe presto diventare il luogo Restinga finale per coloro che perdono la vita in rotta verso shores. italiano
"Dedicare una parte del nostro territorio per la sepoltura di queste vittime è semplicemente un atto di grande umanità", dice il sindaco della città, Roberto Amerusa, che sta conducendo una campagna per costruire il primo cimitero per le vittime della crisi dei rifugiati del Mediterraneo. Â
Amerusa governa una comunità di appena 2.000 persone a Tarsia - una "terra di pace e di solidarietà", secondo un segno nella parte superiore della strada ventosa in città.
Mentre Calabria rurale può apparire un luogo insolito per un progetto del genere, il sindaco insiste un tale gesto è nel "DNA culturale" di una città che vive con l'eredità del campo di concentramento di Ferramonti.
I rifugiati provenienti da un altro tempo
Fondata da leader fascista Benito Mussolini nel 1940, il campo ospitava più di 3.000 persone, per lo più ebrei stranieri che gli italiani internati lì con l'intenzione di poi spostarli in Germania nazista.
Il trasferimento non è mai avvenuto, e Ferramonti fu liberata dalle forze britanniche nel 1943.
Fra quelli liberati erano sopravvissuti da un shipwreck. Circa 500 ebrei erano stati raccolti da una nave da guerra italiana nel 1940 dopo la loro barca, la SS Pentcho, è naufragato nel Mar Egeo. Avevano tentato una drammatica fuga lungo il Danubio dal Bratislava.Â
"La storia di queste persone che sono stati salvati dalle acque, inoltre nel Mar Egeo, oggi il teatro di questa ondata migratoria ... rende questa storia sempre più attuale", dice Amerusa. Â
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Modello di Ferramonti concentrazione Campa [Rosie Scammell / Al Jazeera] |
'Dignità, almeno nella morte'
Un totale di 8.632 persone sono morte o scomparse nel tentativo di raggiungere l'Europa via mare dall'inizio del 2014, secondo i dati delle Nazioni Unite . Mentre molti dei corpi non sono mai recuperati, quelli portati a terra hanno in passato è stata sepolta in vari cimiteri del sud Italia. Â
E 'stata una particolare naufragio - quando 360 persone sono annegate il 3 ottobre 2013 -. Che ha spinto un attivista calabrese per chiedere un ripensamento della pratica di sepoltura un po' a casaccio Â
"Vedendo quelle bare e quelle persone senza nome, perché erano sepolti e quasi tutti continuano ad essere sepolto con un numero, è disumana", dice Franco Corbelli, che si sono avvicinati vari municipi prima che la sua idea è stata accettata a Tarsia. Â
"Dobbiamo dare [loro] la dignità, almeno nella morte ... Ognuno ha un parente, ognuno ha una madre, un fratello, una sorella Se un giorno vogliono andare e portare un fiore o dire una preghiera, dove. andranno? " chiede. Â
Un cimitero di rifugiati
Mettere i piani per un cimitero di rifugiati in moto è scesa a Francesco Sansone, responsabile tecnico di Tarsia, che ha trascorso più di 30 anni di lavoro presso il municipio. Circondato da schemi di progetto e le mappe, si delinea il progetto del cimitero, che comprende un monumento e una cappella. Â
"È necessario prendere in considerazione le religioni, perché sono molto importante", dice Sansone, che spiega le diverse opzioni di sepoltura, incluso lo spazio per urne cinerarie. "Nessuno sa che la religione questi poveri sono da. Si pensa la maggioranza sarebbe musulmana, ma non solo ... anche i cristiani, quindi abbiamo preparato per un po 'di tutto."
Il sito di Tarsia di un ettaro riempie anche un bisogno locale, in quanto non vi è più spazio nella vicina cimitero della città. Piani di Sansone, quindi, includono una grande sezione dedicata agli italiani, separato dal cimitero dei rifugiati Purgatorio Street.
Amerusa dice cittadini erano inizialmente scettici circa l'idea, ma sono venuti intorno ad esso.
Il sindaco è inoltre a conoscenza di un cimitero rifugiato potrebbe avere benefici finanziari per la sua città, probabilmente attira visitatori e la creazione di posti di lavoro, anche se dice una tale valutazione non è stata una motivazione.
Un segnale di unità
Per le strade di Tarsia, uno locale descrive il progetto come "una bella cosa, per fare questo per i migranti". Unire il dibattito fuori un caffè, dove la maggior parte la conversazione si svolge in spessore dialetto calabrese, un altro uomo dice che il cimitero è "la cosa giusta da fare".
Ma altrove un imprenditore dice che dubita che il governo pagherà per il progetto, che riflette sugli alti costi delle operazioni di soccorso in mare che ha sentito parlare in TV. Â
Una descrizione dettagliata delle figure mette i costi previsti a 4,3 milioni di euro ($ 4,8 milioni), con Tarsia alla ricerca di co-finanziamento della regione Calabria e il ministero degli interni in Italia. Né ufficio era immediatamente disponibile per discutere i piani, che sono stati presentati all'inizio di quest'anno, lasciando Sansone in attesa di una risposta da opere che, dice, può iniziare non appena i fondi sono assegnati. Â
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Corrente Tarsia cimitero - come si è visto dal sito proposto per il nuovo cimitero[Rosie Scammell / Al Jazeera] Â |
"Purtroppo, [è] la burocrazia in Italia. Essa non dipende da noi, ma a volte ci sono, in questo modo, complici ma anche vittime", riflette. Â
Ci sono speranze a Tarsia che il cimitero potrebbe ospitare molte delle vittime della peggiore naufragio negli ultimi decenni. Il 18 aprile 2015, almeno 800 persone sono state uccise quando la loro barca si è capovolta.
I pochi corpi che sono stati recuperati al momento sono stati sepolti in tombe siciliana, mentre un esercizio italiano è attualmente in corso per aumentare il relitto, all'interno della quale si trovano i resti di centinaia di altre vittime. Â
Ma il capo della commissione mancante persone in Italia, Prefetto Vittorio Piscitelli, che è coinvolto nell'operazione, dice sotto attuali piani restanti 18 aprile vittime saranno seppelliti nei cimiteri in tutta Sicily.Â
Riflettendo sui piani di Tarsia, Piscitelli è positivo circa il concetto ma dice che sembra funzionari che eseguono la Regione Calabria non sono stati molto attivi nel perseguire il progetto.
"Potrebbe essere buono per dare l'immagine del nostro paese come un paese accogliente e la porta verso l'Europa. Un segnale che i migranti sono i benvenuti", dice lui, paragonando il cimitero a quelli per caduta soldati statunitensi e britannici in Italia. Â
Piscitelli ha anche sentito i suggerimenti che un cimitero rifugiato essere costruito su un terreno sequestrato alla mafia calabrese - il enormemente ricco ndrangheta, che esercita un enorme potere sulla regione impoverita. Ma una tale idea non ha fatto per le fasi di progettazione e quindi il sito Tarsia, che richiedere fino a un anno per costruire, sembra l'opzione più probabile.
Carlotta Sami, un portavoce con sede a Roma per agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, l'UNHCR, dice dedica un posto per naufragio vittime è buona, anche se un'altra priorità nel trattare con i morti deve essere affrontato.
"La cosa importante è che il sostegno reale è messo in atto per l'identificazione delle vittime e la possibilità di mettere in atto il contatto con i parenti", dice. "Questo dovrebbe essere la priorità. Poi, se c'è la possibilità di ricordare e dare un posto per queste persone di essere sepolti che è positivo e lodevole". Â
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Accedi Tarsia che recita: 'una terra di pace e di solidarietà' Â [Rosie Scammell / Al Jazeera] Â |
Una delle poche vittime sono state identificate è Alan Kurdi, un tre-anno-vecchio ragazzo siriano il cui corpo su una spiaggia turca richiesto una massiccia effusione di simpatia per i rifugiati in fuga verso l'Europa. Â
Amerusa dice che il progetto Tarsia sarà chiamato dopo il bambino siriano, con la speranza che il nuovo cimitero servirà sia come un memoriale per le vittime e un messaggio politico in Europa. Â
"Attraverso questo cimitero vogliamo dare un segnale importante per la società civile. Un segnale di unità, un segnale di umanità, un segnale di civiltà", dice il sindaco."Oggi c'è forse bisogno di grande coraggio, che coloro che rappresentano gli Stati devono avere. Per non pensare alle prossime elezioni, ma le prossime generazioni."
Fonte: Al Jazeera
Speciale sul Cimitero dei Migranti del più importante giornale della Svizzera, Neue Zurcher Zeitung
Reportage del primo storico giornale brasiliano, O Globo
L'ex campo di concentramento si trasforma in cimitero di migranti in Calabria
Sito ospiterà i corpi di profughi morti in naufragi nel Mediterraneo
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Di ADRIANA CARRANCA, O GLOBO
2016/04/09
Passato e presente. Il campo dove sarà cimitero: corpi sono sepolti in 70 sedi - Roberto Setton
Tarsia, Italia - Parte di un campo di concentramento, la più grande delle 15 detenute dal fascista Benito Mussolini durante la seconda guerra mondiale, si sta preparando per ospitare il primo morto internazionale cimitero di rifugiati nel Mediterraneo. Oggi, i corpi recuperati sono sepolti in più di 70 località, per lo più in città e villaggi della costa siciliana, e la Grecia e la Turchia. Molte tombe sono identificati solo da un numero. "La maggior parte dei corpi trovati nel Mediterraneo sono sepolti senza identificazione", dice il rapporto di progetto mancante Mediterraneo pubblicato la scorsa settimana, dimostrando che le autorità europee sono impreparati ad affrontare la natura e la portata della tragedia. L'Italia solo di recente ha iniziato a fotografare i corpi e raccogliere campioni di DNA, ma il lavoro è lento, e molti prima di esso, sono stati sepolti senza identificazione.Per la famiglia, semplicemente scomparsi.
La progettazione di Tarsia, in Calabria, prevede che i corpi non identificati sono sepolti anche nel nuovo cimitero.
Il Ferramonti di Tarsia Campo, nella regione Calabria, ha ricevuto 3.800 ebrei tra il 1940 e il 1943, quasi tutti gli stranieri catturati dai nazisti e deportati in Italia. Tra di loro c'erano 539 superstiti di un naufragio, salvata da una nave da guerra nel 1940.
Poco rimane del campo, che si trova in una zona rurale lungo il fiume Crati, a sei chilometri di distanza dalla città di appena duemila abitanti. Sul lungomare è il cimitero locale, dove sono sepolti in una zona riservata, i corpi di ebrei uccisi nel campo - i profughi di occupare la terra vicina.
- L'idea è quella di essere un cimitero interreligioso - afferma Franco Corbelli, fondatore attivista locale e promotore del progetto.
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Ferramonti di Tarsia, un ex campo di concentramento nazista gestito da Benito Mussolini durante la Seconda Guerra Mondiale, per essere parte del terreno trasformato in cimitero a ricevere rifugiati e migranti uccisi attraversando il Mediterraneo Foto: Adriana Frown
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Monia Martorano, che lavora con l'integrazione dei rifugiati a Tarsia, dice che il lavoro avrà un costo di 4,3 milioni di € (15,6 milioni di R $), già in parte finanziato dal governo regionale. Il resto è in corso di negoziazione con il governo centrale e l'UE.
Costruire Ferramonti ha iniziato una settimana prima dell'ingresso d'Italia nella seconda guerra mondiale. L'intenzione era di deportare i prigionieri alla Germania nazista. Maria Lavorato, che lavora come volontaria, dice che quando i tedeschi vennero a città, il comandante del campo ordinò spiegare nel flag che indica gialla epidemia di tifo locale, risparmiando così i prigionieri trasferiti ad Auschwitz. Il campo fu liberato dalle forze britanniche nel 1943. Circa un migliaio di ebrei sono stati trasferiti su una nave a New York, e sono stati poi permesso di rimanere negli Stati Uniti. Erano rifugiati da allora.
CIMITERO MIGRANTI ANCHE SULLA STAMPA CATTOLICA TEDESCA
Rivista Publik Forum(21 settembre 2016)
Ein bisschen Würde
In Süditalien ist ein Flüchtlingsfriedhof in Planung
In Kalabrien im Süden Italiens soll der erste internationale Flüchtlingsfriedhof entstehen. Auf 10 000 Quadratmetern Land will die Gemeinde Tarsia eine letzte Ruhestätte für jene einrichten, die auf ihrer gefahrvollen Flucht übers Mittelmeer gestorben sind. »Mit dem Friedhof geben wir ihnen die Würde zurück«, sagt Franco Corbelli, Ideengeber des Projekts und Geschäftsführer der Menschenrechtsorganisation Movimento diritti civili. »Jeder der Ertrunkenen hat eine Mutter, einen Bruder oder eine Schwester. Wenn diese Verwandten Blumen an ein Grab bringen oder ein Gebet sprechen wollen, wo sollen sie hingehen?« Rund vier Millionen Euro sind veranschlagt, die Region hat ebenso wie die Regierung in Rom Unterstützung zugesagt, doch noch sind nicht alle finanziellen Fragen gelöst. Der Bürgermeister von Tarsia, Roberto Ameruso, findet große Worte für das Vorhaben: »Von dieser Idee geht ein Licht aus in diesem für die Menschheit sehr dunklen Moment.« Der Ort soll auch als Gedenkstätte dienen, er soll von Schulklassen genauso besucht werden wie von Regierungschefs. »Alle sollen hierher kommen, um Zeugnis abzulegen und dieses Drama der Flüchtlinge nie zu vergessen, das wir erleben und das weiter andauert«, betont Franco Corbelli. ê Ertrunkene Flüchtlinge: In Tarsia sollen sie, anders als hier in Izmir, würdevoll begraben werden
Traduzione(con traduttore automatico. Ci scusiamo per gli errori)
Un po 'di dignità Nel sud Italia, è un cimitero di rifugiati nella pianificazione In Calabria nel sud Italia, il primo cimitero internazionale dei rifugiati deve essere costruito. A 10, 000 metri quadrati terreno, il comune Tarsia vuole creare un luogo di riposo per coloro che sono morti sul loro volo pericolosa attraverso il Mediterraneo. "Con il cimitero, diamo loro la dignità di nuovo", dice Franco Corbelli, direttore creativo del progetto e direttore dell'organizzazione per i diritti umani Movimento DIRITTI civili. "Ciascuno dei annegato ha una madre, un fratello o una sorella. Se questi parenti vogliono portare fiori ad una tomba o una preghiera, dove andare? "Circa quattro milioni di euro è stata proiettata, la regione ha, così come il governo di Roma è impegnata a sostenere, ma ancora tutte le questioni finanziarie non vengono risolti. Il sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, trova grandi parole per il progetto: "Da questa idea di una luce si spegne in questo molto scuro per l'umanità momento" Il sito servirà anche come un memoriale, è di essere visitato da scolaresche e da. governo. "Tutti dovrebbero venire qui a testimoniare e di dimenticare il dramma dei profughi mai che stiamo vivendo e che continua", dice Franco Corbelli. ê profughi annegati: a Tarsia lo fanno, a differenza di qui a Smirne, essere sepolto con dignità
Lo speciale di RADIO VATICANA - 2 novembre 2015
Mondo \ Italia
Sorgerà in Calabria il cimitero dei migranti
L'area dove sorgerà il cimitero per i migranti a Tarsia, provincia di Cosenza - ANSA
"Oggi dal Ministero dell'Interno ci sono giunte richieste di ulteriori informazioni sul nostro progetto, mentre la Regione Calabria lo ha già assegnato al settore 'Lavori pubblici' e quindi aspettiamo presto il finanziamento". Il primo cittadino di Tarsia, Roberto Ameruso, nutre buone speranze che vada in porto il progetto per il cimitero internazionale dei migranti morti nel Mediterraneo che dovrebbe essere realizzato nel piccolo comune calabro, in provincia di Cosenza. L'ufficio tecnico comunale ha già redatto un progetto preliminare per questo particolare 'campo santo' che dovrebbe sorgere in un'area di circa 10mila metri quadrati su una collina che domina il lago di Tarsia.
L'idea del cimitero per i migranti è di Franco Corbelli, presidente del movimento 'Diritti civili', che spiega: "Mi è venuta dopo la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Vedendo le immagini di quelle centinaia di bare di migranti 'senza nome e senza volto', deceduti a poche miglia dell'isola siciliana, ho pensato che bisognava dargli una degna sepoltura. E il giorno dopo ho iniziato questa battaglia di civiltà". "La realizzazione di questo progetto cancellerà la disumanità dei corpi dispersi in tanti piccoli cimiteri e permetterà ai familiari delle vittime di sapere dove andare per portare un fiore e dire una preghiera". "Un'opera a tutela di quello che ritengo un grande valore umanitario", spiega Corbelli, da decenni impegnato come cittadino nelle iniziative di accoglienza dei migranti.
A incoraggiare il progetto è anche mons. Salvatore Nunnari, arcivescovo emerito di Cosenza-Bisignano. "E' un'iniziativa che dimostra come il popolo calabro sia un popolo ospitale - spiega il presule - e io sarò tra i primi ad andarlo a visitare e a fermarmi in preghiera". "L'iniziativa è meravigliosa perché dimostra che anche i fratelli stranieri possono sentirsi figli di questa terra. E questo anche grazie al fatto che qui trovano uno spazio di sepoltura tutto per loro". "E' un progetto - continua mons. Nunnari - che dimostra la nostra vicinanza. Il cimitero è il luogo che unisce tutti. Sant'Agostino diceva che la cura delle esequie è spesso una consolazione per i vivi, ma direi anche che il rispetto per i defunti è educazione alla vita. Nel cimitero si impara a vivere". "La mia speranza è che, il giorno dell'inaugurazione di questo cimitero internazionale per i migranti - conclude Corbelli - Papa Francesco possa inviarci la sua benedizione".
(Fabio Colagrande)
Lo speciale di fine anno del QUOTIDIANO dedicato a Corbelli e alla sua ultima battaglia
A SEGUIRE GLI ULTIMI RICONOSCIMENTI(TUTTI GLI ALTRI VENGONO RICORDATI
PIU' AVANTI IN QUESTA STESSA PAGINA E CITATI ANCHE IN ALTRE PAGINE).
Corbelli dedica il Premio “Acquaformosa che Accoglie”,
alle vittime dei tragici naufragi
24 agosto 2017
(ACN) – Cosenza, 24 ago – Franco Corbelli, del Movimento Diritti Civili, questa sera riceverà ad Acquaformosa, insieme ad altre illustre personalità particolarmente impegnate nell’affrontare l’emergenza immigrazione, il Premio “Acquaformosa che Accoglie”. Corbelli dedica il Premio a tutti quei poveri migranti (in particolare i tanti bambini) che hanno perso la vita nei tragici naufragi, mentre cercavano di arrivare in Europa fuggendo da guerre, persecuzioni e miseria. “Mentre in Italia(e non solo!), anche purtroppo in queste ultime ore, dilaga la xenofobia, il razzismo, l’intolleranza e l’odio contro gli immigrati io sarò questa sera ad Acquaformosa, paese simbolo dell’accoglienza, per ricevere, insieme ad altre illustre e meritevole personalità, come il Vescovo di Cassano, Mons. Francesco Savino, il Procuratore capo della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, lo scrittore Maurizio Alfano, il prestigioso Premio “Acquaformosa che Accoglie”, per quello che è il mio umile impegno a favore degli immigrati che va avanti ininterrottamente da oltre 35 anni, afferma Corbelli. Un Premio che voglio dedicare a tutti quei poveri, sfortunati migranti, uomini, donne e bambini, che non ce l’hanno fatta a coronare il loro sogno di salvezza e hanno perso la vita nei tragici naufragi e in altre circostanze drammatiche. Lo dedico a loro e in particolare a tutti quei bambini strappati alla vita da un destino(e non solo!) crudele(solo nel 2017 sono oltre 220 i bambini morti nel Mediterraneo). Bambini che ho sempre nel cuore. Alla loro morte darò dignità con la realizzazione a Tarsia, in Calabria, del Cimitero internazionale dei Migranti, che sarà intitolato proprio ad uno di loro, al bambino siriano Aylan Kurdi. Sono felice e orgoglioso di ricevere questo Premio, insieme ad altri autorevoli personaggi che nei loro campi continuano ogni giorno a dimostrare grande attenzione e particolare sensibilità per il fenomeno drammatico dell’immigrazione, in un Paese, simbolo di una Calabria ospitale e accogliente, di quella Calabria che non fa purtroppo notizia sulla stampa nazionale che preferisce dare spazio solo a fatti di intolleranza nei confronti dei poveri migranti. Ringrazio Giovanni Manoccio, delegato della Regione per l’immigrazione, assessore, nel suo comune, e personaggio simbolo dell’accoglienza, insieme al quale da anni continuo a promuovere significative e importanti iniziative di solidarietà, che con l’Amministrazione comunale e l’intera comunità di Acquaformosa rappresenta il volto vero, solidale e ospitale della Calabria”.
(ACN - AGENZIA CALABRIA NOTIZIE)
UN "PREMIO" PARTICOLARE E SIGNIFICATIVO
LA TARGA DEL "PRIMO MEMORIAL COCO' CAMPOLONGO",
CONSEGNATA A CORBELLI DALLE SORELLINE DEL PICCOLO COCO'
IL GARANTISTA, 24 agosto 2014
Il QUOTIDIANO, 25 agosto 2014
Il Quotidiano, 14 dicembre 2014
La PROVINCIA di COSENZA, 6 gennaio 2015
Dal sito del giornale di Calabria(11 dicembre 2014)
DISABILI: A CORBELLI PREMIO UNIONE ITALIANA CIECHI DI VIBO
VIBO VALENTIA. L’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Vibo Valentia premia il leader di Diritti Civili Franco Corbelli per “le straordinarie battaglie di civiltà, esempio e orgoglio della nostra terra”. Il riconoscimento, è scritto in una nota del movimento, arriva dopo quelli ottenuti questa estate a Falerna, a San Mango D’Aquino, a Cassano e dall’ex Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, che ha nominato Franco Corbelli “Ambasciatore dei diritti civili”. Il Premio “Cunta Calabria” sarà consegnato il 4 gennaio 2015 nel corso di una manifestazione in programma nell’Auditorium comunale di Rombiolo. Ad assegnare il premio è l’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus, Sezione provinciale di Vibo Valentia. Corbelli è stato informato dal Presidente dell’associazione, Giovanni Barberio, di essere stato scelto come personaggio dell’anno, per “le sue straordinarie battaglie di civiltà, esempio e orgoglio della nostra terra”. L’Associazione organizza da oltre un decennio questo appuntamento, per aggregare, sensibilizzare, e porre le basi per effettuare iniziative di formazione e crescita per ciechi, ipovedenti e pluriminorati. Corbelli si è detto orgoglioso di ricevere questo Premio, che ha voluto dedicare proprio a due fratellini serbi, non vedenti, Marko a Branko, a quella che ha definito la “più bella, importante, significativa storia scritta in tutti questi anni da Diritti Civili, insieme alla battaglia per l’indimenticabile piccolo Cocò. Una storia, quella dei due fratellini ciechi, iniziata 13 anni fa e che continua ininterrottamente da allora, ancora oggi”.
Il Quotidiano, 12 dicembre 2014
Il Presidente dell'Unione Ciechi di Vibo, Giovanni Barberio, premia Corbelli
La PROVINCIA, 4 gennaio 2015
IL PREMIO "MURICELLO" DI SAN MANGO D'AQUINO A CORBELLI
IL QUOTIDIANO, 24 agosto 2014
La GAZZETTA DEL SUD, 28 agosto 2014
IL PREMIO "CAPOSUVERO" DI GIZZERIA A CORBELLI
IL QUOTIDIANO, 13 agosto 2014
Da 30 anni dalla parte degli ultimi
IL QUOTIDIANO, 17 dicembre 2014
ARTICOLO SUL BILANCIO DI DIRITTI CIVILI NEL 2014
IL QUOTIDIANO, 3 gennaio 2015
DA DOMENICA 10 AGOSTO 2014, SU IL GARANTISTA, UNO SPECIALE IN
QUATTRO PUNTATE SUI 20 ANNI DEL MOVIMENTO DIRITTI CIVILI. SONO STATE
RACCONTATE, CON UNA INTERA PAGINA PER OGNI PUNTATA, TRA LE INNUMEREVOLI
BATTAGLIE CIVILI E INIZIATIVE DI SOLIDARIETA', LE VENTI STORIE PIU' BELLE,
IMPORTANTI E SIGNIFICATIVE "SCRITTE" CON SUCCESSO DA CORBELLI IN QUESTI
LUNGHI ANNI.
RINGRAZIAMO IL GARANTISTA PER QUESTO BELLISSIMO OMAGGIO ALLA
STORIA DI DIRITTI CIVILI. PUBBLICHIAMO LE QUATTRO PUNTATE DELLO SPECIALE.
IL GARANTISTA, 10 agosto 2014 - Prima puntata
DOMENICA 17 agosto - Seconda puntata
IL GARANTISTA, domenica 17 agosto 2014 - Seconda Puntata
IL GARANTISTA, venerdì 29 agosto 2014 - Terza Puntata
Il GARANTISTA, venerdì 29 agosto 2014 - Terza Puntata
Il GARANTISTA, 12 settembre 2014 - Quarta (e ultima) Puntata
IL GARANTISTA, 12 settembre 2014 - Quarta (e ultima) Puntata
IL QUOTIDIANO, 5 novembre 2014
RASSEGNA STAMPA
I 20 ANNI DEL MOVIMENTO DIRITTI CIVILI
LA GAZZETTA DEL SUD, 8 maggio 2014
L'ORA DELLA CALABRIA, 7 aprile 2014
IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, 27 febbraio 2014 (uno speciale di due pagine dedicato ai 20 anni di Diritti Civili)
L'ORA DELLA CALABRIA, 28 febbraio 2014
IL QUOTIDIANO del SUD - 23 maggio 2016
IL GIORNALE, 18 aprile 2014
IL GIORNALE DI CALABRIA, 7 aprile 2014
IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, 7 settembre 2011
IL QUOTIDIANO, 2013
GIA'....12 ANNI FA(NEL 2002) IL GIORNALE DEDICAVA A CORBELLI, PER LE SUE BATTAGLIE, UNA LUNGA INTERVISTA
(QUASI UNA INTERA PAGINA)
IL GIORNALE di Milano, 19 agosto 2002
IL GIUDIZIO DELL'EX ARCIVESCOVO DI COSENZA, MONS. GIUSEPPE AGOSTINO, SU FRANCO CORBELLI
LA PROVINCIA COSENTINA, 17 giugno 2003
IL GIORNALE DI CALABRIA, 21 giugno 2003
IL QUOTIDIANO, 17 giugno 2003
LA GAZZETTA DEL SUD, 19 giugno 2003
ECCO COSA HA SCRITTO SU CORBELLI L'EX VICEDIRETTORE de L'ORA DELLA CALABRIA, DAVIDE VARI'
L'ORA DELLA CALABRIA, 3 gennaio 2014
ECCO COSA HA SCRITTO SU CORBELLI, IN UN EDITORIALE, IL DIRETTORE DEL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA,
ROCCO VALENTI, LO HA SCELTO COME SIMBOLO ED EROE, INSIEME ALL'EX SINDACO DI RIZZICONI E
ALL'IMPRENDITORE A CAPO DI GUGLIELMO
IL QUOTIDIANO, 15 GIUGNO 2014
ECCO COSA HA SCRITTO SU CORBELLI , IN UN EDITORIALE, L'EX DIRETTORE DEL QUOTIDIANO,
MATTEO COSENZA LO HA SCELTO COME SIMBOLO DELLA CALABRIA
IL QUOTIDIANO, 14 ottobre 2013
IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, 12 aprile 2014
L'ORA DELLA CALABRIA, 12 aprile 2014
IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, 14 aprile 2014
L'ORA della CALABRIA, 14 aprile 2014
IL MATTINO di Napoli, 28 dicembre 1994
GENNAIO 1995. IL SETTIMANALE GENTE DEDICA DUE PAGINE DI INTERVISTA A
CORBELLI, PER LE SUE BATTAGLIE SUL DRAMMA DELLE CARCERI E SULLA
GIUSTIZIA
segue intervista settimanale GENTE a Corbelli
CONTINUA INTERVISTA SETTIMANALE GENTE
IL MATTINO, 9 febbraio 1995 IL MATTINO, 19 febbraio 1995
28 Febbraio 1995. The New York Times intervista Corbelli sul dramma delle carceri
e sulle sue battaglie in Italia
IL GIORNO DI MILANO, CON UN ARTICOLO DEL CORRISPONDENTE DAGLI USA,
RIPRENDE L'INTERVISTA DEL NEW YORK TIMES A CORBELLI
IL GIORNO, 1 marzo 1995
2002. INDULTO. INTERVISTA DEL GIORNALE DI MILANO A CORBELLI
IL GIORNALE di Milano, 30 dicembre 2002
2003. Il Presidente della Repubblica, Ciampi, nomina Corbelli Commendatore
La Gazzetta del Sud, 4 ottobre 2003 Libero, 4 ottobre 2003
IL Ringraziamento dell'Ambasciatore, del Governo e del Popolo dell'Etiopia a Corbelli per
l'areo umanitario allestito e regalato, il 17 febbraio 2003, da Diritti Civili ai bambini poveri
Etiopi (questa iniziativa è raccontata e documentata nella pagina Diritti Civili Global)
Università della Calabria, Ottobre 2003. GLI STUDENTI LITUANI INCONTRANO
CORBELLI, LO DEFISCONO IL "GANDHI ITALIANO" E LO INVITANO IN LITUANIA
Il Giornale di Calabria, 16/10/ 2003 Il Quotidiano, 16/10/ 2003 Il Domani, 11/10/2003
IL MESSAGGERO, 28 giugno 2005
LA GAZZETTA DEL SUD, 30 settembre 2013
Un titolo significativo del DOMANI della CALABRIA sulle continue battaglie di DIRITTI CIVILI
IL DOMANI DELLA CALABRIA, 23 novembre 1999
Ecco, a questo proposito, cosa scrive su Corbelli l'editorialista del Quotidiano della Calabria,
il sacerdote don Pietro De Luca, dopo una delle tante battaglie del leader di Diritti Civili per
una bambina disabile, a cui di fatto veniva impedito di poter entrare a scuola(storia che viene
ricordata e documentata nella pagina Conquiste Civili)
IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, 23 dicembre 1997
I PREMI A CORBELLI
Premio Unione Ciechi a Corbelli(Vibo, 4 gennaio 2015)
VIBO VALENTIA. L’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Vibo Valentia premia il leader di Diritti Civili Franco Corbelli per “le straordinarie battaglie di civiltà, esempio e orgoglio della nostra terra”. Il riconoscimento, è scritto in una nota del movimento, arriva dopo quelli ottenuti questa estate a Falerna, a San Mango D’Aquino, a Cassano e dall’ex Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, che ha nominato Franco Corbelli “Ambasciatore dei diritti civili”. Il Premio “Cunta Calabria” sarà consegnato il 4 gennaio 2015 nel corso di una manifestazione in programma nell’Auditorium comunale di Rombiolo. Ad assegnare il premio è l’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus, Sezione provinciale di Vibo Valentia. Corbelli è stato informato dal Presidente dell’associazione, Giovanni Barberio, di essere stato scelto come personaggio dell’anno, per “le sue straordinarie battaglie di civiltà, esempio e orgoglio della nostra terra”. L’Associazione organizza da oltre un decennio questo appuntamento, per aggregare, sensibilizzare, e porre le basi per effettuare iniziative di formazione e crescita per ciechi, ipovedenti e pluriminorati. Corbelli si è detto orgoglioso di ricevere questo Premio, che ha voluto dedicare proprio a due fratellini serbi, non vedenti, Marko a Branko, a quella che ha definito la “più bella, importante, significativa storia scritta in tutti questi anni da Diritti Civili, insieme alla battaglia per l’indimenticabile piccolo Cocò. Una storia, quella dei due fratellini ciechi, iniziata 13 anni fa e che continua ininterrottamente da allora, ancora oggi”.
Dal sito del Giornale di Calabria, 11 dicembre 2014
PREMIO CAPOSUVERO, Gizzeria Lido, 9 agosto 2014
IL QUOTIDIANO, 13 agosto 2014
IL GARANTISTA, 14 agosto 2014
25 Maggio 2012. Vibo Valentia. Premio Scuola e Legalità
Vibo Valentia. Premio Legalità a Corbelli(Foto: Quotidiano della Calabria)
Il Quotidiano della Calabria, 28 maggio 2012
Calabria Ora, 23 maggio 2012
PREMIO PERICLE D'ORO 1995 A CORBELLI
Bovalino, luglio 1995
Cosenza, 7 maggio 2004. PREMIO ELSA DIRITTI UMANI (HUMAN RIGHTS)
Il Giornale di Calabria, 8/5/ 2004 La Provincia Cosentina, 7 maggio 2004
Settembre 2001. PREMIO ANNA MORRONE
i
La GAZZETTA DEL SUD, 19 settembre 2001
Aprile 2007. PREMIO SOLIDARIETA'
La Provincia Cosentina, 21 aprile 2007 Il Quotidiano della Calabria, 21 aprile 2007
Paola, 7 agosto 2007. PREMIO LO GIUDICE
La Provincia Cosentina, 8 agosto 2007
Calabria Ora, 8 agosto 2007
Agosto 2008. PREMIO "CAPO SPULICO"
A
Il Giornale di Calabria, 8 agosto 2008
Settembre 2011. PREMIO DEI CARABINIERI
Calabria Ora, 30 settembre 2011
Dicembre 2003. PREMIO CITTA' DEL CRATI
13 Dicembre 2003
Il Quotidiano della Calabria, 20 agosto 2008
Il Quotidiano della Calabria, 28 luglio 2013
Calabria Ora, 28 luglio 2013
(l'aggiornamento continua)