Politica 2010-2011

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

Emergenza sicurezza scuole. Diritti Civili chiede immediata verifica condizioni sicurezza edifici scolastici nella zona del Pollino, tra le province di Cosenza e Potenza, interessata da sciame sismico

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che da anni si batte per la sicurezza delle scuole, dopo il “comprensibile e giustificato allarme creato dallo sciame sismico che da diverso tempo continua a colpire la zona del Pollino, ai confini tra le province di Cosenza e Potenza”, esprime “forte preoccupazione per la condizione di sicurezza delle strutture scolastiche più fatiscenti e obsolete” in particolare dei comuni interessati ai movimenti tellurici, chiede alle Amministrazioni competenti (Comuni, Province, Regione) di voler “disporre una immediata verifica delle condizioni di stabilità di tutti gli edifici scolastici particolarmente a rischio”. “Lo sciame sismico che sta interessando la vasta area del Pollino, tra le province di Cosenza e Potenza, deve far aprire gli occhi su quella che è l’emergenza scuole a rischio che va affrontata immediatamente, senza perdere tempo. Sono anni che Diritti Civili si batte per la sicurezza delle scuole. Oggi vogliamo richiamare l’attenzione delle autorità preposte sulla assoluta priorità e urgenza di una verifica immediata delle condizioni di sicurezza delle scuole in particolare in tutti quei comuni interessati dallo sciame sismico e comunque quelli delle province di Cosenza e di Potenza e del resto delle due regioni che hanno edifici scolastici pericolosi, a rischio crollo. Occorre per questo che siano le amministrazioni competenti a intervenire subito con un controllo della stabilità degli edifici scolastici, almeno di quelli fatiscenti, vecchi e particolarmente a rischio. Bisogna fare in fretta. Lo sciame sismico incessante di questi mesi può avere arrecato danni enormi a queste vecchie strutture con il rischio di possibili cedimenti strutturali e crolli. Queste scuole per questo motivo vanno subito monitorate e se il caso chiuse, in attesa di essere messe in sicurezza. Non vanno assolutamente dimenticati, né certamente sottovalutati i tanti episodi di crolli che si sono verificati nel recente passato in Italia, miracolosamente in molti casi senza provocare vittime e in alcune occasioni purtroppo finite anche in tragedia. Dobbiamo assolutamente evitare che si ripetano simili drammi. Bisogna prevenire, soprattutto considerando che oltre il 60% delle scuole in Italia sono a rischio, come più volte denunciato dalla Protezione Civile. Non intervenire e non prevenire in tempo è non solo grave, assolutamente ingiustificato, ma irresponsabile e criminale”.

 8 dicembre 2011

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Corbelli ringrazia Bonofiglio per proposta nomina. “Sottosegretariato per i diritti civili e la solidarietà una grande conquista civile per il nostro Paese”.

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, in una nota, ringrazia il responsabile del Centro Studi regionale sulla illegalità, Gianfranco Bonofiglio, per l’appello rivolto ieri al presidente incaricato del Consiglio, Mario Monti, con il quale chiede l’istituzione di un Sottosegretariato ai diritti civili e alla solidarietà e indica per questo incarico, quale “figura super partes, apolitica, di grande capacità, esperienza, competenza, di assoluta moralità, lo stesso Corbelli, leader indiscusso e stimato da oltre 25 anni del Movimento Diritti Civili”. Corbelli apprezza la proposta di Bonofiglio per l’istituzione di un Sottosegretariato per i diritti civili e la solidarietà, “che, afferma, rappresenterebbe una grande conquista civile per il nostro Paese”, e si dice “onorato e orgoglioso, quale calabrese, per questa proposta, ma anche molto deluso e assai amareggiato per il silenzio oggi dei quotidiani calabresi (tranne il Domani di Catanzaro) su questa iniziativa di Bonofiglio. Non mi aspettavo e non mi aspetto certo di avere il sostegno dei politici per questa iniziativa, così come per le mie battaglie civili, ma mi sorprende e amareggia profondamente il silenzio dei quotidiani calabresi (tutti tranne Il Domani, a cui va il mio ringraziamento) con il cui importante sostegno giorno per giorno da tantissimi anni combatto importanti e difficili battaglie civili, di giustizia giusta, promuovo straordinarie iniziative umanitarie e di solidarietà nazionali e internazionali. Non sarò mai né Sottosegretario, né deputato o senatore nominato, perché non ho alle spalle né padrini politici, né sponsor finanziari, industriali ed editoriali. Ho sola la mia storia di trentennale impegno civile, libertario e umanitario, le mie innumerevoli battaglie vinte e le tante conquiste civili ottenute in questi lunghi anni. Non bastano, purtroppo, perché sono nato e vivo in una regione, la Calabria, dove la meritocrazia non esiste, dove per far carriera politica e nelle istituzioni serve solo l’amicizia, il rapporto diretto, con uno dei leader che comandano il Paese. Oggi però sinceramente mi aspettavo che i quotidiani calabresi, che stimo e apprezzo molto, dedicassero spazio e sposassero la proposta di Bonofiglio, che premia non tanto la mia umile e modesta persona, ma rappresenta un riconoscimento al Movimento Diritti Civili che da oltre 20 anni, combatte, da solo, importanti e difficili battaglie civili, aiutando tanta povera gente e cancellando tante ingiustizie. Se non ora (con un Esecutivo composto da soli tecnici) quando la Calabria farà sentire (con una rappresentanza degna e capace nel Governo del Paese) la sua voce, quella della società civile impegnata e apprezzata anche fuori dai confini regionali e nazionali?”

16 novembre 2011

 

Appello di Bonofiglio(Centro Studi regionale sulla illegalità) a Mario Monti

“Istituire un Sottosegretariato per i diritti civili e la solidarietà”

Il responsabile del Centro Studi regionale sulla illegalità, Gianfranco Bonofiglio, rivolge un appello al presidente incaricato del Consiglio, Mario Monti, al quale chiede l’istituzione di un Sottosegretariato ai diritti civili e alla solidarietà e indica per questo incarico, quella che definisce, “una figura super partes, un apolitico, un personaggio di grande capacità, esperienza, competenza, di assoluta moralità, il calabrese Franco Corbelli, leader indiscusso e stimato da oltre 25 anni del Movimento Diritti Civili. “Al senatore a vita e presidente incaricato di formare il nuovo Governo, Mario Monti, che sta dimostrando grande attenzione e particolare sensibilità, per il sociale, per i giovani, per i diritti delle persone, per il riscatto del nostro Paese, chiedo – afferma Bonofiglio - un gesto simbolico forte, che serve a dare un reale segnale di cambiamento e una autentica svolta rispetto al passato, la istituzione di un Sottosegretariato ai diritti civili e alla solidarietà. Una struttura del genere è presente negli Usa e finanche in Marocco. Sarebbe un messaggio di grande valore e di speranza per milioni di persone (cittadini italiani e stranieri) che vivono condizioni di particolare disagio e sono vittime ogni giorno di piccole e grandi ingiustizie. Al prof. Monti, che si appresta a varare un Esecutivo composto solo da tecnici, mi permetto di suggerire che a ricoprire questo incarico possa, nel caso, andare quello che è molto più che un tecnico, ovvero colui che da oltre 25 anni in Italia tiene alta la bandiera e combatte, ogni giorno, per i diritti civili, per una giustizia giusta, per la solidarietà, il calabrese Franco Corbelli, fondatore e leader del Movimento Diritti Civili, noto e apprezzato in Italia per il suo eccezionale e quasi trentennale impegno civile, libertario e umanitario, promotore di grandi campagne di solidarietà nazionali e internazionali, insignito di prestigiosi riconoscimenti, come la nomina di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana e intervistato, per le sue battaglie civili e per una giustizia giusta, finanche dal più autorevole giornale del mondo, come il New York Times. Sarebbe un riconoscimento giusto e meritato per Corbelli e un segnale di grande attenzione per una regione come la Calabria, afflitta da una gravissima crisi economica, sociale, morale e aggredita e minacciata dalla criminalità organizzata”.

 

15 novembre 2011

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Diritti Civili chiede intervento Scopelliti per abbattere sbarra vergogna che impedisce accesso dializzati (turno pomeridiano) a ospedale Cosenza. Le persone dializzate hanno scritto a Corbelli.

 

Cosenza

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, chiede l’immediato intervento del presidente della Regione e commissario alla sanità calabrese, Giuseppe Scopelliti, e dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, per la soluzione del grave problema denunciato dai dializzati (con una lettera appello recapitata oggi allo stesso Corbelli) del turno pomeridiano che si sono visti l’ingresso secondario di via Zara chiuso e impedito da una sbarra abbassata e sono per questo costrette per recarsi alla sala dialisi, ad entrare dall’ingresso principale, con tutta una serie di notevoli disagi in particolare per chi è costretto alla sedia a rotelle. “Quanto accaduto e denunciato dalle persone costrette alla dialisi è un fatto grave e assolutamente ingiustificato, che non doveva assolutamente accadere. Non si possono penalizzare – afferma Corbelli - queste persone già così provate dalla malattia. E’ ancora più grave e inaccettabile che questa situazione vada avanti dall’11 ottobre senza che nessuno sia intervenuto per cancellare questa ingiustizia e questa vergogna. In alcuni casi si tratta di persone su una sedia a rotelle. Quell’ingresso secondario di via Zara va immediatamente riaperto, quella sbarra, quella barriera vergognosa va abbattuta, per consentire l’accesso agevole alla sala dialisi dell’Annunziata ai dializzati del turno pomeridiano così come avviene per quelli del turno della mattina. Nella lettera che mi hanno scritto denunciano giustamente l’ingiustizia e i grandi disagi che stanno vivendo e chiedono che l’ingresso secondario di via Zara venga aperto almeno per l’ora di ingresso e di uscita del turno pomeridiano, dalle 13,30 alle 14, 30 e dalle 18 alle 19. Una richiesta che deve essere subito accolta. Auspico per questo un intervento immeditato e personale del Governatore Scopelliti”.

4 novembre 2011

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Diritti Civili chiede intervento Scopelliti: “Dopo dieci anni di attività, da sette mesi chiusa importante struttura per disabili del Tirreno Cosentino per un assurdo burocratico, la mancanza di un documento”!

 

Cosenza

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l'istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all'unanimità, il 30 giugno 2008, interviene sul caso del Centro diurno per disabili di San Pietro in Amantea chiuso dallo scorso mese di marzo per un “assurdo burocratico (la mancanza di un documento!)”, rivolge un appello al presidente della Regione e Commissario alla sanità calabrese, Giuseppe Scopelliti, che invita a “intervenire personalmente per far riaprire l’importante struttura per diversamente abili del Tirreno Cosentino”. “Nella disastrata sanità calabrese si registrano anche dei casi per certi aspetti oltre che gravi, assurdi , inverosimili e assolutamente inaccettabili, come nella fattispecie per la vicenda del Centro diurno per disabili del Tirreno Cosentino, di San Pietro in Amantea. Si tratta di una importante struttura, di cui usufruivano i diversamente abili di nove comuni del distretto di Amantea (oltre ad Amantea, San Pietro in Amantea, Cleto, Belmonte, Longobardi, Fiuumefreddo, Aiello, Serra d’Aiello, e Lago) che ha operato dal 2002 sino al marzo di quest’anno, quando è stata chiusa a seguito di un controllo dei Nas dei carabinieri che hanno riscontrato una sola irregolarità: la mancanza del cambio di destinazione d’uso dei locali. In breve: la struttura è funzionante, pulita, manca solo un documento. A seguito di questo controllo e verbale dei Nas, l’Asp di Cosenza ha sospeso l’attività del Centro. Era il marzo di quest’anno, da allora incredibilmente la struttura continua a rimanere ancora chiusa. Nonostante le proteste dei familiari dei disabili, le richieste dei sindaci della zona e del direttore del distretto sanitario di Amantea ed ideatore del Centro diurno di San Pietro, Tullio Lupi. Alcuni parenti dei disabili hanno chiesto l’intervento di Diritti Civili. Quanto accaduto è un fatto grave e assolutamente ingiustificato. Non si può chiudere un Centro importante per disabili perchè manca un documento che attesta il cambio di destinazione d’uso dei locali. Non può una burocrazia cieca e assurda cancellare il diritto dei diversamente abili, delle loro famiglie, di avere a disposizione una struttura efficiente, funzionante, come quella di San Pietro in Amantea. In questo caso non può valere come giustificazione neanche il richiamo ai vincoli imposti dal famigerato piano di rientro dal deficit sanitario, perché la chiusura del Centro di San Pietro non è stata motivata assolutamente con ragioni di risparmi e tagli di costi inutili. E’ solo un fatto, un assurdo burocratico: la mancanza di un documento. Da sette mesi è stata chiusa una importante struttura per disabili perchè manca un documento! Accade, purtroppo, anche questo in Calabria! Chiedo al Governatore Scopelliti di intervenire, di eliminare questa ingiustizia, di far riaprire il Centro diurno di San Pietro in Amantea, di far rispettare i diritti delle persone diversamente abili e delle loro famiglie”.

 

31 ottobre 2011

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

IMMIGRATI. CORBELLI “IN CALABRIA E’ EMERGENZA SOCIALE”

(AGI) - Catanzaro, 3 ott. - Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia quello che definisce “il drammatico e dimenticato problema, una vera emergenza sociale, delle migliaia e migliaia di migranti e profughi che aspettano da anni di avere una risposta alla richiesta di asilo politico e all’ottenimento e al rinnovo del permesso di soggiorno. In Calabria - dice - attualmente ci sono 1019 migranti. Di questi 1003 sono richiedenti asilo. Ci sono poi centinaia e centinaia di ricorsi pendenti da anni presso il Tribunale di Catanzaro di rifugiati che aspettano di ottenere la protezione umanitaria in Italia. Sono casi di disperazione di tanti poveri immigrati costretti ad aspettare anche degli anni prima di vedersi riconosciuto un loro diritto. Diritti Civili sono oltre 20 anni - rileva - che combatte per difendere i diritti civili e umani di tanti immigrati. Proprio in queste ultime settimane abbiamo risolto, dopo un lunga battaglia durata cinque mesi, i casi di Kate e Alexandrina, due giovani immigrate, della Nigeria e della Romania. Tanti sono i casi di migranti disperati, che non conosciamo, che chiedono rispetto per i loro diritti. E’ gente povera e disperata, che per protesta, per rivendicare i loro diritti, deve inscenare proteste clamorose, arrivando addirittura a minacciare il suicidio, come e’ ancora una volta successo ieri a Crotone. Spesso per questi migranti si consumano tragedie in solitudine, nel silenzio e nella indifferenza delle istituzioni. Oggi c’e’ questa emergenza profughi che aspettano di ottenere l’asilo, la protezione umanitaria o il permesso di soggiorno. Un Paese civile, uno Stato di diritto ha il dovere di dare delle risposte a questi immigrati che spesso fuggono dalla guerra, dalla miseria, dalla fame, dalle malattie, dalle persecuzioni per cercare aiuto e fortuna in Italia e in altre Nazioni democratiche. Non possiamo trattarli - dice - come fantasmi. Sono degli essere umani e come tali vanno trattati e rispettati”. (AGI)

  

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Diritti Civili denuncia “Emergenza profughi in Calabria. 1003 richiedenti asilo politico. Centinaia e centinaia i ricorsi pendenti da anni presso Tribunale Catanzaro”

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo aver da poco felicemente risolto, dopo una lunga battaglia durata oltre cinque mesi, i casi di Kate (la giovane nigeriana condannata alla lapidazione nel suo Paese per essersi opposta ad un matrimonio combinato con una persona molto più grande di lei, che l’aveva anche violentata, e per il suo rifiuto a convertirsi alla religione islamica, lei che è cristiana) e Alexandrina (la ragazza rumena che era stata arrestata per la morte, nel 2008, in Romania, dei suoi tre bambini durante un incendio, sviluppatosi per cause accidentali), entrambe le ragazze non sono state espulse, ma sono rimaste in Italia, denuncia quello che definisce “il drammatico e dimenticato problema, una vera emergenza sociale, delle migliaia e migliaia di migranti e profughi che aspettano da anni di avere una risposta alla richiesta di asilo politico e all’ottenimento e al rinnovo del permesso di soggiorno. In Calabria attualmente ci sono 1019 migranti. Di questi 1003 sono richiedenti asilo. Ci sono poi centinaia e centinaia di ricorsi pendenti da anni presso il Tribunale di Catanzaro di rifugiati che aspettano di ottenere la protezione umanitaria in Italia. Sono casi di disperazione di tanti poveri immigrati costretti ad aspettare anche degli anni prima di vedersi riconosciuto un loro diritto. Diritti Civili sono oltre 20 anni che combatte per difendere i diritti civili e umani di tanti immigrati. Proprio in queste ultime settimane abbiamo risolto, dopo un lunga battaglia durata cinque mesi, i casi di Kate e Alexandrina, due giovani immigrate, della Nigeria e della Romania. Tanti sono i casi di migranti disperati, che non conosciamo, che chiedono rispetto per i loro diritti. E’ gente povera e disperata, che per protesta, per rivendicare i loro diritti, deve inscenare proteste clamorose, arrivando addirittura a minacciare il suicidio, come è ancora una volta successo ieri a Crotone. Spesso per questi migranti si consumano tragedie in solitudine, nel silenzio e nella indifferenza delle istituzioni. Oggi c’è questa emergenza profughi che aspettano di ottenere l’asilo, la protezione umanitaria o il permesso di soggiorno. Un Paese civile, uno Stato di diritto ha il dovere di dare delle risposte a questi immigrati che spesso fuggono dalla guerra, dalla miseria, dalla fame, dalle malattie, dalle persecuzioni per cercare aiuto e fortuna in Italia e in altre Nazioni democratiche. Non possiamo trattarli come fantasmi. Sono degli essere umani e come tali vanno trattati e rispettati”.

2 ottobre 2011

 

 

 

CORBELLI “STAMPA NAZIONALE IGNORA APPELLI PER AZZARA’”

ANSA – settembre - "E' ignobile il silenzio della stampa nazionale che ha completamente ignorato oggi finanche l'appello dei genitori del giovane calabrese, così come ieri aveva ignorato l'invito di Emergency di esporre la foto del logista Francesco Azzarà, dai palazzi delle istituzioni, significativa e lodevole iniziativa che hanno invece già iniziato a fare i sindaci di alcune città italiane". A sostenerlo, in una nota, è Franco Corbelli leader di Diritti civili. Per Corbelli c'é un "pregiudizio nei confronti della Calabria e dei calabresi. E' scandaloso il comportamento dei media nazionali nei confronti di questo volontario calabrese. Il silenzio della grande stampa è ingiustificato e grave. Quel giovane collaboratore di Emergency viene trattato alla stregua di uno straniero non di un cittadino italiano. Paga probabilmente la colpa di essere nato in Calabria e non in Padania. Se fosse nato anziché in Calabria in un'altra regione del Paese sarebbe sulle prime pagine di tutti i media. Ieri i media nazionali hanno censurato l'appello di Emergency e oggi addirittura anche l'appello dei genitori di Francesco Azzarà".(ANSA)

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Corbelli “I media nazionali ignorano gli appelli per il volontario calabrese, Francesco Azzara’ rapito in Darfur. L’ennesimo esempio del pregiudizio della grande stampa per la Calabria”

 

 

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, interviene sul caso di Francesco Azzarà, il volontario rapito in Darfur, e denuncia quello che definisce “l’ignobile silenzio della stampa nazionale che ha completamente ignorato oggi finanche l’appello dei genitori del giovane calabrese, così come ieri aveva ignorato l’invito di Emergency di esporre la foto del logista dai palazzi delle istituzioni (significativa e lodevole iniziativa che hanno invece già iniziato a fare i sindaci di alcune città italiane)”, parla di “pregiudizio nei confronti della Calabria e dei calabresi. E’ scandaloso il comportamento dei media nazionali nei confronti di questo volontario calabrese. Il silenzio della grande stampa è ingiustificato e grave. Quel giovane collaboratore di Emergency viene trattato alla stregua di uno straniero non di un cittadino italiano. Paga probabilmente la colpa di essere nato in Calabria e non in Padania! Se fosse nato anziché in Calabria in un’altra regione del Paese sarebbe sulle prime pagine di tutti i media. Per il calabrese Azzarà invece già il giorno dopo il rapimento si era avuto il primo inequivocabile segnale: nessun quotidiano nazionale infatti aveva riportato in prima pagina il suo rapimento. Dopo due giorni la notizia era addirittura scomparsa completamente dalle pagine dei grandi quotidiani e dai telegiornali. Ieri e oggi l’ultima vergogna della cosiddetta grande stampa. Ieri hanno censurato l’appello di Emergency e oggi addirittura anche l’appello dei genitori di Francesco Azzarà. Una notizia che andava doverosamente, e con evidenza, riportata (come hanno fatto, con correttezza e in modo esemplare, oggi i quotidiani calabresi titolando a nove colonne sull’appello dei genitori di Francesco Azzarà) è stata completamente cancellata da tutti i quotidiani e media nazionali (tranne una sola testata che gli ha dedicato poche righe). Quanto accaduto dimostra come nei confronti della Calabria e dei calabresi esiste (e resiste) un pregiudizio, che fa di questa regione una terra discriminata, da trattare e criminalizzare per ogni fatto negativo. Quando invece figli di questa terra si sacrificano e mettono a rischio la propria vita per andare nei Paesi più poveri e lontani per aiutare chi ha bisogno, o promuovono straordinarie campagne di solidarietà e iniziativa umanitarie internazionali (che fanno registrare adesioni da quasi tutte le Nazioni del mondo, come nel caso della campagna di Diritti Civili per salvare la giovane nigeriana Kate Omoregbe, condannata alla lapidazione nel suo Paese) vengono sistematicamente e vergognosamente ignorati (tranne pochissime e lodevoli eccezioni). È quanto sta accadendo in particolare con Francesco Azzarà. La Calabria solidale, quella che si batte per aiutare i Paesi più poveri e per difendere i diritti umani in ogni parte del Pianeta, non fa notizia. Ai cosiddetti grandi media la nostra regione interessa solo per fatti di ‘ndrangheta, per la malasanità e per qualche piccolo scandalo”.

 

29 agosto 2011

SANITA’. CORBELLI AL PRESIDENTE SCOPELLITI “SALVARE OSPEDALE DI TREBISACCE”

ANSA – 24 ag.- Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l'istituzione del Garante della Salute della Calabria, chiede al presidente della regione e commissario alla sanità Giuseppe Scopelliti, di "bloccare lo smantellamento e salvare l'ospedale 'Chidichimo' di Trebisacce per garantire il diritto alla assistenza e alla salute dei cittadini di un vasto e popoloso comprensorio". "Si deve rispettare - aggiunge - la protesta pacifica delle associazioni, dei rappresentanti politici, istituzionali, delle amministrazioni comunali, delle migliaia e migliaia di persone che combattono per difendere un presidio sanitario, particolarmente importante e assolutamente indispensabile per la specificità del territorio, che chiedono di non essere abbandonati e privati di una assistenza sanitaria adeguata e di un pronto intervento in una realtà difficile, problematica come l'Alto Ionio Cosentino". "Chiedo a Scopelliti - prosegue Corbelli - di promuovere un tavolo istituzionale per arrivare ad una soluzione condivisa della delicata problematica sanitaria che investe molti comuni e migliaia e migliaia di persone. Smantellare oggi il nosocomio di Trebisacce, che da decenni rappresenta un presidio di buona sanità, significa mandare allo sbaraglio e mettere a rischio non solo l'assistenza ospedaliera, ma la salute e la stessa vita dell'intero vasto comprensorio dell'Alto Ionio".

 

 

 

SANITA: ENNESIMA DENUNCIA DI CORBELLI. “MEDICO IN FERIE CHIUDE CENTRO SERT (PER TOSSICODIPENDENTI, ALCOLISTI, MALATI PSICHIATRICI) IN CALABRIA”

ANSA. 12 agosto. Il leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ha rivolto un "appello al Presidente della Regione e commissario della sanità calabrese, Giuseppe Scopelliti, per la "vicenda del Sert di Paola, chiuso, da lunedì 8 agosto e fino alla fine dello stesso mese, per la mancanza del medico andato in ferie". Corbelli parla di "fatto estremamente grave, assolutamente ingiustificato che sta creando molti problemi, notevoli disagi e tanta sofferenza a tanti malati, tossicodipendenti, alcolisti e con problemi psichiatrici e alle loro famiglie". Il leader di Diritti civili chiede che "si provveda immediatamente alla riapertura del centro con la sostituzione e assegnazione di un altro medico. Quanto sta accadendo da alcuni giorni a Paola è un fatto di una gravità inaudita, qualcosa di sconcertante e inaccettabile, che viola i diritti più elementari delle persone malate di essere curate e calpesta la stessa dignità umana. Voglio subito portare questo grave problema all'attenzione del presidente Scopelliti. Da lunedì scorso ha chiuso il Sert, una importante struttura che assiste giornalmente, da anni, un centinaio di persone con problemi di tossicodipendenza, alcool e mentali. In questo periodo estivo il numero degli assistiti è naturalmente aumentato di molto per la presenza Paola e negli altri centri limitrofi del Tirreno di molti turisti".

 

  

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 Corbelli difende Pignatone, Cortese e Russo ma chiede azzeramento Procura reggina e cambio vertici investigativi per superare stagione veleni e ridare credibilità alle istituzioni, nella città simbolo e di frontiera nella lotta alla mafia!

 

 Reggio Calabria

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, interviene “sui veleni di Reggio”, giudica le accuse al procuratore Giuseppe Pignatone e ai capi della Squadra Mobile, Renato Cortese, e del Ros dei carabinieri, Stefano Russo, “inaudite, gravissime e devastanti”, parla di “credibilità delle istituzioni fortemente a rischio”, e mentre “difende, coerentemente con la ultraventennale storia garantista di Diritti Civili, il magistrato e i due investigatori auspica che si azzeri la Procura reggina e cambino i vertici di Squadra Mobile e Ros, l’unico, afferma Corbelli, inevitabile provvedimento, a tutela delle persone accusate, in grado di ridare credibilità, fiducia e serenità ad un Ufficio, la Procura reggina, particolarmente impegnata ed esposta, insieme alle forze dell’ordine, sul fronte antimafia. Una cosa è certa: è assolutamente impensabile che dopo le gravissime accuse del capitano dei carabinieri, Spadaro Tracuzzi (le cui dichiarazioni valgono almeno quanto quelle del boss pentito Antonino Lo Giudice, che ha accusato e fatto finire sotto inchiesta altri magistrati reggini), possano continuare ad operare nello stesso Ufficio magistrati e investigatori additati, alcuni di loro, dall’Ufficiale dell’Arma come complottisti in una guerra fratricida. Diritti Civili è stato tra i pochi, in tempi non sospetti, ad aver più volte pubblicamente chiesto al procuratore Pignatone di non lasciare la Procura di Reggio, di continuare il suo importante lavoro, di fare finalmente luce sulla cosiddetta zona grigia, sui rapporti tra mafia e politica. Oggi, con la stessa coerenza e onestà di allora, chiediamo che a Reggio si volti pagina. Auspichiamo per questo l’intervento del Csm, l’azzeramento della Procura e il cambio ai vertici del Ros e della Squadra Mobile di Reggio. Chiedo che i valorosi magistrati e investigatori che hanno sino ad oggi operato brillantemente a Reggio vengano promossi e trasferiti in altre importanti sedi. Reggio è una città simbolo, di frontiera nella lotta alla mafia. Per questo chi opera per difendere la legalità deve farlo in assoluta serenità, nella totale fiducia e senza alcun sospetto. Purtroppo quelle gravissime accuse del capitano dei carabinieri e prima quelle del pentito mafioso contro altri magistrati reggini hanno creato una situazione insostenibile e insanabile. Reggio deve ripartire da capo, superando la stagione dei veleni. Dico probabilmente quello che tutti pensano, che magari nessuno dirà mai. Chi combatte per i diritti civili, la legalità e la giustizia ha il dovere di fare queste doverose denunce”.

 

8 agosto 2011

 

MATURITA’, CORBELLI “AGGRESSIONE SCUOLA CALABRIA”

ANSA: Reggio Calabria 6 ag - Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, interviene su quella che definisce "l'inaudita aggressione nei confronti della scuola calabrese e in particolare di un istituto, il liceo scientifico 'Leonardo da Vinci', di Reggio Calabria, che rappresenta una eccellenza regionale". "Adesso basta. La misura - ha aggiunto - è colma. L'ennesima provocazione è vergognosa, rappresenta un vero e proprio oltraggio non solo al prestigioso liceo reggino e alla città di Reggio ma a tutta la scuola calabrese e all'intera regione. Basta buttare fango sulla Calabria. Finanche sulla scuola calabrese. E' inaccettabile che si avanzino pesanti e inquietanti dubbi, discreditino addirittura le intelligenze calabresi, quei giovani studenti che rappresentano il futuro e la speranza per questa disastrata, discriminata e umiliata regione. Se si hanno dei sospetti si vadano a denunciare all'autorità giudiziaria. Ma è inaccettabile che si arrivi a criminalizzare adesso anche la scuola calabrese, che si butti fango su un liceo che è un fiore all'occhiello della Calabria". "Criminalizzare quel liceo reggino - ha concluso Corbelli - perché su 380 maturandi 20 abbiano riportato il massimo dei voti è una offesa, è una provocazione che va rispedita al mittente. A quelli del Nord sembra quasi dar fastidio che in Calabria non ci sia solo 'ndrangheta, ma anche cultura, civilta', intelligenze, rispetto e tanta solidarietà".

 

 

 Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Legge 36. Corbelli “Sbloccare subito fondi edilizia sociale e utilizzarli solo per realizzazione nuovi 4000 alloggi per famiglie disagiate che aspettano da anni. I 150 milioni di euro di fondi pubblici previsti potrebbero generare un miliardo di fondi privati, una somma ingente pari all’intero finanziamento previsto per la Calabria nel Piano per il Sud”!

 

Catanzaro

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, interviene sul problema della Legge 36 riguardante l’edilizia sociale, alla luce anche della recente sentenza del Tar Calabria che ha annullato la revoca del bando precedente emanato dalla Giunta Loiero ed ha ritenuto illegittimo il nuovo bando emanato dall’attuale Giunta Scopelliti, parla di “una vicenda grave e ingiustificata che penalizza migliaia di famiglie, tra le meno abbienti, che avrebbero potuto beneficiare (come proprietà o in affitto) dei 4000 alloggi previsti, ma mai realizzati”. Corbelli chiede che “vengano immediatamente sbloccati i fondi dell’edilizia sociale, che si proceda alla realizzazione dei 4000 alloggi, dando in questo modo un aiuto a tante famiglie disagiate e un consistente contributo alla povera economia calabrese, visto che a fronte di 150 milioni di euro pubblici investititi si potrebbero generare oltre un miliardo di euro di fondi privati. Per avere una idea dell’importanza di questo intervento basti pensare che questa somma (un miliardo di euro) è pari all’intero finanziamento previsto dal governo per la Calabria nel famigerato piano per il Sud. Un miliardo di euro è infatti la somma destinata dal Governo alla Calabria per le infrastrutture. Quindi sbloccare questi finanziamenti per l’edilizia sociale è importante oltre che per aiutare quattromila famiglie disagiate, anche e soprattutto per dare una grande boccata d’ossigeno alla povera economia calabrese”. Il leader di Diritti Civili invita quindi il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, ad “evitare assolutamente il rischio, denunciato nei giorni scorsi dal consigliere regionale del Pd Carlo Guccione, nel corso di una conferenza stampa tenuta insieme ai tre consiglieri di Palazzo Campanella, Aiello, Censore e De Gaetano, che i 150 milioni dell’edilizia sociale vengano utilizzati per pagare solo il risarcimento danni alle imprese senza che venga costruito un solo alloggio. Bisogna scongiurare che al danno si aggiunga la beffa. Anche perchè una operazione del genere sarebbe non solo sbagliata e ingiustificata, ma potrebbe configurare anche precise ipotesi di reato, anche penale. Per questo bisogna avviare subito a soluzione il problema, sbloccando i fondi per l’edilizia sociale, nel rispetto della legge e dei diritti delle famiglie, più svantaggiate, che aspettano da anni questi alloggi”.

 

5 agosto 2011

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Corbelli chiede al presidente della Regione, Scopelliti, di sospendere, con decorrenza immediata, applicazione nuovi ticket sanitari in Calabria, in attesa di decisioni Governo, dopo netta stroncatura nuovo balzello sanitario da parte di Bossi che ha annunciato, oggi sulla Padania, sua cancellazione.

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all’unanimità, il 30 giugno 2008, dal Consiglio regionale calabrese, chiede al presidente della Regione Calabria e commissario della sanità calabrese, Giuseppe Scopelliti, di “sospendere, con decorrenza immediata a partire già da domani, lunedì, l’applicazione dei nuovi ticket sanitari in attesa di vedere quali saranno le decisioni del Governo e soprattutto dopo la netta stroncatura degli stessi ticket da parte di Umberto Bossi, e l’annuncio dato dal leader Leghista, e riportato oggi (domenica) in prima pagina a caratteri cubitali dal quotidiano La Padania, che il Carroccio chiederà al Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, di cancellare questo iniquo e odioso balzello. Il Movimento Diritti Civili è stato il primo, all’indomani del varo della manovra finanziaria, che – afferma Corbelli - abbiamo subito definito iniqua e inaccettabile soprattutto con riferimento alla sanità e ai nuovi ticket, a chiedere al Governatore calabrese di seguire l’esempio della Toscana, dell’Emilia, della Sardegna, del Veneto, dell’Umbria e di altre regioni più piccole e di sospendere, congelare e non applicare questa nuova tassa, che va a colpire le fasce più deboli e indigenti della popolazione, con effetti particolarmente gravi per una regione povera come la Calabria. E’ oramai evidente che si va verso il ritiro e la cancellazione dell’odioso ticket. La stroncatura di Bossi conferma questa ipotesi. Per questo motivo chiedo al presidente Scopelliti di sospenderlo immediatamente in Calabria,in attesa delle decisioni definitive del Governo. Perché continuare a far pagare questi nuovi ticket ai calabresi, mentre altre regioni non lo fanno e soprattutto, perché vessare i calabresi, in particolare quelli più poveri, se poi questa nuova tassa sarà tra qualche giorno annullata? Compia il Governatore un gesto importante e significativo e annunci domani, dalla sede istituzionale di Palazzo Campanella, prima della riunione del Consiglio regionale, la sospensione dei nuovi ticket in Calabria”.

 

31 luglio 2011

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 Corbelli su aeroporto Sibari “Opera assolutamente indispensabile. Chi ostacola progetto è nemico della Calabria”.

 

 "L’aeroporto di Sibari è una opera assolutamente indispensabile, chi si oppone alla sua realizzazione è un nemico non solo della Sibaritide ma della Calabria! L’importanza di questa infrastruttura è dimostrata anche dall’eccezionale record di passeggeri fatto registrare nell’ultimo weekend dall’aeroporto di Lamezia, 30mila viaggiatori in tre giorni, 12 mila in un solo giorno. Questo eccezionale flusso di passeggeri dimostra come Sibari con l’aeroporto può diventare l’Eldorado d’Italia, con benefici non solo per il turismo, ma per l’agricoltura (basti pensare alla immensa ricchezza delle clementine, delle arance), il mercato ittico. Chi ostacola il progetto dell’aeroporto di Sibari lo fa solo per salvaguardare interessi particolari per volontà dei poteri forti regionali (politici e istituzionali) e di un Governo nemico della Calabria”. A sostenerlo, in una nota, è il leader del movimento Diritti Civili ed ex consigliere provinciale, Franco Corbelli, che ha sollevato in Consiglio provinciale, negli anni scorsi, più volte il problema dell’Aeroporto della Sibaritide, con la presentazione e discussione in aula di diversi ordine del giorno. Corbelli parla “di una volontà politica discriminatoria nei confronti di un territorio straordinariamente ricco di storia, di civiltà, di bellezze e di tante potenzialità e risorse, che con la realizzazione dell’importante opera sarebbe destinato a cambiare radicalmente il suo futuro” ed addebita “la responsabilità del fallimento del progetto al Governo Centrale che, ricorda, attraverso il Ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, ha negli anni scorsi bocciato il progetto dell’aeroporto della Sibaritide. Per tutelare il monopolio dell’aeroporto di Lamezia e salvaguardare quello di Crotone boicottano il progetto dell’aeroporto della Sibaritide. Questo disegno dei cosiddetti poteri forti regionali è oramai noto a tutti. L’aeroporto della Sibaritide – continua Corbelli- è una infrastruttura fondamentale per il decollo di questo importante territorio. Ci sono tutti i numeri e i requisiti territoriali, sociali, storici perché la città e la provincia di Cosenza, la Sibaritide, il Pollino, l’Alto e Basso Ionio cosentino, la Media Valle del Crati, rivendichino e ottengano l’aeroporto. Occorre per questo, a sostegno dell’iniziativa del presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, e di quanti insieme a lui sono impegnati in questa importante battaglia, una grande mobilitazione popolare e istituzionale”.

 

27 luglio 2011

 

 

MANOVRA. CORBELLI : “SCOPELLITI NON APPLICHI TICKET SANITA’ IN CALABRIA”

ANSA. 16 luglio 2011. Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, in una nota, critica il Governo per il varo di una manovra finanziaria che definisce "iniqua e inaccettabile soprattutto con riferimento alla sanità e ai nuovi ticket". Corbelli chiede, in particolare, al presidente della Regione, "tra tutte le regioni la più povera e penalizzata da queste misure e nuovi balzelli", Giuseppe Scopelliti, di "seguire l'esempio della Toscana e dell'Emilia e di rinunciare a questa nuova tassa, che va a colpire le fasce più deboli e indigenti della popolazione. Ancora una volta i provvedimenti del Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, colpiscono pesantemente la Calabria. Incredibilmente e ingiustificatamente si arriva a penalizzare una regione come la Calabria, afflitta da una gravissima crisi, alle prese con vere e proprie emergenze sociali, come povertà e sanità. Si varano nuovi ticket sanitari paradossalmente proprio in una regione dove continua a dilagare la cattiva sanità, dove si continua ancora a morire per la malasanità, per la disorganizzazione, per la carenza di strutture, di medici e paramedici". Secondo Corbelli, "il Governatore Scopelliti non può avallare queste scelte scellerate, punitive e beffarde nei confronti soprattutto della Calabria. Deve opporsi a questo ennesimo attacco alla Calabria. Non può consentire che vengano colpiti le fasce più povere della popolazione calabrese con i nuovi ticket sanitari. La Calabria in tema di sanità sta già pagando un prezzo altissimo, con gravi disservizi, lunghe liste di attesa, ticket esistenti eccessivi, tagli di personale, ridimensionamenti e chiusura di ospedali. Non può subire una nuova pesante penalizzazione con i nuovi ticket sanitari".

 

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Corbelli su aeroporto Sibaritide “Uno scandalo la mancata realizzazione”

Cosenza

“La mancata realizzazione dell’aeroporto della Sibaritide, per volontà dei poteri forti regionali (politici e istituzionali) e di un Governo nemico della Calabria, è uno scandalo, un ennesimo schiaffo a questa regione e in particolare alla Sibaritide e alla provincia di Cosenza”. A sostenerlo è il leader del movimento Diritti Civili ed ex consigliere provinciale, Franco Corbelli. Corbelli, che ha sollevato in Consiglio provinciale, negli anni scorsi, più volte il problema dell’aeroporto della Sibaritide, con la presentazione e discussione in aula di diversi ordine del giorno, parla “di una volontà politica discriminatoria nei confronti di un territorio straordinariamente ricco di storia, di civiltà, di bellezze e di tante potenzialità e risorse, che con la realizzazione dell’importante opera sarebbe destinato a cambiare radicalmente il suo futuro” ed addebita “la responsabilità del fallimento del progetto al Governo Centrale che, ricorda, attraverso il Ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, ha negli anni scorsi bocciato il progetto dell’aeroporto della Sibaritide. Per tutelare il monopolio dell’aeroporto di Lamezia e salvaguardare quello di Crotone boicottano il progetto dell’aeroporto della Sibaritide. Questo disegno dei cosiddetti poteri forti regionali è oramai noto a tutti. L’aeroporto della Sibaritide - afferma il leader di Diritti civili - è una infrastruttura fondamentale per il decollo di questo importante territorio. Ci sono tutti i numeri e i requisiti territoriali, sociali, storici perché la città e la provincia di Cosenza, la Sibaritide, il Pollino, l’Alto e Basso Ionio cosentino, l’Esaro, la Media Valle del Crati, rivendichino e ottengano l’aeroporto. Occorre una forte reazione, una mobilitazione popolare e istituzionale contro questa provocazione e umiliazione”. Corbelli, al riguardo, propone, “dopo il Consiglio provinciale straordinario di domani, martedì, opportunamente convocato dal presidente Mario Oliverio, una grande manifestazione popolare nell’area del comune di Cassano dove dovrebbe sorgere l’aeroporto. Bisogna mandare un messaggio preciso e forte a Catanzaro e a Roma: la Sibaritide rivendica e merita l’aeroporto e rispetto”.

4 luglio 2011

 

Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili

Corbelli chiede a Scopelliti di creare al “Santa Barbara” di Rogliano Centro grandi ustionati. Molti i calabresi gravemente ustionati costretti a curarsi fuori regione

Cosenza

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all’unanimità, il 30 giugno 2008, dal Consiglio regionale calabrese, chiede al presidente della regione e commissario alla sanità Giuseppe Scopelliti, di “valutare domani (lunedì), nell’incontro che terrà con i sindaci del Savuto, per affrontare il caso dell’ospedale, per scongiurare lo smantellamento dell’importante presidio ospedaliero roglianese, l’ipotesi di utilizzare il “Santa Barbara” per la creazione in Calabria di un Centro grandi ustionati, assolutamente indispensabile e urgente come purtroppo dimostrano – afferma - anche i tanti recenti drammatici episodi di bambini e persone adulte rimasti gravemente ustionati e trasferiti fuori regione”. Corbelli, da sempre schierato anche lui a difesa dell’ospedale di Rogliano e da tanto tempo impegnato per quella che definisce la “grande conquista civile del Centro grandi ustionati calabrese”, oggi chiede che “questo centro venga realizzato nella struttura del Santa Barbara, per una serie di valide ragioni. Non solo per salvare e valorizzare la struttura, l’efficienza e le professionalità dell’ospedale del Savuto, ma per la sua collocazione ideale, al centro quasi della Calabria, a pochi chilometri da uno svincolo autostradale e a pochi metri (adiacente proprio il “Santa Barbara”) da una ottima e sicura pista per l’elisoccorso. In Calabria manca un Centro per ustionati. Sono molti i calabresi rimasti gravemente ustionati, a seguito di incidenti, costretti (con grandi disagi e sacrifici economici) a recarsi periodicamente fuori regione per potersi curare. La Sicilia ha 2 Centri Grandi Ustioni, la Puglia altri 2, la Campania ne ha 1, poi rimane Cesena, Roma e il Nord. Anche la Calabria ha dunque tutto il diritto – continua Corbelli - di avere un Centro grandi ustioni. Per quanti, piccoli e adulti, rimasti gravemente feriti, come nel caso degli ultimi recenti incidenti, hanno immediato e continuo bisogno di queste strutture specializzate e di questo tipo di cure. Chiedo per questo che Scopelliti valuti l’ipotesi della creazione di un Centro grandi ustionati anche in Calabria, che lo stesso venga realizzato al “Santa Barbara” e non invece, come pare si vorrebbe fare, creare anche questa importante, nuova struttura a Lamezia, nella città del presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico”.

26 giugno 2011

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Corbelli a Scopelliti: “Chiusura ospedale Rogliano un colossale spreco di denaro pubblico. Il Governatore vada a visitarlo”. Lo scandalo della Tac, mesi di attesa per un esame a Cosenza, due giorni a Rogliano (ma, questa apparecchiatura, non viene utilizzata!)”.

 

 

Cosenza

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all’unanimità, il 30 giugno 2008, dal Consiglio regionale calabrese, interviene sulla preannunciata chiusura dell’ospedale di Rogliano(in provincia di Cosenza), parla di “scandalo inaudito e inaccettabile, di colossale e ingiustificato spreco di denaro pubblico, che deve essere assolutamente evitato”, invita “il Governatore calabrese e Commissario della sanità, Giuseppe Scopelliti, a far visita al nosocomio del Savuto, per rendersi conto di persona di quale grande ingiustizia e sperpero di soldi pubblici si commetterebbe chiudendo il presidio roglianese”. Corbelli, che dopo aver partecipato martedì scorso, alla manifestazione in piazza a Rogliano a difesa dell’ospedale, è stato accompagnato dai dipendenti e dal sindaco Pino Gallo a visitare il nosocomio del Savuto, spiega di “essere rimasto letteralmente sorpreso, sconcertato e indignato per quello che ha visto: un ospedale che si potenzia, si investono dieci milioni di euro, si dota di strutture moderne e all’avanguardia, le due sale operatorie sono state da pochissimo ultimate, e poi si decide di chiuderlo. Una vergogna che non ha precedenti e eguali, che va denunciata e che deve essere cancellata, per difendere i diritti dei cittadini del Savuto e per salvaguardare una struttura che può essere utilizzata per sfoltire l’eccessivo carico di lavoro e le lunghe liste di attesa dell’Annunziata di Cosenza. Ho personalmente verificato che il Santa Barbara è un ospedale pulito, efficiente, ma soprattutto in grado offrire delle prestazioni importanti in tempo reale. Un esempio su tutto: a Cosenza per una tac bisogna aspettare dei mesi, a Rogliano questo esame si fa in due giorni con una strumentazione ultramoderna. Anziché cogliere questa grane opportunità si vorrebbe invece chiudere l’ospedale, chiudere le sale operatorie, buttare l’apparecchiatura per la Tac in qualche scantinato! Uno scandalo. Si può consentire che si operino simili scempi e sprechi di denaro pubblico, scelte così dannose e scellerate? E’ questo il nuovo corso della sanità voluto dal Governatore? Chiedo a Scopelliti prima di procedere con la chiusura del Santa Barbara di fare quello che ho fatto io: visitare il nosocomio di Rogliano. Anzi gli chiedo di andarci insieme. Voglio vedere se dopo aver visto e constatato la realtà, l’efficienza, la potenzialità di questa struttura ospedaliera (che in oltre 30 anni di attività non ha mai fatto registrare episodi di malasanità ma solo tanta buona sanità, grazie alle diverse professionalità che vi hanno operato) avrà il coraggio di chiudere questo ospedale e buttare al vento milioni di euro di soldi pubblici e negare di fatto la possibilità per migliaia di utenti di avere prestazioni sanitarie importanti in tempo reale, in pochissimi giorni senza invece aspettare, come purtroppo accade negli ospedali di Cosenza, diversi mesi per le lunghe liste di attesa”.

 

16 giugno 2011

 

 

Comunicato stampa congiunto IDV – DIRITTI CIVILI

 Referendum. Sit-in Idv e Diritti Civili davanti centrale Enel di Rossano (Cs), il sito dove dovrebbe sorgere centrale nucleare

 Il segretario regionale di Idv, Maurizio Feraudo, e il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, in una dichiarazione congiunta, invitano i calabresi a “recarsi alle urne il 12 e 13 giugno per votare i quattro referendum su nucleare, acqua e legittimo impedimento” e promuovono una “clamorosa e significativa iniziativa di protesta, un sit-in davanti alla centrale Enel di Rossano(in provincia di Cosenza), nel luogo, dove affermano in una dichiarazione congiunta, l’esponente di Idv e il coordinatore di Diritti Civili, dovrebbe sorgere una delle centrale nucleari, quella cioè prevista in Calabria”. “I calabresi devono recarsi alle urne il 12 e 13 giugno per una serie di validi motivi. Innanzitutto per il merito dei referendum, per dire no alla minaccia mortale delle centrali nucleari, per difendere il bene e il diritto dell’acqua pubblica, per bocciare la legge, di stampo feudale, del legittimo impedimento. Se dovesse fallire il referendum sul nucleare una delle centrali nucleari sarebbe costruita in Calabria ed esattamente nel territorio del comune di Rossano, nell’area dell’attuale centrale Enel. Per questo occorre soprattutto in Calabria una mobilitazione straordinaria per la consultazione referendaria di domenica e lunedì prossimi, affermano Feraudo e Corbelli. Tra le regioni individuate per la realizzazione delle centrali nucleari in Italia c’è di sicuro la Calabria. Un autorevole quotidiano nazionale nel marzo scorso ha anche indicato che il sito dovrebbe essere scelto lungo la fascia Ionica, tra le province di Crotone e Cosenza. Una notizia questa mai smentita dal Governo Berlusconi. L’ubicazione del sito, che si continua a cercare di tenere nascosta, dovrebbe essere il Rossanese e precisamente l’area dell’attuale centrale Enel. Sarebbe stata scelta la Calabria, perché si tratta di una regione politicamente assai debole, con un Governo regionale allineato all’Esecutivo Berlusconi e quindi pronto a subire anche questa gravissima minaccia alla salute e alla vita dei cittadini non solo della Sibaritide ma dell’intera regione. Si vorrebbe costruire una centrale nucleare in Calabria, in una delle regioni e zone a più alto rischio sismico dell’intero Paese. Contro questo disegno scellerato e criminale i calabresi devono reagire domenica e lunedì prossimi recandosi in massa a votare i referendum. E’ importante che dalla Calabria arrivi un messaggio forte e chiaro di netta e totale contrarietà al nucleare e alla ipotesi di realizzazione di una centrale a Rossano. Per questo oggi Idv e Diritti Civili chiudono la loro campagna referendaria con una significativa manifestazione di protesta proprio a Rossano, davanti alla centrale Enel”.

10/06/2011

 

 

 

IMMIGRAZIONE:CORBELLI,A STRANIERI BENI CONFISCATI A MAFIE

  

(ANSA) - COSENZA, 4 GIU - "Utilizzare i beni confiscati e

sottratti ai boss mafiosi per realizzare delle case di

accoglienza per gli immigrati regolari che vivono in alcune zone

della Calabria in condizioni di assoluta povertà". Lo afferma

il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli.

"Non si possono lasciare da soli i comuni - aggiunge - a

gestire questa drammatica emergenza umanitaria, legata

all'immigrazione. I Governi regionale e nazionale devono

supportare le amministrazioni comunali. Così come la

magistratura farebbe bene a procedere velocemente alla confisca

dei beni dei mafiosi e metterli a disposizione delle diverse,

competenti amministrazioni per l'utilizzo a fini sociali e

umanitari. Per questo auspico che le diverse autorità preposte

operino in questo senso, con la confisca dei beni tolti alla

mafia e la realizzazione di case di accoglienza per gli

immigrati".

"Sarebbe questo - prosegue Corbelli - un atto degno di un

Paese civile, ospitale, solidale, sarebbe soprattutto un segnale

preciso di come la lotta alla mafia può essere non solo un

fatto repressivo ma una grande occasione di riscatto, di

giustizia sociale, di solidarietà nei confronti di immigrati

che arrivano in Italia, in cerca di un futuro migliore, fuggendo

spesso da guerre, fame, persecuzioni, e che in molti casi invece

si trovano a vivere grandi drammi umani nell'assoluto abbandono

e nel totale disinteresse delle Istituzioni del nostro Paese".

4 giugno 2011

 

 

Comunicato stampa congiunto IDV – DIRITTI CIVILI

Referendum. La sfida di Idv e Diritti Civili in Calabria

Il segretario regionale di Idv, Maurizio Feraudo, e il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, in una dichiarazione congiunta, invitano i calabresi a “recarsi alle urne il 12 e 13 giugno per votare i quattro referendum su nucleare, acqua e legittimo impedimento, per dare la spallata definitiva al Governo Berlusconi, un Esecutivo nemico della Calabria, e per dare un segnale al Paese che il vento di cambiamento e rinnovamento che, alle elezioni amministrative del mese scorso, ha spazzato via il centrodestra in tutto il Paese, non si è fermato, come il Cristo di Levi, a Eboli, ma è arrivato anche in Calabria”. Feraudo e Corbelli preannunciano una conferenza stampa congiunta per il fine settimana e una serie di iniziative in tutta la regione per portare al voto la Calabria. “I calabresi devono recarsi alle urne il 12 e 13 giugno per una serie di validi motivi. Innanzitutto per il merito dei referendum, per dire no alla minaccia mortale delle centrali nucleari, per difendere il bene e il diritto dell’acqua pubblica, per bocciare la legge, di stampo feudale, del legittimo impedimento; devono recarsi in massa alle urne per mandare a casa un governo che, sotto i diktat della Lega, considera la Calabria una palla al piede, una regione che ostacola lo sviluppo del Paese e per questo la si penalizza, emargina, discrimina, umilia, con provvedimenti governativi a favore del Nord e contro il Sud e la Calabria, in particolare. I calabresi devono recarsi alle urne per dimostrare che il voto alle ultime amministrative è un risultato fortemente condizionato dal clientelismo, dal potere politico regionale, come è sempre storicamente avvenuto nella nostra regione, per dimostrare che anche in Calabria è iniziata la fine del berlusconismo. Idv, Diritti Civili e le altre forze politiche e movimenti che sostengono questi referendum sin dalla raccolta delle firme, in Calabria devono moltiplicare gli sforzi per dimostrare che non c’ è una anomalia calabrese, che il vento impetuoso del cambiamento è arrivato e soffia forte anche dalla Calabria. Sarà questa la sfida di Idv e Diritti Civili in Calabria: superare il quorum anche nella nostra regione”.

 

2/06/2011

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Esami sospetti. Corbelli plaude a intervento Magistratura, difende Università della Calabria e denuncia. “Unical lasciata sola. Nessun politico l’ha difesa”

Cosenza

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo il comunicato della Procura della Repubblica di Cosenza, sull’inchiesta degli esami sospetti all’Unical, plaude all’intervento immediato della magistratura, e difende ancora una volta l’Università della Calabria, da quella che definisce “una ingiusta criminalizzazione dell’Ateneo di Arcavacata per una vicenda, quella di qualche esame sospetto, che rischia di provocare un grave danno di immagine e credibilità per una delle poche realtà positive, una delle rare eccellenze della nostra regione”. Corbelli aveva nei giorni scorsi chiesto che “si facesse, da parte della magistratura, subito chiarezza su questa vicenda ma senza anticipare sentenze sommarie e condanne indiscriminate nei confronti di una Università, l’Unical, fiore all’occhiello dell’intera Calabria”. Il leader di Diritti Civili denuncia oggi anche il “silenzio assordante di tutti i politici e i partiti su questo caso, nessuno che abbia speso una sola parola per difendere l’Unical. Un fatto grave e ingiustificato. Solo Diritti Civili continua a difendere l’Unical”. Corbelli apprezza la “chiarezza del comunicato della Procura che, afferma, di fatto sgonfia il caso, lo circoscrive a qualche caso isolato di una sola Facoltà e salva così il prestigio dell’Unical. E’ giusto e doveroso che eventuali illeciti vengano accertati e perseguiti, ma senza criminalizzare l’intera Università, senza creare sospetti. Difendiamo l’Ateneo calabrese, i suoi studenti, i suoi presidi, i suoi docenti, quanti vi operano e lavorano con professionalità e dedizione. Bisogna impedire che venga offuscata l’immagine e vengano gettate ombre sul prestigioso Ateneo calabrese. Se c’è qualche esame truccato che venga reso noto e perseguito ai sensi della legge, con prove incontestabili e non per ipotesi o ricordi confusi di qualcuno. Chi lavora, studia e si laurea all’Unical va rispettato. Non si può per qualche esame sospetto criminalizzare l’intera Università della Calabria. Chi fa questo fa solo del male all’Ateneo calabrese e alla nostra regione”.

 

28 maggio 2011

(segue precedente intervento su caso Unical)

 

 

 

SANITA': CORBELLI, CENTRO TUBERCOLOSI SCIPPATO A COSENZA

 

 

(ANSA) - COSENZA, 21 MAG - "Devo denunciare l'ultimo scippo

ai danni della sanità cosentina, reso noto oggi con

l'istituzione del centro regionale di riferimento per la

diagnostica e per la cura della tubercolosi". Lo afferma il

leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli.

"Ancora una volta Cosenza - aggiunge - viene scippata di un

suo centro di eccellenza: nella fattispecie si tratta di un

reparto del Mariano Santo che da 50 anni rappresenta una

eccellenza regionale per la cura della tubercolosi. Oggi anziché

potenziare e rendere operativo questo reparto e questo ospedale

cosentino viene di fatto scippato questo reparto e trasferito a

Lamezia con la creazione di un centro regionale per la

tubercolosi. Un fatto grave, assolutamente ingiustificato. Una

autentica vergogna".

"Questo è quanto accaduto con il via libera - conclude

Corbelli - del Governatore Scopelliti, grazie alla volontà e

all'influenza del presidente del Consiglio regionale, il

lametino Francesco Talarico. Purtroppo Cosenza viene ancora una

volta ad essere penalizzata, umiliata e discriminata".(ANSA).

 

 

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 

Corbelli difende l’Unical: “Non buttare fango sull’università della Calabria”

 

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, difende l’Università della Calabria, parla di “inaudita criminalizzazione dell’Ateneo di Arcavacata per una vicenda, quella di qualche esame sospetto, che rischia di rivelarsi l’ennesimo polverone mediatico, con grave danno di immagine e credibilità per una delle poche realtà positive, una delle rare eccellenze della nostra regione”. Corbelli chiede che “si faccia, da parte della magistratura, chiarezza su questa vicenda ma senza anticipare sentenze sommarie e condanne indiscriminate nei confronti di una Università, l’Unical, fiore all’occhiello dell’intera Calabria (e non solo). Ancora una volta la Calabria viene sbattuta come un mostro in prima pagina per un presunto caso di qualche esame sospetto, nella fattispecie all’Unical. Difendiamo l’Ateneo calabrese, i suoi studenti, i suoi presidi, i suoi docenti, quanti vi operano e lavorano con professionalità e dedizione. Non consentiamo che venga offuscata l’immagine e vengano gettate ombre sul prestigioso Ateneo calabrese. Se c’è qualche esame truccato che venga reso noto e perseguito ai sensi della legge, con prove incontestabili e non per ipotesi o ricordi confusi. Chi lavora, studia e si laurea all’Unical va rispettato. E’ da irresponsabile buttare fango sull’Università della Calabria. Chi fa questo fa solo del male alla nostra regione”.

 

19 maggio 2011

 

Comunicato stampa movimento Diritti Civili

Inchiesta costi politica in Calabria. Diritti Civili denuncia nuovo spreco Consiglio regionale: “Oltre 130 mila euro per agende, agendine e calendari (per un solo anno: il 2011). 520 mila euro (oltre un miliardo di vecchie lire) per i restanti quattro anni di legislatura regionale”!

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, continua l’inchiesta sui costi della politica calabrese e, in particolare, su quello che definisce “un viaggio di trasparenza e verità sugli sprechi del Consiglio regionale e della Regione”. Dopo aver nei giorni scorsi denunciato “l’incredibile, ingente costo sostenuto dal Consiglio regionale per garantire il servizio di vigilanza di Palazzo Campanella” ( il “costo complessivo quadriennale per questo servizio di vigilanza armata con piantonamento fisso della sede del Palazzo del Consiglio regionale è di 4.600.051,20 euro, oltre 9 miliardi delle vecchie lire. Oltre un milione e 150 mila euro all’anno)”oggi Corbelli rende noto un altro caso di quello che definisce “un altro, nuovo inaccettabile spreco di denaro pubblico: l’acquisto (da parte di una ditta di Reggio Calabria) di agende, agendine e calendari da tavolo per un totale di oltre 130 mila euro (esattamente 111.550 più iva), 260 milioni di vecchie lire. Per un solo anno: quello in corso, il 2011. Per i restanti quattro anni di legislatura regionale la spesa complessiva per agende, agendine e calendari da tavola sarà quindi di 520 mila euro: oltre un miliardo di vecchie lire! Mentre la Calabria vive una crisi senza precedenti, con sempre più gente senza lavoro , da anni senza stipendio e letteralmente disperata, mentre si chiedono sacrifici a tutti, si licenziano lavoratori, si chiudono ospedali, si aumenta il ticket sanitario, si fanno pagare ai malati finanche le autoambulanze e l’elisoccorso per i ricoveri, il Consiglio regionale, non pago delle mega indennità-vergogna e di tutti privilegi dei suoi consiglieri, dei finanziamenti scandalo dei gruppi consiliari regionali, spende all’anno oltre 130 mila euro (260 milioni di vecchie lire) per agende, agendine e calendari da tavolo, da regalare agli amici degli amici degli inquilini di Palazzo Campanella. Una spesa spropositata e assolutamente ingiustificata. Un autentico spreco di denaro pubblico. Il Consiglio regionale poteva (e doveva) fare a meno di buttare in questo modo i soldi dei contribuenti. E’ questo il nuovo corso, il rigore, il taglio delle spese inutili, sbandierato dal presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, e dal presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti? Oltre 130 mila euro per agende, agendine e calendari, per un solo anno; 520 mila euro per i restanti quattro anni di legislatura”!

 

9 aprile 2011

 

 

Inchiesta costi politica in Calabria. Diritti Civili denuncia primo grande spreco ”4 milioni e 600 mila euro per vigilanza Palazzo Campanella, sede Consiglio regionale”!

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, inizia oggi una inchiesta sui costi della politica calabrese e, in particolare, su quello che definisce “un viaggio di trasparenza e verità sugli sprechi del Consiglio regionale e della Regione”. Il primo, clamoroso caso che viene denunciato oggi è “l’incredibile, ingente costo sostenuto dal Consiglio regionale per garantire il servizio di vigilanza di Palazzo Campanella”. Corbelli rende noto il “costo complessivo quadriennale per questo servizio di vigilanza armata con piantonamento fisso della sede del Palazzo del Consiglio regionale, che è di 4.600.051,20 euro, oltre 9 miliardi delle vecchie lire. Oltre un milione e 150 mila euro all’anno (due miliardi e 300 milioni di vecchie lire ogni anno); quasi 100 mila euro al mese (200 milioni di lire)”. Corbelli, che si chiede chi è che minaccia così pesantemente Palazzo Campanella da giustificare questa costosissima super vigilanza armata fissa (saranno forse le intimidazioni non stop ai diversi consiglieri a spaventare così tanto il presidente del Consiglio Francesco Talarico - quello che predica rinnovamento, moralità e rigore e poi opera in questo modo - e i suoi colleghi?), denuncia come mentre per proteggere la sede del Consiglio regionale vengono spesi 4 milioni e 600mila euro, per quattro anni, poi la stessa Regione taglia le guardie giurate che operano negli ospedali calabresi, mettendo così a rischio l’incolumità degli operatori sanitari, che vengono spesso aggrediti”. Il coordinatore di Diritti Civili chiede che “questo servizio di vigilanza di Palazzo Campanella venga assicurato da alcuni soldati che operano nella città dello Stretto e che la ingente somma impiegata per questo compito venga invece utilizzata per garantire e potenziare la sorveglianza negli ospedali calabresi, oggi privi di vigilantes e alla mercè di qualunque malintenzionato. Il Consiglio regionale è un obiettivo strategico. I militari sono stati mandati a Reggio per sorvegliare proprio questi obiettivi. Perché allora sperperare una somma così ingente per questo servizio e non utilizzare invece un paio di soldati e destinare questi 4 milioni e 600 mila euro per la vigilanza negli ospedali calabresi?”.

26 marzo 2011

 

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Corbelli chiede a Scopelliti di cancellare odioso e iniquo ticket sanitario.

 

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ideatore e promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all’unanimità, il 30 giugno 2008, dal Consiglio regionale calabrese, chiede al Governatore Giuseppe Scopelliti di “revocare l’ultimo suo provvedimento sulle nuove misure per l’esenzione dal ticket, di mantenere fede alla sua promessa fatta all’indomani della sua elezione nel marzo dello scorso anno e di cancellare completamente l’odioso, iniquo balzello (ticket) sanitario, che penalizza le fasce più deboli e povere della popolazione calabrese”. Corbelli invita Scopelliti a “risparmiare tagliando gli sprechi (veri e ingenti)” e lancia la provocazione di “destinare i soldi dei gruppi consiliari (oltre 500 mila euro all’anno a testa) per coprire i mancati incassi del ticket”. “E’ questo un concreto, importante segnale di un cambiamento reale rispetto al passato,che si aspettano i cittadini dal nuovo presidente della Regione, non invece un provvedimento che esclude dall’esenzione del ticket nuove fasce di popolazione (povera). Scopelliti aveva promesso subito dopo la sua elezione, raccontando l’invito che gli era stato rivolto a questo proposito da suo padre, che avrebbe abolito il ticket sanitario. Oggi a distanza di dieci mesi dalle elezioni non solo non ha abolito il ticket ma addirittura ha escluso dalla esenzione nuove fasce (poveri) della popolazione. Il Governatore non tradisca le attese della gente e le promesse da lui fatte e cancelli questo ticket, che penalizza i cittadini più poveri. E questa una importante novità che può rappresentare una svolta significativa rispetto al passato. Dipende da Scopelliti porla subito in essere. Diritti Civili gli chiede un atto di coraggio e di coerenza. Cancelli l’odioso ticket e destini i soldi dei gruppi consiliari alla sanità”.

 

5 gennaio 2011

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

 Diritti Civili critica Consiglio regionale calabrese che ha approvato norma-vergogna che cancella incompatibilità consigliere regionale con altre cariche elettive e istituzionali”.

 

Reggio Calabria

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, critica duramente la norma di legge approvata ieri dal Consiglio regionale che elimina le incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e presidente di Provincia, assessore provinciale, di sindaco e assessore comunale, parla di “legge vergogna, una abbuffata, e preannuncia una mobilitazione (così come è avvenuto con successo per far cancellare l’altra norma-vergogna del listino regionale bloccato) per impedire che passi un simile, grande scandalo”. Corbelli accusa il Consiglio regionale di dimenticare e rinviare la nomina del Garante della Salute e di occuparsi invece di “queste norme elettorali ignobili”. “Ieri il Consiglio regionale ha ancora una volta, colpevolmente e irresponsabilmente, rinviato la elezione del Garante della Salute, la proposta di legge promossa da Diritti Civili e dalla Provincia di Cosenza e approvata, all’unanimità dall’Assemblea di Palazzo Campanella, il 30 giugno 2008, e il cui bando è scaduto il 16 luglio scorso. Il Consiglio ha ritenuto invece più importante e urgente approvare (lo ha fatto a maggioranza) una norma che elimina tutte le incompatibilità del consigliere regionale, con altre cariche elettive ed istituzionali (presidente di Provincia, assessore provinciale, sindaco e assessore comunale). Di fatto siamo di fronte all’ennesimo scandalo, una legge-abbuffata, che auspichiamo non trovi il via libera del ministero competente per la palese e oggettiva incostituzionalità. Il Leghista Calderoli resterà nella storia del nostro Paese, quale ideatore della cosiddetta legge porcata, questo Consiglio regionale rischia di passare alla storia della nostra regione come quello della legge scandalo, della grande abbuffata, una norma che consente il concentramento del potere nelle mani di una sola persona, con grave danno e forte limitazione per lo svolgimento delle funzioni del consigliere regionale, dei presidenti di provincia, degli assessori provinciali, dei sindaci. e assessori comunali e il forte rischio di un più facile condizionamento mafioso del voto e dei rappresentanti e amministratori alla guida contestuale di più Enti. Anziché eleggere il Garante della Salute e, per restare in tema di norme elettorali, rendere incompatibile la carica di consigliere con qualsiasi altra carica elettiva ed istituzionale, il Consiglio regionale, grazie ad una maggioranza trasversale, va esattamente nella direzione opposta a esatted una maggioranza trsversale,le, li e approvatam, all'o il 16 luglios corso, sniglio regioaanle rischi di passar5e la. Diritti Civili, così come ha fatto (con successo) per l’altra vergogna del listino elettorale regionale bloccato, promuoverà subito dopo le vacanze una mobilitazione e una serie di iniziative in tutta la regione per denunciare questo scandalo e per contrastare e far fallire questo disegno egemonico e oligarchico di una parte (purtroppo maggioritaria) del Consiglio regionale”.

23 dicembre 2010

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Sanità. Diritti Civili chiede stabilizzazione 37 medici precari Ospedale Annunziata di Cosenza e denuncia “fatto gravissimo e assurdo. A Medicina d’Urgenza non c’è un medico di notte”!

Cosenza
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l'istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all'unanimità, dal Consiglio regionale della Calabria il 30 giugno 2008, chiede la “stabilizzazione dei 37 medici precari dell’Annunziata di Cosenza (il cui contratto scade la fine di dicembre) e denuncia la “drammatica emergenza e l’incredibile, assurda situazione del reparto di Medicina d’Urgenza dell'Ospedale civile cosentino, che non ha un medico previsto per il turno di notte, per la assoluta carenza di personale, con grande rischio per gli ammalati ricoverati (sono stabilmente 14) e per quanti vi arrivano in piena notte per casi urgenti" e rivolge, a questo proposito, un “accorato appello al presidente della Regione, e commissario responsabile della sanità calabrese, Giuseppe Scopelliti”. Corbelli giudica la “mancata stabilizzazione dei precari un fatto gravissimo, un colpo al cuore dell’Annunziata, un ulteriore smantellamento di uno dei presidi ospedalieri regionali più importanti, una pesante penalizzazione per i malati” e definisce la situazione del reparto di Medicina d’Urgenza, una “urgente priorità da affrontare immediatamente”. Il coordinatore di Diritti Civili, che da anni si batte per questa ed altre gravi problematiche sanitarie della regione, si è recato in ospedale ed ha incontrato il primario del reparto, Mario Sprovieri, e gli altri medici, che gli hanno illustrato la “precaria e drammatica situazione in cui versa il reparto, dove sono ricoverati 14 pazienti. I medici addetti a questo reparto sono solo quattro più lo stesso primario Sprovieri. Il primario e i medici del reparto di Medicina d’Urgenza hanno chiesto di incontrarmi per illustrami la situazione di grande disagio, di assoluta precarietà e forte rischio nella quale sono costretti ad operare. Il reparto va avanti solo grazie al grande impegno, all’abnegazione del primario e di questi medici e del personale paramedico, che sono costretti a sobbarcarsi turni massacranti per garantire l’assistenza ai pazienti. A Medicina d’Urgenza ci sono solo quattro medici (più il primario) per 14 posti letto. Ma il fatto più grave, incredibile, assurdo, assolutamente inaccettabile è la mancanza, in questo reparto, di un medico per il turno di notte. Significa che dalle 20 di sera alle 8 di mattina questo reparto di medicina d’urgenza, ovvero un Pronto Soccorso, si ritrova senza un medico, con tutto quel che, questa mancanza, comporta: notevoli disagi e forti rischi per i pazienti. Si può lasciare un reparto di Pronto Soccorso senza un medico durante la notte? Si può giustificare una simile gravissima situazione, con il pretesto dei tagli da effettuare per il solito famigerato piano di rientro sanitario? Purtroppo accade anche questo in Calabria e, nella fattispecie, in un ospedale regionale importante come l’Annunziata di Cosenza, che viene ad essere continuamente penalizzato, depotenziato, di fatto condannato ad una lenta agonia, che dovrebbe portarlo alla chiusura. Occorre assolutamente fermare questo declino dello storico Ospedale bruzio, bisogna immediatamente stabilizzare i 37 medici dell’Annunziata e potenziare l’organico di Medicina d’Urgenza, garantire la presenza di un medico anche di notte, per permettere agli operatori sanitari di poter operare al meglio, in condizioni ottimali per dare risposte e assistenza ai tantissimi pazienti che ogni giorno da ogni parte della provincia di Cosenza e del resto della regione si rivolgono all’Annunziata. Spesso un intervento immediato ed efficace a Medicina d’Urgenza (Pronto Soccorso) significa salvare una vita umana. Non si può pensare di risparmiare, di ripianare il debito-voragine della sanità non stabilizzando i medici precari e tagliando il personale a reparti importanti dell’Annunziata. Sono altri gli sprechi (ingenti) che vanno eliminati”.

 

2 dicembre 2010

 

Comunicato stampa Movimento Diritti Civili

Medici (precari da sette anni) di Oncologia di Paola (eccellenza regionale) scrivono a Diritti Civili che denuncia: “Oncologia rischia di ritrovarsi senza medici. Fatto grave e assurdo che danneggia malati. Intervenga subito Scopelliti”.

Paola

Il leader del Movimento Diritti Civili, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all’unanimità, dal Consiglio regionale calabrese il 30 giugno 2008, denuncia “il grave e drammatico caso dei sei medici “precari” dell’Unità Operativa di Oncologia Medica dell’ospedale di Paola, un centro di eccellenza regionale, per questo tipo di patologia, che aspettano da sette anni di essere stabilizzati, che hanno un contratto a tempo determinato che scade il prossimo 31 dicembre, che mette a rischio la permanenza di questi medici nel nosocomio paolano con grave danno per i pazienti, che sono insieme agli operatori sanitari i più penalizzati da questa incresciosa e assurda situazione”. Corbelli che rende nota (e condivide) la lettera-appello che gli hanno recapitato i sei medici dell’ospedale di Paola, parla di “una vicenda gravissima e assolutamente ingiustificata che deve trovare una immediata e positiva soluzione, con la stabilizzazione de sei medici-precari (un loro sacrosanto diritto), perché si tratta di uno dei pochi esempi di buona sanità calabrese, grazie alla professionalità dei medici, del primario e del personale paramedico, che deve essere salvaguardato e valorizzato” e per questo chiede “l’immediato intervento del presidente della Regione e commissario della sanità, Giuseppe Scopelliti”, Questo il testo della missiva con l’appello dei sei medici al leader di Diritti Civili. “Gent.mo dr. Corbelli, siamo gli Oncologi che da sette anni sono impegnati nella Unità Operativa di Oncologia Medica di Paola (Cs), lavorando con contratti a tempo determinato, sempre rinnovati, su posti “tutti vacanti” regolarmente previsti dalla pianta organica: l’assurdo è che solo il Primario ha un contratto a tempo indeterminato. L’oncologia dell’Ospedale di Paola, pertanto, ha funzionato e funziona esclusivamente con la sola forza dei precari che con il loro impegno e, soprattutto, professionalità, l’hanno resa Centro di assistenza ambito nonché sovraffollato di pazienti provenienti da ogni parte della Calabria e delle Regioni viciniori. In data 18 Gennaio 2010, siamo risultati vincitori del concorso pubblico regolarmente espletato (già bandito nell’anno 2005), per i quattro posti previsti dalla pianta organica, pubblicato sulla G.U. n°51 del 28/06/2005. Fino ad ora non abbiamo ricevuto alcuna nomina; però, continuiamo a lavorare come precari, e con contratti a tempo determinato in prossima scadenza (31/12/2010). Sulla nostra pelle e su quella dei pazienti già toccati dalla sventura di un male implacabile, si vogliono riscattare gli abusi perpetrati ai danni della sanità calabrese ? Come mai a pagare sono sempre gli onesti lavoratori e non gli artefici di cotanti scempi? Il paradosso è che, in possesso di tutti i requisiti prescritti dalle norme a suo tempo in vigore, su richiesta della stessa ASP di Cosenza, abbiamo più volte presentato la domanda di stabilizzazione: anche in questo caso è stato tutto ignorato. Desidereremmo sapere quali sono i nostri diritti e quali gli strumenti per tutelarli. Riconosciuta meritoria e di alto livello l’opera del responsabile dei “Diritti civili”, dr. Franco Corbelli, a Lei ci rivolgiamo per ottenere una qualificata risposta ed un determinante aiuto alla risoluzione del preoccupante problema che ci tormenta e che si ripercuote gravemente sulla serenità che il nostro lavoro richiede”.

29 novembre 2010

 

 

 

LA PROPOSTA DI LEGGE DEL GARANTE DELLA SALUTE

(quello che segue è il testo presentato inizialmente da Diritti Civili nel Consiglio provinciale di Cosenza che sarà poi approvato dal Consiglio regionale il 30 giugno 2008)

 

 

Oggetto: Proposta di legge di iniziativa del Consiglio Provinciale di Cosenza per l’istituzione del Garante della Salute

 

Descrizione della proposta di Legge per l’istituzione del Garante della Salute della Regione Calabria.

 

La proposta vuole dotare la regione Calabria della figura e della struttura del Garante della Salute per verificare il rispetto dei diritti dei cittadini in materia di assistenza sanitaria; accertare e segnalare, alle autorità competenti, eventuali casi di disorganizzazione; collaborare con le amministrazioni preposte per interventi urgenti e drammatici. La struttura del Garante raccoglierà le segnalazioni e le denunce dei cittadini sui casi di disorganizzazione nella sanità; per fatti particolarmente gravi, ripetuti e, da più tempo, irrisolti; provvederà quindi ad effettuare le verifiche e a riferire alle autorità competenti i disservizi accertati..

 

Articolato

 

Art.1

(Istituzione)

 

1. E’ istituita la struttura e figura del Garante della Salute della Regione Calabria, al fine di verificare la piena attuazione, nel territorio regionale, dei diritti delle persone, ai sensi di quanto previsto dalla apposita legge in materia di assistenza sanitaria;

2. La Regione e il Garante della Salute difendono i diritti di tutte le persone di ogni colore, religione, cultura ed etnia, al fine di contribuire a promuovere il diritto all'assistenza sanitaria per tutti gli individui;

3. Il Garante svolge la propria attività in piena autonomia e non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico o funzionale;

4. Il Garante presenta semestralmente una relazione al Consiglio Regionale e può comunque in qualsiasi momento essere chiamato e convocato dal Presidente del Consiglio, dal Presidente della Giunta, dall'Assessore Regionale alla Sanità e/o da almeno 10 consiglieri regionali per fornire informazioni sull'operato del suo Ufficio;

5. Il Consiglio Regionale esamina e discute la relazione del Garante e adotta le iniziative che ritiene opportune invitando gli organismi competenti regionali ad adottare le misure che considera necessarie.

6. La relazione del Garante viene pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione, sugli organi di stampa e sulle emittente radiofoniche e televisive.

 

Art.2

(Funzioni)

 

1. Il Garante svolge le seguenti funzioni:

 

a) Può vigilare, insieme ai suoi collaboratori, sul rispetto, su tutto il territorio regionale, dei diritti delle persone all'assistenza sanitaria.

b) Accoglie, attraverso una linea telefonica gratuita, un numero verde operativo 24 ore, segnalazioni in merito a violazioni dei diritti delle persone in materia di assistenza sanitaria, per casi di disorganizzazione particolarmente gravi, ripetuti e da diverso tempo, irrisolti, fa le opportune verifiche e sollecita le amministrazioni competenti all'adozione di interventi adeguati per rimuovere le cause che ne impediscono la tutela.

c) Segnala alle competenti amministrazioni fattori di rischio e di danno a causa di carenze e di situazioni inadeguate dal punto di vista ambientale, organizzativo, strutturale, igienicosanitario.

d) Può per l'espletamento di questo suo compito di verifica dei casi di disorganizzazione, di cui al comma b di questo stesso art.2, avere accesso in tutte le strutture ospedaliere e sanitarie della regione e chiedere le informazioni necessarie alle sue indagini conoscitive.

e) Collabora con Il Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria per tutte le problematiche inerenti ai bambini e previste nella apposita legge regionale di istituzione di questa figura.

f) Dispone di una centrale operativa telematica che consente l'aggiornamento in tempo reale della situazione, della disponibilità di tutte le strutture sanitarie e di pronto intervento della regione.

g) Può collaborare da questa postazione centrale con le diverse autorità competenti per coordinare interventi urgenti e drammatici in Calabria e nel caso in altre regioni.

h) Fornisce, attraverso un apposito sportello, informazioni utili ai cittadini per le più importanti problematiche della sanità di interesse collettivo, come ad esempio la cura delle malattie rare e delle diverse gravi patologie, indicando i centri di eccellenza regionali, nazionali e internazionali.

i) Può formulare proposte ed esprimere rilievi su atti normativi e di indirizzo riguardanti la sanità.

l) Può chiedere all'Assessore Regionale alla Sanità delle relazioni con valutazione sull'operato dei direttori regionali rispetto agli obiettivi degli stessi prefissati e raggiunti.

m) Può attivare le necessarie azioni di collegamento con le amministrazioni del territorio regionale impegnate nella tutela della salute e con le autorità giudiziarie.

 

2. Il Garante per svolgere i compiti previsti dalla presente legge può porre in essere le seguenti altre iniziative.

 

a) Può stipulare apposite convenzioni con soggetti pubblici e privati per lo svolgimento di specifiche attività.

b) Può stabilire intese e accordi con ordini professionali e organizzazioni che si occupano di sanità

c) Può intrattenere rapporti di scambio, di studio e di ricerca con organismi pubblici e privati.

 

 

Art.3

(Nomina, requisiti e incompatibilità)

 

1). La nomina del Garante della Salute è di competenza del Consiglio Regionale. Il Garante è nominato tra persone che abbiano maturato una esperienza almeno decennale nel campo sociale o sanitario.

2) E' eletto Garante il candidato che ottiene i voti dei due terzi dei consiglieri della Regione. Dopo la terza votazione è eletto il candidato che ottiene la maggioranza relativa dei voti.

3) L'incarico del Garante dura cinque anni e può essere rinnovato una sola volta;

4) Sono incompatibili con l'incarico di Garante:

a) i membri del Parlamento, i Ministri, i Consiglieri e gli Assessori regionali, provinciali e comunali, e i titolari di altre cariche elettive;

b) i direttori generali, sanitari, amministrativi, il personale medico e i dipendenti delle Aziende ASL e delle aziende ospedaliere regionali;

c) gli amministratori di enti pubblici, aziende pubbliche o società a partecipazione pubblica, nonché agli amministratori o dirigenti di enti, imprese o associazioni che ricevono a qualsiasi titolo contributi dalla Regione e/o da altri enti pubblici

5) L'incarico di Garante può essere revocato per gravi e comprovati motivi di ordine morale;

6) La revoca può essere effettuata solo dal Consiglio Regionale, con la maggioranza dei due terzi;

7) Al Garante della salute spettano indennità di funzione, il rimborso spese ed il trattamento di missione nella misura prevista per il difensore civico, dell'art. 9 della legge regionale 16 gennaio 1985, n. 4 "Istituzione del Difensore civico presso la Regione Calabria".

 

Art.4

(Rapporti con Il Difensore Civico)

 

Il Garante della salute e il Difensore Civico (se naturalmente questa figura è presente e operativa nella regione) si danno reciproco scambio di informazioni di interesse comune, coordinando la propria attività nell'ambito delle rispettive competenze.

 

Art.5.

(Rapporti con Il Garante dei diritti dei detenuti)

Il Garante della salute agisce in stretto contatto e in perfetta sinergia con il Garante dei diritti dei detenuti (se questa figura è operativa nella regione, altrimenti, se questa struttura è assente, può sostituirla limitatamente alle competenze e al rispetto dei diritti all'assistenza sanitaria delle persone recluse) per quanto attiene le problematiche legate ai diritti alla salute delle persone in carcere.

 

Art.6

(Ufficio del Garante)

 

1. L'Ufficio del Garante ha sede presso la Regione Calabria, può essere articolato in sedi decentrate nelle cinque province ed avvalersi della struttura regionale in materia di sanità;

2. L'ufficio è composto dal Garante, da due suoi collaboratori e da una segreteria;

3. I due collaboratori del Garante vengono scelti direttamente dallo stesso Garante.

4 Il Garante può revocare, in qualsiasi momento, la nomina dei due collaboratori per gravi motivi di ordine morale e/o per cessazione del rapporto fiduciario

5. Il Consiglio regionale determina annualmente il fondo a disposizione per le spese di funzionamento dell'Ufficio del Garante

 

La presente proposta di legge, composta da 6 articoli, è stata approvata dal Consiglio Provinciale di Cosenza e trasmessa al Consiglio Regionale della Calabria, così come previsto dal Nuovo Statuto Regionale (art.39).

 

 

 

 

 
 
 

 

 
 
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