Ultimissime 2009
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Inizia in questo anno(1999) la battaglia di Diritti Civili per la piccola Jannate,
la bambina figlia di giovani marocchini, gravemente malata. I nostri interventi su
questa vicenda e su tanti altri casi umani, di ingiustizia e la campagna di
solidarietà per aiutare la popolazione dell'Abruzzo colpita dal terremoto troverete
in questa pagina.
Uno dei tanti articoli (quello riportato è di Calabria Ora) dedicati a questa lunga battaglia di Diritti Civili che viene ricordata e raccontata in Diritti Civili Global e in altre pagine del sito
SANITA':CORBELLI A ORLANDO,CONSIGLIO REGIONE NOMINI GARANTE
(ANSA) - COSENZA, 14 DIC - "Voglio denunciare al presidente
della Commissione parlamentare sugli errori sanitari, Leoluca
Orlando, oggi in Calabria, l'ingiustificato ritardo della nomina
del garante della Salute da parte del consiglio regionale e del
suo presidente, Giuseppe Bova". Lo afferma in una nota il
leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore
della proposta di legge per l'istituzione del Garante della
Salute della Calabria, approvata, all'unanimità, il 30 giugno
2008, dal Consiglio regionale calabrese".
"Nonostante - aggiunge - siano passati 14 mesi dalla
scadenza del bando il consiglio regionale, e nella fattispecie
il presidente Bova, che dovrebbe per legge esercitare i poteri
sostituivi, in violazione dello Statuto della Regione, che
impone la nomina del Garante entro e non oltre 90 giorni dalla
scadenza del bando, continua irresponsabilmente a rinviare
questa nomina, nonostante in Calabria si continui, purtroppo, a
morire per la malasanità e la disorganizzazione. La Commissione
parlamentare presieduta da Orlando chieda conto al presidente
Bova di questo grave, incomprensibile e ingiustificato ritardo
della nomina del Garante".
"Anche il Sole 24Ore, nei mesi scorsi, ha denunciato -
prosegue Corbelli - e severamente stigmatizzato questa grave
inadempienza del Consiglio regionale per la mancata elezione del
Garante. Il Garante della Salute è una grande, storica
conquista civile, un esempio di buona sanità, una svolta
epocale e radicale per la sanità calabrese. Una struttura al
servizio dei cittadini, per difendere i loro diritti in materia
di assistenza sanitaria. Un modello, il Garante della Sanità,
da poco istituto anche negli Usa, da parte del presidente Barack
Obama. il Garante della Salute è una struttura innovativa,
semplice e rivoluzionaria per combattere la malasanità, la
disorganizzazione, la violazione dei diritti dei
malati".(ANSA).
Calabria. Sanità. Cancellare vergogna ticket sanitario, fatto pagare in ospedale per misurare la febbre ai bambini!
(Il comunicato, con la denuncia di Diritti Civili, nella pagina Politica)
UN’ALTRA IMPORTANTE BATTAGLIA VINTA DA DIRITTI CIVILI
Segue notizia Agenzia ANSA. Hanno dato spazio alla vicenda della piccola Jannate il TG RAI CALABRIA, LA GAZZETTA DEL SUD(Redazione di Vibo), Il QUOTIDIANO, CALABRIA ORA, IL DOMANI e altri media calabresi
SANITA':CORBELLI,PRESTO INDENNITA' A BIMBA CON MALATTIA RARA
(ANSA) - COSENZA, 5 DIC - "Dopo l'appartamento è stato
finalmente riconosciuto il diritto alla pensione e
all'indennità di accompagnamento alla piccola Jannate, la
bambina di 19 mesi, nata in Italia, residente a Sant'Onofrio,
nel Vibonese, affetta da una rara forma di malattia genetica,
che vive solo grazie ad un respiratore artificiale attaccato ad
una macchina". E' quanto afferma, in una nota, il leader di
Diritti civili, Franco Corbelli.
La piccola, spiega Corbelli, "é figlia di una poverissima
coppia di giovanissimi immigrati marocchini (il padre, venditore
ambulante, la madre, casalinga, da 10 anni in Italia), da oltre
8 mesi ricoverata all'Ospedale Civile di Cosenza".
"La bambina, nei mesi scorsi - prosegue il leader di Diritti
civili - ha avuto il riconoscimento alla pensione dalla
Commissione medica di Cosenza e mercoledì scorso la
documentazione è stata esaminata dalla competente sede Inps di
Vibo che deve adesso dare l'ok definitivo per l'avvio dell'iter
per la liquidazione della pensioncina e dell'indennità di
accompagnamento".
"Una nuova bella pagina di solidarietà sta per essere
scritta. Ancora una volta Diritti Civili - sostiene ancora
Corbelli - ha lottato, da solo, con il sostegno dei maggiori
media calabresi, per aiutare una bambina disabile, bellissima e
sfortunata. Nel silenzio e disinteresse ignobili delle
Istituzioni, che non hanno, in questi mesi, mai risposto ai nostri
appelli".(ANSA).
SANITA':CORBELLI, VERGOGNOSO DISINTERESSE PER PICCOLA MALATA
(ANSA) - COSENZA, 25 NOV - "Sono vergognosi il disinteresse di tutte
le istituzioni, e il totale abbandono in cui è lasciata una bambina,
Jannate, 18 mesi, nata in Italia, residente a Sant'Onofrio, nel
vibonese, affetta da una rara forma di malattia genetica". E' quanto
afferma, in una nota, il leader del movimento Diritti civili Franco
Corbelli. "La piccola, che vive solo grazie ad un respiratore
artificiale attaccato ad una macchina - prosegue Corbelli - è figlia
di una poverissima coppia di giovanissimi immigrati marocchini (il
padre, venditore ambulante, la madre, casalinga, da 10 anni in Italia)
è da oltre 8 mesi ricoverata all'Ospedale Civile di Cosenza. La
coppia, che aspetta di vedersi corrisposto il diritto ad una piccola
pensione, ha assoluto bisogno di un aiuto economico perché deve
lasciare il nosocomio cosentino e trasferirsi in un appartamentino
vicino all'Annunziata per permettere alla famiglia (oltre ai genitori
una sorellina un po' più grande) di poterle stare vicino e assisterla
24 ore al giorno". "Corbelli, nel luglio scorso - riporta la nota -
aveva chiesto agli Organismi competenti di 'riconoscere l'invalidità,
il diritto alla pensione e alla indennità di accompagnamento per la
bambina e alle altre istituzioni preposte di erogare un contributo. Purtroppo da molti mesi è
tutto fermo. La pensioncina non è stata ancora corrisposta e nessun
aiuto economico è stato dato alla famiglia della bambina. Una
vergogna. Un fatto indegno di un Paese civile, ospitale e solidale. La
bambina è come se fosse stata dimenticata, continua a restare nel
reparto di rianimazione dell'Annunziata, nessuna risposta e nessun
aiuto economico è arrivato da nessun ente". (ANSA)
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Diritti Civili accusa: “Bambina di 18 mesi, figlia di poverissimi immigrati, gravemente malata (vive attaccata a respiratore artificiale), da 8 mesi “dimenticata” in ospedale all’Annunziata, ignorata dalle Istituzioni”.
Cosenza
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia quello che definisce “il vergognoso disinteresse di tutte le Istituzioni (in particolare il Comune e la Provincia di Cosenza), e il totale abbandono in cui è lasciata una bambina, Jannate, 18 mesi, nata in Italia, residente a Sant’Onofrio, nel Vibonese, affetta da una rara forma di malattia genetica, che vive solo grazie ad un respiratore artificiale attaccato ad una macchina, figlia di una poverissima coppia di giovanissimi immigrati marocchini (il padre, venditore ambulante, la madre, casalinga, da 10 anni in Italia), da oltre 8 mesi ricoverata all’Ospedale Civile di Cosenza, che aspetta di vedersi corrisposto il diritto ad una piccola pensione, che ha assoluto bisogno di un aiuto economico perché deve lasciare il nosocomio asentino a trasferirsi in un appartamentino vicino all’Annunziata per permettere alla famiglia della piccola (oltre ai genitori una sorellina un po’ più grande) di poterle stare vicino e assisterla 24 ore al giorno”. Corbelli, nel luglio scorso, aveva chiesto agli Organismi competenti di “riconoscere l’invalidità, il diritto alla pensione e alla indennità di accompagnamento per la bambina e alle altre Istituzioni preposte di erogare un contributo e di mettere a disposizione un piccolo appartamento nei pressi dell’ospedale dell’Annunziata per consentire ai genitori di poter riportare la bambina a casa e avere così la possibilità di portarla e curala quotidianamente al vicino nosocomio bruzio”. Purtroppo da molti mesi è tutto fermo.
La pensioncina non è stata ancora corrisposta e nessun aiuto economico è stato dato alla famiglia della bambina. Una vergogna. Un fatto indegno di un Paese civile, ospitale e solidale. La bambina è come se fosse stata dimenticata, continua a restare nel reparto di rianimazione dell’Annunziata, nessuna risposta è arrivata nonostante i ripetuti pubblici appelli di Diritti Civili, nessuno si è mai degnato di andare a far visita in ospedale a questa bambina, a incontrare i loro genitori. Il dramma di quella bambina l’hanno tutti letteralmente ignorato. Provo per questa triste e drammatica vicenda tanta vergogna e tanta. Solo i medici e i paramedici del reparto di rianimazione dell’ospedale di Cosenza (che hanno chiesto nuovamente l’intervento di Diritti Civili) continuano “con grande amore e impegno ad assistere questa bambina e ad aiutare i loro genitori. Chi ha aiutato, in questi mesi, la famiglia della piccola Jannate è l’Associazione Gianmarco De Maria di Cosenza”.
25 novembre 2009
(nella stessa pagina altri precedenti interventi su questa vicenda)
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Nave veleni. Diritti Civili “Basta con questa telenovela che ha distrutto Cetraro”!
Cetraro(Cosenza)
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo le nuove rivelazioni di un settimanale sul relitto di Cetraro, interviene per “chiedere a tutti di porre fine alla telenovela della nave dei veleni che ha già prodotto danni devastanti e, in gran parte, irrimediabili”. “Adesso basta con la storia della nave dei veleni. Basta con questa telenovela che ha letteralmente distrutto, in Italia e nel mondo, l’immagine e l’economia di Cetraro. Basta con questo scontro (più che diversità di vedute), tra diverse Procure e fra magistrati. Il relitto di Cetraro non è la nave dei veleni. Che si prenda atto di questo e si chiuda finalmente questa brutta storia, cercando di rilanciare e riscattare l’immagine della cittadina tirrenica. E’ incomprensibile e inammissibile quello che sta accadendo. Nonostante le assicurazioni del Procuratore Nazionale Antimafia, Grasso, e del Procuratore di Catanzaro, Lombardo, si continuano ad avanzare dubbi e sospetti. C’è incredibilmente quasi delusione che quel relitto non sia la nave dei veleni; è come se nel mare di Cetraro si stesse cercando un giacimento di petrolio, un tesoro e non invece una presunta nave dei veleni. In questa vicenda hanno sbagliato tutti: il Governo (per il grave e ingiustificato ritardo dell’intervento, effettuato solo 45 giorni dopo il ritrovamento del relitto), i responsabili dei diversi Enti calabresi che hanno precise responsabilità per aver, indirettamente, con la loro condotta, avallato (non contrastando subito e adeguatamente) la campagna (dei grandi media nazionali e internazionali) di criminalizzazione del mare di Cetraro, per la vicenda della cosiddetta nave dei veleni. Anziché convocare consigli comunali straordinari e cavalcare la tempesta mediatica e la protesta popolare si sarebbe dovuto immediatamente smontare la bufala della nave dei veleni, così come ha fatto sin dall’inizio il Movimento Diritti Civili. Invece i sindaci hanno purtroppo contribuito, con la loro condotta, ad alimentare la campagna di demonizzazione e distruzione di Cetraro. Spero che finalmente si capisca che in Calabria le vere, drammatiche emergenze ambientali sono altre e non invece la cosiddetta nave (fantasma) dei veleni”!
14 novembre 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Influenza A. Diritti Civili denuncia “Un ingiustificato allarmismo sta terrorizzando l’intero Paese”.
Roma
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia quello che definisce “l’ingiustificato allarmismo che si continua a provocare e alimentare con lo stillicidio di notizie sui presunti casi e sulle morti per l’influenza A” e chiede che “responsabilmente i grandi media nazionali interrompano la divulgazione (e aggiornamento in tempo reale) del vero e proprio bollettino delle persone colpite e decedute per questa malattia e osservino invece un doveroso silenzio per quei pazienti, deceduti per altre gravi patologie preesistenti e che invece vengono tutti associati al virus A creando panico in tutte le famiglie italiane”. “Quanto sta accadendo è un fatto gravissimo, un vero e proprio allarme sociale – afferma Corbelli - che va immediatamente denunciato e cancellato. Così come è accaduto nel recente passato (che evidentemente non ha insegnato nulla!) per altre emergenze sanitarie (dalla mucca pazza all’influenza aviaria, tutte fortunatamente rivelatasi poi solo dei falsi allarmi) si sta letteralmente terrorizzando il Paese con una informazione assolutamente superficiale e irresponsabile che non tiene conto della realtà dei fatti ma punta solo alla denuncia clamorosa, al bollettino dei morti e dei nuovi malati sbattuto ogni giorno e ogni momento in prima pagina, nei telegiornali e sui giornali. Ogni persona che muore con qualche sintomo collegabile ad una normale influenza viene subito associato al virus A. Senza ancora nessuna certezza medico scientifica, senza neppure aspettare i risultati dell’autopsia dei casi di morti sospetti. Nonostante questo tipo di influenza A sia molto meno grave della comune influenza stagionale si è riusciti a trasformarla in un incubo per tutti, buttando il Paese nella paura, nell’angoscia. Questo spiega poi le fila di genitori con bambini in braccio al Pronto Soccorso degli ospedali italiani. Bisogna assolutamente arrestare questa perversa spirale informativa, porre un freno a questo ingiustificato allarmismo. Per questo Diritti Civili chiede e auspica che i media si limitino a dare le notizie necessarie sui sintomi, sulle precauzioni, sui comportamenti da adottare, a fornire un vademecum informativo su questa influenza, evitando bollettini di morti e nuovi malati, che servono solo a terrorizzare le famiglie italiane e creare problemi, disagi e quasi sempre falsi allarmi e ingiustificate paure nelle persone. Sono certo che, così come del resto dicono anche molti esperti, l’influenza A si rivelerà, così come è stato per la mucca pazza e la aviaria, solo un falso allarme e i suoi effetti saranno assai meno gravi di una comune influenza di stagione. Perché allora allarmare e terrorizzare ancora una volta il Paese?”
3 novembre 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Nave dei veleni. Diritti Civili “Risarcire Cetraro per devastanti danni subiti. Concerto Capodanno dalla cittadina calabrese in diretta su Raiuno”
Un grande evento televisivo, il concerto della notte di Capodanno, in diretta su Raiuno dal porto di Cetraro, e una raccolta fondi, nella stessa serata, da destinare ai pescatori, per risarcire, riscattare e rilanciare, in Italia e nel mondo, la cittadina del Tirreno del devastante danno arrecato dalla stessa Tv di Stato e dagli altri grandi media televisivi e scritti, nazionali e internazionali, con la campagna sulla cosiddetta nave del veleni. E’ l’iniziativa che viene preannunciata dal leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che, afferma in una nota, “illustrerà nei prossimi giorni al Governatore calabrese, Agazio Loiero”, e che “si dice certo sarà sicuramente sostenuta e patrocinata dalla Regione Calabria”. Corbelli auspica che “l’artista illustre della serata di Cetraro possa essere il cantautore romano Antonello Venditti, che avrebbe così una grande occasione per riparare alla sua nota gaffe sulla Calabria di qualche settimana fa”. Il leader di Diritti Civili, “sin dall’inizio deciso oppositore dell’ipotesi che il relitto di Cetraro fosse la nave dei veleni”, invita tutti “i partiti, i parlamentari calabresi dei due schieramenti, i rappresentanti delle Istituzioni e i mezzi d’informazione locali a mettere da parte le polemiche e a sostenere questa importante iniziativa, indispensabile e fondamentale per il rilancio di Cetraro nel mondo”. “A chi vuole il bene di Cetraro e della Calabria chiediamo di sostenere l’iniziativa di Diritti Civili per la realizzazione del grande evento televisivo, il concerto di Capodanno, su Raiuno, dal porto cetrarese. Non è più il tempo delle polemiche e degli scontri politici. Diritti Civili, che ha mille ragioni per attaccare tutti sulla vicenda della presunta nave dei veleni, mette da parte le polemiche e lancia la grande idea per il riscatto e il rilancio dell’immagine di Cetraro, dopo il violento tsunami che l’ha colpita e devastata. Solo con un grande evento televisivo internazionale si può iniziare a risalire la china, uscire dal tunnel e far recuperare immagine, credibilità e splendore alla città del Tirreno Cosentino. Purtroppo i grandi media nazionali e internazionali, dopo aver per oltre un mese criminalizzato il mare di Cetraro continuano adesso ad ignorare la notizia che la cosiddetta nave dei veleni era solo un vecchio piroscafo. La Rai, la Tv di Stato, deve per questo farsi carico di una azione riparatrice, ospitando un grande evento televisivo, in diretta su Raiuno, dal porto di Cetraro, la notte di Capodanno”.
1 novembre 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Corbelli: ”La cosiddetta nave dei veleni di Cetraro è solo una colossale bufala! Diritti Civili lo ha, da solo, denunciato per un mese e mezzo”!
Cosenza
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che “per un mese e mezzo è stato l’unico in Calabria e in Italia ad avanzare forti dubbi e perplessità, a non credere minimamente alla cosiddetta nave dei veleni, a denunciare che si trattava di un allarmismo assolutamente ingiustificato che stava distruggendo l’immagine e l’economia di Cetraro e i paesi costieri vicini, che quel relitto in fondo al mare era solo una vecchia, innocua imbarcazione abbandonata”, dopo le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che ha escluso che il relitto di Cetraro sia la nave Cunski e che ha anche detto che non è stata rilevata nessuna radioattività sino a 300 metri di profondità nel mare della cittadina tirrenica”, afferma, in una nota, che “viene finalmente, anche se con colpevole ritardo da parte del Governo, confermato che Cetraro è stato ingiustamente criminalizzato sulla base solo di ipotesi investigative e giornalistiche (dei grandi media nazionali e internazionali) basate sul nulla”. Il leader di Diritti Civili si dice comunque stupito e sconcertato dalla reazione della Regione Calabria, dell’assessore regionale all’Ambiente, Silvio Greco, e di altri soggetti (politici e dell’Associazionismo) alla rassicurante comunicazione del Ministro Prestigiacomo. “Anziché tirare un sospiro di sollievo e rallegrarsi per la fine di un incubo la Regione Calabria e altri soggetti incredibilmente e irresponsabilmente sembra vogliano continuare ad alimentare l’ingiustificato allarmismo e la campagna di criminalizzazione della vecchia carcassa rinvenuta nel mare di Cetraro. Una reazione inspiegabile che rischia di vanificare l’azione e l’iniziativa del Governo che, anche se con grave ritardo, pone fine alla campagna contro Cetraro. Si prenda atto che il relitto nelle acque di Cetraro non è la Cunski, non è la nave dei veleni, che non c’è nessun bidone di rifiuti tossici, nessuna radioattività, che quel tratto di costa è tra i più belli, puliti e sicuri. Quello che personalmente avevo detto con una prima dichiarazione alle Agenzie di Stampa giovedì 17 settembre scorso e denunciato continuamente, purtroppo da solo e inascoltato, in questo mese e mezzo su tutti i media calabresi. Il 23 settembre avevo rivolto un appello al responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso, invitandolo a venire a Cetraro, per affrontare personalmente questa emergenza ambientale, sociale ed economica. Non lo ha mai fatto in questi 45 giorni. Bertolaso infatti non si è mai visto in Calabria in questi ultimi mesi. Non mi interessa dire che avevo ragione, che sono stato l’unico in questo mese e mezzo a non credere assolutamente alla nave dei veleni, a denunciare la campagna di criminalizzazione, quel che importante adesso è cercare di riparare in qualche modo al devastante danno arrecato a Cetraro, ai pescatori, all’economia, di questa cittadina e dei centri vicini. Bisogna per questo innanzitutto smetterla di avanzare nuovi dubbi e sospetti. Per il bene di Cetraro e della Calabria. Chi ha sbagliato (e sono tanti a vari importanti livelli istituzionali) avallando la bufala della cosiddetta nave dei veleni abbia l’onestà di fare autocritica o stia zitto”.
31 ottobre 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Diritti Civili: “Verità e giustizia per Crotone, vera drammatica emergenza ambientale calabrese”
Crotone
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, lancia un appello-denuncia per quella che definisce “la vera drammatica emergenza ambientale della Calabria, quella di Crotone, dei 24 siti inquinati e soprattutto delle scuole contaminate, costruite sui rifiuti tossici delle fabbriche dei veleni”. Corbelli invita “a non abbassare la guardia, a tenere accesi i riflettori e l’attenzione delle Istituzioni sul caso Crotone, sul dramma dei bambini, dei giovani studenti e dei loro genitori che non sanno ancora oggi se quegli edifici scolastici costruiti sui rifiuti tossici (veleni delle fabbriche) hanno provocato malattie e gravi danni alla salute dei loro figli e ancora aspettano, a distanza di anni, delle risposte certe e soprattutto degli interventi adeguati per affrontare questa gravissima emergenza”. Corbelli esprime “delusione e preoccupazione per la scarsa attenzione dedicata dalle Istituzioni e dai grandi media nazionali al caso Crotone. Il Governo, regionale e nazionale, deve capire che la prima vera emergenza ambientale (e per la tutela della salute) è Crotone, sono i 24 siti inquinati, sono soprattutto le scuole al veleno, della città Pitagorica, sono quei bambini, quei giovani studenti, i loro genitori che devono essere rispettati, difesi, aiutati, monitorati.. Occorre istituire una task force medico-scientifica, di alto livello, per il caso Croton, che affianchi e supporti gli altri organismi già operativi. Per questo bisogna tenere accesi i riflettori su questa drammatica emergenza. La città crotonese è una polveriera, una bomba radioattiva, pronta ad esplodere. O forse, purtroppo, in parte già esplosa. In silenzio e nell’indifferenza generale. Con effetti devastanti. sulla salute delle persone e in particolare dei bambini, quelli più esposti e maggiormente a rischio. Verità e giustizia per questi bambini e per Crotone. I tanti morti di Crotone per tumore sono dovuti ai siti inquinati e alle scuole contaminate? A queste inquietanti domande bisogna dare, si ha il dovere di dare delle risposte certe e immediate”.
27 ottobre 2009
NAVE VELENI: CORBELLI, DISTRUTTA CETRARO PER INNOCUO RELITTO
(ANSA) - COSENZA, 23 OTT - "Hanno distrutto Cetraro per un
vecchio, innocuo relitto abbandonato in mare". E' quanto
afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili,
Franco Corbelli, che evidenzia "forti dubbi e perplessità
sulla ipotesi dei bidoni radioattivi che sarebbero contenuti nel
relitto, rinvenuto nel mare di Cetraro".
Corbelli parla di "una campagna mediatica nazionale e
internazionale che irresponsabilmente continua ad additare il
mare della splendida cittadina tirrenica come la discarica dei
veleni d'Italia, senza uno straccio di prova, di riscontro, di
verifica, di certezza, assestando un colpo mortale a questo
centro e ai paesi vicini. Non c'era certo bisogno del parere
degli esperti, che spiegano solo oggi, oltre un mese dopo il
ritrovamento della nave, che quel tipo di fusti, che si
intravedono dalle immagini, non possono contenere veleni, per
capire che quel relitto di Cetraro è solo una vecchia innocua
imbarcazione abbandonata".
Il leader di Diritti civili parla di "danno d'immagine ed
economico incalcolabile e irrimediabile per la cittadina
tirrenica e l'hinterland. E' come se fosse stata colpita da un
violento tsunami". (ANSA).
Segue comunicato integrale Diritti Civili su questa vicenda
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
J’accuse di Diritti Civili: “Hanno distrutto Cetraro per un vecchio, innocuo relitto abbandonato in mare”!
Cosenza
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ribadisce tutti i suoi “forti dubbi e le sue perplessità sulla ipotesi dei bidoni radioattivi che sarebbero contenuti nel relitto, rinvenuto nel mare di Cetraro”, denuncia quella che ritiene “una campagna mediatica nazionale e internazionale che irresponsabilmente continua ad additare il mare della splendida cittadina tirrenica come la discarica dei veleni d’Italia, senza uno straccio di prova, di riscontro, di verifica, di certezza, assestando un colpo mortale a questo centro e ai paesi vicini” e dichiara in modo perentorio “non c’era certo bisogno del parere degli esperti (che spiegano solo oggi, oltre un mese dopo il ritrovamento della nave, che quel tipo di fusti, che si intravedono dalle immagini, non possono contenere veleni) per capire che quel relitto di Cetraro è solo una vecchia innocua imbarcazione abbandonata”. Corbelli parla di “danno d’immagine ed economico incalcolabile e irrimediabile per la cittadina tirrenica e l’hinterland, è come se fosse stata colpita da un violento tsunami”e addebita la responsabilità alla “martellante campagna dei grandi media nazionali e internazionali, al mancato intervento sino ad oggi del Governo Berlusconi che non ha fatto subito chiarezza su una vicenda inquietante e ancora oggi caratterizzata da troppi lati oscuri e misteri, alla Procura di Paola che dopo aver meritoriamente aperto l’inchiesta non ha fermato lo stillicidio di notizie e ipotesi investigative e giornalistiche basate sul nulla (le sole immagini di quel relitto) e all’assoluta incapacità delle diverse Amministrazioni a tutti i livelli (comunali, provinciali e regionali) di fronteggiare e contrastare sin dall’inizio questa campagna contro Cetraro. I rappresentanti delle Istituzioni ed Enti locali calabresi interessati anziché avallare, dall’inizio di questa vicenda, i grandi media nazionali e mondiali, anziché andare in processione dal Procuratore di Paola solo per ringraziarlo ed elogiarlo e contribuire così indirettamente ad alimentare la diffusione di un allarmismo assolutamente ingiustificato avrebbero dovuto subito chiedere verità e giustizia e contrastare questa devastante campagna di demonizzazione del mare di Cetraro, così come del resto anche per la zona di Serra d’Aiello. Per capire che si tratta(va) di una colossale bufala bastava prendere le dichiarazioni del pentito, l’ex boss mafioso Francesco Fonti, condannato a oltre 50 anni di carcere per traffico di droga, che oltre a chiamare in causa per il traffico dei rifiuti gli ex presidenti del Consiglio, Bettino Craxi e Ciriaco De Mita, e l’ex ministro degli Esteri,, Gianni De Michelis, con i quali a suo dire si incontrava regolarmente (!) per concordare le azioni criminali (!), arrivava addirittura ad accusare l’ex ministro Riccardo Misasi di essere il mandante dell’affondamento della nave dei veleni nel mare di Cetraro, praticamente nelle stesse acque dove aveva la villa (in un centro limitrofo) e dove trascorreva le vacanze e faceva il bagno l’esponente politico calabrese e la sua famiglia! Eppure non sono bastate neppure queste accuse inverosimili e assurde a fermare la campagna mediatica contro Cetraro. Il Movimento Diritti Civili è stato l’unico ad aver manifestato, un mese fa, subito dopo il ritrovamento del relitto, “forti dubbi” e perplessità sulla tesi che il mare antistante Cetraro potesse essere stato scelto in questi anni dalla ‘ndrangheta come pattumiera d’Italia per depositarvi rifiuti tossici, scorie nucleari, veleni provenienti da ogni parte d’Europa e del Mediterraneo. Avevamo affermato che prima di presentare, al mondo intero, il mare di Cetraro come la discarica dei veleni d’Europa era (è) opportuno e doveroso aspettare il risultato (certo) del contenuto di questo relitto e dei bidoni che si troverebbero all’interno. Purtroppo invece il danno irrimediabile è stato già fatto. L’immagine di Cetraro e di quel tratto di mare del Tirreno Cosentino, in Italia e nel mondo, continua ogni giorno ad essere associata alla nave dei veleni e della morte”.
23 ottobre 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Dubbi e perplessità di Corbelli su gravi accuse a Fondazione Campanella di Catanzaro
Catanzaro
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all’unanimità, dal Consiglio regionale il 30 giugno 2008, interviene sulla vicenda della Fondazione Campanella, definita “grave, sconcertante e inquietante”, manifesta “forti dubbi e perplessità per l’inaudita gravità delle accuse che se confermate dovrebbero portare, più che ad una segnalazione, come ha fatto La Guardia di Finanza, alla Corte dei Conti, all’arresto immediato, ad una condanna esemplare e al carcere duro per i responsabili di un simile crimine contro l’umanità, consumato sulla pelle e sulla speranza di tanti malati di cancro e dei loro familiari”. Corbelli afferma che “se troveranno conferma le gravissime accuse per la Calabria sarà un danno devastante, un colpo durissimo all’immagine, alla credibilità delle stesse Istituzioni, a pochi mesi dalle Elezioni Regionali del 2010. Pur nel rispetto del lavoro delle Fiamme Gialle di fronte ad una Fondazione Campanella dipinta come una sorta di Ente fantasma, vero e proprio centro di malaffare, c’è da restare sconcertati e perplessi. Fortemente perplessi! C’è da chiedersi come sia stato possibile da parte della Regione erogare ingenti finanziamenti in modo illegittimo a questa Fondazione, tali da procurare un danno erariale di 90 milioni di euro; chi doveva effettuare i controlli (e non li ha eseguiti) cosa ha fatto? Il Presidente Loiero e la sua Giunta erano a conoscenza dell’operato della Fondazione Campanella? Sono certo che se fossero vere quelle accuse il primo a denunciarle e a bloccare i finanziamenti sarebbe stato lo stesso Governatore calabrese! Possibile che questa Fondazione abbia percepito una somma così ingente e non abbia prodotto in questi anni completamente nulla, così come sostiene la Finanza? Se è così che fine hanno fatto questi 90 milioni di euro? Sono interrogativi legittimi che meritano una doverosa e immediata risposta. Per il bene della Calabria (e della Fondazione Campanella) mi auguro che queste gravissime accuse vengano respinte (in modo inconfutabile) dagli interessati. Personalmente, e da vecchio garantista, resto con i miei dubbi e le mie perplessità di fronte a queste accuse mostruose. Rispetto e apprezzo la Guardia di Finanza ma non credo che la Fondazione Campanella possa essersi macchiata di reati così gravi e orrendi”.
20 ottobre 2009
SANITA':COSENZA;CORBELLI,POTENZIARE REPARTO NEUROCHIRURGIA
COSENZA
(ANSA) - COSENZA, 10 OTT - Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ideatore e promotore della proposta di legge per l'istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all'unanimità, dal Consiglio regionale della Calabria il 30 giugno 2008, in una nota sostiene che la "nel reparto di Neurochirurgia dell'Ospedale civile di Cosenza c'é una situazione di emergenza". "E' necessario - aggiunge - i posti letto per evitare, come purtroppo continua a succedere, che dei malati vengano sistemati e tenuti per giorni in un lettino nel corridoio. Serve il potenziamento dell'organico del personale medico e paramedico. Devo denunciate l'incredibile vicenda che ha visto alcuni medici di questo reparto acquistare di tasca proprio o anticipare per un lungo periodo la somma necessaria per acquistare alcuni attrezzi di lavoro e apparecchiature indispensabili e urgenti per la cura di alcuni degenti. Il reparto di Neurochirurgia, diretto dal prof. Corriero, è un esempio di buona sanità, è un fiore all'occhiello dell'ospedale dell'Annunziata, un centro di eccellenza regionale, vi operano bravi medici e chirurghi che andrebbero tutti ricordati e ringraziati perché fanno piccoli grandi miracoli quotidiani. Vengono in questo reparto da tutta la Calabria per farsi curare e operare. Purtroppo il reparto, che ho visitato nei giorni scorsi, va avanti solo grazie alla grande professionalità e abnegazione dei medici e alla collaborazione del caposala e dei paramedici che si letteralmente sacrificano per far fronte alle numerose e quotidiane esigenze ed emergenze". "Il reparto - prosegue Corbelli - necessita di alcuni interventi immediati. L'aumento dei posti letto, il potenziamento dell'organico medico e degli infermieri. E poi la possibilità di poter acquistare di tutto ciò che serve per operare al meglio e in condizioni di sicurezza. E' successo infatti che alcuni attrezzi di lavoro, finanche la macchinetta per il taglio dei capelli dei pazienti e l'apparecchiatura indispensabile per curare il collo a un giovane paziente, ed evitargli così di restare paralizzato a letto per molti mesi, lo abbiano dovuto acquistare due medici del reparto con soldi di tasca propria in un caso e con l'anticipo della somma nell'altro. Per evitare che si ripetano episodi del genere e che soprattutto, come è successo lo scorso anno, per un ricovero mancato di un paziente di fuori provincia, non possibile per l'assoluta mancanza di posti, venga scelto un capro espiatorio e colpito, ingiustamente, un medico bravissimo e assolutamente innocente di Neurochirurgia, l'Azienda ospedaliera cosentina valorizzi questo reparto, questo centro di eccellenza, ascolti e aiuti tutti i bravi professionisti che vi operano ogni giorno con grande professionalità, passione, sacrifici e rischi personali".
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Relitto abbandonato nel mare di Calabria. Diritti Civili: “Per Cetraro è peggio di uno tsunami! Danni devastanti e irreparabili. Dubbi (e ancora nessuna certezza) su Tirreno cosentino discarica veleni d’Europa! Troppi punti oscuri. Fare subito chiarezza”.
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, interviene sul relitto rinvenuto al largo delle acque di Cetraro, parla di “danno d’immagine ed economico devastante e irrimediabile per la cittadina tirrenica, è come se fosse stata colpita da un violento tsunami”, chiede che “si faccia subito chiarezza su una vicenda inquietante e ancora oggi caratterizzata da troppi lati oscuri e misteri”. Corbelli pur “rispettando le ipotesi investigative e le confessioni del pentito, pare supportate dalle prime immagini del relitto”, è l’unico che manifesta “forti dubbi” e si mostra “assai perplesso sulla tesi che il mare antistante Cetraro possa essere stato scelto in questi anni dalla ‘ndrangheta come pattumiera d’Italia per depositarvi rifiuti tossici, scorie nucleari, veleni provenienti da ogni parte d’Europa e del Mediterraneo”. “Prima di presentare, al mondo intero, Cetraro come la discarica dei veleni d’Europa era (è) opportuno e doveroso aspettare il risultato (certo) del contenuto di questo relitto e dei bidoni che si troverebbero all’interno. Purtroppo invece il danno irrimediabile è stato già fatto. A prescindere se sarà dimostrato ( oppure no) che siamo in presenza della cosiddetta nave dei veleni e delle scorie nucleari, per Cetraro e per quello splendido pezzo di costa tirrenica, è già stato peggio di uno tsunami. Un danno devastante.:L’immagine di Cetraro e di quel tratto di mare del Tirreno Cosentino in Italia e nel mondo è oramai associata alla nave de veleni e della morte. Per la bella cittadina tirrenica e i paesi limitrofi un danno incalcolabile e irreparabile, al di là di quello che sarà poi il risultato delle analisi e delle indagini. In questa inquietante vicenda diversi sono i punti oscuri che vanno tutti immediatamente chiariti e accertati. Perché dopo tanti anni si (ri)scopre solo adesso la nave dei veleni al largo di Cetraro? Perché non si è fatto nulla in questi anni? Perché le diverse Amministrazioni competenti e interessate non hanno chiesto e preteso in tutti questi anni che si facesse chiarezza su quella nave in fondo al mare di Cetraro? Perché non si è indagato se nella zona in questi anni si siano registrati eventuali morti sospette, per malattie tumorali, causate da inquinamento radioattivo? Risulta invece, come ha dichiarato nei giorni il primario oncologo dell’ospedale di Paola, Filippelli, che i casi di tumore riscontrati nella zona sono dovuti a cause diverse dall’inquinamento radioattivo. Perché nessuno ha dato credito alle rivelazioni del pentito? Perché non sono state, in questi anni, riscontrate le sue dichiarazioni e le sue gravissime accuse? E se quel relitto al largo di Cetraro si rivelasse (fra sei mesi, un anno…) solo una vecchia carcassa abbandonata, senza l’ombra di un solo bidone di veleni, chi ripagherebbe e riparerebbe al danno immane arrecato alla cittadina del Tirreno, alla sua immagine, alla sua economia, al suo futuro?”.
4 ottobre 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Sanità. Diritti Civili. ”Garante Salute istituito in America dal Presidente Obama, ignorato in Calabria da Giunta e Consiglio regionali”!
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ideatore e promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute, approvata, all’unanimità, dal Consiglio regionale della Calabria il 30 giugno 2008 e ancora oggi inattuata, dopo l’approvazione, ieri, da parte della Giunta regionale del piano per salvare la sanità calabrese (ed evitare il commissariamento), denuncia il “mancato inserimento e riferimento della figura e della struttura del Garante nei provvedimenti indicati e adottati dall’Esecutivo Loiero”. Corbelli sottolinea anche il paradosso che “mentre in Calabria l’istituzione del Garante della Salute continua ad essere disattesa, in violazione dello stesso Statuto regionale, la medesima struttura (Garante pubblico della Sanità) viene creata, un anno dopo l’approvazione della legge in Calabria, in America dal presidente Barack Obama”. “Nel piano approvato dalla Giunta regionale per salvare la sanità ed evitare il commissariamento manca finanche un semplice riferimento ad una struttura importante, una novità assoluta e rivoluzionaria, assai efficace per denunciare, combattere e prevenire casi di malasanità e di disorganizzazione: il Garante della Salute, di competenza del Consiglio regionale e, nella fattispecie, del suo presidente, Giuseppe Bova. Il bando per il Garante della salute è già scaduto da quasi un anno (dal 15 ottobre 2008) e Giunta e Consiglio regionale continuano ad ignorarlo. Succede così che il Garante della Salute sbarca in America e continua invece a mancare, a non essere nominato in Calabria, la regione letteralmente devastata dalla malasanità e dalla disorganizzazione (otto morti nel solo mese di agosto per malasanità)”. Corbelli, che da anni lotta per l’istituzione del Garante della Salute per combattere la malasanità, esprime “soddisfazione per la stessa scelta del presidente Obama, che, mentre combatte per far approvare la sua rivoluzionaria riforma sanitaria che garantisce l’assistenza a tutti gli americani, ha infatti già deciso l’istituzione e la scelta del Garante della Sanità, individuando per questo incarico Sanjay Gupta, popolare giornalista-medico della Cnn”. Ma insieme all’orgoglio per aver creato, per primi in Italia e nel mondo, “qualcosa di innovativo, una novità assoluta, rivoluzionaria, fatta propria finanche dal Presidente Usa”, il leader di Diritti Civili, non nasconde “la sua delusione e la sua amarezza per la mancata nomina e la non istituzione a tutt’oggi in Calabria di questa struttura, assai importante per denunciare, combattere e prevenire casi di malasanità, di disorganizzazione, per coordinare interventi urgenti, per fornire informazioni utili per la cura di malattie rare, per cancellare la vergogna e le ingiustizie delle lunghe liste di attesa, per dare, 24 ore al giorno, attraverso un numero verde, un riferimento immediato e semplice a tutti cittadini in materia di assistenza sanitaria. Una grande conquista civile per una regione, la Calabria, tristemente nota in Italia e nel mondo purtroppo anche per la malasanità”.
16 settembre 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Emergenza scuola. Massacro precari e insegnanti bambini disabili. Diritti Civili chiede a Napolitano di intervenire e rivedere sua posizione (sbagliata) dello scorso anno
Roma
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, rivolge un appello al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che invita “a rivedere la sua posizione dello scorso anno a sostegno dei tagli nelle scuole”, e a “intervenire a favore della giusta e sacrosanta battaglia dei precari” e in particolare per quello che definisce “il dramma e la grande ingiustizia dei bambini malati e disabili lasciati soli, senza insegnanti di sostegno, per colpa del decreto del Governo che taglia professori e cancella classi e scuole. Una situazione particolarmente grave in Calabria. Corbelli giudica il provvedimento di legge del Ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che toglie l’insegnante di sostegno ai bambini malati e diversamente abili, “un fatto grave, incostituzionale, indegno di un Paese civile”. “Il Governo per ridurre i costi della scuola ha tagliato anche l’insegnante di sostegno a molti bambini gravemente malati e portatori di gravi handicap. Sono questi gli effetti devastanti che ha prodotto il decreto del Ministro Gelmini, varato lo scorso anno. Diritti Civili continua a ricevere segnalazioni di genitori disperati e indignati, che si sono visti i loro bambini disabili privati dell’insegnante di sostegno. Se non sarà assegnato un insegnante di sostegno ai loro bambini malati e diversamente abili molti genitori saranno costretti a non mandare più a scuola i loro figli. Si tratta di grandi ingiustizie che colpiscono dei bambini innocenti già così duramente segnati da un destino crudele. Chiediamo al Presidente della Repubblica di intervenire su questa vera e propria emergenza sociale della scuola, su queste misure ingiuste e punitive del Governo nei confronti di migliaia e migliaia di precari, di insegnanti di sostegno letteralmente buttati in mezzo ad una strada, insieme alle loro famiglie. Invitiamo il Capo dello Stato ad intervenire in particolare sul dramma e sulla grande ingiustizia dei bambini disabili abbandonati al loro destino. Lo scorso anno purtroppo il Presidente della Repubblica, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico, bocciando di fatto tutte le opposizioni parlamentari che contestavano la falsa riforma della Gelmini, commise un grave errore parlando di “scelte coraggiose del Governo, di tagli necessari nella scuola, di non sostenibili posizioni di difesa dell’esistente…”. Da Napolitano ci aspettiamo e auspichiamo invece una parola di condanna per una riforma della scuola e per una politica che penalizza i bambini malati, diversamente abili e le categorie più povere, deboli ed emarginate”.
14 settembre 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Appello Diritti Civili per bambina di Sant’Onofrio, figlia di immigrati, gravemente malata, da 5 mesi “dimenticata” in ospedale a Cosenza e che nessuno aiuta!
Vibo Valentia
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, rivolge un nuovo appello per aiutare una bambina, la piccola Jannate, 17 mesi, nata in Italia, residente a Sant’Onofrio, nel Vibonese, affetta da una rara forma di malattia genetica, vive grazie ad un respiratore artificiale attaccato ad una macchina, figlia di una poverissima coppia di giovanissimi immigrati marocchini (il padre, venditore ambulante, la madre, casalinga, da 10 anni in Italia), da 5 mesi ricoverata all’Ospedale Civile di Cosenza, che ha bisogno di un aiuto economico e di un piccolo appartamento vicino al nosocomio cosentino per permettere alla famiglia della piccola (oltre ai genitori una sorellina un po’ più grande) di poterle stare vicino e assisterla 24 ore al giorno”. Corbelli, nel luglio scorso, aveva chiesto all’Asp di Vibo Valentia di “riconoscere l’invalidità, il diritto alla pensione e alla indennità di accompagnamento per la bambina e alle altre Istituzioni preposte di erogare un contributo e di mettere a disposizione un piccolo appartamento nei pressi dell’ospedale dell’Annunziata per consentire ai genitori di poter riportare la bambina a casa e avere così la possibilità di portarla e curala quotidianamente al vicino nosocomio bruzio”. Dopo l’appello di Corbelli l’unico ad intervenire è stato il direttore generale dell’Asp di Vibo Valentia, Curia, che aveva provveduto ad inoltrare la pratica all’Asp di Cosenza per l’accertamento della invalidità della bambina, presso l’ospedale di Cosenza. Purtroppo da oltre un mese è tutto fermo. La bambina è come se fosse stata dimenticata, continua a restare nel reparto di rianimazione dell’Annunziata, nessuna risposta e nessun aiuto economico è arrivato da nessun Ente. Solo medici e paramedici del reparto di rianimazione dell’ospedale di Cosenza continuano “con grande amore e impegno ad assistere questa bambina e ad aiutare i loro genitori. Bisogna subito completare l’iter per l’assegnazione della pensioncina e trovare anche un piccolo appartamento nei pressi dell’ospedale di Cosenza per evitare che i genitori siano costretti ogni giorno ad una fatica massacrante, recarsi, la mattina presto, da Sant’Onofrio a Cosenza e viceversa, la sera tardi, per far ritorno a casa. Chi sta aiutando la famiglia della piccola Jannate è l’Associazione Gianmarco De Maria di Cosenza. Sono queste le iniziative immediate e urgenti da porre in essere, in attesa di portare la bambina in qualche centro specializzato in Italia e all’estero, con la speranza di poterla fare guarire. Da quando è all’ospedale di Cosenza la piccola, bellissima Jannate ha comunque già fatto registrare dei progressi straordinari”.
3 settembre 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Diritti Civili denuncia nuovo gravissimo caso malasanità in Calabria. Muore neonata
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ideatore e promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute, approvata all’unanimità, dal Consiglio regionale calabrese, il 30 giugno 2008, e a tutt’oggi ancora inattuata, denuncia e “chiede giustizia per un nuovo gravissimo caso di malasanità in Calabria”. “Una giovane donna calabrese partoriente non viene ricoverata e trattenuta in un ospedale della regione, nonostante i chiari sintomi pre-parto, ma rimandata a casa, perde la bambina che nasce priva di vita, il giorno successivo, poche ore dopo il mancato ricovero”, si legge nella nota di Diritti Civili. La giovane donna ha scritto a Corbelli, raccontando la sua drammatica vicenda, auspicando il suo intervento e chiedendo che questo nuovo caso di malasanità venga, attraverso Diritti Civili, “fatto conoscere alle autorità competenti e all’opinione pubblica per chiedere e ottenere giustizia”. La donna ha chiesto di salvaguardare e rispettare la sua privacy e il suo dolore. “Se i Commissari del Ministro Sacconi che saranno domani, lunedì, in Calabria vogliono ascoltarmi - afferma Corbelli - sono pronto a dare tutte le informazioni su questa drammatica vicenda, chiedendo che si faccia chiarezza e giustizia su questo nuovo caso di malasanità, rispettando la privacy di questa donna, così come la stessa, che ho sentito telefonicamente, mi ha chiesto di fare, con grande dignità”. Corbelli, alla luce anche di questa nuova tragica vicenda e degli altri gravi casi di malasanità di queste ultime settimane, ritorna a chiedere “con forza la immediata elezione del Garante della Salute, il cui bando è scaduto da quasi un anno (dal 15 ottobre 2008)” e condanna “l’ingiustificato silenzio della stampa nazionale su questa importante battaglia e sul colpevole ritardo e sulla inadempienza del Consiglio regionale per l’istituzione del Garante (una grande struttura, operativa 24 ore al giorno, che serve per combattere e prevenire casi di malasanità e di disorganizzazione nella sanità). Una battaglia quella per il Garante della salute sostenuta invece dai maggiori media calabresi e da Idv di Di Pietro”. “A Diritti Civili continuano ad arrivare denunce, segnalazioni, richieste di intervento per casi di malasanità, anche particolarmente gravi e drammatici, di chi ha perso un proprio caro, come nel caso di oggi della giovane donna partoriente, che anziché alle Istituzioni sceglie di rivolgersi a chi come il nostro Movimento da oltre venti anni si batte per difendere i diritti dei cittadini, in particolare per quanto attiene alla sanità e alla salute. Purtroppo nonostante la drammatica emergenza sanità in Calabria e una legge approvata da 14 mesi, il Garante della Salute continua a non essere nominato dal Consiglio regionale calabrese”, conclude Corbelli.
2 settembre 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Emergenza carceri. Diritti Civili denuncia il dramma e l’ingiustizia di un detenuto, gravemente malato e, da tre anni, in Calabria, in isolamento in una cella (per le sue gravi patologie) a cui è stata negata la scarcerazione.
Ancora una nuova battaglia del leader del Movimento Diritti Civili “a favore dei diritti dei detenuti, malati gravi e sepolti vivi nella carceri del nostro Paese”. Franco Corbelli, denuncia oggi il “dramma e l’ingiustizia di un detenuto, M. P. , rinchiuso in un carcere calabrese, gravemente malato, affetto da un morbo raro, da epatite cronica e da altre malattie, tenuto, da tre anni, per le sue gravi patologie, in isolamento in una cella dove riesce a muoversi solo grazie all’aiuto delle stampelle, a cui viene negata la sospensione della pena e la scarcerazione per questi gravi motivi di salute”. L’uomo disperato ha scritto una lettera a Corbelli chiedendo il suo aiuto. Il leader di Diritti Civili si rivolge ai giudici competenti chiedendo di “voler accogliere la richiesta di questo detenuto gravemente malato e di mandarlo agli arresti a casa per permettergli di potersi curare adeguatamente e vivere accanto ai suoi familiari per essere assistito e per meglio affrontare le brutte malattie che lo stanno distruggendo giorno dopo giorno.” Corbelli riferisce di aver ricevuto un accorato appello da parte di questo detenuto che gli descrive “la situazione drammatica che sta vivendo, la sua condizione di malato grave e la disperazione per non sapere più cosa fare per poter ritornare a casa, almeno agli arresti domiciliari, per essere curato e assistito dalla sua famiglia con tutto l’affetto di cui ha bisogno per affrontare le sue gravissime patologie”. “Questo detenuto è un malato grave, mi ha descritto tutte le malattie di cui è affetto. Eppure continua a restare in carcere. E’ uno dei tanti senza volto (e senza diritti), uno dei disperati delle prigioni, malato e dimenticato in una cella, addirittura da tre anni in isolamento per le sue gravi malattie. Non conosco questo detenuto, non sono a conoscenza della sua vicenda giudiziaria. Non ho personalmente – continua Corbelli - alcuna competenza per intervenire sotto l’aspetto processuale. Rispetto l’operato dei giudici, ma di fronte ad un detenuto malato grave chiedo solo un atto di umanità: la sua scarcerazione o almeno gli arresti domiciliari per consentirgli di affrontare le sue malattie accanto ai suoi familiari. Auspico soltanto, anche in questo caso e per questa vicenda giudiziaria, un provvedimento di giustizia giusta e umana”.
24 agosto 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Appello Diritti Civili per bambina, figlia immigrati, gravemente malata
Vibo Valentia
Una nuova, importante battaglia civile e iniziativa umanitaria. Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, rivolge un appello “a favore di una bambina, Jannate, 16 mesi, nata in Italia, residente a Sant’Onofrio, nel Vibonese, gravemente malata, per una rara forma di malattia genetica, vive grazie ad un respiratore artificiale attaccato ad una macchina, figlia di una poverissima coppia di giovani immigrati marocchini (il padre, venditore ambulante, la madre, casalinga, da 10 anni in Italia), da 4 mesi ricoverata all’Ospedale Civile di Cosenza, che ha bisogno di un aiuto economico e di un piccolo appartamento vicino al nosocomio cosentino per permettere alla famiglia della piccola (oltre ai genitori una sorellina un po’ più grande) di poterle stare vicino e assisterla 24 ore al giorno”. Corbelli a questo proposito rivolge oggi un appello “all’Asp di Vibo Valentia affinché riconosca ed eroghi la piccola pensione e la indennità di accompagnamento per la bambina e alle altre Istituzioni preposte (Comune, Provincia di Cosenza) perché eroghino un contributo e mettano a disposizione un piccolo appartamento nei pressi dell’ospedale dell’Annunziata per consentire ai genitori di poter riportare la bambina a casa e avere così la possibilità di portarla e curala quotidianamente al vicino nosocomio bruzio”. Corbelli è stato nei giorni scorsi contattato dai medici del reparto di rianimazione dell’ospedale di Cosenza che stanno “con grande amore e impegno assistendo questa bambina e aiutando i loro genitori. Una storia di straordinaria solidarietà. Una vicenda che continua, ogni giorno, a commuovere tutti”. “Quello che da quattro mesi stanno facendo i medici e paramedici del reparto di rianimazione per questa bambina e i loro genitori va sottolineato ed elogiato pubblicamente. Sono stati loro a chiedermi di intervenire. Cosa che ho subito fatto e continuerò a fare per aiutare questa bambina e i loro genitori. Intanto va subito riconosciuta e assegnata alla piccola la pensione e l’indennità di accompagnamento. Va anche trovato un piccolo appartamento nei pressi dell’ospedale di Cosenza per evitare che i genitori siano costretti ogni giorno ad una fatica massacrante, recarsi, la mattina presto, da Sant’Onofrio a Cosenza e viceversa, la sera tardi, per far ritorno a casa. Chi sta aiutando molto la famiglia della piccola Jannate è anche l’Associazione Gianmarco De Maria. Si sta provvedendo anche a cambiare la carrozzina e metterne a disposizione della bambina una più agevole. Sono queste le iniziative immediate e urgenti da porre in essere, in attesa di portare la bambina in qualche centro specializzato in Italia e all’estero, con la speranza di poterla fare guarire. Da quando è all’ospedale di Cosenza la piccola, bellissima Jannate ha comunque già fatto registrare dei progressi straordinari. Per questo oggi si è deciso da parte di tutti di portare all’attenzione dell’opinione pubblica questo caso umano, per sollecitare i vari interventi delle diverse autorità competenti”.
5 agosto 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Diritti Civili denuncia il dramma di un giovane detenuto calabrese (in carcere da 15 mesi, in attesa di processo per un piccolo reato) malato terminale di cancro a cui sono stati negati gli arresti domiciliari!
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia il “dramma di un giovane detenuto calabrese, R.C. , 38 anni, malato terminale, in carcere da 15 mesi in attesa di processo, per un piccolo reato (che lui comunque nega disperatamente), a cui (su richiesta del pm) sono stati negati i domiciliari, e chiede ai giudici del Tribunale che lo stanno giudicando di voler accogliere questa richiesta e di mandarlo agli arresti a casa per permettergli di vivere accanto ai suoi familiari per meglio affrontare la terribile malattia che lo sta uccidendo giorno dopo giorno.” Corbelli riferisce di aver ricevuto un accorato appello dalla sorella di questo ragazzo che gli descrive “la situazione drammatica del proprio congiunto, malato gravemente, e la disperazione della loro famiglia che non sanno più cosa fare per poterlo riportare a casa, almeno agli arresti domiciliari, per poterlo assistere con tutta le cure e l’affetto di cui ha bisogno per affrontare la sua gravissima patologia”. “Questo giovane è malato terminale di cancro e ha gravi problemi cardiaci subentrati con la malattia. Nei giorni scorsi questo detenuto ha avuto un edema polmonare, è stato ricoverato d’urgenza in ospedale, è rimasto 12 ore in rianimazione. Quindi dal nosocomio è stato di nuovo riportato in carcere. La gravità della sua malattia è stata accertata ed è attestata da cartelle cliniche degli ospedali di Bologna, Napoli, Catanzaro, Cosenza. Eppure continua a restare in carcere, in attesa del processo che doveva svolgersi nei giorni scorsi e che è stato rinviato. Non conosco questo detenuto, non sono a conoscenza della sua vicenda giudiziaria. Mi è stato riferito dalla sorella che ha solo qualche piccolo precedente penale per piccoli reati. Non ho personalmente – continua Corbelli - alcuna competenza per intervenire sotto l’aspetto processuale. Rispetto l’operato dei giudici, ma di fronte ad un malato terminale lasciato in carcere (da 15 mesi, in attesa del processo) chiedo solo un atto di umanità: la sua scarcerazione o almeno gli arresti domiciliari per consentirgli di affrontare la sua malattia accanto ai suoi familiari. Auspico soltanto un provvedimento di giustizia giusta e umana”.
28 luglio 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Diritti Civili denuncia silenzio istituzionale e chiede intervento Ministro Maroni per testimone giustizia che protesta in Calabria
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, esprime solidarietà alla giovane testimone di giustizia M. C. , che a Crotone da “una settimana sta protestando davanti alla Prefettura, attuando lo sciopero della fame per denunciare l’abbandono da parte dello Stato nei confronti suoi e della sua famiglia” e chiede al “Ministro degli Interni, Roberto Maroni, di intervenire, incontrare questa donna e far rispettare i suoi sacrosanti diritti. E’ gravissimo il silenzio e l’isolamento istituzionale nei confronti di questa giovane testimone di giustizia. Lo Stato è completamente assente e latitante, nonostante la disperata protesta. Solo il Prefetto di Crotone .- continua Corbelli - segnala questo caso ogni giorno al Viminale, ma senza ottenere alcuna risposta e soluzione a questo drammatico problema. Cos’altro deve accadere perché le Istituzioni preposte degnino di un minimo di attenzione e di risposta questa donna, che ha avuto il coraggio 17 anni fa di denunciare le cosche di Strongoli! Si aspetta un epilogo tragico prima di intervenire? Si può consentire che a settembre questa donna venga addirittura sfrattata, messa in mezzo ad una strada e con il rischio di essere uccisa? Si può addirittura negare , come è avvenuto, a questa testimone di poter stazionare, per qualche attimo, dentro la Prefettura per evitare i malori dovuti al grande caldo che l’hanno costretta (più volte in questi giorni) al ricovero in ospedale? Perché gli viene negato il reinserimento nel programma di protezione? Perché continua a tacere il Ministro degli Interni? Chiediamo al responsabile del Viminale di venire a Crotone, incontrare, ascoltare le ragioni di questa donna e della sua famiglia e salvaguardare i suoi diritti. Questo è il compito e il dovere di un Paese civile, del Governo di una Nazione democratica e di uno Stato di diritto e non invece abbandonare al suo destino questa coraggiosa testimone di giustizia”.
25 luglio 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Sanità. Diritti Civili denuncia lo scandalo di Crotone: “Per problemi di budget, negati (da sei mesi) cateteri, ventilatori polmonari, sacche per stomia a migliaia di malati”!
Crotone
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ideatore e promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, continua la sua ricognizione sulla malasanità calabrese, denuncia oggi quello che definisce “un nuovo caso di cattiva gestione della sanità, un fatto gravissimo, assurdo e inaccettabile, indegno di un Paese civile che penalizza, e mette a rischio, le persone, i malati più poveri: alla ASP di Crotone permangono non autorizzate da oltre 6 mesi per problemi di budget: le richieste (oltre 3000 mila le domande sino ad oggi) di assistenza protesica, si tratta di presidi necessari alla vita quotidiana dei pazienti (cateteri, sacche per stomia, ventilatori polmonari - tutto bloccato dal dicembre 2008)”. “Mentre il Consiglio Regionale continua irresponsabilmente a rinviare la nomina del Garante della Salute in Calabria – afferma Corbelli - la sanità oltre che essere sommersa in un mare di debiti è letteralmente allo sbando. Il caso di Crotone è clamoroso, inverosimile e gravissimo: di fatto viene negata da sei mesi, dal dicembre 2008, l’assistenza protesica a migliaia di malati che hanno fatto richiesta e aspettano invano di avere dispositivi vitali, salvavita (immediati e urgenti) quali cateteri, ventilatori polmonari, sacche per stomia. La giustificazione assurda, incredibile che viene data dall’Asp di Crotone è che non si possono soddisfare queste richieste per problemi di budget. Non ci sono soldi per acquistarli. Si può arrivare a tanto? Si può pensare di risparmiare, per risanare la voragine dei debiti, negando l’assistenza ai malati? Anziché tagliare i veri, grandi sprechi e scandali della sanità calabrese si colpiscono le fasce più povere e deboli! Si può negare a questi malati un loro sacrosanto diritto, garantito dalla legge e dalla Costituzione: il diritto all’assistenza sanitaria? Si può mettere a rischio la salute e la vita di questi pazienti? La negazione di questi dispostivi protesici viola nello specifico una legge precisa, il Dm. 332/99 (recante norme di assistenza protesica) che all’articolo 4. comma 5, recita testualmente che “L’autorizzazione alla fornitura del dispositivo protesico, dell’ortesi o dell’ausilio prescritto è rilasciata dall’azienda Usl di residenza dell’assistito previa verifica dello stato di avente diritto del richiedente. La azienda Usl si pronuncia sulla richiesta di autorizzazione tempestivamente e comunque; in caso di prima fornitura, entro venti giorni dalla richiesta. In caso di silenzio della Usl, trascorso tale termine, l’autorizzazione alla prima fornitura si intende concessa. . . . . “. In molti casi sono addirittura passati sei mesi dalla richiesta! Ma al di là della stessa norma si può giustificare una situazione simile? In nome delle economie di bilancio e del risparmio è legislativamente previsto (e accettabile) il blocco arbitrario di qualsiasi tipo di fornitura ai pazienti? Se per questi ritardi e queste mancate consegne dei dispositivi protesici qualche paziente muore di chi è la responsabilità? Giustamente i pazienti sono molto preoccupati, non sanno più a chi rivolgersi per far valere i loro diritti. Temono per la loro salute e la loro vita. E’ stato chiesto l’intervento di Diritti Civili, che continua a supplire, in Calabria, alla mancata nomina e presenza del Garante della Salute. Per questo oggi abbiamo denunciato questa grande ingiustizia, una vergogna, un vero scandalo, certamente un fatto non degno di un Paese civile e chiediamo che venga subito cancellato, rispettando i diritti di questi pazienti e fornendo loro tutti il materiale protesico di cui hanno bisogno per poter continuare a curare la loro patologia e avere una vita dignitosa”.
17 luglio 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Diritti Civili: “In molti importanti ospedali della regione la situazione è drammatica. Gravi carenze. Pazienti a rischio. Eleggere subito Garante Salute Calabria, cui bando è scaduto da 9 mesi”!
Reggio Calabria
“In molti importanti ospedali della regione la situazione, soprattutto in questo periodo estivo, è gravissima, in alcuni casi drammatica, per gravi carenze strutturali e di organico, per questo c’è l’assoluta necessità e urgenza dell’istituzione della struttura del Garante della Salute per dare un riferimento , semplice e immediato, e un aiuto concreto ai cittadini-pazienti (a rischio in queste condizioni) e agli stessi operatori delle strutture ospedaliere (medici, paramedici) che non sanno più come fronteggiare questa vera e propria emergenza sanitaria”. E’ quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ideatore e promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, licenziata dal Consiglio provinciale di Cosenza il 17 gennaio 2008 e approvata, all’unanimità, il 30 giugno 2008, dal Consiglio regionale calabrese, che rinnova il suo appello al Presidente dell’Assemblea di Palazzo Campanella, Giuseppe Bova, e a tutti i capigruppo e consiglieri regionali che invita a voler subito procedere alla elezione del Garante, una figura e una struttura destinati a rivoluzionare la sanità calabrese e diventare un modello di riferimento per l’intero Paese, con l’istituzione, a breve, anche del Garante della Salute nazionale e soprattutto dare risposte ai problemi e alle richieste dei pazienti e degli operatori sanitari”. “Il Garante è una novità assoluta, primo caso del genere in Italia, adottato e istituito, dopo la Calabria, anche dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ha nominato subito dopo il suo insediamento il Garante pubblico della Salute. Il Garante della Salute della Calabria, ottenuto dopo una lunga battaglia del Movimento Diritti Civili, è una grande vittoria e una storica conquista civile, un esempio di buona sanità, una svolta epocale e radicale per la sanità calabrese. Una struttura al servizio e per difendere i diritti dei cittadini in materia di assistenza sanitaria e per – afferma Corbelli - tutelare e mettere gli operatori sanitari (medici, paramedici) in condizioni di operare al meglio e in sicurezza. Un modello innovativo, semplice e rivoluzionario per combattere e prevenire la malasanità, la disorganizzazione e gli scandali del mondo della sanità. Chiedo che il Consiglio regionale, scaduto già da nove mesi (dal 15 ottobre 2008) il bando, al quale hanno partecipato moltissimi aspiranti candidati, proceda alla elezione del Garante. Il Garante della Salute della Calabria, prima struttura del genere in Italia, oltre a denunciare e accertare casi di cattiva sanità, di disservizi, di disorganizzazione, di violazione dei diritti dei cittadini, anche dei detenuti, in materia di assistenza sanitaria, ad effettuare controlli in tutte le strutture sanitarie e ospedaliere pubbliche, a fornire informazioni utili (e collaborazione per eventuali ricoveri e visite) sui centri di eccellenza in Italia e all’estero per la cura di malattie rare e particolarmente gravi, a combattere la vergogna delle lunghe liste di attesa, opererà in perfetta sinergia con gli operatori sanitari (medici, paramedici), servirà anche a coordinare interventi per casi urgenti e drammatici. Attraverso un numero verde, sempre operativo, 24 ore su 24, verranno raccolte tutte le segnalazioni dei cittadini per problemi legati alla sanità”.
16 luglio 2009
Comunicato stampa movimento Diritti Civili
Immigrati: Diritti Civili attacca Governo: “Calpesta i diritti umani”
Roma
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, critica il Governo Berlusconi per i “provvedimenti anti-immigrati, parla di “leggi indegni di un Paese civile e democratico, che calpestano la dignità della persona umana”. “Il Governo di una grande Nazione democratica non può considerare criminali e negare il diritto d’asilo politico e soprattutto l’assistenza a persone povere e disperate, in fuga dai loro Paesi per fame, guerra e persecuzioni. Trasformare il reato la presenza clandestina in Italia significa calpestare letteralmente i diritti umani e civili di interi Paesi e popoli, indigenti e affamati. I provvedimenti razzisti contro gli immigrati sono una delle pagine più nere e vergognose del Governo Berlusconi-Bossi. Il presidente del Consiglio per assecondare la Lega e per catturare qualche consenso in più considera criminale chi arriva, da clandestino, in Italia per chiedere aiuto e per salvarsi. L’Italia anziché accoglierli e aiutarli li arresta e li respinge, di fatto in questo modo li condanna a morte: condannate al carcere o uccisi (dalla fame, dalla guerra, dalle malattie o dalla crudele repressione delle dittature) nei loro Paesi. Diritti Civili da oltre 20 anni continua ad aiutare tanti immigrati, poveri, malati e onesti. Tanti quelli che anziché respingere abbiamo aiutato e salvato e che oggi vivono perfettamente integrati nel nostro Paese, come dimostrano i tanti casi umani di migranti (malati) che abbiamo fatto restare in Calabria. Gli immigrati non vanno criminalizzati indiscriminatamente, o deportati come gli Ebrei durante il Nazismo, ma accolti, identificati e aiutati a vivere dignitosamente. Solo i criminali che arrivano in Italia e delinquono vanno assicurati alla giustizia e rispediti nei loro Paesi”.
10 luglio 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Calabria. Solidarietà. Corbelli rinuncia a 6700 euro (fondi Gruppo Consiliare) per destinarli ai poveri dell’Africa.
Cosenza
In Calabria va in scena l’altra faccia della Politica, quella della Solidarietà: un consigliere provinciale devolve la sua indennità e quella del suo Gruppo Consiliare a favore dei poveri. Protagonista il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che ha reso noto di aver chiesto agli Uffici competenti dell’Amministrazione provinciale di devolvere interamente la somma spettante al suo Gruppo Consiliare (maturata sino ad oggi) ad una iniziativa di solidarietà a favore dei bambini poveri dell’Africa, che sarà posta in essere dalla Associazione “Stella Cometa onlus” di don Battista Cimino e Padre Antonio Abbruzzini. Si tratta, si legge in una nota, di una somma consistente, 6700 euro, accumulata negli ultimi due anni (2008 e 2009), non utilizzata e risparmiata da Corbelli e destinata oggi ad una bella iniziativa benefica: la realizzazione di un pozzo della vita in un Paese povero dell’Africa, per dare acqua a tanti bambini e alla popolazione di un intero villaggio e l’invio di medicinali per curare gravi malattie. Lo stesso Corbelli aveva destinato subito dopo il terremoto dell’Abruzzo la sua indennità di consigliere provinciale agli sfollati dell’Aquila. In questi cinque anni il leader di Diritti Civili ha utilizzato la sua indennità di consigliere provinciale (1100 euro al mese) per finanziare decine di iniziative di solidarietà, campagne umanitarie e per la vita, in Calabria, in Italia e all’estero. “Il Gruppo consiliare provinciale Diritti Civili ha avuto assegnata, in questi cinque anni, una somma mensile di 400 euro, che ha utilizzato esclusivamente per l’acquisto dei quotidiani calabresi, per promuovere, con inserzioni a pagamento sempre sulla stampa locale, la campagna per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria e per sostenere alcune importanti iniziative di solidarietà. Abbiamo risparmiato e accumulato, come Gruppo Diritti Civili, in questi anni una somma pari a 6700 euro (4700 euro per il 2008 e 2000 per il 2009). Questo importo di oltre 13 milioni di vecchie lire è stato da me messo a disposizione della Provincia di Cosenza per essere assegnato all’Associazione ‘Stella Cometa’ dei due frati missionari, don Battista Cimino e padre Antonio Abruzzini, per essere utilizzato interamente per realizzare un pozzo della vita in un villaggio povero dell’Africa (che sarà individuato dai due missionari) e per portare dei medicinali salvavita. Sono contento e orgoglioso di utilizzare in questo modo i soldi della mia indennità di consigliere e del Gruppo Diritti Civili. Ringrazio il presidente Oliverio di aver accolto questa mia richiesta di destinare queste somme ( a me spettanti) per scopi sociali e campagne umanitarie”.
10 luglio 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Diritti Civili denuncia il dramma e l’ingiustizia di un dializzato e invalido(senza una gamba) dimenticato da tutte le Istituzioni.
Cosenza
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia “il dramma di un dializzato e invalido (con una gamba amputata), F.A. , e della sua famiglia, dimenticati da tutte le istituzioni”, rende noto il testo di una lettera fattagli pervenire dalla moglie di quest’uomo e chiede un “immediato intervento delle autorità competenti, per cancellare la grande e grave ingiustizia di questa persona in dialisi e con grave disabilità”. Questo il testo della missiva della donna al leader di Diritti Civili. “Gentile Sig. Corbelli, mi rivolgo a lei perchè conosco e apprezzo la forza con cui combatte per far valere i diritti umani. Sono la Sig.ra G. G., vivo a Cosenza nel centro storico della città. Mi trovo in serie difficoltà per la situazione familiare che sto vivendo. Mio marito, invalido perchè diabetico, ha subito varie operazioni che hanno portato all'amputazione di una gamba al di sopra del ginocchio. Tre volte a settimana viene sottoposto a dialisi e la collocazione della mia abitazione su di una scalinata non permette un trasporto agevole. Dopo un ricovero d'urgenza, al nostro ritorno a casa abbiamo trovato tutto allagato a causa dei forti temporali che quest'inverno hanno causato anche danni al tetto e la camera dove mio marito si può sistemare è diventata impraticabile, compreso il letto inutilizzabile. Chiedo una sistemazione della scalinata nel vicolo in cui abito, la sistemazione fatta non permette neanche di farlo scendere in carrozzina. Purtroppo non ho ricevuto nessun aiuto. Ho scritto al Sindaco di Cosenza, lettera che risale a febbraio, ma nessuna risposta. Le istituzioni non hanno ascoltato la mia richiesta di aiuto e non trovo giusto che mio marito non possa godere pienamente del diritto alla salute e all'assistenza. La prego di vagliare la mia situazione. Chiedo sostegno in questa situazione che aumenta il dramma che già vivo e lede i diritti fondamentali di un cittadino, nonché la dignità umana della persona”.
1 giugno 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Sole 24Ore denuncia ritardo nomina Garante Salute Calabria. Diritti Civili chiede convocazione Consiglio regionale straordinario. “In Calabria si continua a morire di malasanità e per disorganizzazione e da oltre sei mesi, scaduto il bando, si aspetta la elezione del Garante”.
Catanzaro
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ideatore e promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata, all’unanimità, il 30 giugno 2008, dal Consiglio regionale calabrese, dopo l’articolo del Sole 24Ore, che, nella prima pagina dell’inserto Sud, di mercoledì 6 maggio, denunciava la mancata nomina a distanza di oltre sei mesi dalla scadenza del bando, del Garante della Salute, rivolge un appello al presidente della Regione, Agazio Loiero, al Presidente dell’Assemblea di Palazzo Campanella, Giuseppe Bova, e a tutti i capigruppo regionali, che invita “a rispettare lo Statuto e a convocare un Consiglio straordinario e a procedere alla elezione del Garante, una figura e una struttura destinati a rivoluzionare la sanità calabrese e diventare un modello di riferimento per l’intero Paese, con l’istituzione, a breve, anche del Garante della Salute nazionale”. “Anche il Sole 24Ore si è occupato, dopo la denuncia di Diritti Civili, del Garante della Salute e ha denunciato il ritardo della sua elezione, nonostante il bando sia scaduto da oltre sei mesi (dal 15 ottobre 2008). Il Consiglio regionale viola purtroppo lo Statuto regionale che impone la nomina del Garante entro e non oltre 90 giorni dalla scadenza del bando. Purtroppo invece la elezione di questa figura continua ad essere rinviata e nel frattempo in Calabria, come dimostrano i tragici episodi degli ultimi giorni, si continua a morire di malasanità, per colpa della disorganizzazione e di una assurda burocrazia. Il Garante della Salute della Calabria è un’importante vittoria (una delle più belle e importanti battaglie del Movimento Diritti Civili, nel suo ventennale impegno) e una grande, storica conquista civile, un esempio di buona sanità, una svolta epocale e radicale per la sanità calabrese. Una struttura al servizio e per difendere i diritti dei cittadini in materia di assistenza sanitaria. C’è da essere non solo soddisfatti ma orgogliosi, come calabresi, di aver - continua Corbelli - ideato, istituito e indicato all’intero Paese e al mondo intero (come dimostra l’istituzione, da parte del presidente Baraci Obama, del Garante della Sanità anche in America) il Garante della Salute, una struttura innovativa, semplice e rivoluzionaria per combattere e prevenire la malasanità, la disorganizzazione, la violazione dei diritti dei malati. Il Consiglio regionale ha il dovere d’ufficio e istituzionale di procedere subito alla elezione del Garante della Salute. Chiediamo che questo avvenga immediatamente. La Calabria, devastata dalla malasanità, non può più aspettare”.
20 maggio 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Ancora malasanità in Calabria. Anziano muore per mancato trasporto elisoccorso. Secondo gravissimo caso negli ultimi quattro mesi. Intervento di Diritti Civili
Cosenza
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ideatore e promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute, approvata dal Consiglio Regionale calabrese il 30 giugno 2008, interviene dopo la morte dell’anziano di Rossano, investito da un’auto e deceduto per il mancato trasporto in elisoccorso dall’ospedale rossanese a quello di Cosenza, parla di “un nuovo, gravissimo caso di malasanità, dopo quello (simile) del giovane di Trebisacce, morto, nel gennaio scorso, dopo che gli era stato rifiutato il trasferimento in eliambulanza dalla cittadina dello Ionio all’ospedale di Brindisi”. “E’ una morte assurda. La seconda in meno di quattro mesi, per colpa del mancato intervento dell’elisoccorso. Un fatto gravissimo, inaccettabile, indegno di un Paese civile. Mi domando a cosa serve continuare a tenere in funzione (e spendere milioni di euro all’anno) quell’elicottero se poi quando serve per salvare una vita umana non lo fanno levare in volo e lo bloccano a terra per assurde questioni burocratiche e per clausole contrattuali. Questa nuova tragedia si poteva e doveva evitare con un minimo di organizzazione e coordinamento tra le strutture regionali e i responsabili dell’Elisoccorso. Il Garante della Salute se fosse stato già operativo avrebbe potuto evitare questa nuova morte assurda, perché uno dei compiti di questa nuova struttura è proprio quello di coordinare interventi per casi gravi e urgenti, come nel caso dell’anziano pensionato di Rossano. Il Garante della Salute è in grado di intervenire tempestivamente, di attivare le procedure di pronto soccorso e far ricoverare nelle strutture ospedaliere specializzate (anche fuori regione) i pazienti in gravi condizioni e che rischiano la vita. A parte comunque quello che sarà il ruolo del Garante della Salute, resta il nuovo dramma, l’assurda morte dell’anziano di Rossano. Quel pensionato andava subito trasferito in elisoccorso a Cosenza. Non doveva essere negato il trasporto dai responsabili regionali dell’elisoccorso. Purtroppo è la seconda negli ultimi quattro mesi che l’utilizzo dell’eliambulanza viene negato ad una persona malata e ferita (che poi muore), solo perché il tipo di intervento è considerato secondario e la convenzione (tra regione e società che gestisce servizio di elisoccorso) non lo prevede. Questo episodio, finito purtroppo tragicamente, dimostra quanto sia da cambiare radicalmente l’organizzazione, il coordinamento del sistema sanitario e di pronto intervento nella sanità soprattutto in Calabria. La morte di questo 80enne pensionato è un atto di accusa alle inefficienze, alla pessima organizzazione, alla cattiva sanità. Bisogna che venga subito fatta, da parte della magistratura competente, chiarezza, verità e giustizia su questo caso di malasanità e di grave disorganizzazione. Chi ha sbagliato paghi. Quell’anziano e la sua famiglia meritano rispetto e giustizia”.
5 maggio 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Per non dimenticare. Nuovo appello Diritti Civili. Aiutiamo le popolazioni dell’Abruzzo colpite dal violento sisma. Corbelli devolve indennità consigliere provinciale
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, “profondamente turbato come tutti per l’immane tragedia che ha colpito l’Abruzzo per il violento terremoto del mese scorso”, esprime solidarietà alle popolazioni colpite, rende noto di aver devoluto la sua indennità di consigliere provinciale (di Cosenza) alla iniziativa di raccolta fondi promossa dalla Regione Abruzzo, invita tutti gli eletti dei vari Enti a devolvere le loro indennità, chiede alle Istituzioni, Associazioni e cittadini, di “dare un aiuto immediato e concreto, un segno tangibile di vicinanza e solidarietà, agli sfollati e alle famiglie delle vittime di questo terribile sisma”. Corbelli chiede in particolare che la Provincia di Cosenza, che per iniziativa del Gruppo Diritti Civili, è stato il primo Ente pubblico italiano ad aiutare le popolazioni del Sud Est Asiatico (colpite, nel dicembre 2004, dal violento maremoto), del Pakistan, devastata da un terribile terremoto, nel 2005, si adoperi concretamente promuovendo una sottoscrizione popolare (apertura di un conto corrente per una raccolta fondi) e mettendo a disposizione, come Ente, il massimo delle risorse finanziarie disponibili, per iniziative eccezionali di solidarietà, per dare un aiuto concreto (in denaro, come chiede la Protezione Civile) alle popolazioni così duramente colpite dal violento sisma”. “La tragedia che ha colpito l’Aquila e la sua provincia deve far crescere la solidarietà popolare. Dobbiamo tutti fare qualcosa di fronte ad una catastrofe così grande e alle grida di aiuto che arrivano dall’Abruzzo. Bisogna aiutare gli sfollati, le famiglie delle vittime del terremoto. Diritti Civili ha fatto come sempre la sua parte, devolvendo la mia indennità di consigliere provinciale alla iniziativa promossa dalla Regione Abruzzo. Indennità che in questi cinque anni ho devoluto per decine di iniziative di solidarietà e casi umanitari, in Italia e all’estero”.
2 maggio 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Intervento Diritti Civili dopo ultimi gravissimi fatti di violenza in Calabria: “Una barbarie inaudita”!
Catanzaro
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, interviene dopo i nuovi gravissimi episodi di violenza degli ultimi giorni in Calabria, parla di “barbarie inaudita, che colpisce, devasta e mina alle fondamenta della convivenza civile una intera regione. Episodi di una brutalità tale che non possono essere etichettati solo come un fatto di recrudescenza del fenomeno criminale e mafioso, né come un problema di ordine pubblico, si tratta di un autentico massacro della dignità umana, della brutale cancellazione di ogni valore, principio cristiano di rispetto, solidarietà, umanità. Bisogna interrogarsi perchè si arrivi a uccidere e bruciare, per vendetta dopo una lite o un furto di un’auto, un giovane, ieri ad Acri, nei mesi scorsi a Lamezia; e sempre ieri un altro cadavere carbonizzato è stato rinvenuto a Catanzaro. Perché questa ferocia? Perché i nostri giovani arrivano a tanto odio, a questi episodi di crudeltà inaudita? E’ solo responsabilità del disagio sociale, familiare, dell’alcool, della droga o, piuttosto, siamo di fronte al fallimento di un modello (scuola, famiglia, governo, detentori potere) di società mediatica, violenta, insensibile, scevra da ogni sentimento, priva di idealità, valori, principi positivi, influenzata (negativamente) dal quotidiano e violento bombardamento dei grandi media, dalla violenza che ogni giorno ci raccontano i potenti mezzi d’informazione, dalle scene di crudeltà (e dagli approfondimenti di popolari talk show televisivi, esperti in dibattiti e racconti dell’horror) che vengono trasmesse da tutte le grandi televisioni, in un mix, irreale e devastante, tra realtà e fiction, che non si riesce più a distinguere tra quello che è reale e quello che è solo finzione televisiva e cinematografica. Tutti dovremmo interrogarci, capire le ragioni vere, per cercare di prevenire, educare (a partire dalla famiglia, dalla scuola, dal Governo, dal Parlamento, da chi detiene il controllo e il potere dei grandi media) alla non violenza, alla legalità, al rispetto, ai valori, ad iniziare da quelli sacri della dignità umana e della vita. Purtroppo invece ci si scaglia contro il Papa e la Chiesa quando denunciano il degrado morale e culturale e richiamano al valore e al rispetto dei principi cristiani; ci si limita ancora solo a raccontare la violenza e ad accettarla passivamente. Senza reagire. Quasi con rassegnazione come se uccidere e bruciare una persona, dopo una lite, o dopo un furto di una macchina, fosse un fatto normale, uno dei tanti episodi di cronaca quotidiana e non invece un fatto orribile che dovrebbe scuotere tutte le coscienze e provocare una reazione forte e collettiva”.
2 aprile 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Diritti Civili denuncia dramma e scandalo sospensione (per due anni!) misera pensione (450 euro al mese) accompagnamento ad anziani, poveri, soli, malati e invalidi al 100%, sottoposti ogni anno a visita di revisione. Appello a Governo e Parlamento per eliminare grave ingiustizia.
Roma
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, denuncia quello che definisce “lo scandalo e il dramma ignorato di tantissimi poveri pensionati, uomini e donne, invalidi al 100%, non autosufficienti, che, per effetto della visita di revisione cui vengono sottoposti ogni anno in base ad una legge assurda e ingiusta, hanno da oltre un anno, e in alcuni casi anche da due anni, sospesa l’indennità di accompagnamento, con la quale pagano le badanti per l’assistenza che queste lavoratrici straniere prestano loro 24 ore al giorno”. Corbelli chiede l’intervento del Governo e del Parlamento per “un immediato intervento legislativo che superi la burocrazia assurda ed elimini questa ingiustizia”. “C’è una vergogna, che purtroppo va avanti da molto tempo, che deve essere subito cancellata. E’ quella di tantissimi poveri pensionati, uomini e donne, molti rimasti soli, malati, invalidi al 100%, non autosufficienti, che sopravvivono grazie ad una miseria di pensione (circa 500 euro al mese!) e che destinano interamente l’indennità di accompagnamento (meno di 450 euro al mese) per pagare le badanti che li assistono. Succede che questi anziani, nonostante le loro gravi condizioni di salute, vengono ogni anno (in altri casi due anni) sottoposte ad una visita di revisione per la riconferma dell’indennità di accompagnamento. Lo scandalo è che ogni qualvolta vengono chiamati alla visita di controllo automaticamente gli viene sospesa l’indennità per l’accompagnatore. La sospensione, per colpa di una burocrazia assurda, di inaccettabili lungaggini burocratiche, dura incredibilmente, ingiustificatamente e vergognosamente oltre un anno, spesso anche due anni; si verifica infatti il paradosso che l’anziano passato l’anno viene richiamato alla nuova visita di controllo e intanto si ritrova ancora sospesa l’indennità della precedente visita di revisione (in alcuni casi la sospensione dura da due anni). Domando: è possibile, è tollerabile in un Paese civile che succeda una cosa del genere, che si penalizzi e butti nella disperazione questi anziani, queste persone povere, sole, malate? Come è possibile che una volta superata la visita di controllo per riottenere di nuovo l’erogazione dell’assegno di accompagnamento occorrono uno o addirittura due anni? Perché si fanno rimanere queste pratiche ferme nei vari uffici per mesi e anni? E’ tollerabile una ingiustizia del genere? Il Governo e il Parlamento hanno una idea della disperazione e della rabbia di questi pensionati che si vedono sospesa l’indennità e non sanno come pagare le badanti che le assistono amorevolmente permettendogli di poter fare una vita dignitosa? Chiediamo che i ministri competenti e il Parlamento affrontino subito questo drammatico problema ed elimino questa ingiustizia. In un Paese normale sarebbe giusto, corretto e doveroso che un anziano, malato, disabile, che viene chiamato a visita e riconosciuto invalido riottenga subito la sua misera pensione di accompagnamento e non invece dopo due anni di attesa”.
27 marzo 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Intervento Diritti Civili dopo omicidio Locri davanti ad una scuola. “Fatto grave e inquietante. Occorre intervento Istituzioni per affrontare emergenza giustizia Locride e forte reazione popolare”
Reggio Calabria
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, interviene dopo l’omicidio di Locri, davanti ad una scuola, parla “di episodio grave e inquietante, di mancata strage di bambini”, chiede “pene durissime (l’ergastolo) per gli autori di questi efferati fatti di sangue che mettono a rischio anche la vita di bambini”, denuncia quella che definisce “continua ad essere l’emergenza giustizia nella Locride per la totale mancanza di magistrati nella locale Procura, esprime solidarietà alla città di Locri e annuncia che chiederà al sindaco, Macrì, di organizzare una grande manifestazione popolare per dire no alla criminalità e alla violenza, per risvegliare le coscienze e far rinascere e ripartire quella Primavera di legalità e libertà locrese che , nata dopo l’omicidio di Francesco Fortugno, tante speranze aveva suscitato in tutti i calabresi e non solo”. “L’omicidio di Locri, davanti ad una scuola inquieta, preoccupa e allarma. L’agguato (mortale) poteva avere conseguenze ancora più drammatiche e tragiche e trasformarsi in una nuova strage di bambini innocenti, che stavano per uscire dalla scuola. Chi spara davanti ad un edificio scolastico, in presenza di bambini, merita pene pesantissime: l’ergastolo. Occorre condannare duramente chi mette a rischio la vita dei bambini. Non è bastata la tragedia vissuta lo scorso anno dal piccolo Antonio, il bambino di Melito Porto Salvio, che nel corso di un agguato mafioso davanti all’asilo, rimase gravemente ferito e miracolosamente si salvò, grazie a Dio, dopo mesi di cure e sofferenza, per fermare la mano omicida e la crudeltà di assassini feroci che programmano un agguato mortale davanti ad una scuola mentre stanno per uscire dall’edificio scolastico i bambini. Sconcerta inoltre che l’omicidio sia avvenuto a pochi metri di distanza dal Palazzo di Giustizia di Locri, lo stesso (la Procura) che paradossalmente anziché essere potenziato per fronteggiare questa escalation criminale e mafiosa, e garantire, insieme alla forze dell’ordine, la legalità e la sicurezza dei cittadini e dei bambini, tra pochi mesi resterà solo con il Procuratore capo e due sostituti, dopo la richiesta (accolta) di trasferimento in altre sedi degli altri quattro pm e il rifiuto di giovani magistrati e giudici a venire nella Locride e in altre Procure e Tribunali a rischio della Calabria. La Locride si trova a fronteggiare una emergenza giustizia, che continua e si aggrava giorno dopo giorno, al di là delle motivazioni del fatto di sangue di ieri. Non può per pertanto questa parte di Calabria essere abbandonata dal Governo e dalle Istituzioni”.
22 marzo 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Istituto Papa Giovanni. Corbelli: ”Gravissimo errore trasferimento forzato malati in altre strutture. Spettacolare e spropositato intervento forze dell’ordine. Serra d’Aiello come Beirut”
Cosenza
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, si schiera a fianco dei pazienti e dei lavoratori del Papa Giovanni XXIII, la casa di cura per disabili gravi di Serra d’Aiello, in provincia di Cosenza, definisce un “gravissimo errore il trasferimento forzato dei malati in altre (lontane) strutture”. Corbelli parla di “un intervento spettacolare e spropositato delle forze dell’ordine, adatto più ad un teatro e ad una azione di guerra che non al trasferimento di alcune centinaia di pazienti disabili”. “Prima la criminalizzazione (mediatica nazionale) della casa di cura di Serra d’Aiello, con ipotesi di reato inverosimili e allucinanti (traffico di organi, sparizioni e, addirittura, omicidi di pazienti), tutte da verificare e dimostrare. Oggi il blitz delle forze dell’ordine. Rispetto ma non condivido la decisione della Procura di Paola di trasferire i malati del Papa Giovanni in altre strutture sanitarie. Non condivido soprattutto l’incredibile e massiccio schieramento di carabinieri, polizia e guardia di finanza, addirittura in tenuta antisommossa, come se anziché in una casa di cura per disabili si dovesse entrare e attaccare un covo di terroristi. Sono allibito e amareggiato per quanto accaduto. Questa mattina più che a Serra d’Aiello sembrava di essere a Beirut. La magistratura non può sostituirsi alla politica. Il problema del Papa Giovanni doveva essere risolto dalle Amministrazioni e Istituzioni competenti e dal Governo centrale, che non può chiamarsi fuori da questa drammatica emergenza dei malati e disabili gravi dell’istituto di Serra d’Aiello. Il destino dei malati e della struttura di Serra d’Aiello non lo può stabilire e decidere la magistratura. I magistrati fanno bene (adempiendo ad un loro preciso dovere) ad intervenire in presenza di ipotesi di reato, per individuare e perseguire i responsabili, per far rispettare la legalità. A proposito aspettiamo adesso di vedere gli sviluppi e i risultati dell’altra clamorosa indagine della magistratura sulle gravissime e inquietanti ipotesi di reato di traffico d’organi, sparizioni e, addirittura, omicidi di pazienti dell’istituto Papa Giovanni. Aspettiamo di vedere provate queste allucinanti ipotesi di reato. Ma il Papa Giovanni resta un problema essenzialmente politico e amministrativo che non può certo essere risolto con il trasferimento forzato dei malati in altri istituti lontani. Togliere e allontanare i degenti dal Papa Giovanni e chiudere questa struttura significa non solo penalizzare i dipendenti ma arrecare disagi e un danno incalcolabile agli stessi pazienti, che andavano invece particolarmente tutelati proprio per la loro condizione di grave disabilità. Il problema del Papa Giovanni si doveva risolvere garantendo una condizione dignitosa (e di sicurezza) ai malati nella stessa struttura di Serra d’Aiello, in quella che è da sempre la loro casa”.
20 marzo 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Istituto Papa Giovanni. Corbelli: ”No alla criminalizzazione. Non credo a quelle accuse agghiaccianti e inverosimili di sparizioni e omicidi di pazienti”
Cosenza
“No alla criminalizzazione dell’istituto Papa Giovanni XXIII. Mi rifiuto di credere che possano essere vere quelle agghiaccianti accuse di sparizioni e addirittura di assassini di pazienti e malati commessi all’interno della struttura di Serra d’Aiello. Se fossero vere e provate queste notizie di reato (così orribile) l’Istituto Papa Giovanni andrebbe non solo chiuso ma letteralmente raso al suolo e i responsabili di questi crimini così orrendi condannati all’ergastolo, senza alcuna attenuante. Queste accuse terribili vengono fuori adesso mentre sta per essere effettuato lo sgombero e il trasferimento dei malati dalla struttura di Serra d’Aiello in altri istituti dislocati nella provincia cosentina. Chiedo che la Procura di Paola vada fino in fondo per l’accertamento dei gravissimi fatti denunciati (e resi noti oggi da La Repubblica e dal Quotidiano della Calabria) e soprattutto per tutelare i pazienti (e i dipendenti) dell’istituto Papa Giovanni XXIII”. E’ quanto afferma, in una nota, il leader del Movimento Diritti Civili. Franco Corbelli, sin dall’inizio schierato a fianco dei pazienti e dei lavoratori del Papa Giovanni. Corbelli continua a ritenere un “grave errore il trasferimento dei malati in altre lontane strutture”. “Le accuse di sparizioni e assassini di pazienti del Papa Giovanni di Serra d’Aiello lasciano letteralmente sgomenti e senza parola. Sono talmente atroci da apparire per questo inverosimili, improbabili. Aspetto le risultanze dell’indagine della magistratura per credere a questi orrori. Intanto sino a quando tutto ciò non sarà provato in modo assolutamente incontrovertibile i pazienti del Papa Giovanni non devono essere trasferiti. Quell’istituto non deve essere criminalizzato, per accuse così orribili e infamanti. Al Papa Giovanni ci sono stati malaffare, truffe, ruberie su cui sta indagando la Procura di Paola. Ma trasformarlo e farlo apparire adesso anche come una clinica degli orrori, degli assassini dei malati, senza aspettare prima i risultati dell’indagine della magistratura, è un fatto grave, inaccettabile, che va respinto con forza, nel rispetto della Costituzione. In quell’istituto di Serra d’Aiello, va ricordato, hanno, per anni, lavorato tante persone, medici e paramedici con grande passione e dedizione per gli ammalati. Bisogna rispettare questi lavoratori e gli stessi pazienti. Non trasformare il Papa Giovanni in clinica degli orrori e degli omicidi senza uno straccio di prove, di riscontri oggettivi, sulla base solo di supposizioni e suggestioni”.
13 marzo 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Il Garante della Salute sbarca in America. Barack Obama adotta lo stesso “modello calabrese” per rivoluzionare sanità americana. La grande soddisfazione di Diritti Civili che ha ideato, promosso e fatto approvare in Calabria, lo scorso anno, questa figura.
Catanzaro
Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal Washington Post, il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, avrebbe deciso l’istituzione e la scelta del Garante della Sanità (si tratterebbe di Sanjay Gupta, popolare giornalista-medico della Cnn,). Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che per primo in Italia e nel mondo ha ideato e promosso, un anno e mezzo fa, questa figura e questa struttura (il Garante della Salute), licenziata dal Consiglio provinciale di Cosenza il 17 gennaio 2008 e approvata definitivamente dal Consiglio regionale della Calabria il 30 giugno 2008, esprime grande soddisfazione ed esulta per quella che definisce “una grande conquista civile” e, oggi, dopo la scelta del Presidente americano di adottare, per la sanità, negli Usa, lo stesso modello di garanzia “calabrese”, un “motivo di orgoglio per una intera regione (la Calabria) tristemente nota in Italia e nel mondo solo purtroppo per fatti di ‘ndrangheta e violenza”. “La Calabria, in questo caso, recependo e approvando la proposta di Diritti Civili del Garante della Salute, ha dato una prova di grande responsabilità, sensibilità e lungimiranza”. Lo stesso Corbelli ricorda che un senatore del Pd, Ignazio Marino, dopo l’approvazione della proposta di legge di Diritti Civili per la creazione del Garante della Salute della Calabria (“una battaglia sostenuta dalla sola stampa calabrese, che va pubblicamente ringraziata ed elogiata per il fondamentale contributo dato anche per questa importante conquista civile”), aveva preannunciato, nei mesi scorsi, la presentazione in Parlamento di un disegno di legge per l’istituzione del Garante della Salute nazionale. “Per una volta la Calabria, dopo tanti record negativi, può orgogliosamente rivendicare un primato positivo a livello mondiale, una novità rivoluzionaria e assoluta nella sanità che la più grande potenza del mondo, gli Usa, ha fatto propria: il Garante pubblico della Sanità. Dopo la nomina di un italo-americano (di origine calabrese), Leon Panetta, alla direzione della Cia, il nuovo presidente degli Usa sembra guardare alla Calabria anche per rivoluzionare la sanità in America, per salvaguardare i diritti di tutti all’assistenza sanitaria, con l’istituzione appunto del Garante della Salute. Un esempio di buona politica e buona sanità. E’ singolare e significativo che sia proprio la Calabria, la regione criminalizzata proprio (e anche) per la malasanità, a indicare la strada, il modello da seguire per difendere i diritti di tutti all’assistenza sanitaria, per combattere la cattiva sanità, la disorganizzazione, la violazione dei diritti elementari dei cittadini, per prevenire nuovi casi di malasanità e altre tragedie. In un paese normale (e giusto) anche questa Calabria positiva e propositiva dovrebbe trovare spazio e attenzione sui grandi media, nazionali e internazionali. E non solo per fatti di cronaca e di criminalità”.
5 marzo 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Diritti Civili denuncia caso bambino diabetico disprezzato e discriminato a scuola per sua malattia!La lettera della mamma del piccolo
Roma
Il Movimento Diritti Civili denuncia “il caso di un bambino calabrese, diabetico (del quale non viene fatto il nome per ragioni di privacy e tutela dei diritti dei minori), che per la sua malattia non è stato portato in gita scolastica e viene disprezzato e discriminato in classe ”. Il leader di Diritti Civili, Franco Corbelli, esprime “grande indignazione” per quello che definisce “un fatto gravissimo, una vergogna. una barbarie nei confronti di un bambino malato, un fatto indegno di un Paese civile”, chiede “il rispetto di tutti i bambini, e una particolare attenzione per quelli malati e disabili”, auspica “l’intervento delle autorità scolastiche preposte per la soluzione di questa vicenda” e rende noto il testo della dignitosa lettera che la mamma del bambino gli ha fatto recapitare, chiedendogli di divulgarla. “Egr. dott Corbelli, sono la mamma di un bambino diabetico di 12 anni, ammalatosi all’età di 7. Dopo un comprensibile sconforto iniziale, ho insegnato a mio figlio che la malattia faceva parte della sua vita ma non era la sua vita, che poteva svolgere tutte le attività alla pari dei suoi coetanei, e vivere a pieno ogni esperienza. Lui vive la sua condizione in modo egregio, si fa tutte le iniezioni da solo, ed è un bambino intelligente e vivace. Durante il suo percorso scolastico da allora ha dovuto affrontare più volte l’ignoranza, i pregiudizi, ma non da chi ci si aspetta crudeltà, non dai bambini, certo no, ma proprio da alcuni insegnanti, che non hanno dimostrato la minima sensibilità, né un accenno di vocazione alla professione. Ho promesso a mio figlio di non lasciare mai più cadere nel nulla un tale comportamento. Il mio bambino quando frequentava le Elementari non è stato portato in gita scolastica a causa della sua malattia. Adesso una docente , nella scuola che lui frequenta, si è lasciata andare ad uno sfogo immotivato a dire anche di tutta la classe, nei riguardi di mio figlio, senza alcun rispetto per la sua malattia. Una giovane insegnante ha poi trovato mio figlio in lacrime e ha informato dell’accaduto la direzione scolastica. Si discute tanto dell’educazione alla legalità nella nostra regione, del bullismo nelle classi e dell’educazione scarsa che viene data ai nostri figli sul rispetto, sui valori e poi ci si comporta in questo modo nei confronti di un bambino malato. Si dovrebbe vergognare chi si comporta in questo modo nei confronti di un bambino malato, vergognarsi dal profondo per il suo comportamento. Lui è un bambino, lui come altri affrontano ogni giorno la propria debolezza fisica. Lui è un ragazzino che merita rispetto. Naturalmente farò in modo che la giustizia faccia il suo corso. Il diverso come tale ha una ricchezza inestimabile da donare agli altri. E questo è un valore fondamentale che ogni società civile ha il dovere di difendere. Invece ho visto l'imbarazzo di molti quando mio figlio si buca in pubblico, se pranziamo in un ristorante. I veri invalidi sono le persone che non hanno la sensibilità, l'intelligenza, la forza, di vedere con gli occhi del cuore. Le chiedo di aiutarmi, di intervenire e far conoscere questa vicenda che le ho descritto”.
3 febbraio 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Maltempo. Emergenza scuole. Corbelli chiede immediata verifica condizioni sicurezza edifici scolastici in Calabria. Anche il Governo, dopo la lunga battaglia di Diritti Civili, ha finalmente preannunciato controlli in tutte le scuole del Paese.
Catanzaro
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che da anni si batte per la sicurezza delle scuole, esprime soddisfazione e apprezza gli interventi preannunciati nei giorni scorsi dal Governo per una verifica di tutti gli edifici scolastici del nostro Paese, parla, dopo la violenta ondata di maltempo che ha colpito la Calabria, di “vera e propria emergenza sicurezza delle strutture scolastiche più fatiscenti e obsolete”, chiede alle Amministrazioni competenti (Comuni, Province, Regione) di voler “disporre, in attesa degli interventi governativi, che hanno tempi burocratici lunghi, una immediata verifica delle condizioni di stabilità di tutti gli edifici scolastici della regione particolarmente a rischio”. “Dopo l’ondata di maltempo e la pioggia incessante che hanno investito la Calabria, causando frane, smottamenti e la tragedia sull’A3, c’è, insieme a quella delle strade, una emergenza scuole che va affrontata immediatamente, senza perdere tempo. Apprezziamo gli interventi preannunciati nei giorni scorsi dal Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, per un controllo in tutte le scuole italiane. Finalmente i nostri appelli sono stati accolti dal Governo. Non vogliamo rivendicare alcun merito, per quella che è una lunga e vecchia battaglia che Diritti Civili in solitudine, con il sostegno della sola stampa calabrese, sta portando avanti, da anni, in Calabria e nel resto del Paese. L’ultimo nostro appello lo avevamo lanciato alla vigilia di Natale chiedendo ai sindaci, ai presidenti delle Province di approfittare della chiusura delle scuole per le Festività Natalizie per verificare le condizioni di sicurezza di tutti gli edifici scolastici. Oggi vogliamo richiamare l’attenzione delle autorità preposte sulla assoluta priorità e urgenza di una verifica immediata delle condizioni di sicurezza delle scuole in Calabria. I controlli preannunciati oggi dal Governo richiederanno purtroppo tempi burocratici lunghi. Occorre per questo che, così come stiamo chiedendo da tempo, siano le amministrazioni competenti a intervenire subito con un controllo della stabilità degli edifici scolastici, almeno di quelli fatiscenti, vecchi e particolarmente a rischio. Bisogna fare in fretta. L’acqua incessante di questi giorni può avere arrecato danni enormi a queste vecchie strutture con il rischio di possibili cedimenti strutturali e crolli. Queste scuole per questo motivo vanno subito monitorate e se il caso chiuse, in attesa di essere messe in sicurezza. Non vanno assolutamente dimenticati, né certamente sottovalutati i tanti episodi di crolli che si sono verificati nei mesi scorsi in Calabria e in Italia, miracolosamente in molti casi senza provocare vittime e in una occasione purtroppo anche con una tragedia, come nel Liceo di Rivoli, in Piemonte, dove per la caduta di un pezzo di soffitto della scuola ha perso la vita un giovanissimo studente. Dobbiamo assolutamente evitare che si ripetano simili tragedie. Bisogna prevenire, soprattutto considerando che oltre il 50% delle scuole in Italia sono a rischio, come denunciato nei mesi scorsi dalla Protezione Civile”.
30 gennaio 2009
Comunicato stampa Movimento Diritti Civili
Tragedia su A3 ed emergenza maltempo in Calabria. Diritti Civili denuncia silenzio e abbandono Istituzioni.
Cosenza
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo la frana e il crollo di un pezzo della A3, nei pressi di Rogliano, che ha travolto e ucciso due persone, denuncia oggi “l’abbandono e il silenzio del Governo e del responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso, di fronte a questa tragedia e alla drammatica emergenza maltempo che sta affrontando, da sola, la Calabria”. Corbelli accusa inoltre l’Esecutivo Berlusconi e Bertolaso “non solo di non essersi ancora recati in Calabria ma di non aver neppure fatto alcun intervento su questa emergenza e neanche espresso una sola parola di cordoglio per le due vittime”. “La Calabra sprofonda, l’A3 crolla, due persone perdono la vita travolte da una frana sulla stessa autostrada, una strage è stata evitata solo per un miracolo, la regione di fatto è quasi isolata e il Governo e Bertolaso continuano a tacere e latitare, mentre addirittura vergognosamente dei tg(e gr) Rai hanno già cancellato la notizia dai notiziari! Dov’è Berlusconi, dove sono i Ministri competenti, dov’è Bertolaso, dove sono le Istituzioni? Perché nessuno è intervenuto, perché nessuno ha speso una sola parola su questa tragedia e sulla drammatica emergenza che sta affrontando, in perfetta solitudine, la Calabria? Perché lo stesso Bertolaso, nessun Ministro, né il presidente del Consiglio, Berlusconi, si sono recati in Calabria? Perché addirittura nessuna Istituzione del Paese ha espresso una sola parola di cordoglio per le due vittime? Per altre tragedie ed emergenze meno gravi di quella calabrese il Governo e Bertolaso sono prontamente intervenuti, recandosi immediatamente sul posto, promettendo e subito deliberando aiuti. Le massime Istituzioni del Paese, per altre tragedie, non hanno fatto mancare un loro messaggio di cordoglio. Per la Calabria invece solo silenzio e abbandono. Ancora una volta questa regione anche nelle tragedie paga un prezzo assurdo di discriminazione ed emarginazione. Un comportamento da parte di tutte le Istituzioni che offende e umilia tutti i calabresi”.
27 gennaio 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Il Garante della Salute sbarca in America. Barack Obama adotta lo stesso “modello calabrese” per rivoluzionare sanità americana. La grande soddisfazione di Diritti Civili che ha ideato, promosso e fatto approvare in Calabria, lo scorso anno, questa figura.
Catanzaro
Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal Washington Post, il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, avrebbe deciso l’istituzione e la scelta del Garante della Sanità (si tratterebbe di Sanjay Gupta, popolare giornalista-medico della Cnn,). Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che per primo in Italia e nel mondo ha ideato e promosso, un anno e mezzo fa, questa figura e questa struttura (il Garante della Salute), licenziata dal Consiglio provinciale di Cosenza il 17 gennaio 2008 e approvata definitivamente dal Consiglio regionale della Calabria il 30 giugno 2008, esprime grande soddisfazione ed esulta per quella che definisce “una grande conquista civile” e, oggi, dopo la scelta del Presidente americano di adottare, per la sanità, negli Usa, lo stesso modello di garanzia “calabrese”, un “motivo di orgoglio per una intera regione (la Calabria) tristemente nota in Italia e nel mondo solo purtroppo per fatti di ‘ndrangheta e violenza”. “La Calabria, in questo caso, recependo e approvando la proposta di Diritti Civili del Garante della Salute, ha dato una prova di grande responsabilità, sensibilità e lungimiranza”. Lo stesso Corbelli ricorda che un senatore del Pd, Ignazio Marino, dopo l’approvazione della proposta di legge di Diritti Civili per la creazione del Garante della Salute della Calabria (“una battaglia sostenuta dalla sola stampa calabrese, che va pubblicamente ringraziata ed elogiata per il fondamentale contributo dato anche per questa importante conquista civile”), aveva preannunciato, nei mesi scorsi, la presentazione in Parlamento di un disegno di legge per l’istituzione del Garante della Salute nazionale. “Per una volta la Calabria, dopo tanti record negativi, può orgogliosamente rivendicare un primato positivo a livello mondiale, una novità rivoluzionaria e assoluta nella sanità che la più grande potenza del mondo, gli Usa, ha fatto propria: il Garante pubblico della Sanità. Dopo la nomina di un italo-americano (di origine calabrese), Leon Panetta, alla direzione della Cia, il nuovo presidente degli Usa sembra guardare alla Calabria anche per rivoluzionare la sanità in America, per salvaguardare i diritti di tutti all’assistenza sanitaria, con l’istituzione appunto del Garante della Salute. Un esempio di buona politica e buona sanità. E’ singolare e significativo che sia proprio la Calabria, la regione criminalizzata proprio (e anche) per la malasanità, a indicare la strada, il modello da seguire per difendere i diritti di tutti all’assistenza sanitaria, per combattere la cattiva sanità, la disorganizzazione, la violazione dei diritti elementari dei cittadini, per prevenire nuovi casi di malasanità e altre tragedie. In un paese normale (e giusto) anche questa Calabria positiva e propositiva dovrebbe trovare spazio e attenzione sui grandi media, nazionali e internazionali. E non solo per fatti di cronaca e di criminalità”.
22 gennaio 2009
Comunicato Stampa Movimento Diritti Civili
Malasanità. “Verità e giustizia per giovane donna di Reggio, morta in ambulanza senza medico. Loiero apra indagine interna”. Il marito della donna ha chiesto l’intervento di Diritti Civili
Reggio Calabria
Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della proposta di legge per l’istituzione del Garante della Salute della Calabria, approvata dal Consiglio regionale calabrese il 30 giugno scorso, chiede che venga fatta “verità e giustizia sulla morte della giovane donna di Reggio Calabria, Antonella Laganà, 47 anni, deceduta, dopo un malore nel suo negozio, su un’ambulanza, sprovvista di medici a bordo, mentre veniva trasportata in ospedale”. Corbelli, in attesa degli sviluppi dell’indagine avviata dalla magistratura reggina, chiede al Presidente della Regione e assessore regionale alla sanità, Agazio Loiero, l’apertura di una indagine interna su questo “caso di malasanità”. L’intervento di Corbelli è stato chiesto dal marito della sfortunata donna, Antonino Sorbo. L’uomo ha telefonato al leader di Diritti Civili per chiedergli di aiutarlo in questa “battaglia di verità e giustizia per la morte della moglie”. “L’assurda morte di quella povera donna non può essere dimenticata e archiviata come un fatto accidentale. Si ha il dovere di fare piena luce su quanto accaduto. Sul perchè su quell’ambulanza, che ha prestato soccorso alla donna, non vi fosse nessun medico a bordo, ma solo un autista e un barelliere. Non basta certo la giustificazione dei responsabili del 118 che si trattava di un codice giallo e che le due altre ambulanze medicalizzate fossero, in quel momento, impegnate per altri interventi urgenti. Tutte le ambulanze devono essere attrezzate con un medico a bordo per affrontare una emergenza, come nel caso della donna reggina, poi deceduta. Quanto accaduto è un fatto gravissimo. A quella donna di fatto non è stata purtroppo fornita alcuna assistenza medica. L’ambulanza si è limitata infatti solo a trasportarla agli ospedali Riuniti di Reggio. Il marito della signora Laganà ha lanciato accuse gravissime. L’autopsia stabilirà se un intervento medico immediato avrebbe potuto salvare la vita alla giovane donna reggina. Resta il fatto che è inaccettabile che ci siano ambulanze sprovviste di personale medico e paramedico specializzato a bordo. L’ambulanza non è una taxi. Serve per assicurare al paziente il primo intervento medico-specialistico che in molti casi può salvare la vita. La tragedia di Reggio sembra già cancellata e archiviata, come una disgrazia, in attesa di qualche novità dal fronte giudiziario. Si ha il dovere invece di mantenere alta l’attenzione su questo caso, di non far calare il silenzio e l’oblio su questa tragedia. Di non lasciare da soli i familiari (il marito e i due figli) di questa donna a combattere la loro battaglia di verità e giustizia. Per questo Diritti Civili chiede al Presidente Loiero di promuovere una inchiesta interna per accertare, e nel caso perseguire, eventuali responsabilità ai vari livelli. Si chiede solo giustizia per la morte assurda di una giovane donna di 47 anni, sposata e madre di due figli”.
9 gennaio 2009